75

Peccati e peccatori

Il nuovo action game di Sony è un clone di Monster Hunter o qualcosa di più?

RECENSIONE di Christian Colli   —   05/11/2014

Considerata la popolarità e le trilioni di copie vendute ad ogni nuovo Monster Hunter, non stupisce che il titolo Capcom sia stato tanto imitato negli ultimi anni. Finché non si copia spudoratamente non c'è niente di male, beninteso, e anche quando succede si può chiudere un occhio, purché il compitino sia stato fatto bene (è il caso, per esempio, di Toukiden).

Peccati e peccatori

Sia come sia, Freedom Wars è l'ennesimo esperimento in una linea di pensiero che ha già dato i natali a titoli come God Eater, Soul Sacrifice e il già menzionato Toukiden: un action adventure in terza persona in cui si completano missioni su missioni, procacciandosi al contempo i materiali necessari a migliorare il proprio equipaggiamento e a superare sfide sempre più difficili. Per quanto assuefacente sia il meccanismo che ha portato al successo il franchise Capcom, da solo non basta a vendere una nuova proprietà intellettuale: c'è bisogno di nuove idee in questo mercato di imitazioni, e Freedom Wars ne ha parecchie. Ma basteranno a distinguerlo dalla massa?

Freedom Wars è un action game, sulla falsariga di Monster Hunter, originale ma non privo di problemi

La mia libertà inizia dove finisce la tua

Se c'è una cosa in cui Freedom Wars eccelle, è sicuramente l'originalità dell'ambientazione. Ispirandosi probabilmente a storie come quella raccontata nella trilogia di The Hunger Games, il trio di sviluppatori - una joint venture composta da Sony, Dimps e Shift - ha ambientato il gioco in un futuro remoto e post-apocalittico: è il 102014 e la Terra è stata ormai prosciugata di qualsivoglia risorsa, costringendo la popolazione a rifugiarsi in complessi sotterranei chiamati Panopticon.

Peccati e peccatori
Peccati e peccatori

Il problema è che i Panopticon sono scesi in guerra tra loro per accaparrarsi le pochissime risorse rimaste sul pianeta, le quali bastano a malapena a sostenere ciascuno di essi. Per questa ragione, ogni Panopticon ha instaurato una trafila di leggi severissime che consentono di punire i propri residenti, limitando all'eccesso le loro possibilità e, di conseguenza, il consumo delle risorse. Come se non bastasse, visto che ogni essere umano rappresenta un potenziale spreco di risorse, il problema della sovrappopolazione si è risolto nel modo più brutale possibile: ogni neonato è semplicemente colpevole di esistere, e condannato a una pena capitale di un milione di anni di reclusione. C'è un modo per sfuggire a una vita di isolamento, ed è quello di contribuire militarmente alla difesa del proprio Panopticon: le risorse conquistate, i nemici sconfitti, i cittadini salvati e via dicendo contribuiscono a ridurre la pena, ragion per cui i "peccatori" si battono per aiutare il loro Panopticon e ambire ai piani più alti della società. Noi, naturalmente, siamo uno di loro: all'inizio del gioco si verifica un incidente che ci provocherà una grave amnesia, resettando la nostra pena capitale, praticamente un escamotage per fare iniziare il gioco in medias res mettendoci nei panni di un giovane detenuto. La storia di Freedom Wars gira intorno al conflitto tra i Panopticon, ovviamente, ma anche ai personaggi che li abitano, siano essi nostri alleati o nemesi: il cast è decisamente ricco di personaggi bizzarri e pieni di personalità, ma la storia non insiste mai su nessuno di essi, riducendoli a semplice macchiette con l'eccezione di Aries, una misteriosa ragazza che ci fa visita regolarmente nel sonno. Il tentativo di imporre una storyline che leghi le varie missioni è riuscito soltanto in parte, insomma, e alcuni colpi di scena perdono inevitabilmente efficacia a causa di una sceneggiatura - testi in italiano, parlato in giapponese - piuttosto inconsistente. Nessuno gioca Monster Hunter per la trama, tanto per ricordarci di cosa stiamo parlando, ma Toukiden, per esempio, ci aveva abituato decisamente meglio.

