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One Piece: Romance Dawn, recensione

Un RPG che ripercorre la storia del manga di Eiichiro Oda? Ebbene sì, ma non tutto è andato per il verso giusto...

RECENSIONE di Christian Colli   —   10/12/2013

L'anno scorso è successa una cosa davvero curiosa. Un omino di Namco Bandai, alla fine di una settimana sfortunata, è andato a bere in un squallido localino giapponese e poi, tornando a casa un po' brillo, è andato a sbattere contro un palo della luce (sì, come in un manga).

One Piece: Romance Dawn, recensione

La botta è stata come un'epifania e all'alba, dopo essersi svegliato in una pozza di acqua piovana mista a succhi gastrici, l'omino di Namco Bandai si è reso conto che non tutti gli spin-off dei manga per ragazzi devono necessariamente essere picchiaduro o action game di tipo "musou". Tornato in ufficio, quindi, mentre la sua rivelazione scuoteva le fondamenta stessa del nostro pianeta causando terremoti e tsunami, ha ordinato lo sviluppo di One Piece: Romance Dawn per PSP. E lì ci sarebbe già da farsi qualche domanda, ma lasciamo stare. Oggi quell'omino probabilmente vive sotto un ponte; al suo posto è stato assunto un altro omino giapponese che, un anno dopo, ha ben pensato di portare quello stesso gioco su Nintendo 3DS e ne ha autorizzato l'esportazione in un Occidente che One Piece lo conosce - e ama - ormai da anni. E quindi eccoci qui, a parlare di un jRPG ispirato alle vicende del manga di Eiichiro Oda, e a chiederci se non fosse stato meglio un altro musou...

One Piece: Romance Dawn è un pigro porting dell'omonimo gioco già uscito in Giappone per PSP. Peccato!

Il re dei pirati!

Intendiamoci, il problema di One Piece: Romance Dawn non è quello di essere un jRPG. Anzi, l'idea è ottima e One Piece si presta particolarmente bene a quel tipo di struttura. Per chi non lo sapesse, One Piece è un manga "shonen" (per ragazzi) che racconta le vicende di Monkey D. Luffy, un inguaribile ottimista che un bel giorno decide di partire dalla sua isoletta per esplorare il mondo e diventare il re dei pirati.

One Piece: Romance Dawn, recensione

Chi legge il fumetto o segue la serie animata sa che la storia di Luffy diventa un susseguirsi di incontri più o meno fortunati: il nostro giovane eroe riesce ad appropriarsi di una nave e a metter su una ciurma di personaggi sempre più strampalati, vivendo avventure incredibili sopra e sotto il mare, affrontando nemici sempre più potenti e temibili. Luffy, infatti, non è l'unico ad aver mangiato un frutto magico che conferisce dei veri e propri super poteri: lui, in particolare, è diventato un vero e proprio uomo di gomma. L'iter è quello tipico dei fumetti d'azione e avventura giapponesi: il gruppo raggiunge una nuova terra e deve vedersela con uno o più avversari che spesso costringeranno i nostri eroi a combattere sfoderando incredibili colpi speciali, a perdere, a rialzarsi e a sconfiggere il cattivo di turno con la forza della tenacia, dell'amicizia e/o della disperazione. Rinse and repeat per oltre settanta volumi.

One Piece: Romance Dawn, recensione

Questa pappardella bene o male riassume anche la struttura di One Piece: Romance Dawn, che segue pedissequamente la storia del manga dalla partenza di Luffy sino alla battaglia di Marineford, coprendo quindi i primi sessanta volumi circa del manga. In teoria, per un fan, si tratterebbe di una vera e propria delizia. In pratica, il modo in cui viene esposta la trama di One Piece rischia non solo di annoiare chi già la conosce, ma anche di allontanare i neofiti, che si troveranno sommersi da lunghissimi quanto mediocri dialoghi associati a dei semplici ritratti e intervallati, di tanto in tanto, da immagini statiche e mal compresse del cartone animato. I fan vorranno sicuramente saltare una storia che già conoscono e che qui viene mortificata, specie nei momenti salienti, da una presentazione tanto misera; i neofiti si chiederanno cosa ci sia di tanto interessante in dialoghi all'acqua di rose che non trasmettono alcuna emozione, specialmente dopo aver visionato la sequenza a cartoni animati introduttiva che ripercorre i momenti più importanti della storia di Luffy con un'enfasi a dir poco eccessiva sulle lacrime dei nostri eroi. One Piece, negli anni, ci ha saputo commuovere come pochi altri fumetti, ma questa trasposizione videoludica è soltanto un noiosissimo riassunto.

L'effetto 3D

Non pervenuto.
No, non siamo sarcastici: proprio non c'è!

Il re delle pilates!

