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Magrunner, recensione

Un puzzle game stile Portal ambientato in un futuro distopico in cui a un certo punto spunta Cthulhu e quindi un cane... sarà uno scherzo?

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   28/06/2013
Ciao, sono Cthulhu. Mi piace apparire nei videogiochi
Ciao, sono Cthulhu. Mi piace apparire nei videogiochi

Magrunner: Dark Pulse è un puzzle game con visuale in prima persona che si rifà pesantemente alla formula di Portal. Prima di parlare del lato narrativo vale la pena di esaminarne il gameplay basato sul magnetismo. Il protagonista, Dax Ward, un concorrente di una specie di contest per ottenere un lavoro prestigioso, impugna un fucile capace di dare agli oggetti una carica magnetica positiva o negativa. Come avviene nella realtà (è?), gli oggetti con la stessa carica si attraggono, mentre quelli con cariche diverse si respingono. Da questi semplici principi, che tutti dovreste conoscere (sottile ironia ndredattorechecercadifarvicapirelasuasquallidaironiaatuttiicosti), nascono una serie di ingegnosi puzzle. Prendiamo il più banale possibile come esempio: sovrapposti due cubi di metallo e salitici sopra, è possibile dargli cariche opposte per sfruttare quello in cima come ascensore per raggiungere una piattaforma elevata altrimenti preclusa. Altro caso, un po' più complicato: date due piattaforme, una collegata a un raggio traente e l'altra no, è possibile caricarle in modo tale che il campo magnetico di una trascini l'altra (ogni carica ha una sua area d'azione, visualizzabile premendo un tasto). Più oggetti vengono fatti interagire tra loro, più gli effetti di repulsione o di attrazione saranno potenti.

Alcuni puzzle sono ingegnosi
Alcuni puzzle sono ingegnosi

Ad esempio, due cubi con la stessa carica respingeranno con più forza, rispetto a uno soltanto, un terzo cubo con carica differente, facendolo arrivare più in alto o più lontano. Insomma, come avveniva nei Portal, si è scelta un'idea molto semplice, che ha però permesso agli sviluppatori di realizzare puzzle di difficoltà sempre maggiore, arrivando addirittura, nel finale, a proporre situazioni estremamente cervellotiche. State tranquilli, perché l'ingresso in gioco è molto graduale, con i primi nove livelli che fungono da lungo tutorial per capire come funzionano le meccaniche da sfruttare per superare le varie difficoltà. In realtà andando avanti nelle mappe verranno aggiunti dei nuovi elementi di gameplay che complicheranno un po' la situazione. Ma a questo punto immaginiamo che qualcuno di voi si sia già chiesto da più di qualche riga cosa c'entri il buon Cthulhu in quello che sembra essere un titolo fantascientifico...

Sarà riuscito Magrunner: Dark Pulse a mescolare fantascienza e Cthulhu? Scopriamolo

Cthulhu a chi?

Come dicevamo qualche periodo più su, in Magrunner: Dark Pulse si vestono i panni di un certo Dax Ward, un candidato a vincere un lavoro prestigioso per la più potente compagnia del pianeta che lo porterebbe a esplorare lo spazio. Per farcela il nostro eroe deve superare alcuni test legati al magnetismo, quelli di cui vi parlavamo sopra, cercando di sopportare l'antipatia dei suoi superiori e di seguire i consigli di un suo amico hacker. Tutto sembrerebbe procedere bene, con i vari personaggi che appaiono a Dax sotto forma di ologrammi e lui che fa meglio di quanto previsto dai dirigenti della società, senonché a un certo punto arriva il buon dio tentacolare che trasforma l'atmosfera fantascientifica in horror puro, con gli ambienti asettici e bicolore della base che vengono disossati lasciando il posto ad ameni dungeon dove i mostri dell'immaginario lovecraftiano la fanno da padrone.

Il nostro pianeta rischia di essere vittima della cattiva scrittura. Dobbiamo salvarlo
Il nostro pianeta rischia di essere vittima della cattiva scrittura. Dobbiamo salvarlo

