Nonostante le diatribe quotidiane sui diritti TV, gli scandali e le polemiche per un rigore dato o non dato, il calcio resta lo sport preferito da gran parte degli italiani. D'altronde per confermare questa passione basterebbe prendere un pallone, farlo rimbalzare vicino a un gruppo di persone - non importa di che età o estrazione sociale - per vedere queste ultime avventarsi sulla sfera e passarsela l'un l'altro. Magari compiendo delle semplici evoluzioni per emulare le giocate del proprio beniamino, fra una battuta di scherno e una risata, come se quel semplice oggetto sferico avesse liberato chissà cosa dal loro animo. Perché, diciamolo, la vera essenza del calcio è proprio questa, a prescindere da tutto: il divertimento allo stato puro, quasi fanciullesco, di correre inseguendo, appunto, un pallone. Non è quindi un caso se anche a livello di videogiochi fra i titoli più venduti, e dunque più ricercati, ce n'è sempre almeno uno dedicato a questo sport. La scelta in tal senso avviene in questo periodo, quando i due eterni rivali della scena calcistica elettronica arrivano nei negozi. Proprio in questi giorni infatti, con l'uscita di FIFA 14 a circa una settimana da quella dell'eterno rivale, Pro Evolution Soccer 2014, si compie quello che col tempo è diventato quasi una sorta di rito. Al mercato l'ardua sentenza su chi sarà il preferito dal pubblico, a noi l'onore e l'onere di raccontarvi questo quattordicesimo capitolo della saga pallonara firmata da Electronic Arts.
FIFA 14 fa registrare un ulteriore passo in avanti della serie verso la simulazione totale
Inizia la sfida
La prima cosa che salta all'occhio una volta avviato il gioco sono i nuovi menu, completamente ridisegnati da zero per offrire una resa visiva migliore, ma anche una maggiore funzionalità. Si presentano con una struttura a finestre molto simile a quella di Windows 8, il che permette all'utente di accedere in un baleno a qualsiasi sezione del titolo, e di tenere sempre bene in vista tutto quello che gli serve.
Con un rapido movimento si può selezionare dunque una delle tante modalità presenti in FIFA 14, che a grandi linee sono le stesse del 2013. Per questo motivo liquidiamo velocemente quelle classiche, come le amichevoli, le coppe e i campionati ufficiali o personalizzati, e ci limitiamo ad accennare alla presenza del proprio calciatore virtuale con le relative sfide per aumentarne le caratteristiche, il centro creazione integrato con il sito ufficiale per giocatori, la stagione e via discorrendo. Diverso, invece, il discorso per la sessione Stagioni, che alle tradizionali caratteristiche legate al matchmaking, alla bacheca per i trofei e ai titoli di divisione, nella sua controparte online affianca pure l'inedita opzione Co-Op. Questa consente a una coppia di amici di competere contro altri due utenti umani in match 2vs2 classificati.
Entrambe le opzioni sono a loro volta contenute pure all'interno del Match Day, pertanto tutto ciò che accade nei campionati di calcio reali andrà a influire non più solo su una singola sfida (le partite della settimana e quelle del mese) ma anche sull'intero torneo che si sta disputando in quel momento nel gioco. Se si rimane infatti connessi in maniera permanente ai server di EA, vengono scaricati degli aggiornamenti relativi ai match reali, alle squadre, alla forma dei singoli giocatori, ma pure all'elenco degli infortunati e a quello degli squalificati, ai cambi di modulo apportati dal mister e via dicendo. Sensibili novità si registrano anche per EA Sports Football Club, area del prodotto che rappresenta il culmine della produzione a livello statistico e di raccolta dati attraverso tutte le modalità di gioco, quest'anno rinnovata con l'aggiunta della possibilità di accedere subito allo stato degli amici, di mandargli velocemente dei messaggi e di regalare gli oggetti sbloccabili dal catalogo.