Trofei PSVita

Per sbloccare i 32 trofei di bronzo, i 7 d'argento, i 3 d'oro e il platino conclusivo bisognerà spolpare Freedom Wars per bene, ad esempio riducendo del tutto la condanna del nostro peccatore. Ovviamente è necessario completare tutte le operazioni speciali e non, superare gli esami C.O.D. e ottenere tutti i diritti possibili e immaginabili.

Uccelli di rovo

La trafila di missioni iniziali con cui si apre Freedom Wars funge da tutorial, ma serve a poco dato che per imparare a giocare sul serio serviranno parecchie ore di pratica. La colpa è principalmente del sistema di controllo, macchinoso e un po' legnoso, e della superficialità con la quale il titolo spiega ogni sua funzione. Ma andiamo con ordine. Giocato in terza persona, Freedom Wars assomiglia davvero a Monster Hunter: con un tasto si scatta, con un paio si attacca, con un altro si usano gli oggetti nell'inventario o si interagisce con l'ambiente. Immancabili le combinazioni di attacchi e i colpi caricati, gradita l'aggiunta di un'alternativa alle varie armi da mischia, rappresentata da una serie di mitragliatori, pistole e lanciamissili cui passare semplicemente agendo sulla croce direzionale. Lo scambio di armi e il loro impiego sono abbastanza intuitivi e rappresentano il primo strato di un sistema di combattimento che, però, offre parecchie più opzioni, a cominciare dalla possibilità di ripararsi dietro pareti e muretti.

Peccati e peccatori
Peccati e peccatori

Ogni peccatore, poi, dispone di uno strumento che, una volta imparato ad utilizzare, cambia drasticamente il modo di approcciare ogni scontro: si tratta del rovo, un accessorio avvolto intorno al braccio che può essere scagliato in qualunque direzione si miri. I rovi possono essere di tre tipi - curativi, difensivi e catturanti - e svolgere le funzioni suggerite dalle categorie cui appartengono. Un rovo catturante, ad esempio, permette di piazzare delle trappole speciali, mentre i rovi curativi ovviamente guariscono i bersagli, e via dicendo. Oltre a garantire quelle che sono delle vere e proprie abilità extra, definendo il ruolo del giocatore nel gruppo, i rovi ampliano le possibilità di azione e di movimento perché fungono da veri e propri rampini, permettendoci di appenderci ai muri, ai soffitti o ai nemici stessi. Grazie ai rovi è possibile implementare tattiche particolari che consentono, nella fattispecie, di combattere ad armi pari i giganteschi "rapitori". Quest'ultimi sono praticamente i mostri che combatteremmo ad nauseam in un qualsiasi Monster Hunter e rappresentano le sfide più divertenti e accattivanti di Freedom Wars: ogni modello di rapitore possiede armi, abilità e protezioni particolari che obbligano i giocatori a impiegare strategie specifiche. È letteralmente possibile appendersi al corpo di un rapitore e massacrarlo a mezz'aria al fine di smembrarlo, riscuotendo così materiali e ricompense extra, e nella maggior parte dei casi è fondamentale indebolirli, magari tirandoli al suolo col nostro rovo, per liberare i cittadini che hanno rapito e imprigionato nelle loro capsule. È un peccato che l'alternativa agli scontri con i rapitori siano delle insipide missioni in cui bisogna affrontare i peccatori degli altri Panopticon, specialmente quando cominciano a diventare un po' troppo lunghe: col progredire del gioco, infatti, le missioni tendono a suddividersi in più fasi concatenate e a mettere a dura prova i nervi del giocatore con modificatori alla potenza o alla difesa dei nemici che richiedono un'attentissima pianificazione. Nulla di tutto questo ci avrebbe indisposto, se non fosse che la maggior parte dei modificatori in questione o dei meccanismi che li regolano non è spiegata da nessuna parte, se non nei suggerimenti che appaiono casualmente durante i caricamenti. Freedom Wars, in certe istanze, diventa un vero e proprio esercizio di frustrazione: è possibile completare ogni missione da soli, ma spesso e volentieri si sente la necessità di affrontarle in modalità multigiocatore per sbrigarsi prima e divertirsi di più.

