Finalmente, dopo una settimana dal suo debutto ufficiale, siamo qui a raccontarvi le nostre impressioni sull'LG G Watch, uno dei primi due smartwatch dotati di Android Wear, il sistema operativo studiato da Google appositamente per quei wearable device che sembrano essere destinati a rappresentare una fetta di mercato sempre più consistente nei prossimi anni.
Partiamo subito con la caratteristica più evidente, il design, a nostro avviso troppo semplice dal punto di vista puramente estetico e davvero poco ispirato: non possiamo dire che sia sgradevole da vedere, ma si tratta pur sempre di un quadrato di colore nero adornato da una cornice in alluminio. Fortunatamente il cinturino è intercambiabile e può essere sostituito da un qualsiasi modello di 22mm di larghezza, permettendoci di sostituire quello standard con qualcosa di migliore. Il nostro consiglio è di acquistarne uno di alluminio o metallo, dato che la versione base di gomma non è comoda da indossare, specie d'estate con le mani sudate. Nonostante sia quasi scontato, segnaliamo che l'unità è dotata di certificazione IP67 relativa alla resistenza ad acqua e polvere; non avrete problemi a farvi la doccia quindi, ma vi sconsigliamo di andare a nuotare in acqua salata, dato che la salsedine potrebbe rovinare la scocca e compromettere l'impermeabilità. Il display è inequivocabilmente la parte più importante di questi nuovi smartwatch, quindi tendenzialmente si può pensare che LG abbia posto molta attenzione a questo dettaglio durante la fase di progettazione, utilizzando pannelli molto luminosi e visibili anche di giorno. Purtroppo le cose non stanno proprio cosí: lo schermo è un IPS LCD da 1.65" ed una risoluzione di 280x280 pixel, tecnicamente ineccepibile, ma pessimo da utilizzare all'esterno, data la bassa visibilità sotto la luce diretta del sole. La resa dei colori è buona, nonostante non sia un pannello AMOLED come quello dell'analogo di Samsung, ma troviamo che l'immagine appaia talvolta slavata; inoltre data la bassa risoluzione la nitidezza generale non è eccezionale, anche se si tratta di un dettaglio che si fatica a notare, se non guardando attentamente da vicino lo schermo. Sotto al cofano, invece, troviamo uno Snapdragon 400, 512MB di RAM e 4GB di memoria interna. La batteria, invece, è di soli 400 mAh.
Se tecnicamente siamo di fronte quindi ad un giocattolino abbastanza avanzato, possiamo dire la stessa cosa del sistema operativo? Android Wear ha appena una settimana di vita e francamente non ci siamo fatti illusioni a riguardo: sicuramente si tratta di un software ancora giovane è incompleto. Il setup iniziale è veramente semplice: basta scaricare l'applicazione "Android Wear", che ci guida passo per passo nella corretta configurazione dell'orologio; in sostanza la sola azione richiesta è accendere il bluetooth, obbligatorio affinché il G Watch possa comunicare con il telefono. L'unico requisito è un cellulare dotato di Android 4.3: quindi, in teoria, il funzionamento è garantito con qualsiasi terminale che sia aggiornato almeno alla penultima versione del sistema operativo di Mountain View. Parliamo ora del metodo di navigazione: tramite una serie di swipe possiamo passare da una notifica all'altra, similmente a come funziona Google Now sul vostro smartphone. Quest'ultimo ha fatto da fonte di ispirazione per tutto il SO miniaturizzato: ogni informazione si presenta sotto forma di scheda, con cui possiamo interagire per eseguire alcune funzioni veloci, di solito rispondere ad un messaggio o aprire l'applicazione sul telefono. Nel caso in cui siamo noi a voler eseguire un'azione, in mancanza di notifiche, dobbiamo utilizzare la nostra voce, similmente a quanto accade con la ricerca Google sullo smartphone, dato che l'orologio si interfaccia via bluetooth al cellulare per sfruttarne la connessione internet. I comandi vocali sono gli stessi disponibili su Now, quindi possiamo impostare un timer o una sveglia senza toccare neppure una volta il display. Abbiamo, inoltre, la possibilità di scaricare applicazioni per Android Wear dal Play Store che vengono sincronizzare tramite la connessione senza fili e installate sul G Watch; purtroppo per il momento la selezione è molto scarna e una delle poche disponibili, oltre a quelle presenti di default, è Evernote Wear, la versione ridotta, castrata e francamente inutilizzabile dell'ottimo e diffusissimo programma di appunti. Big G ha promesso moltissime altre app in arrivo: siamo in attesa quindi di vedere come si comporteranno gli sviluppatori per supportare questa piattaforma, se decideranno di investire tempo e denaro per portare i proprio prodotti anche sul minuscolo schermo sopra il vostro polso e soprattutto se riusciranno a farlo in maniera convincente.