Oggi alleno io
Novità pure per quella che resta la sezione più importante della componente single player, vale a dire la Carriera, che quest'anno ha subito delle modifiche nella parte in cui l'utente impersona l'allenatore. Questa, infatti, è stata arricchita da un sistema di scout da spedire in giro per il mondo alla ricerca di talenti. Dietro alla cosiddetta rete di trasferimenti globale non c'è in realtà nulla di nuovo, se non la rielaborazione di una funzione già presente in passato. Semplicemente se prima gli osservatori si limitavano a seguire giovani virgulti inventati di sana pianta dal gioco, da far crescere eventualmente nel vivaio, adesso possono monitorare le performance di atleti realmente esistenti e fornire su richiesta specifica da parte del manager, una serie di relazioni via via sempre più complete sulle loro caratteristiche e sul potenziale.
Basta impostare una serie di criteri per la ricerca e al resto penseranno loro. Sempre in tema mercato c'è la possibilità di disabilitare i trasferimenti della prima finestra di mercato, in modo da poter avere le squadre con i loro roster originali almeno fino a gennaio. Poi abbiamo l'opzione per far sì che in automatico si possa decidere di rifiutare in futuro nuove offerte per uno specifico atleta che si è già deciso di non vendere, evitando che su di lui continuino a fioccare richieste. Un paio di modifiche anche per quanto concerne la gestione del team, visto che ora si può cambiare al volo lo schema senza perdere tempo a girovagare nei menu secondari dei moduli, e la fatica dei calciatori, che impiegheranno un po' di tempo in più per tornare in piena forma. Per il resto il videogiocatore dovrà lavorare bene sul campo e fuori per non essere esonerato, cercando di destreggiarsi al meglio fra le insidie di un calciomercato caratterizzato da diverse variabili sia in fase di acquisto che di vendita, nei rapporti con lo staff, con i calciatori (la comunicazione con loro non avviene più per e-mail ma in maniera rapida) e con la stampa. Anche in questo FIFA 14 gli sviluppatori hanno cercato di dare più risalto all'aspetto immedesimazione, incrementando la mole di notizie legate alle squadre e ai tornei, alle aspettative dei tifosi e a quelle della dirigenza.
Insomma, anche se la sezione Carriera rimane una modalità senza alcuna velleità simulativa a livello manageriale, a nostro parere resta sempre un'interessante esperienza da vivere. Almeno tanto quanto quella di Ultimate Team, la modalità che permette di creare la propria squadra ideale basando gli acquisti e gli scambi di calciatori, rappresentati da una figurina che ne indica il valore globale, su un sistema di aste. Per i dettagli sull'argomento vi invitiamo a leggere il nostro articolo disponibile a questo indirizzo. Qui, per ragioni di spazio, ci limitiamo solo a evidenziare quelle che sono probabilmente le due novità più interessanti incluse nell'edizione 2014, vale a dire la funzione Intesa, che dà più peso all'affiatamento tra i vari giocatori, e la possibilità di trasferire i progressi di gioco dall'attuale alla prossima generazione di console. In parole povere, se qualche utente decidesse in futuro di passare a Xbox One o PlayStation 4 e di giocare a questa modalità potrà farlo senza dover ricominciare dall'inizio, visto che sarà possibile importare tutti i propri dati, i risultati raggiunti e la squadra gestita su Xbox 360 o PlayStation 3, mantenendo perfino la classificazione all'interno della divisione.
