Forse non tutti sanno che ad accompagnare il lancio giapponese dell'eShop ci fu tra gli altri anche Hyu-Stone di Poi Soft, un titolo che per sbarcare in Occidente ci ha messo la bellezza di quasi due anni. Ed in effetti ci troviamo di fronte ad un gioco che sulle prime lascia parecchio perplessi, volendo ragionare nei termini classici di un giocatore occidentale, e che richiede una certa predisposizione per essere apprezzato come si deve. Ma bando alle ciance e andiamo con ordine; ce lo possiamo permettere dato che, dopo tanto tempo, Hyu-Stone è anche tra noi, col nome cambiato in un didascalico Splash or Crash in Europa, e in un più divertente Kersploosh! in America. Poi forse un giorno ci spiegheranno quanto vengono pagati gli omini che si occupano di studiare i titoli dei giochi per i diversi mercati, ma questo sarà un altro articolo...
Salto nel buio
Splash or Crash cerca anche di giustificare il suo insolito concept con l'abbozzo di una trama, raccontata attraverso dialoghi tra il "protagonista" e il suo mentore, ma storia e testi sono talmente, diciamo così, inutili, che li tralasceremo. Fatto sta che ci troviamo catapultati nel magico mondo dei lanci di pietre nei pozzi, con l'obiettivo di raggiungere il fondo nel più breve tempo possibile, e non controlliamo il lanciatore, bensì il sasso. E cosa c'è da controllare, direte voi. Il sasso cade e prima o poi arriva al fondo, è la legge di gravità. Ma se lo dite è solo perché non ci siete mai stati, in un pozzo, e non avete la minima idea di cosa vi si possa trovare oggigiorno. Sì, laggiù è pieno di ostacoli, respingenti, strade alternative, venti contrari che vi rallentano, colate di lava che vi danneggiano, pizze tagliate a fette, ciambelle giganti che vi danno un boost e palloncini che vi restituiscono un po' di HP.
E' proprio così, ve lo diciamo noi che l'abbiamo visto: a questo punto diventa chiaro come controllare il sasso gettato, con visuale da dietro alla Space Harrier, sia vitale, per far sì che possa evitare i vari ostacoli e sfruttare i bonus, per raggiungere il fondo velocemente e possibilmente tutto d'un pezzo. Abbiamo parlato finora di sassi ma sarebbe meglio parlare di oggetti in generale, perché se è vero come è vero che all'inizio avete a disposizione una banale pietruzza lenta, che usufruisce poco dei boost e dotata di un numero non altissimo di HP (sono queste le caratteristiche che contraddistinguono ogni oggetto, e che vanno ad influire direttamente sulla sua manovrabilità), ben presto sbloccherete altri nove "proiettili": dalla palla di gomma totalmente indistruttibile ma che viene molto rallentata dai vari ostacoli in virtù della sua composizione, a quella di ferro che è un po', ma poco poco, più fragile, molto più veloce ma talmente grande da ostacolare la visuale, fino al piccolo gioiellino che va come una scheggia ma che si rompe al primo contatto. Stesso discorso per i pozzi: dieci in tutto, ognuno più difficile dell'altro, sempre più zeppi di roba che spunta da ogni dove, strade alternative, ostacoli ingannevoli che assomigliano alle ciambelle-boost ma che vi fanno proprio fermare nel bel mezzo della discesa.
L'effetto 3D
Nel corpo della recensione l'abbiamo definito "straordinario", qui rincariamo la dose e diciamo che si tratta di uno dei migliori utilizzi della stereoscopia, perlomeno per quanto riguarda i giochi eShop: ovviamente il concept e la visuale da dietro si prestano perfettamente all'artificio, ma i ragazzi di Poi Soft ci hanno messo del loro calibrandolo alla perfezione e su un orizzonte molto ampio. Non influendo neanche sulla fluidità, si tratta sicuramente di un valore aggiunto molto grande; riportando il prodotto al suo contesto storico, l'uscita giapponese della console, possiamo poi addirittura parlare di un vero e proprio "manifesto" dell'effetto 3D. Bravi!
