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Il rosso e il nero

Un'intera colonia misteriosamente scomparsa e una foresta piena di spiriti. Riusciremo a sopravvivere?

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   28/03/2014

Fin dal suo annuncio, coronato qualche tempo fa dal debutto in Early Access su Steam, Betrayer ha destato una certa curiosità. In primo luogo per la grande atmosfera in cui è capace di immergerci, spronando il giocatore a esplorare foreste, lande e accampamenti spesso abitati da creature ostili e misteriose.

Il rosso e il nero

Per raccontare la loro storia, gli sviluppatori di Blackpowder Games si sono ispirati agli eventi della colonia di Roanoke, che all'inizio del 1600 vide la sua intera popolazione, circa novanta persone, svanire nel nulla senza lasciare traccia. Una situazione molto simile a quella in cui si imbatte il protagonista del gioco, apparentemente l'unico sopravvissuto a un naufragio, che viene attirato da una sorta di fantasma vestito di rosso nel cuore di un'ambientazione che sulle prime sembra piuttosto fitta ma poi si apre, rivelando enormi distese, colline e rudimentali assembramenti. L'esperienza, completamente in prima persona, è fortemente caratterizzata da una scelta stilistica precisa: azzerare la saturazione dei colori per ottenere una grafica in bianco e nero, in cui spiccano a maggior ragione gli elementi evidenziati in rosso, come ad esempio gli oggetti da raccogliere o con cui interagire, nonché i tanti nemici che dovremo affrontare armati di arco, moschetto, pistola e tomahawk.

Betrayer è un'avventura molto interessante, piena di elementi hardcore ma anche di limiti evidenti

Prepare to Die

Diverse persone hanno accostato il gameplay di Betrayer a quello di Dark Souls, per un motivo abbastanza semplice: il titolo di Blackpowder Games sa essere dannatamente difficile. Il nostro personaggio può procurarsi arco e frecce controllando i cadaveri dei nemici uccisi ed entrare allo stesso modo in possesso di vari tipi di moschetti e pistole, ma ogni arma possiede difetti da non sottovalutare (ad esempio i lunghi tempi di ricarica) e dunque i combattimenti si risolvono spesso con una vittoria immediata o con il game over e la ripartenza dall'ultimo checkpoint, che può essere anche piuttosto distante dalla zona in cui siamo morti.

Il rosso e il nero

Recuperare le monete che avevamo nel momento della sconfitta è possibile, ma bisogna tornare nel punto esatto in cui ci trovavamo, e ciò non si rivela sempre un'operazione banale, anzi. L'approccio di Betrayer in tal senso è dannatamente hardcore, visto che ci mette a disposizione una mappa e segnala la nostra posizione su di essa, ma per il resto si limita a fornire pochissime indicazioni sulla bussola, costringendoci a ricordare i punti caldi di una cartina che spesso e volentieri si estende per centinaia e centinaia di metri, e che veniamo esortati a esplorare in lungo e in largo; non solo per eliminare i nemici presenti, ma anche e soprattutto per interagire con l'ambiente ed entrare in possesso di documenti ed oggetti che possano aiutarci a risolvere il mistero della colonia scomparsa. Diciamo che il primo impatto con questo tipo di interpretazione è piuttosto duro ed è difficile rimanere affascinati tanto dal sistema di combattimento quanto dagli innumerevoli tempi morti fra un ritrovamento e l'altro, ma già dalla seconda mappa si comincia ad assimilare per bene determinati meccanismi e a sfruttare dunque i punti di salvataggio e spostamento rapido, le fonti d'acqua (per la ricarica dell'energia vitale) e il mercante di turno per l'acquisto di armi (piuttosto costose le migliori) e munizioni. Ciò non toglie che ci saremmo aspettati una maggiore varietà e un'attenzione volta a evitare così tante camminate inutili.