Facce da FIFA 14
Così come per i suoi predecessori, anche FIFA 14 offre la copertura totale per tantissimi campionati, con le licenze ufficiali sia per il torneo che per le squadre che vi partecipano. La nostra serie A, pur non mostrando il logo, è comunque presente con le maglie e lo stemma reale dei vari club della stagione appena iniziata. Per la serie B invece, solo Pescara e Palermo godono di tale copertura. Diverso è il discorso per i volti degli atleti e qui ancora una volta EA si dimostra poco attenta nei confronti dei fan italiani: se si escludono infatti quelli già presenti, più un paio di "new entry", come per esempio Vidal o Nagatomo, e praticamente l'intero roster del Milan, compresi giocatori come Nocerino o Silvestre, che presentano le loro facce vere, la stragrande maggioranza dei calciatori del campionato nostrano hanno dei visi generici. Vedere nel 2014 Vucinic, Pogba, Milito, Palacio o Maggio con dei volti non autentici e poco rassomiglianti, oppure Pirlo e Marchisio senza la barba è a dir poco fastidioso. Soprattutto se consideriamo che intere squadre straniere, anche poco prestigiose, possono vantare un migliore trattamento per quanto concerne i volti dei loro calciatori. Ad ogni modo, segnaliamo la presenza di sessanta stadi fra i quali il Goodison Park dell'Everton e la Donbass Arena, tempio dello Shakhtar Donetsk; abbiamo poi l'aggiornamento dei roster delle squadre ma non all'ultimo giorno di mercato, con Higuain al Napoli ma Kakà non ancora al Milan per esempio, oltre alle licenze ufficiali dei campionati argentino, cileno, colombiano e polacco, più quello di tutti i club brasiliani e dello Shakhtar.
Un FIFA migliore?
Dopo aver ampiamente vivisezionato le opzioni di gioco di FIFA 14, vediamo di addentrarci nell'analisi del gameplay vero e proprio. La precisione dei movimenti sul campo e quella del comportamento della palla sono da considerare il vero e proprio dogma di questa nuova edizione, fortemente concentrata su quella che pare essere stata una sorta di parola d'ordine di Electronic Arts: "fisicità". Degli atleti, dei contrasti, del pallone. Il risultato, pad alla mano, è inizialmente spiazzante, un po' come quando nel 2012 gli utenti dovettero abituarsi alla difesa tattica.
La palla rimane meno attaccata al giocatore, non è possibile fare i fenomeni a centrocampo, ma anzi bisogna difendere la sfera (la protezione del pallone col corpo si arricchisce della pressione del trigger sinistro per una maggiore efficacia) e saperla far girare opportunamente con l'aiuto dei compagni. I quali, grazie a delle routine rinnovate, si muovono in maniera intelligente per suggerire il passaggio o per creare varchi: le sovrapposizioni sono state migliorate e capita spesso che queste non servano solo a dettare l'assist, ma anche a creare spazi per i colleghi, aprendo le difese con micidiali diagonali utili a offrire un ventaglio di opzioni maggiori al portatore della palla. Alla luce di quanto descritto viene fuori un ritmo di gioco più lento e ragionato, ma non per questo statico o noioso, con un discreto incremento del livello di difficoltà che va di pari passo con l'aumentato realismo. Siamo certamente più vicini a quanto accade nella realtà su un campo di calcio, dove a fronte di una certa schematicità c'è la variabile impazzita costituita dal talento dei grandi campioni come Messi o Cristiano Ronaldo.
Questi ultimi possono sfruttare le loro abilità per saltare l'uomo e provare a involarsi verso l'area avversaria, ma certo devono faticare molto di più che in passato per riuscire nell'impresa. Anche perché uno scatto improvvisato, seguito da un movimento sbagliato possono portare facilmente a perdere la sfera. La cosa per certi versi giova al gameplay, perché la difficoltà insita nel costruire un'azione a centrocampo, e nell'evitare il pressing avversario, costringe di fatto ad un approccio più attento. Pure in fase di copertura. I difensori marcano meglio, si muovono con quell'attenzione tipica che un essere umano senziente dovrebbe avere occupando quel ruolo e se necessario giocano d'anticipo o aspettano pazientemente il movimento del contendente, non lesinando di usare il fisico, quando serve, per farsi valere. Ogni contrasto diventa, di fatto, un'esperienza a sé, tanto impegnativa quanto imprevedibile nei risultati. L'engine che determina le contese e che in generale controlla la fisica del gioco si fa sentire donando agli atleti virtuali un loro peso, che si avverte anche visivamente, con i calciatori che quando corrono e camminano sembrano più ancorati al terreno, nel senso che danno l'idea proprio di toccare l'erba anziché "scivolarci" sopra. A ciò contribuisce pure la riscrittura del sistema di animazioni.
