Qualcuno lo ha definito deludente. Qualcun altro corto. Altri stanno ancora dedicando ai propri personaggi decine di ore a settimana. In ogni caso tanti, tantissimi lo hanno comprato. Parliamo di 20 milioni di pezzi venduti che parlando di un hack & slash rappresentano un numero mostruoso, per molti ingiustificato. Eppure i motivi di questo successo sono evidenti e non riguardano esclusivamente il nome. La concorrenza, è innegabile, non è all'altezza e concept di pregio come quello di Path of Exile si perdono davanti a un gameplay che all'atto pratico non è esaltante. Tutto il contrario di Diablo III che coniuga meccaniche veloci e spettacolari con un sistema di specializzazione intuitivo e pieno di possibilità. Ma nonostante gli innegabili pregi, inizialmente il titolo Blizzard era minato da alcuni problemi che divenuti sempre più evidenti con il passare del tempo. Come molti avranno intuito stiamo parlando del sistema di drop punitivo pensato per esaltare l'asta e del mancato funzionamento delle abilità di controllo sui campioni, élite e boss.
Le creature speciali, tra l'altro, recuperavano la vitalità in pochi secondi ed essendo praticamente immuni alle abilità di controllo creavano situazioni frustranti ponendo in secondo piano l'abilità del giocatore per costringerlo a "farmare" i livelli di difficoltà più bassi in cerca di equipaggiamento capace di renderlo più resistente. All'epoca, tra l'altro, molte abilità erano poco utili, molte build incomplete e buona parte degli oggetti leggendari praticamente priva di utilità. Oggi tutti questi fattori sono cambiati radicalmente. Il drop non è ancora l'esaltante festa di oggetti unici e incredibilmente potenti di Diablo II ma l'asta è sparita dalla versione PC del titolo Blizzard e non è mai stata implementata in quella console. E dall'uscita di Reaper of Souls in poi il bilanciamento si è fatto più convincente con numerose abilità riadattate per inserirsi in build elementali, nuove skill e un'abilità passiva in più. Modifiche rilevanti che comportano una longevità decisamente maggiore rendendo profonda e variegata anche l'esperienza affrontata con un solo personaggio. La versione next-gen di Diablo III porta con se tutte le differenze dell'edizione console del titolo Blizzard, multiplayer in split screen incluso, e comprende buona parte delle novità sviluppate da Blizzard dal lancio del titolo a oggi. La differenza maggiore riguarda il controllo diretto del personaggio che include anche una schivata senza cooldown o costi in risorse. Il risultato è un'esperienza action forse meno precisa ma che ha come vantaggio quello di essere più diretta e immersiva. Purtroppo il sistema di drop resta avaro, anche se i boss di fine livello sganciano quasi sempre uno o due leggendari quando li abbattiamo per la prima volta, ma come sulla old gen e nella versione evoluta per PC il tipo di oggetti ottenuti è spesso inerente alla classe che si utilizza. Questo significa che si cambia spesso equipaggiamento cosa che diminuisce la frustrazione tipica del farming di basso livello, quando il personaggio ha poche abilità a disposizione e il gameplay non è ancora nel suo pieno. I primi dieci livelli sono comunque lenti, almeno rispetto al resto dell'esperienza, ma con l'arrivo delle prime abilità capaci di aumentare danno e movimento le cose cambiano e il gameplay si fa decisamente più intenso. E le cose migliorano ulteriormente quando entrano in campo alcune altre differenze rispetto alla versione PC come i bonus dovuti alle serie di uccisioni, alle uccisioni usando elementi dello scenario e agli oggetti dello scenario distrutti. Nel primo caso si ottiene un corposo bonus all'esperienza guadagnata, ben più sensato della manciata di punti esperienza ottenuti nella versione PC, e nel secondo un bonus di rigenerazione delle risorse. Distruggere in sequenza elementi dello scenario, invece, garantisce un bonus alla velocità di movimento.
L'Ultimate Evil Edition di Diablo III porta il male anche sulle console di nuova generazione
Obiettivi Xbox One
Diablo III Ultimate Evil Edition offre i classici 1000 punti tutti legati all'avanzamento nella trama o all'accumulo di soldi, uccisioni, oggetti e diari. Oltre a questo troviamo tutte le imprese della versione PC con centinaia di Achievement dedicati alcuni dei quali richiedono centinaia di ore di gioco per essere ottenuti. Inoltre ci sono le sfide a tempo la prima delle quali partirà al lancio e si conclude uccidendo Malthael, il boss finale del quinto e ultimo atto.
