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Dove eravamo rimasti?

La fine della saga ha inizio

RECENSIONE di Andrea Rubbini   —   29/10/2014
Dreamfall Chapters Book One
Dreamfall Chapters Book One
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Dreamfall Chapters è una serie episodica composta da cinque capitoli. Quello che segue è il primo, pertanto ogni giudizio rimane parziale e potrebbe variare anche molto con l'uscita dei capitoli successivi.

Dreamfall Chapters riprende la storia che era rimasta in sospeso molti anni or sono alla fine di Dreamfall, il seguito di The Longest Journey. E qui si apre uno spartiacque: se avete giocato alle avventure precedenti, un flusso di emozioni probabilmente vi scalderà il cuore e vi sentirete subito a casa.

Dove eravamo rimasti?

Se siete invece fra i nuovi arrivati, il complesso mondo immaginato da Ragnar Tørnquist vi apparirà difficile da decifrare e può darsi che vi chiediate in più di un'occasione cosa stia succedendo, soprattutto durante le prime due sezioni del gioco. La cosa non è grave, anche perché aggiunge mistero a una storia già di per sé intrisa di magia e visionarie connessioni fra mondi. Dreamfall Chapters è infatti un atlante di storie che si incontrano o coesistono su livelli spaziali e temporali diversi, ed è normale non comprendere subito il funzionamento. Per fortuna a un certo punto del gioco si accede a un lungo diario che in parte fa luce sul puzzle degli avvenimenti passati. Per adesso ci basta sapere che Zoë Castillo è capace di viaggiare in dimensioni inaccessibili ai comuni mortali, e che il suo spirito si trova in una di quelle dimensioni, mentre il suo corpo attende in coma in una versione futuristica del nostro mondo. Comincia così il racconto del primo libro e la nostra recensione.

Dreamfall: Book One ci ammalia con la sua storia, ma la fragilità del gioco a volte spezza l'incantesimo

Nulla accade per caso

Il mondo di Dreamfall Chapters si adatta alle nostre decisioni. Rispetto al modello proposto da Telltale manca il fattore tempo, che caricava di tensione ogni scelta, ma introduce una variante notevole. Selezionando una delle scelte possibili possiamo infatti ascoltare le riflessioni del personaggio riguardo a quella decisione.

Dove eravamo rimasti?

Il risultato è che ogni scelta offre motivazioni valide, rese esplicite dal monologo interiore. Da questo punto di vista Dreamfall Chapters non fa altro che sfruttare uno dei suoi punti di forza, la splendida scrittura dei dialoghi, che fanno parlare il cuore e la mente dei personaggi con finezza e naturalità invidiabili. Purtroppo, almeno in questo primo capitolo, non si percepisce il peso della posta in gioco dietro ogni scelta. Il gioco si impegna a sottolineare che le nostre scelte contano, sia con effetti grafici sia con una schermata riepilogativa che sembra ansiosa di rassicurarci sulle ripercussioni future derivate dalle nostre decisioni, ma la verità è che, almeno per il momento, mancano grossi conflitti. E dove non c'è conflitto, non c'è tensione. Può anche darsi però che gli sviluppatori abbiano volutamente creato una lunga introduzione al mondo di gioco per poi fare esplodere lo scontro nei capitoli successivi. Per il momento ci rimane la piacevole impressione lasciata da quelle frasi sospese nella mente dei personaggi e il desiderio di vederli lottare per ciò in cui credono. Emozioni miste, quindi, come quelle suscitate dalla contrapposizione fra narrazione e sistema di gioco, della quale parliamo nel prossimo paragrafo.

Arazzo narrativo

Nella prima fase di gioco sperimentiamo i poteri di Zoë tramite un'interfaccia moderna ma un po' macchinosa. Non abbiamo grande libertà di movimento e la sensazione di trovarsi in un'avventura dei Telltale è forte, anche se le similitudini finiscono nelle sezioni successivi. Dopo qualche enigma sensato, il Guardiano ci dice che dobbiamo tornare nel nostro corpo, o le cose si metteranno male. Difficile sentirsi coinvolti emotivamente dalla scelta di Zoë senza avere vissuto prima i suoi tormenti, ma la qualità della scrittura e la vaghezza del contesto bastano a stimolare la nostra curiosità. Ci troviamo però inaspettatamente nei panni di Kian, chiuso in cella e condannato a morte in un mondo di nome Arcadia, dove la magia è un fatto comune e accettato.

