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Eroi meravigliosi

Platinum Games approda su WiiU con un titolo fuori di testa!

RECENSIONE di Marco Perri   —   19/08/2013

Nintendo non smette mai di stupire. Proprio quando servirebbero titoli di caratura massiccia per smuovere le vendite della proprio ammiraglia, Kyoto sceglie di rinfrescare la calda estate di Wii U con il più estroso titolo mai prodotto da Platinum Games. Per capire la genesi del paradosso presente accompagnateci in un salto indietro nel tempo: è passato più di un decennio dai tempi dei Fabulous Five di Capcom, quando quell'annuncio bomba del novembre 2002 scosse le sedie dei possessori del piccolo cubo Nintendo. Ben cinque i progetti del publisher di Osaka esclusivi per la macchina, con Shibata, Mikami, Suda, Kamiya e Kato impegnati nella carovana delle meraviglie. C'è chi dice che i sogni debbano confrontarsi con la dura realtà, e Capcom ci mise poco a far propria l'amara filosofia. Il succulento pacchetto, infatti, non vide mai la luce nella forma che avrebbe dovuto avere, e i deboli dati di vendita di GameCube spinsero Captive Communications (in arte Capcom) a cambiare in itinere i propri piani: uno dei progetti fu cancellato e molti dei rimanenti diventarono multipiattaforma. Il publisher seguì la ferrea linea guida qualche anno dopo: a fine 2006, il consiglio di amministrazione societario chiuse Clover Studio, contenitore di gran parte dei nomi dietro il progetto Fabulous e responsabile di Viewtiful Joe, Okami e God Hand. Tre brand di nicchia, lungi dall'essere successi commerciali, ma ancora oggi prepotentemente nei cuori dei videogiocatori di allora, grazie alla qualità indiscussa delle produzioni. Fu in quell'istante che i talenti giapponesi di Clover decisero di laciare Osaka, in cerca di un posto dove portare avanti le proprie visioni e far maturare il bagaglio di esperienza raccolto. Platinum Games, studio dietro The Wonderful 101, è il prodotto finale della storia che vi abbiamo narrato; c'è voluta Nintendo, in vesti di publisher, per rivedere il talentuoso team sbizzarrirsi con il suo repertorio migliore. Qualità, idee e tanto coraggio: questo è il Sol Levante che vorremmo sempre.

Amici dell'arte

La morale di quanto raccontato rappresenta esattamente i pregi e i difetti del nuovo titolo Platinum. The Wonderful 101 è un concentrato di vecchi e nuovi concept che scelgono l'hardware Nintendo per amalgamarsi tra loro, mentre il duo Kamiya-Inaba orchestra i propri, singolarissimi argomenti di sviluppo, qui elevati a nuove vette di stravaganza stilistica. La vibrante scelta artistica ben si sposa con le qualità dell'AMD Custom montata da Wii U: le texture e i colori sono sgargianti, puliti, ricchi e con un livello di saturazione che rende piacevole ogni angolo. Certo, per quanto riguarda i poligoni non siamo di fronte a miracoli di fine generazione, ed il debole filtro di anti-aliasing implementato maschera solo in parte qualche scaletta di troppo. Non ci si può aspettare molto di più da un titolo che si affaccia sul mercato nemmeno un anno dopo l'uscita della macchina; analizzandolo complessivamente, la somma delle parti copre in larga parte quel minuscolo insieme di imprecisioni tecniche.

Eroi meravigliosi

In compenso, il fluido flusso di fotogrammi non stanca mai, specialmente se lo si abbina all'azione convulsa di The Wonderful 101; ci piacerebbe dire che l'aggiornamento a schermo è sempre ancorato a 60 frame al secondo, ma purtroppo non si può. Platinum ha scelto di creare situazioni avanzate in cui la moltitudine di nemici a schermo affatica considerevolmente il motore di gioco, rallentandone talvolta lo svolgimento dell'azione. Sinceramente, avremmo apprezzato una scelta meno ambiziosa ma più coerente: stona un po' godere di un gioco in larga parte fluidissimo per poi ritrovarsi alcune sequenze nelle quali la mancata ottimizzazione fa crollare il numero di fotogrammi. Siamo sicuri che il tutto derivi esclusivamente da un mancato perfezionamento delle singole situazioni, che potevano essere gestite equilibrando meglio il livello di poligoni schierati in campo, senza strafare. Potrebbe sembrare il proverbiale pelo nell'uovo, ma calcolando l'impegno delle produzioni Platinum Games, questo aspetto cozza non poco con la loro filosofia. Per fortuna, i ragazzi giapponesi sanno come distinguersi: il plauso artistico maggiore va di certo al character, mecha e boss design. La caratterizzazione di ogni singolo comprimario dell'armata Wonderful è dettagliata e, nel caso dei personaggi principali, anche ben riuscita a livello psicologico: le scenette di intermezzo mettono in luce una certa cura nel proporre rapporti di amicizia, odio, amore e ilarità, aiutati da un doppiaggio ben impacchettato. Platinum ha scelto di caratterizzare anche la maggior parte dei nemici, permettendo loro di evolvere il proprio aspetto con il proseguire del combattimento. Come da "tradizione Bayonetta", i boss di Wonderful 101 attingono a piene mani dalla tradizione cinematografica di Kamiya, che porta a scontri epici e molto variegati, grazie alle peculiarità ludiche del titolo.

