Ricordate il Wii Mini? Non è passato poi così tanto tempo dall'uscita sul mercato della versione "low cost" della home console Nintendo, che in realtà in cambio di qualche euro in meno rispetto alla edizione classica restituiva un hardware monco e un aspetto decisamente plasticoso e poco raffinato.
Sebbene nel caso appena citato l'esperimento della casa di Kyoto non si sia potuto propriamente includere nella lista dei successi, è evidente come i vertici dell'azienda abbiano la ferma intenzione di andare a capitalizzare sul settore del divertimento a costo ridotto, andando a puntare su fasce di prezzo che la concorrenza ha sempre volontariamente lasciato libere. Non parliamo quindi di certo del target di giocatori informati e "hardcore" che guardano alla next gen con fibrillazione, ma piuttosto un'utenza casual e con un budget inferiore da dedicare ai videogiochi. Nintendo 2DS nasce per questo motivo, e va analizzato necessariamente tramite questa prospettiva; d'altra parte è fondamentale premettere che il nuovo portatile non va a sostituire nulla, bensì integra e amplia l'attuale offerta dei portatili della grande N affiancando, senza disturbare, il Nintendo 3DS e il Nintendo 3DS XL. Un tris di handheld ognuno dedicato a uno specifico settore di pubblico, con in comune lo stesso enorme catalogo di videogiochi. Il prezzo? 129€, quindi circa 40-60€ in meno di Nintendo 3DS e Nintendo 3DS XL (promozioni dei singoli negozi permettendo); disponibile in colorazione bianco/rosso o blu/nero. E stavolta il caricabatterie è incluso.
Nintendo 2DS non è decisamente il passo falso che in molti si aspettavano
Tutto d'un pezzo
Abbiamo citato in apertura il Wii Mini, ricordando come disgraziatamente fosse portatore di tagli all'hardware tutt'altro che marginali. Nel caso di Nintendo 2DS invece l'unica vera, notevole e cospicua assenza è quella dell'effetto tridimensionale; una scelta che, se da una parte stride notevolmente per l'azzeramento della caratteristica su cui è stata di fatto costruita questa generazione di portatili Nintendo, dall'altra è anche una coraggiosa e realistica presa di coscienza in merito al fallimento di una tecnologia che non ha saputo convincere né in ambito cinematografico né in quello videoludico. Perché continuare a prenderci in giro? Il 3D è morto, perlomeno nella forma attuale, e la stragrande maggioranza degli utenti Nintendo 3DS gioca con lo slider in modalità off. Quella che inizialmente sembrava una sorta di finestra sul futuro si è trasformata in una noiosa e poco pratica pseudo innovazione, portatrice più di problematiche che di reali vantaggi pratici. E poi, c'è il discorso della sicurezza: Nintendo stessa ha sconsigliato ai genitori di far adoperare la tridimensionalità ai minori di 6 anni, e il timore diffuso (seppur infondato) su eventuali danni alla vista ha creato un ulteriore problema alla casa di Kyoto.
Nintendo 2DS è quindi un prodotto indirizzato ai bambini? Senza dubbio principalmente sì, e la coerenza di tale indicazione appare evidente anche e soprattutto dal form factor e dai materiali adottati. Abbandonando il meccanismo di chiusura a conchiglia infatti, Nintendo 2DS ha l'aspetto di una tavoletta arrotondata agli angoli, e con uno spessore a cuneo che si riduce dalla parte superiore a quella inferiore. Nient'affatto brutta, a nostro modo di vedere. I materiali impiegati per la scocca sono invece in larga parte plastica rigida e opaca, niente di troppo raffinato insomma, ma la qualità dell'assemblaggio non lascia spazio a critiche. La console è quindi robusta, affidabile, senza scricchiolii, sicuramente destinata a durare più a lungo intatta nelle mani di un ragazzino rispetto a un normale Nintendo 3DS. In tal senso anche l'impugnatura appare più salda, e i pesi sono ben distribuiti senza particolari disomogeneità; proprio per la forma della console poi, il Nintendo 2DS è probabilmente la miglior opzione per giocare a titoli che usano lo stilo, appunto perché la presa a una mano si rivela del tutto soddisfacente e confortevole. Più in generale, l'utilizzo della console è eccezionalmente gratificante sia per mani piccole che più grandi, con il posizionamento dei tasti azzeccato (più in alto, verso lo schermo superiore) e un'ergonomia che lascia spazio a ben poche critiche. Meritano una citazione particolare i bottoni dorsali L e R, davvero ottimi per confort e dimensioni. Per ovviare poi all'impossibilità di mettere in Sleep la console richiudendo lo schermo come nelle altre versioni, è stato aggiunto un apposito slider nella parte inferiore destra; è stato sacrificato invece quello per la attivazione del wi-fi, che ora va gestito tramite un menù di sistema. Deludente infine la decisione di abbandonare l'audio stereo scegliendo uno speaker mono, che ovviamente riduce notevolmente la resa sonora complessiva rendendo ancor di più preferibile l'utilizzo delle cuffie per poter invece apprezzare l'effetto stereo.
Fratello minore?
Tanto c'è di nuovo all'esterno quindi, quanto invece è rimasto immutato all'interno; le specifiche tecniche sono infatti praticamente identiche rispetto al Nintendo 3DS originale, quindi con stessi processori, RAM, capacità di connettività e feature. Il Nintendo 2DS rimane una console che può fare praticamente le stesse cose di Nintendo 3DS, nella stessa maniera: gli schermi, dotati di ottima luminosità, sono uno superiore da 3.53 pollici a 400x240 e uno inferiore da 3.02 pollici touch screen resistivo da 320x240 (anche se in realtà si tratta di un unico pannello diviso in due, come si è scoperto qualche tempo fa). Rimane presente lo slot per le schede SD, fondamentale per aumentare la capacità di memoria del portatile, così come è di pari dimensioni la batteria da 1300 mAh che garantisce 5-6 ore di autonomia circa. Bizzarra invece la permanenza del doppio obiettivo fotografico nella parte posteriore, per scattare immagini tridimensionali che però ovviamente non sarà possibile apprezzare su Nintendo 2DS.
Il peso infine è di 260 grammi, contro i 235 di Nintendo 3DS e i 336 di Nintendo 3DS XL. Nel complesso abbiamo quindi trovato le critiche a questa nuova versione del portatile Nintendo ingiuste e prive di fondamento; si tratta di un prodotto con un target ben specifico e un prezzo tutto sommato adeguato, che - ci teniamo a ripeterlo - va ad ampliare la famiglia di console 3DS esattamente come ha fatto in passato la versione XL, col fine preciso di espandere il mercato potenziale. Certamente non può vantare un design particolarmente raffinato, ma la sua priorità è quella di rappresentare una alternativa robusta e resistente per le mani di chi invece rischiava di trovare pericolosamente fragile il form factor classico. Il problema più grande del portatile Nintendo al momento è invece del tutto estraneo al Nintendo 2DS in sé, e va ricercato in un software di sistema antiquato e soprattutto nella mancanza di un account unificato, che possa permettere ad un unico potenziale possessore di un Nintendo 3DS e un Nintendo 2DS di condividere gli acquisti su entrambe le console o addirittura (ma questa a Kyoto è fantascienza) i salvataggi sul cloud. Si tratta di una arretratezza che la società del presidente Iwata dovrebbe porre immediatamente tra le sue più alte priorità, perché il mondo degli smartphone sotto questo punto di vista ha molto da insegnare.