Il pozzo dei desideri
La palla di gomma indistruttibile e quella di ferro fenomenale sono tra i primi proiettili ad essere sbloccati, ed essendo noi furbissimi, ce ne siamo subito giovati per portare a termine il gioco in meno di mezz'ora: ogni pozzo infatti dura al massimo, anche giocando male, un minuto e mezzo, escludendo l'ultimo che è un po' più lungo. Non vi nasconderemo il senso di delusione provato in un primo momento: tutto qui? Dieci livelli, molto corti, che sarebbero anche difficili a cercare di completarli per bene, ma perché impegnarsi visto che le due sfere di cui sopra sono praticamente infrangibili? E allora da bravi recensori abbiamo sospettato che ci fosse qualcosa di più, e abbiamo cominciato a rigiocare il tutto con gli altri oggetti, più veloci e più fragili: tutto un altro mondo.
Non volendo arrivare agli eccessi della "Teardrop" che ha un solo HP, già con la classica scelta media diventa molto difficile arrivare sani fino in fondo, e ogni pozzo va gestito con una grande dose di riflessi e coordinazione, nonché rigiocato più volte per imparare a memoria ogni meccanismo, che come abbiamo già precisato si rinnovano di stage in stage. Lo stesso discorso vale per i "bolidi" a disposizione: teoricamente la sola differenza di velocità e boost può sembrare poco per contraddistinguerli tra loro, ma questi parametri incidono direttamente, lo ripetiamo, sulla "manovrabilità" ed ognuno richiede quindi una sensibilità e un modo di giocare diversi: ed è questo lo spirito vero di Splash or Crash, la rigiocabilità estrema alla ricerca se non proprio della perfezione, di qualcosa che le va molto vicino. Nonché, da buona old school, del punteggio più elevato e del tempo migliore, da scambiare poi con gli altri giocatori tramite Streetpass. Entrare in connessione con tale spirito non è certo cosa da tutti, ma è indispensabile, riteniamo, per apprezzare appieno l'opera Poi Soft, per valutarne la longevità che per chi si lascerà coinvolgere può diventare addirittura infinita, essendo il classico gioco da tirare fuori in una breve pausa, e per inciso permette di giudicare obiettivamente l'ottima grafica, coloratissima, fluida, veloce, definita, e lo straordinario effetto 3D. Poche speranze invece per il sonoro: una sola musichetta ripetuta per ogni pozzo, ed effetti sonori classici e dimenticabili.
Conclusioni
I toni che si sono fatti quasi entusiastici nell'ultima parte dell'articolo possono sembrare in contrasto col numerone qua sopra, ma in realtà, facili da giudicare, i giochi come Splash or Crash sono quelli che meno si prestano a una valutazione numerica definitiva e oggettivizzante. Ribadendo fino in fondo quelli che sono i pregi del prodotto, non è possibile perdere di vista il fatto che non tutti i giocatori, al giorno d'oggi, apprezzano titoli a prima vista così scarni, e coi quali si entra veramente in contatto solo se quello che si cerca è una sfida all'ultimo secondo, alla ricerca del punteggio più alto e con la ripetizione anche infinita di uno stesso livello per impararne a memoria la conformazione. In fondo Splash or Crash è la quintessenza del gioco eShop: privo di fronzoli, rapido, va subito al dunque e costa anche molto poco, 3 Euro. Queste le sue qualità, e questi anche i motivi per i quali non può essere consigliato proprio a tutti; ma se cercate gli elementi di cui sopra, accomodatevi pure senza timore.
PRO
- Level design pieno d'inventiva
- Ottimi la grafica e l'effetto 3D
- Se vi lasciate coinvolgere è la fine...
CONTRO
- ...ma non tutti ne saranno coinvolti
- Qualche livello in più non avrebbe fatto male
- Sonoro assolutamente dimenticabile