LG adotta subito Android Wear realizzando uno smartwatch interessante ma non privo di difetti
Il confronto con il Gear Live
A parità di prezzo i primi due modelli dotati di Android Wear non presentano sostanziali differenze, se non alcuni dettagli che andremo qui ad esporvi. Innanzitutto il Samsung ha uno una risoluzione leggermente maggiore, 320x320 contro i 280x280, quindi una nitidezza più alta; inoltre il Gear Live monta uno schermo SuperAMOLED, teoricamente migliore per la visione alla luce diretta del sole. Il G Watch, per contro, ha una batteria di 400 mAh, contro i 300 mAh del rivale, che dispone, invece, di un sensore del battito cardiaco, assente sul LG. Il prezzo, invece, è uguale in Italia, mentre in vari paesi esteri il G Watch viene venduto ad una cifra maggiore. Le differenze, come potete notare, sono sottili e la scelta fra i due ricade semplicemente nella necessità o meno di avere un sensore di frequenza cardiaca, dato che in termini di autonomia grossomodo si equivalgono ed il costo è uguale.
Il buono il brutto il cattivo
Abbiamo visto velocemente come funziona l'interazione con l'orologio, ma alla prova dei fatti come si comporta il lato software durante l'utilizzo quotidiano? Quest'ultimo è l'aspetto che più ha influenzato il nostro giudizio sul prodotto in questione e vogliamo essere molto chiari sui motivi che ci hanno spinto a scrivere le prossime righe. Vi consigliamo di spendere 200€ per il G Watch? No, assolutamente no.
Allo stato attuale delle cose non crediamo sia un investimento sensato, fatto dovuto principalmente proprio al software ancora troppo giovane e limitato. Nonostante le potenzialità siano enormi, soprattutto grazie alla presenza di Google a fare da guida, al momento di questa recensione non possiamo ignorare un fatto semplice e concreto: lo smartwatch, attualmente, è utile soltanto per visualizzare le notifiche. Tutte le altre funzioni sono ancora troppo abbozzate e non del tutto pratiche. Prendiamo come esempio la navigazione GPS: potenzialmente potrebbe essere qualcosa di utilissimo poter vedere le indicazioni direttamente sul polso; alla prova dei fatti, la feature è ancora semi inutilizzabile, dato che sullo schermo compare sì la scheda di navigazione, ma dopo alcuni secondi viene minimizzata e dobbiamo noi richiamarla quando ne abbiamo bisogno. I comandi vocali, fortunatamente, funzionano invece egregiamente e dopo una settimana di uso costante la nostra voce viene riconosciuta alla perfezione e considerando che è l'unico modo in cui possiamo utilizzare l'orologio, siamo felici che da questo punto di vista non ci siano problemi.
Allo stesso modo possiamo impostare un timer, la sveglia, inviare un SMS o prendere nota di qualcosa, semplicemente dettando allo smartwatch le nostre volontà; per il momento sono compatibili soltanto le applicazioni Google, quindi siamo limitati a quelle. Vero punto cruciale è la batteria e non possiamo dire di essere troppo soddisfatti: non fatevi illusioni, dovrete ricaricare il gadget ogni sera, cosa che ci ha fatto storcere il naso non poco. Le conclusioni sono quindi molto semplici: siete amanti delle ultime novità tecnologiche e non potete vivere senza provare tutti i device che inondano il mercato? Allora probabilmente avrete già preso la vostra decisione. A voi altri comuni mortali non possiamo che consigliare di aspettare qualche mese, precisamente entro la fine dell'estate fino all'uscita del Moto 360, che oltre ad essere estremamente interessante dal punto di vista dell'hardware arriverà quando auspicabilmente Android Wear potrà essere un pochino più maturo e offrire un più ampio catalogo di applicazioni. In questo momento invece la carne al fuoco è veramente troppa poca per poter giustificare un acquisto del genere.