E qui arriviamo a un punto nodale della questione, che ci permette di capire quanto sia importante la trama in un videogioco moderno e quanto, ad esempio, la buona scrittura abbia fatto la fortuna di un titolo come Portal. Probabilmente la svolta horror di Magrunner: Dark Pulse deve essere sembrata un ottimo modo per rendere il gioco più originale, nel tentativo di far dimenticare l'influenza del titolo di Valve. Il problema è che non funziona e, nonostante la trama si prenda maledettamente sul serio, è veramente difficile non ridere di certe assurdità. Certo, ci sono dei momenti che fanno spavento, ma è veramente difficile dimenticarsi di essere in un puzzle game e non in un survival, nonostante si faccia di tutto per sovrapporre i due generi. Ad esempio rimane un mistero come mai, nonostante la base spaziale in cui operiamo sia stata praticamente sventrata, gli apparecchi dei puzzle magnetici siano rimasti attivi. Così ci troviamo a risolvere complicati enigmi basati sul magnetismo mentre intorno a noi irrompe l'irrazionale di un universo che sembra essere passato di lì per caso, tanto per formare un amalgama poco riuscito.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7-3770K @ 3.50GHz
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX680
  • Sistema operativo Windows 8

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP (SP3)/ Vista / 7 / 8
  • Processore: Dual Core CPU (2.4+ GHz Dual Core CPU o superiore)
  • RAM: 2 GB
  • Scheda video: compatibile con direct X 9 e Shader 3.0 serie GeForce 8800 o Radeon HD4800 con 512MB di memoria
  • Spazio su disco: 4GB
  • DirectX: 9.0c
  • Varie: Non supporta gli apparecchi con chip grafici Intel HD

In cerca di equilibri

Come già detto, andando avanti nel gioco i puzzle si moltiplicano e richiedono sempre più tempo per essere superati, al punto da spezzare completamente qualsiasi possibilità di immedesimazione nella narrazione. Si arriva addirittura a considerare il lato horror come un fastidio da superare e quasi verrebbe voglia di chiedere una patch che rimuova completamente la narrazione. È qui che si capisce per l'ennesima volta che la grandezza di Portal (e Portal 2) non era solo nelle meccaniche di risoluzione dei puzzle, per quanto ingegnose, ma nella capacità degli scrittori di trasformare un'esperienza di gioco asettica in un capolavoro narrativo capace di sorprendere con ogni trovata.

Questi cubi non tengono compagnia, purtroppo
Questi cubi non tengono compagnia, purtroppo

Anche lì non tutto aveva una logica definita (e in un universo finzionale non è nemmeno necessario che tutto ce l'abbia, in realtà, altrimenti smetterebbe di esistere come tale e diverrebbe realtà), ma in Portal l'insieme degli elementi era legato in modo magistrale e non si perdeva mai il filo di ciò che stava accadendo. In Magrunner: Dark Pulse non è così e la mancanza completa di ironia, unica arma in grado di dare un senso a una trama così disarticolata nei suoi elementi cardine, finisce per penalizzare il giocatore che si trova più volte addosso una terribile sensazione che lo porta a pensare se non sia il caso di passare a un altro videogioco. Sarebbe bastato seguire la fonte d'ispirazione fino in fondo, ossia riprendendone anche i toni, e leggere l'arrivo delle forze dell'oscurità in chiave 'volutamente' comica, per evitare di trovarsi tra le mani un prodotto 'involontariamente' comico che non riesce a giustificare quanto accade sullo schermo. In un contesto del genere a poco serve l'egregio lavoro svolto sulla grafica, derivativa ma ben realizzata, con dei momenti davvero ottimi. Mai come in questo caso è vera l'affermazione che un videogioco è dato dall'insieme delle caratteristiche che lo compongono e non bastano alcune idee ben implementate per realizzare un ottimo titolo. Comunque non fraintendeteci, perché ci troviamo comunque di fronte a un prodotto ludicamente ben fatto. Soltanto giocatelo come se fosse una mera sequenza di puzzle invece che come se pretendesse di raccontarvi anche una storia appassionante.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.7
Lettori (6)
6.6
Il tuo voto

Mettiamola così: Cthulhu la dovrebbe piantare di apparire nei videogiochi e limitarsi a fare visita a Cartman in South Park. Così magari eviterebbe di penalizzare un titolo potenzialmente valido come Magrunner: Dark Pulse. Il problema è che giocandoci dovrete subire gli effetti nefasti del dio tuttofare, quindi non possiamo fare finta che non esista. Insomma, ci troviamo di fronte a un ottimo puzzle game rovinato dall'ambizione di voler raccontare una storia dalle tinte forti, che a conti fatti risulta semplicemente ridicola. Non male come risultato.

PRO

  • Gameplay derivativo ma ben implementato
  • Buona la realizzazione grafica
  • Alcuni puzzle sono davvero ben pensati

CONTRO

  • Narrativamente pessimo
  • Si prende davvero troppo sul serio
  • Siamo sicuri di voler vedere Cthulhu ovunque?