Dove eravamo rimasti?
Dove eravamo rimasti?

La fuga di Kian, che avviene nel corso di una rivolta, mette in luce i limiti della produzione. Dobbiamo infatti percorrere rampe di scale con piani circolari tutti uguali gli uni agli altri. Un paio di enigmi rallentano la nostra ascesa, ma la soluzione è a portata di mano. Ancora una volta sono i dialoghi e la caratterizzazione dei personaggi a dominare il nostro interesse, e vorremmo quasi che il gioco non ci rallentasse con futili richieste. La presenza di Kian sullo schermo è comunque fugace, e dopo meno di un'ora siamo di nuovo nei panni di Zoë. Questa volta però ci troviamo a Europolis, una tipica metropoli cyberpunk popolata di persone che vagano senza meta per le sue strade, ma con abbastanza diversità culturale da farne un luogo vivo e stimolante. Con Europolis comincia la parte più lunga e articolata del gioco, quella che meglio mette in mostra le qualità della narrazione. In questa sezione possiamo apprezzare la vivace ironia del gioco, che riesce a fare perfino di Shitbot, un automa sgangherato, uno dei personaggio più memorabili del primo capitolo. La storia si alterna ora fra due livelli, quello delle minuzie quotidiane, con Zoë che deve comprare da mangiare per il suo ragazzo e andare a lavorare, e quello macroscopico dell'intrigo politico, con toni da thriller che lasciano presagire tempeste all'orizzonte. Anche in questo caso, i momenti più soddisfacenti sono quelli dell'interazione con i personaggi. Fra un incontro e l'altro invece dobbiamo correre da una parte all'altra della città per risolvere enigmi basilari nei quali il passaggio più problematico è orientarsi per le vie di Europolis, tanto che spassosi cartelli parlanti sono stati messi qua e là per aiutarci a trovare la direzione giusta. Purtroppo il desiderio di premere un tasto e teletrasportarsi a destinazione è più forte del piacere di percorrere le vie di Europolis. Alla fine delle cinque ore di gioco, comunque, la complessità della storia, l'atmosfera malinconica e carica di presagi e i personaggi dal carattere forte, che si oppongono alla forze destino pur con le loro fragilità, vincono sulla superficialità e il senso di vuoto che trasmettono i momenti di esplorazione e la risoluzione dei puzzle. Nel dubbio, aspettiamo con piacere il prossimo capitolo.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Processore Core 2 Duo 2GHz o equivalente
  • 3 GB RAM
  • Scheda video Intel HD Graphics 4000
  • DirectX 9.0 c
  • Sistema operativo Windows 7

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
7.3
Lettori (6)
6.6
Il tuo voto

Dreamfall Chapters: Book One accoglie fra le sue braccia i giocatori che ricordano con amore le altre avventure della serie, ma potrebbe lasciare confusi i nuovi arrivati. Il gioco è un intreccio di mondi e situazioni, tenuto insieme da una storia densa, che risplende soprattutto nei dialoghi. Terminato il primo capitolo, non possiamo dire di essere tesi per la sorte dei protagonisti, ma curiosi di sapere come si evolveranno le loro vite, questo sì. E per adesso ci basta.

PRO

  • Trama dalla portata cosmica
  • Dialoghi naturali e ricchi di sfumature emotive
  • Ci fa comprendere le ragioni dietro ogni scelta
  • Ironia brillante

CONTRO

  • Potrebbe spiazzare i nuovi giocatori
  • Enigmi e fasi esplorative superficiali
  • Non si percepisce il peso delle scelte
  • I personaggi devono ancora confrontarsi con ostacoli rilevanti