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Sulle ali della nostalgia

Il nuovo Pokémon ci riporta a Hoenn: un viaggio nel tempo riuscito senza intoppi?

RECENSIONE di Christian Colli   —   18/11/2014

Questa recensione di Pokémon Rubino Omega e Zaffiro Alfa - del secondo, per la precisione - è stata molto difficile da scrivere, e non solo per quanto riguarda il pezzo in sé, ma anche per quel che concerne i contenuti veri e propri del gioco, serrati nella morsa di un ferreo Not Disclosure Agreement (NDA, per gli amici) che ci ha impedito di svelare alcuni importanti dettagli del gameplay, come il numero di mostriciattoli che si possono catturare o certi risvolti della trama.

Sulle ali della nostalgia

Fa tutto parte del grande piano escogitato da Nintendo per lanciare ogni nuovo Pokémon contemporaneamente in tutto il mondo e impedire che i giocatori sappiano troppo ancor prima che arrivi sugli scaffali; un obiettivo encomiabile che, però, rende il nostro lavoro tutt'altro che facile. Giudicare Rubino Omega e Zaffiro Alfa, poi, è stato particolarmente complicato per tutta una serie di fattori, il più importante dei quali è il cosiddetto "effetto nostalgia" che si applica ai remake: chi scrive gioca Pokémon per lavoro e per diletto dal mitico Blu del 1999, e sebbene sia sempre una gioia farsi una passeggiata per i boschi a caccia dei buffi mostriciattoli bisogna fare i conti con altre problematiche, a cominciare dal fatto che la nostra ultima escursione nell'universo di Game Freak risale ad appena un anno fa e a Pokémon X e Y. Questa volta siamo tornati indietro nel tempo per visitare Hoenn, la patria di quei Rubino e Zaffiro del 2003 che sono tutt'oggi tra le iterazioni più amate dai fan: una scelta coraggiosa o un passo più lungo della gamba?

Zaffiro Alfa e Rubino Omega dimostrano perché pubblicare un Pokémon all'anno non è una buona idea

L'alfa e l'omega

Quella di Pokémon Rubino e Zaffiro, fino a oggi, è stata l'unica generazione a non aver avuto un remake come invece è accaduto con quella originale su Game Boy Advance o con Argento e Oro per Nintendo DS. Non stupisce, quindi, che Game Freak abbia pensato di riproporla facendole indossare gli abiti della sesta generazione, quella per Nintendo 3DS inaugurata lo scorso anno dalle versioni X e Y. Il problema, semmai, sono i tempi, e in tutti i sensi, ma ne discuteremo a breve. Per adesso vale la pena soffermarci sul setting e sulle ragioni per cui non ci ha convinto particolarmente.

Sulle ali della nostalgia
Sulle ali della nostalgia

Zaffiro Alpha e Rubino Omega, più che dei remake, sono "reimagining". Questo termine, che oggigiorno fa tendenza, semplicemente vuol dire che non sono una copia pedissequa degli originali, ma che è stato aggiunto qualcosa di nuovo per aggiornarli al presente. Ed ecco il primo problema. La storia di ogni Pokémon si può riassumere più o meno così: un giovane allenatore esplora il continente per catturare i pokémon e sconfiggere i capipalestra, finendo invischiato nei loschi piani dell'organizzazione criminale di turno prima di riuscire ad affrontare i Superquattro e diventare un campione. Semplice, lineare, quasi un pretesto. Nelle ultime generazioni, però, qualcosa era cambiato, e Game Freak aveva cominciato a caratterizzare meglio antagonisti e comprimari, grazie anche all'introduzione di brevi cutscene e dialoghi più articolati. In X e Y, per esempio, ci era stato proposto un nemico dotato di un certo carisma e gli amici del nostro alter ego rendevano più coinvolgente l'avventura. C'era persino una sottotrama romantica! In Zaffiro Alpha e Rubino Omega, invece, si è fatto un passo indietro nel rispetto della trama originale... pur infilando concetti come la Mega Evoluzione, introdotti in X e Y, che ci sono sembrati abbastanza forzati. Un vero controsenso. La trama è sempre quella, con i team Magma e Idro che si contendono il controllo dei leggendari Kyogre e Groudon per cambiare il mondo. La sfumatura ecologista della storia è appena abbozzata e il senso di minaccia apocalittica assottigliato dal perenne ottimismo che pervade il mondo dei pokémon: nell'universo di Game Freak nessuno è mai veramente cattivo, e ci sta benissimo, ma in Zaffiro Alpha e Rubino Omega si è passato un po' il segno con passaggi al limite dell'idiozia. Il criminale di turno che ruba un prezioso reperto e poi, una volta sconfitto, ce lo regala per farsi perdonare, pur minacciando di vendicarsi nel dialogo successivo? Suvvia.