Denominato Movimenti Realistici, questo cambiamento è stato dettato dalla volontà da parte degli sviluppatori di rendere le movenze dei giocatori più correlate a quelle che sono le dinamiche legate alla corsa e ai gesti del corpo in fase di accelerazione e decelerazione, ai dribbling o ai cambi di direzione. Questi ultimi, nello specifico, risultano meno immediati rispetto all'edizione scorsa, perché come avviene nella realtà occorre il giusto lasso di tempo a un atleta per riprendere il controllo dell'equilibrio e tentare di riappropriarsi del pallone o di continuare l'azione. Sempre in tema di fisica, cambiamenti evidenti si registrano anche sul fronte pallone, diventato più pesante di quanto visto in passato e dunque maggiormente credibile nel suo modo di "comportarsi", specie nei rimbalzi. La conseguenza è che le conclusioni a rete e i passaggi risultano più imprevedibili, complice anche la necessità di non premere troppo in anticipo il pulsante del relativo comando, ed è facile mancare la sfera se si arriva lunghi su di essa, specie nei colpi di testa. Il che ogni tanto genera delle situazioni un po' comiche. Viceversa quando si fa tutto per bene vengono fuori delle conclusioni di controbalzo, di esterno a giro oppure di collo pieno decisamente appaganti. I miglioramenti sono più chiari proprio nelle traiettorie che i tiri assumono in relazione alla posizione dell'attaccante rispetto alla palla o agli ostacoli costituiti dal corpo di qualche difensore avversario. Le soluzioni per battere gli ottimi portieri di FIFA 14 sono molteplici, e sta all'utente decidere praticamente in toto dove e come calciare la sfera, se di interno piede o esterno, di punta o di collo. Per il resto in FIFA 14 abbiamo una risposta ai comandi eccellente, la possibilità di scegliere i controlli manuali e quel certo feeling che da qualche tempo contraddistingue la serie.
Obiettivi Xbox 360
Sono 43 gli obiettivi offerti da FIFA 14 per un valore totale di 1.000 punti. Per ottenerli bisogna riuscire a vincere determinate sfide nelle diverse modalità presenti nel gioco, come per esempio riuscire a effettuare delle finte complesse, realizzare una tripletta perfetta segnando ogni rete con un piede diverso e di testa, o vincere le competizioni più importanti a cui si partecipa sia online che offline.
Una regia quasi impeccabile
Procedendo nella nostra analisi del titolo di EA Sports gettiamo uno sguardo sulla sua parte tecnica, dove segnaliamo che dal punto di vista grafico non ci sono grandi cambiamenti rispetto a FIFA 13. Ma d'altronde il motore è quello, ed è stato spremuto a dovere in questi anni. Visto l'alto livello qualitativo raggiunto dalla serie non ci si poteva quindi aspettare chissà cosa per questa generazione di console.
Tuttavia gli appassionati non faranno fatica a notare tutti quei ritocchi che sono serviti a migliorare l'estetica del prodotto finale, come nel caso di quegli elementi di contorno che costituiscono l'evento partita, dall'ingresso in campo delle squadre al match vero e proprio, fino alla presenza di più scene a gara in corso, come quando si sbaglia una marcatura o si fa una sostituzione. In alcuni casi si tratta di sequenze già viste nelle passate edizioni della serie, però riprese da altre angolazioni e in maniera più ravvicinata. E in tal senso farà molto piacere ai fan sapere che le esultanze dopo un gol sono riprese finalmente da distanza ravvicinata, anche se non come avviene in PES 2014, dove rimangono a nostro parere più coinvolgenti. Allo stesso modo durante il replay si rivedono i festeggiamenti dei tifosi o degli stessi calciatori, che possono tra l'altro sfoderarne di nuove come quella di Cristiano Ronaldo che invita alla calma.