In continua evoluzione
Uno dei problemi più noti di Diablo III riguarda la mancanza di meccaniche hi-end che è diventata la priorità di Blizzard nelle ultime patch. Diablo III Ultimate Evil Edition include quelle uscite prima della patch 2.1 della version PC come i livelli di eccellenza che permettono di aumentare caratteristiche e bonus praticamente all'infinito. L'edizione per console next-gen del titolo Blizzard include, inoltre, anche la modalità Avventura che ci permette di eliminare svariati mostri élite senza l'ingombro della componente narrativa. Una volta eliminate tutte le creature designate si ottiene una cassetta che ha una probabilità di elargire specifici oggetti leggendari. Le ricompense, inoltre, includono una valuta speciale legata alle scommesse sugli oggetti e le chiavi dei varchi che ci permettono di aprire un portale verso aree speciali, composte da più livelli, con un boss finale da affrontare. Presto, inoltre, dovrebbero arrivare ulteriori novità di cui abbiamo ampiamente parlato in questi mesi. Blizzard ha infatti garantito che le meccaniche della patch 2.1, attualmente in test su PC, arriveranno anche per la versione console del titolo Blizzard. Nel prossimo futuro, in sostanza, dovrebbero arrivare i varchi maggiori, le stagioni competitive e tutti i nuovi oggetti che verranno implementati nel gioco di stagione in stagione. Inoltre per le patch future Blizzard pensa a un'uscita simultanea su console e PC, cosa che, stando alle dichiarazioni, sarebbe consentita, almeno su console di nuova generazione, dal miglioramento delle dinamiche di update.
Ma anche se i contenuti della patch 2.1 non saranno disponibili al lancio, la Ultimate Evil Edition di Diablo III risulta comunque allettante visto che include l'espansione Reaper of Souls che è uscita non molto tempo fa. Inoltre ci viene data la possibilità di importare i personaggi cresciuti sulle console old-gen e ci sono alcune nuove dinamiche, attualmente esclusiva della versione console, piuttosto intriganti. La prima si chiama Apprentice e interviene quando in una partita cooperativa c'è una disparità di livello tra i partecipanti. Ma invece di abbassare il livello di chi si trova più in alto, come accade in altri giochi, questa funzione eleva quello di chi è rimasto indietro aumentando così il tenore del gameplay invece di castrarlo. La seconda feature inedita porta l'altisonante nome Nemesis System e consente a un mostro che ci ha ucciso di tuffarsi in un portale per poi ricomparire, magari dopo qualche giorno, nella partita di qualcuno presente nella nostra lista degli amici. Il problema è che per ogni eroe ucciso la potenza del mostro aumenta e se la creatura dovesse inanellare una serie di vittorie potrebbe diventare una spina nel fianco anche per i giocatori più forti. La nota positiva è che diventando più forte il mostro in questione accumula sempre più tesori diventando non un fastidio bensì una preda ambita. Come avrete intuito non stiamo parlando di una meccanica fondamentale per l'intensità del gameplay ma si tratta di un'aggiunta frizzante che da un pizzico di profondità alla dimensione online ricordandoci che non siamo soli. Lo stesso vale per la posta e per lo scambio dei leggendari che dovrebbe essere consentito, ma non abbiamo potuto provarlo con mano, con tutti quelli che si trovano nella nostra lista amici. Una bella differenza rispetto alla versione PC che, almeno per ora, limita lo scambio di un leggendario ai soli presenti al momento del drop.
Conferme, sorprese e strascichi
Dell'impianto narrativo di Diablo III abbiamo parlato abbondantemente in questi due anni. I toni non sono quelli dark dei primi due capitoli e la trama per quanto non priva di eventi chiave non possiede quella forza drammatica che ha reso Diablo II indimenticabile. Restano però scene di intermezzo sontuose, una colonna di ottimo livello, decine di audiodiari doppiati splendidamente anche nella versione italiana e boss iconici ben caratterizzati. La resa grafica della versione next-gen, inoltre, è finalmente paragonabile a quella della versione PC al massimo del dettaglio.