Due passi avanti, uno indietro

Di base, Pokémon Zaffiro Alpha e Rubino Omega si giocano esattamente come X e Y e come qualunque altro Pokémon prima di essi: si catturano i mostriciattoli, si crescono a suon di battaglie, si affrontano i capipalestra e decine su decine di battaglie occasionali, si porta a conclusione la storyline principale e, infine, si sfidano i Superquattro e si passa al postgame. Nulla di nuovo, ovviamente, e ci avrebbe stupito il contrario. Il remake, dal canto suo, ripropone perfettamente la mappa e la progressione dei Zaffiro e Rubino originali, tra i Pokémon meglio strutturati dell'intero franchise. La varietà delle ambientazioni è enorme e Game Freak ha operato dei piccoli cambiamenti qua e là per modernizzare alcuni passaggi senza alterare concettualmente quanto ideato dieci anni fa. Chi ha giocato a Rubino e Zaffiro, insomma, saprà bene cosa fare e dove andare, anche quando il gioco non ce lo suggerisce chiaramente e la progressione si fa un po' troppo dispersiva.

Sulle ali della nostalgia

Dal punto di vista del gameplay, Pokémon è in forma smagliante come sempre: un sistema di combattimento intuitivo e al contempo incredibilmente complesso che dà ancora del filo da torcere ai più blasonati esponente del genere jRPG. E poi, ovviamente, ci sono i pokémon, a centinaia, sparsi per tutta Hoenn nel rispetto della distribuzione originale con qualche aggiunta qua e là che si adegua ai tanti bilanciamenti effettuati nel corso degli anni (basti pensare al nuovo tipo Folletto introdotto in X e Y). Detto questo, le novità praticamente si contano sulle dita di una mano. Ovviamente rispetto ai Zaffiro e Rubino originali c'è parecchia carne al fuoco, ma nulla di realmente nuovo rispetto agli X e Y di appena un anno fa, il che ci riporta al discorso sui tempi cui avevamo accennato nel paragrafo precedente. Zaffiro Alpha e Rubino Omega, per farla breve, sono usciti troppo presto, e si vede. Prendiamo il PokéNavi, ad esempio, l'utilissimo strumento che ci permette di accedere a varie funzioni come la mappa o il PokéDex: integra anche il Poké Io & Te e il Super Allenamento Virtuale già visti in X e Y, che non sono cambiati di una virgola, neppure graficamente. La NaviMappa offre alcune funzioni inedite, come la possibilità di scorgere i pokémon ancora da catturare in una determinata area o di seguire la crescita delle bacche piantate in giro, ed è sicuramente la migliore iterazione concepita in tutti questi anni, anche se le varie opzioni potevano essere disposte in modo più organico. Di traverso, il NaviTalk ci è sembrato prettamente inutile: svolge la funzione dei televisori, e cioè di offrire chiacchiere e suggerimenti abbastanza superficiali in qualsiasi momento.

Sulle ali della nostalgia

Tornano le bici, ovviamente, indispensabili per viaggiare più rapidamente in giro per Hoenn, e nelle aree selvatiche sono stati implementati gli incontri "rari" cui è possibile avvicinarsi di soppiatto, agendo leggermente sullo stick analogico, per prendere il pokémon di sorpresa. Mancano, però, tante altre piccole feature che impreziosivano X e Y e che si sarebbero potute implementare proprio come la Mega Evoluzione: non c'è il fotografo, per dirne una, e neppure i negozi di abbigliamento. Il vero problema, però, è il PokéDex. A questo punto, chiunque abbia giocato X e Y probabilmente lo avrà completato, o quasi: l'implementazione del Global Trade System via Internet ha permesso ai giocatori di recuperare con facilità praticamente qualunque mostriciattolo, facendoci rimpiangere in certi momenti i vecchi scambi di persona. Tra il GTS e la PokéBanca in cui abbiamo custodito i pokémon di varie generazioni, faticosamente trasferiti da una cartuccia all'etere, non ci siamo sentiti per nulla incentivati a tuffarci nei cespugli in cerca di pokémon che abbiamo già catturato e allenato in passato e che non vedevamo l'ora di poter ritirare da Internet. Complice anche la difficoltà relativamente bassa dei combattimenti, ci siamo trovati a comporre una squadra provvisoria senza dare troppo peso ai dettagli e senza spulciare più del dovuto ogni percorso: un caso più unico che raro nella lunga storia di Pokémon, che ci ha convinti di come sia sbagliatissimo sciorinarne un'iterazione all'anno, saturando non solo il mercato ma anche l'esperienza dei giocatori.

L'effetto 3D

Quando funziona, l'effetto stereoscopico è notevole e spettacolarizza i combattimenti o l'inquadratura. Il problema, però, è che non funziona quasi mai. Game Freak lo ha forzatamente disattivato ancora più spesso che in X e in Y, e nel caso in cui sia attivo incide pesantemente sul frame rate, rallentando ingiustificatamente praticamente qualunque combattimento. A malincuore, vi suggeriamo di tenere la levetta abbassata.