Per quanto riguarda gli stadi, FIFA 14 mantiene inalterata la tradizione che vuole degli impianti di ottima fattura alternarsi ad altri di qualità media (da segnalare il gradito ritorno del Camp Nou di Barcellona e l'ingresso de La Bombonera), e quella dell'assoluta trascuratezza da parte di EA nel riprodurre fedelmente i volti degli atleti del nostro campionato. Nessuno pretende di avere l'intera serie A realistica, ma almeno i calciatori delle big, quasi tutti nazionali tra l'altro, quello sì. Anche perché stiamo parlando in molti casi di atleti di fama internazionale e certo non di perfetti sconosciuti. I modelli poligonali dei calciatori restano comunque in ogni caso splendidi, ben proporzionati e animati in maniera magistrale al punto da dare la sensazione di vedere persone reali sul campo. Di ottima fattura anche la riproduzione delle divise e i dettagli di contorno. Altra nota un po' dolente è rappresentata a nostro giudizio dalla telecronaca. Ancora una volta il racconto delle sfide è affidato al collaudato duo formato da Fabio Caressa e Beppe Bergomi, il che è un bene per chi ama le loro voci.
Inoltre è molto più dinamica e completa di quella presente in PES per ritmo e parole. Ma a parte una manciata di nuove frasi introduttive (finalmente più lunghe e specifiche in relazione alla gara) e un paio di commenti sulla capienza o sulle caratteristiche degli impianti, siamo ancora anni luce lontani da quella inglese a livello di contenuti. Assurdo considerando in tal senso le esigenze e le lamentele dei fan italiani. Per fortuna il comparto audio può contare sulla solita ottima colonna sonora e sugli splendidi cori, riproposti qui in maniera più intensa rispetto all'edizione scorsa, con un tifo reattivo che accompagna bene le varie fasi del match. Ci sono i classici fischi contro arbitro o avversari, gli applausi di incoraggiamento verso i propri beniamini e i differenti boati dopo un gol, che variano a seconda del momento del match e dell'importanza stessa della marcatura. Segnare una rete decisiva allo scadere davanti al pubblico amico non dà soddisfazione solo per il risultato ottenuto, ma anche per la gioia con cui viene accolta dai propri sostenitori.
Conclusioni
Negli ultimi anni EA Sports sembra aver fatto suo quel modus operandi che aveva contraddistinto l'attività di Konami con PES nell'era di PlayStation e PlayStation 2. Una volta raggiunto un certo livello qualitativo, il team di sviluppo si è concentrato di episodio in episodio sui piccoli interventi, aggiungendo e ritoccando la sua creatura laddove necessario, riuscendo nell'impresa di migliorarla in diversi aspetti, come un occhio attento può notare pad alla mano. A prima vista infatti, FIFA 14 può sembrare uguale al predecessore, ma bastano poche partite per far cambiare a chiunque opinione in proposito, oltre che per mostrare al pubblico le differenze col passato soprattutto a livello di gameplay. Certo, il titolo in tal senso non raggiunge ancora la perfezione e appare afflitto da qualche difetto minore, ma d'altronde è pur sempre un videogioco.
PRO
- Le nuove meccaniche di gioco concedono assoluto controllo su quanto avviene in campo
- Fisica, intelligenza artificiale, animazioni, tutto è costruito in funzione della giocabilità
- Trentatrè campionati, sessanta stadi, tante modalità
- Ultimate Team diventa ogni anno un valore aggiunto alla produzione
CONTRO
- I volti dei giocatori della serie A sono stati in larga parte trascurati
- La telecronaca di Caressa e Bergomi, pur bella, è simile alla precedente
- L'eccessivo realismo potrebbe tenere lontano i giocatori affezionati a un gameplay più immediato e arcade