Curiosità

The Wonderful 101 è un concentrato di citazioni. Oltre a quelle autoreferenziali (Viewtiful Joe, Okami, Killer7) l'opera dalla quale maggiormente trae spunto è Power Rangers e più in generale dal genere giapponese del Super Sentai (letteralmente, Super Squadre). Movimenti, tute, mech: tutto rimanda ai canoni disegnati dal mangaka Shotaro Ishinomori, in cui squadre di eroi colorati lottano per difendere la Terra da nemici provenienti dallo spazio. Proprio Kamiya, in un tweet, ha confermato che la natura di The Wonderful 101 è un incrocio tra Pikmin e un Super Sentai.

Wonderful Joe-Terasu

Spiegare il gameplay di un titolo come The Wonderful 101 non è un compito da poco. Astraendo dall'apparente base action, il prodotto Platinum è un calderone di trovate più o meno riuscite che si fondono insieme, senza però riuscire a trovare un'identità definita. Iniziamo proprio da loro, i Wonderful 101. L'esercito terrestre a difesa del pianeta dall'invasione degli alieni Geathjerk è composto proprio da terrestri dotati della solita, incredibile tuta che dà poteri speciali.

Eroi meravigliosi

Alla guida troveremo Wonder Red, aiutato dai personaggi principali rappresentati dai colori dell'arcobaleno (Blue, Green, eccetera) e da secondari che potremo reclutare in giro per i livelli; in realtà, nell'attesa che i diversi completamenti richiesti arricchiscano l'elenco dei Wonderful a disposizione, potranno unirsi al gruppo i civili casuali arruolati da Red e compagni. L'avanzamento lungo le sezioni di gioco ha una struttura a compartimenti stagni, con inizio e fine della sessione geograficamente ben delineati; come da tradizione, Platinum Games costringe il giocatore a fornire elevate prestazioni per avere migliori votazioni a fine livello e di conseguenza maggiori punti da spendere nel negozio del gioco, fattore che aumenta in maniera intrinseca la sua rigiocabilità. È proprio in questo momento che entra prepotentemente in campo l'eredità degli ex-Clover Studio:

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il sistema di combattimento riprende le evoluzioni di tasti di Viewtiful Joe per delineare due combinazioni di attacco, uno di tutto il team Wonderful che servirà ad indebolire il nemico e fargli abbassare la guardia, l'altro dell'eroe principale scelto per quello scontro. Ma possibile che il tutto si riassuma in una mera e frenetica pressione di tasti? No, ovviamente, ed è Amaterasu che interviene a dire la sua: The Wonderful 101 riprende l'interessante soluzione ludica della dea lupo di Okami e la fa propria, rendendola un elemento focale del gameplay. Si torna, quindi, a disegnare sullo schermo con lo stick, tracciando forme, linee e diagonali per scatenare le azioni ad esse collegate. Oltre ad essere tante, saranno anche necessarie: proprio grazie al continuo tracciare linee specifiche potremo chiamare velocemente in campo uno dei sette eroi Wonderful, ognuno con una propria arma e un attacco, senza soluzione di continuità. Idem per tutte le altre azioni sulle quali si basa le progressione: disegnare ponti, deltaplani, scale, raccogliere oggetti, arruolare civili bisognosi di aiuto e tappare buchi. Divertente, ingegnoso, rinfrescante... ma anche problematico.

Caos colorato

The Wonderful 101 è un titolo pieno di dinamismo ma talvolta estremamente confusionario e tirchio di suggerimenti. Non saranno rare le occasioni in cui non si avrà ben chiaro cosa sta succedendo a schermo o altre in cui alla prima partita si spenderanno minuti se non mezzore a chiedersi cosa bisogna fare per superare questo o quel rompicapo ambientale. Platinum ha optato per una soluzione estremamente hardcore, ma spesso frustrante. Non sempre è infatti chiaro il da farsi o la strada da seguire; se poi il tutto si inserisce in un contesto furioso o mal palesato, ecco che scatta la rabbia demoralizzante. Anche la finestra/tavolozza non è sempre studiata nel giusto modo: talvolta fuori fase rispetto al puntatore, non sarà raro ritrovarsi a disegnare linee fuori dallo schermo di gioco e quindi, in poche parole, totalmente a caso. Un brutto neo per un concetto estremamente interessante e che speriamo venga ripreso e migliorato.