E quindi si parte dal villaggio Foosha e sulla mappa del mondo compare una nuova isola; completata quella porzione di storia, ne comparirà un'altra, poi un'altra ancora, e via così fino alla fine. Ogni isola rappresenta una nuova ambientazione e un nuovo capitolo della storia, ma se credete di poter esplorare liberamente Skypiea o Alabasta state per ricevere una sonora delusione. Ad ogni isola corrisponde una sola area, formata da un certo numero di "piani", ciascuno costituito da un groviglio di corridoi tutti uguali e poveri di dettagli. Gettati nella mischia, il nostro scopo sarà trovare l'uscita del piano di turno, schivando o combattendo contro i nemici che deambulano per i vari corridoi. Occasionalmente dovremo affrontare un semplice "quick time event", premendo il tasto corrispondente alla direzione che desideriamo prendere quando Luffy corre da solo come un matto.

One Piece: Romance Dawn, recensione

L'esplorazione, se così si può chiamare, non è certo il punto forte del gioco, e se non fosse per la spartana mappa visualizzata sullo schermo inferiore sarebbe persino difficile orientarsi in ogni dedalo di deja vu. L'interazione con l'ambiente è limitata all'apertura dei forzieri che contengono oggetti curativi, pezzi di equipaggiamento, ma anche mappe del tesoro e progetti: le prime sbloccano dei "mini dungeon" facoltativi in cui è possibile allenare i nostri eroi e scovare qualche oggettino in più; i secondi, invece, ci permettono di costruire accessori e protezioni combinando i materiali richiesti attraverso un sistema non particolarmente intuitivo. Scelta l'isola presso cui sbarcare, dobbiamo anche formare una squadra che sarà quindi composta da tre dei membri del nostro equipaggio. A onor del vero, il sistema di combattimento proposto in One Piece: Romance Dawn non è affatto male ed è ricco di spunti interessanti che sarebbe valso la pena approfondire. Una volta entrati in contatto con un nemico, non vi è praticamente stacco tra l'esplorazione e lo scontro. Quando viene il turno di uno dei nostri personaggi, lo si può muovere liberamente sul campo di battaglia, avvicinandolo o allontanandolo dai nemici che stiamo fronteggiando: bisogna tenere in considerazione, però, che allontanandosi troppo dal punto di partenza si va incontro a delle penalità sui danni che potremo infliggere e ricevere. Scelto un bersaglio, il giocatore effettua delle vere e proprie combo, quasi come fosse un picchiaduro, eseguendo così gli attacchi tipici visti nel fumetto o nel cartone animato.

One Piece: Romance Dawn, recensione

Ogni colpo messo a segno carica un indicatore che, raggiunta una certa quota, può essere consumato con un colpo speciale particolarmente spettacolare. Val la pena sottolineare anche quel pizzico di strategia offerto dal fatto che ogni attacco sbalza via i nemici, magari schiantandoli contro un muro con tanto di danni bonus o posizionandoli vicino ai loro compari, in modo da poterli colpire tutti con un eventuale attacco ad area. Il divertimento, però, finisce qui, perché la varietà dei nemici è pressoché nulla (e anche di isola in isola non differiscono poi tanto) e la difficoltà praticamente inesistente. Ben di rado ci è capitato di doverci affidare a pozioni curative o abilità difensive, e la maggior parte dei combattimenti si è risolta con un misto di combo e attacchi speciali. Soltanto i boss danno qualche filo da torcere, più che altro per via della la loro imponente quantità di punti vita. Anche da questo punto di vista, insomma, One Piece: Romance Dawn si rivela un prodotto riuscito a metà, complice anche la poca cura riposta nel comparto audio (impreziosito unicamente da uno sporadico doppiaggio in giapponese) e in quello grafico, dove soltanto i modelli poligonali dei personaggi e dei cattivoni principali si distinguono nella piattezza generale di texture e soluzioni cromatiche. Stiamo parlando, del resto, di un titolo realizzato per PSP oltre un anno fa, ma d'altra parte dispiace vedere che lo sviluppatore Three Rings non si è impegnato più di tanto nel passaggio a Nintendo 3DS: basti dire che l'effetto stereoscopico è completamente assente.

Conclusioni

Multiplayer.it
ND
Lettori (8)
6.5
Il tuo voto

Quella di One Piece: Romance Dawn è una situazione decisamente atipica, perché per molti aspetti sarebbe potuto essere il sogno dei tantissimi fan della saga, ma alla fine sono proprio loro quelli maggiormente penalizzati da un'impostazione narrativa ai limiti del soporifero che difficilmente appassionerà anche quelli che non hanno mai sentito parlare della Going Merry e del suo bizzarro equipaggio. A parte questo, ci sono anche tante buone idee rovinate da una realizzazione pressapochista e frettolosa, specialmente per quanto riguarda il passaggio alla versione Nintendo 3DS. I fan sfegatati farebbero bene a dargli un'occhiata comunque.

PRO

  • Sistema di combattimento interessante
  • Tutti gli scontri salienti fino a Marineford

CONTRO

  • La storia è raccontata malissimo
  • Realizzazione tecnica frettolosa
  • Varietà di situazioni praticamente nulla