Opzioni, opzioni everywhere

Freedom Wars non si limita a sciorinare un arido elenco di missioni, ovviamente, e come di consueto ci troveremo a doverci barcamenare con una quantità di opzioni e feature in questo caso davvero spropositata. Inizialmente, dietro ogni voce c'è un tranello: il nostro peccatore, infatti, non ha nessun diritto, e persino sdraiarsi o interagire con qualcuno è considerato un crimine da espiare.

Peccati e peccatori
Peccati e peccatori

È quasi comico completare una missione e ridurre la nostra pena, rischiando la vita, per poi vederla aumentare solo per aver scelto l'opzione di riposare proposta dal gioco stesso. Si tratta di un espediente un po' frustrante, il quale però riesce a calarci ancora di più nella peculiare e dispotica filosofia dei Panopticon, che peraltro potremo scegliere di rappresentare in una specie di leaderboard su scala mondiale. Il nostro peccatore, abbondantemente personalizzabile all'inizio del gioco, è sempre accompagnato da un automa, un androide dalle fattezze umane altrettanto personalizzabili: dato che in Freedom Wars non ci sono vere e proprie armature da fabbricare, è possibile sbloccare, modificare e indossare numerosi costumi, ma bisogna dire che a quel punto la fabbricazione degli oggetti con i materiali ricavati sconfiggendo nemici e rapitori diventa molto meno soddisfacente. Una delle caratteristiche vincenti di Monster Hunter, per esempio, era proprio la possibilità di sfoggiare fisicamente le proprie conquiste indossando le "parti" dei mostri sconfitti. In Freedom Wars, al massimo, si fabbricano delle armi un po' anonime che, dal punto di vista estetico, non offrono poi chissà quale varietà, e il processo per costruirle, modificarle e potenziarle è estremamente complicato, nonché spiegato poco e nulla: procedere per tentativi, senza sapere quali materiali è meglio conservare e quali donare al Panopticon, è tutt'altro che divertente e la poca chiarezza dei menu, in tal senso, di certo non aiuta. I menu, infatti, sono un po' il cuore dell'interazione tra il nostro peccatore e il mondo circostante: attraverso di essi si può modificare il proprio aspetto, accedere alle strutture in cui si fabbricano gli oggetti, cambiare equipaggiamento, ottenere dei diritti e così via, perciò è un peccato che non siano molto più intuitivi e veloci. Dal punto di vista tecnico, del resto, Freedom Wars è soddisfacente con riserva: i modelli dei personaggi meritano un plauso per il character design, la ricchezza dei dettagli e la pulizia delle texture, grazie anche alla scelta di una palette cromatica particolarmente brillante, mentre gli scenari in cui si muovono sono fin troppo generici e ripetitivi.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (53)
8.4
Il tuo voto

Monster Hunter ha ridefinito un genere e spalancato le porte a numerose imitazioni, più o meglio riuscite. Freedom Wars è una di esse, ma soffre proprio della sindrome di Monster Hunter, nel senso che il marketing lo pubblicizza in un certo modo quando invece si tratta di un gioco abbastanza diverso, nel bene e nel male. Sia ben chiaro, in Freedom Wars si fanno tante cose che si fanno anche in Monster Hunter: si combattono mostri giganteschi, si fabbricano armi, si ripetono missioni su missioni a caccia di materiali, ma la collaborazione tra Sony, Shift e Dimps ha dato i natali a un franchise sicuramente ricco di potenzialità che meriterebbe qualche limatura e arricchimento per essere davvero competitivo. Si tratta comunque di una buona offerta, seppur ben lontana dall'essere la killer application di cui PlayStation Vita ha disperatamente bisogno.

PRO

  • Setting e meccaniche molto originali
  • Tante missioni e contenuti
  • Modalità multigiocatore ben curata

CONTRO

  • La trama si poteva raccontare meglio
  • Sistema di controllo da rivedere
  • Meccaniche troppo complicate e spiegate solo superficialmente