Eroi meravigliosi

L'arte di Platinum Games non ha mai avuto paura di mostrarsi nella sua bellezza, e in The Wonderful 101 l'accostamento stilistico tra il cel-shading e un titolo decisamente hardcore fa riflettere. Il richiamo al passato è palese, sia nella realizzazione tecnica sia nel voler mescolare stravaganza visiva a difficoltà ludica. Il risultato è particolare: da una parte sembra di avere tra le mani un cartone animato pieno di stile, ironico, appena uscito da uno studio di animazione giapponese. Dall'altro troviamo imposizioni ludiche che, unite ad un grado di sfida abbastanza punitivo, creano un prodotto poco adatto ai nervi facili. In caso di morte si potrà riprovare quante volte si desidera, pena l'abbassamento del punteggio a fine livello; ad ogni tentativo, sia barra vitale che ecosistema di gioco vengono riportati alle condizioni iniziale, ma lo stesso - inspiegabilmente - non vale per i boss. Al livello di difficoltà predefinito questo provoca una lieve umiliazione nel ritrovarsi, dopo un'impegnativa fase avanzata di combattimento in cui lo scenario è stato pesantemente mutato, a perdere la vita, riprovare e ritrovarsi come se nulla fosse successo, con il solo boss a portare le ferite dello scontro, rendendone spesso banale il completamento. L'occhiolino, come Kamiya ha affermato nelle sue recenti interviste, è chiaramente strizzato ai neofiti, ma i gradi di difficoltà al di sotto di quello predefinito sono fin troppo accessibili; non siamo ai livelli della modalità automatica ad un bottone di Bayonetta, ma mai scordarsi che poco impegno comporta anche minor appagamento. L'incapacità di sfruttare il parco mosse che il sistema studiato da Atsushi Inaba mette a disposizione non fa esprimere agli scontri il loro potenziale, che muta rapidamente in una sfida di perfezionamento a difficoltà più elevate, disponibili però solo dopo un primo completamento dell'avventura. Un rovescio della medaglia decisamente tangibile.

Finestra di lancio

Ma il Gamepad, in tutto questo, a cosa serve? Oltre a supportare la funzione off-tv play, il suo impiego primario è da radar di gioco, in cui vengono elencati i Wonderful dell'armata da equipaggiare, ognuno appartenente ad una delle scuole belliche rappresentate dai protagonisti e con una propria esperienza crescente, oppure da contenitore del menù sul quale scorrere con il pennino. E se tracciare linee con l'analogico non vi sembra una soluzione pratica, Platinum ha inserito un metodo alternativo: disegnare direttamente sullo schermo resistivo del Gamepad. Opzione scomoda, in realtà, in quanto l'attivazione della forma costringe comunque a fare affidamento ai bottoni fisici, con conseguente perdita di ritmo nel compiere le strategie d'attacco.

Eroi meravigliosi

Ma non è finita: in alcune occasioni Platinum ha scelto di renderlo una finestra effettiva di gioco con un risultato, purtroppo, deludente. Se già su un LCD casalingo il titolo deve gestire un caos a schermo non indifferente, le fasi sul pannello del Gamepad hanno il difetto di amplificare il senso di confusione, con evidenti problemi di visuale, azione e composizione dei disegni. Ciò che non si capisce è perché permettere, tramite pressione del tasto - , di giocare quelle fasi teoricamente esclusive del Gamepad anche su LCD casalingo. Viene da chiedersi: ma se si fornisce la possibilità di giocarle su uno schermo grande, allora perché spingerle idealmente su quello piccolo? Siamo sicuri che questo sia un punto di partenza per rendere il Gamepad protagonista, semplicemente il tutto appare ancora un po' acerbo. Ciò che appaga, invece, è sicuramente il fattore longevità: contrariamente alle aspettative che lo davano per un'avventura breve ma intensa, The Wonderful 101 regala più opzioni per tornare a prendere in mano il pad. La prima avventura impegnerà per non meno di una dozzina di ore, alle quali sono da sommare l'alta rigiocabilità, i collezionabili e l'acquisto di tutte le mosse speciali vendute nel negozio del gioco. Chiude il cerchio l'aggiunta delle missioni secondarie, da affrontare in singolo o in multigiocatore con l'ausilio di Wiimote e Nunchuck.

The Wonderful 101 è una ventata d'aria fresca: veloce, divertente e vario, ma non esente da difetti

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (93)
8.3
Il tuo voto

The Wonderful 101 ha innegabilmente dei difetti che non riescono a renderlo una killer application, ma tutto il resto splende del candido genio di Platinum Games. Il team di Kamiya e Inaba dimostra tutta la propria esperienza e caparbietà nel proporre un titolo che, sotto un aspetto tecnico gradevole, nasconde una corazza hardcore non indifferente. Tante sono le idee condensate nel gioco, forse anche troppe: la smania di rendere unico questo action-game made in Japan ne rende difficile la catalogazione, ma questo non è per forza un male. The Wonderful 101 rappresenta pienamente tutti quei tratti eccentrici e visionari del vecchio Clover Studio, riportati nel 2013 con qualche imperfezione ma anche con una bella dosa di freschezza. Seppur con ampi margini di miglioramento, Platinum Games e Nintendo sono riusciti a centrare nuovamente il bersaglio.

PRO

  • Artisticamente splendido
  • Gameplay sempre vario
  • Longevo ma mai noioso
  • Tantissime idee sul piatto ma...

CONTRO

  • ... spesso troppo confusionario
  • L'uso del gamepad non convince
  • Level design talvolta ostico