Noir, ma non necessariamente

Il passaggio dall'Early Access alla versione finale ha portato con sé una serie di modifiche, sia sul piano strutturale e narrativo che su quello prettamente tecnico. Per quanto riguarda i primi due elementi, si nota una direzione più curata, laddove in precedenza alcune quest venivano un po' introdotte a casaccio, e si è cercato di fornire coerenza alle meccaniche di ritrovamento degli oggetti e di interazione con gli spiriti.

Il rosso e il nero

Quest'ultima operazione si esegue dopo aver suonato una sorta di "campana magica" che ci proietta nella dimensione dei morti, anch'essa piena di minacce ma generalmente di minore entità rispetto ai "conquistadores" che perlustrano le pianure durante le normali fasi di esplorazione (gli scheletri finiscono in pezzi dopo un singolo colpo di pistola, a differenza dei soldati in armatura...). Sotto il profilo tecnico, sono state invece moltiplicate le opzioni disponibili per le regolazioni grafiche, con la selezione delle singole voci e della profondità di campo, ma soprattutto è comparso un menu (accessibile anche in-game, in modo piuttosto rapido) che permette di passare dal bianco e nero "ufficiale" a qualcosa di decisamente più brioso, aumentando la saturazione e gestendo come meglio crediamo la luminosità. Giocare con Betrayer "a colori" da un lato rende maggiore giustizia alla grafica, in particolare all'ottima realizzazione dell'erba che si muove in base al vento, seppure la definizione delle texture non sia mai strabiliante; dall'altro finisce inevitabilmente per snaturare l'intenzione originale degli sviluppatori, che avevano optato per una scala di grigi "modificata" (vedi la presenza del rosso) per ottenere un certo tipo di atmosfera e spingere sull'elemento horror conferito al titolo dalla presenza di spiriti e creature oscure. Ad ogni modo, è sempre positivo che venga data agli utenti la possibilità di scegliere come preferiscono fruire dell'esperienza. L'assoluta mancanza di dialoghi parlati rientra probabilmente anch'essa nel novero delle scelte stilistiche, ma in questo caso non ci è sembrata una grande idea in termini di coinvolgimento e nell'ottica di un comparto audio relativamente essenziale. I controlli possono essere personalizzati in vari modi, sia utilizzando mouse e tastiera che il controller per Xbox 360, ma in quest'ultimo caso manca purtroppo un layout predefinito e dovremo fare varie prove per ottenere una soluzione efficace.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: AMD FX 8320
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 770 Jetstream
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 8

Requisiti minimi

  • Processore: dual core da 3 GHz
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 460, AMD Radeon HD 6850
  • Memoria: 3 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows Vista

Requisiti consigliati

  • Processore: quad core da 2,4 GHz
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 560 Ti, AMD Radeon HD 6870
  • Memoria: 4 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows Vista, Windows 7, Windows 8

Conclusioni

Digital Delivery: Steam
Prezzo: 19,99€
Multiplayer.it
7.0
Lettori (12)
7.0
Il tuo voto

Betrayer si pone come un'avventura interessante, soprattutto per via delle scelte stilistiche operate dagli sviluppatori, tanto in termini visivi quanto in termini narrativi. Per molti versi è un titolo hardcore, che concede ben poco e spesso punisce in modo crudele, coinvolgendoci in combattimenti in cui basta prendere un paio di colpi per incorrere nel game over e tornare all'ultimo salvataggio. Il sospetto è che alcuni spigoli dell'esperienza non siano esattamente voluti (vedi i limiti del combat system), laddove invece scelte di design come la mancanza di qualsivoglia indicazione finiscono per creare enormi tempi morti, in cui si perlustra la mappa da cima a fondo alla ricerca di una pergamena o di uno spirito con cui fare due chiacchiere. Il risultato finale è controverso, uno di quei giochi che potrebbe piacervi moltissimo o annoiarvi dopo pochi minuti.

PRO

  • Scelte stilistiche e narrative interessanti
  • Gran bella resa delle ambientazioni
  • L'approccio hardcore intriga...

CONTRO

  • ...e punisce allo stesso modo
  • Tanti, tanti tempi morti
  • Interfaccia spesso manchevole