Esplosioni, frammenti di ghiaccio ed effetti luce abbondano regalandoci momenti spettacolari ed esaltando l'azione. Ma il frame rate cala ingiustificatamente nonostante la mole poligonale del titolo Blizzard non sia certo impressionante. Non parliamo del frame rate medio, a quanto pare sempre ancorato a 60 frame per secondo su Xbox One, ma di rallentamenti apparentemente ingiustificati e tipici anche della versione PC del titolo. Permane, inoltre, un problema visivo di tipo strutturale che interferisce anche con il gameplay. Parliamo delle abilità elementali di mostri e personaggi che si sovrappongono e si confondono rendendo l'azione difficile da comprendere. Qualcosa è cambiato con l'introduzione di effetti più visibili come nel caso dell'impulso gelido ma affrontando più campioni o élite contemporaneamente capita ancora di morire senza capire il perché e la cosa non risulta particolarmente piacevole. I caricamenti dell'edizione next-gen, invece, sorprendono in positivo. Le transizioni da un'area all'altra sono praticamente istantanee e i caricamenti sono decisamente veloci. L'interfaccia della versione console è ben diversa da quella PC con menù radiali e scorciatoie che meglio si adattano a un pad. Non mancano poi alcune differenze nell'hud come indicazione del tempo rimasto per il bonus massacro e indicazione istantanea a sinistra nella schermata di gioco degli eventuali bonus di un oggetto raccolto rispetto al medesimo tipo di oggetto attualmente equipaggiato. Il sistema via pad è più action ma più macchinoso per mirare e schivare. C'è la mira automatica che tiene conto con grande precisione della direzione dello stick per stabilire il bersaglio e una volta che lo abbiamo inquadrato è possibile bloccarlo come target fisso schiacciando il grilletto sinistro del pad. Ma quando troppe creature si concentrano in un'area è difficile scegliere con precisione quale avversario mirare e questo può essere un problema con gli evocatori che devono essere abbattuti prima delle creature evocata. A questo dobbiamo poi aggiungere che il tasto dell'attacco primario è lo stesso delle interazioni che hanno un'area di attivazione notevole. Capita quindi di uscire da una mappa per sparare a un mostro che si trova davanti all'uscita o di aprire un forziere invece di sparare. Niente per cui strapparsi i capelli ma sono comunque piccoli fastidi che interferiscono con il flusso di gioco. A bilanciare, comunque, troviamo la possibilità di equipaggiare rapidamente gli ultimi oggetti raccolti utilizzando croce direzionale con cui possiamo attivare anche teletrasporto e mappa.
Per il resto la struttura è la medesima della versione PC con sei tipologie di abilità abbinate ad altrettanti tasti e una modalità libera che consente di abbinare ai tasti del pad qualsiasi abilità senza tenere conto della tipologia di cui fanno parte. Non mancano poi gli innumerevoli livelli di difficoltà e i varchi che pur non rivoluzionando l'esperienza consentono finalmente di giocare partite a ripetizione. Peccato che il sistema di drop risulti ancora troppo avaro e molti oggetti, alcuni dei quali saranno rivisti con la patch 2.1, risultino ancora inutili o quasi. Permane inoltre un problema di bilanciamento legato alle abilità delle creature di tipo élite e campione. Alle difficoltà più basse i mostri speciali hanno solo un'abilità e non si creano combinazioni pericolose. Ma alle difficoltà massime, con mostri decisamente più potenti e capaci di lanciare quattro abilità quasi a ripetizione, si possono creare combinazioni, come orda e muri, dagli effetti talvolta frustranti. Per mitigare il problema senza svilire la difficoltà Blizzard ha impedito il verificarsi di alcune combinazioni di abilità e ha inserito una pozione di cura che, quando utilizzata, permette di infrangere i muri evocati. Ma capita ancora di restare bloccati mentre orde di nemici ci bersagliano e quando si gioca a difficoltà elevate è facile lasciarci le penne avvertendo l'amaro retrogusto dell'impotenza. Con le ultime patch, in ogni caso, la morte è stata resa meno opprimente consentendo ai personaggi di resuscitare in corrispondenza del proprio corpo esanime in men che non si dica. Questa possibilità non ci è data, ovviamente, durante i boss ma lo scopo, centrato, è quello di mantenere elevato il ritmo del gameplay anche quando si affrontano livelli di difficoltà impegnativi.
Conclusioni
Diablo III in versione Ultimate Evil Edition è un ottimo titolo forte di oltre due anni di rifiniture e arricchito dall'espansione Reaper of Souls. Se da una parte la versione PC vanta un sistema di controllo più preciso, dall'altra il pad consente un'esperienza più coinvolgente e tutte le piccole differenze e rifiniture dell'edizione console, alcune delle quali talmente sensate da sperare vivamente che vengano implementate anche nella versione PC, dimostrano l'impegno di una Blizzard decisa a dare pari dignità a tutte le versioni del titolo. Restano alcune incertezze di tipo tecnico, come qualche rallentamento da noi rilevato nella versione Xbox One, eppure Diablo III si difende bene sia sulle console di vecchia generazione sia, in alta risoluzione, su quelle next-gen. Ed è un bel vedere soprattutto quando esplosioni, fiammate e globi di ghiaccio avvolgono decine di mostri in un maelstrom forse poco comprensibile ma decisamente spettacolare.
PRO
- Rifiniture, novità e meccaniche hi-end rendono l'esperienza decisamente più bilanciata e longeva
- Garanzia di supporto continuato e al passo con la versione PC
CONTRO
- Il frame rate non è ancora stabile come dovrebbe
- Il bilanciamento può migliorare ulteriormente