Un sonnellino sugli allori

L'accenno all'assenza dei negozi di abbigliamento sottolinea ulteriormente il problema dell'equilibrio che colpisce questo remake, un po' troppo a cavallo tra passato e presente: Game Freak ci ha infilato le Mega Evoluzioni, "vecchie" e nuove, ma ha inspiegabilmente rimosso quei piccoli particolari che ci erano tanto piaciuti in X e Y l'anno scorso. Non solo a livello di gameplay (Centro Pokémon e negozi di nuovo separati, santo cielo) ma anche dal punto di vista visivo. La limitata personalizzazione del nostro alter ego ci ha colpito duramente: già il character design dei due protagonisti non è propriamente il massimo, ma l'impossibilità di modificarne gli indumenti, i copricapi e l'acconciatura limita parecchio il senso di coinvolgimento cui ci aveva abituato X e Y, specialmente quando si interagiva con gli altri giocatori.

Sulle ali della nostalgia
Sulle ali della nostalgia

L'alternativa approssimata è rappresentata dal costume che il nostro personaggio indossa sul palco della Gara Live e dal nuovo sistema "cosplay" per Pikachu, l'unico pokémon che può essere agghindato con degli strambi vestitini a tema preconfezionati. Nulla per cui strapparsi i capelli, sia chiaro, anche se il Pikachu luchador fa la sua figura. Il vero problema, semmai, è proprio di natura tecnica. Pokémon Zaffiro Alpha e Rubino Omega utilizza lo stesso engine di X e Y: Hoenn è stata ricostruita in tre dimensioni, ma la struttura della maggior parte delle ambientazioni è rimasta quella di allora, impedendo l'implementazione di quelle piccole raffinatezze, come le inquadrature dinamiche o i movimenti repentini della telecamera, che avevamo visto l'anno scorso (ma anche in Bianco e Nero, se vogliamo essere pignoli). Game Freak, semmai, sembra essersi concentrato su alcuni dettagli piacevoli ma francamente superflui: alcune mosse speciali sono un po' più pirotecniche, per esempio, e si è curata maggiormente l'effettistica in alcuni frangenti, come la sequenza di evoluzione dei pokémon. I background durante i combattimenti, invece, ci sono sembrati molto più curati e dettagliati, e ci hanno fatto sorridere alcuni piccoli particolari che impreziosiscono l'esplorazione, come i riflessi migliorati, gli effetti atmosferici o la fauna non interattiva che rende più vive le ambientazioni. Zaffiro Alpha e Rubino Omega sono una gioia per gli occhi tanto quanto X e Y, ma perché non si è pensato di migliorare anche quel frame rate ballerino che continua ad affliggere il motore grafico? La soluzione dello sviluppatore è stata semplicemente disattivare a forza l'effetto stereoscopico nella stragrande maggioranza del gioco, ma anche a 3D inattivo si verificano dei sensibili rallentamenti quando i modelli poligonali in campo sono particolarmente elaborati. Francamente, ci aspettavamo un po' più di impegno su questo fronte, ma pare che sia stato concentrato tutto sulla colonna sonora: se già quella di Rubino e Zaffiro era una delle migliori della serie, il nuovo arrangiamento l'ha resa decisamente superlativa.

Lo spettacolo continua

Una delle critiche più severe che è stata rivolta agli ottimi Pokémon X e Y lo scorso anno riguardava il cosiddetto "postgame". Chiunque abbia giocato almeno un Pokémon saprà che la sconfitta dei Superquattro è soltanto l'inizio: nuove sfide, battaglie e pokémon aspettano il nuovo campione, spesso in grado di esplorare zone in precedenza inaccessibili. Da questo punto di vista l'offerta di X e Y era abbastanza limitata, con pochi mostri leggendari da catturare e una manciata di Megapietre da raccogliere in giro per Kalos.

Sulle ali della nostalgia
Sulle ali della nostalgia

Sul postgame non possiamo esprimerci approfonditamente a causa del solito, malefico NDA, ma i trailer pubblicati in abbondanza da Nintendo dovrebbero avervi dato una vaga idea di cosa vi aspetta: tantissime nuove Megapietre da trovare, una storyline aggiuntiva (nota come Episodio Delta) che permette di mettere le mani su Rayquaza e Deoxys, e praticamente ogni altro leggendario esistente. Per spremere al massimo il postgame di Zaffiro Alpha e Rubino Omega è necessario sbloccare il volo interattivo, probabilmente la migliore feature inedita di questa versione che permette di sorvolare liberamente la mappa tridimensionale di Hoenn e di atterrare ovunque sia possibile. Una meccanica che speriamo ardentemente di vedere anche nelle prossime iterazioni della serie. Torna poi il nutrito comparto multigiocatore, che non ci è stato possibile mettere alla frusta ma che, a giudicare dall'interfaccia del PokéNavi, dovrebbe essere assolutamente identico a quello visto in X e Y. Le ultime due modalità di gioco su cui vale la pena spendere qualche riga sono senza dubbio la Gara Live e le Super Basi Segrete. La prima c'era già negli originali Rubino e Zaffiro: si tratta di un'esibizione alla quale è possibile iscrivere uno dei nostri pokémon, il cui successo è basato su alcuni parametri che è possibile bilanciare, aumentare o diminuire a suon di Pokémelle. I meccanismi sono stati alterati sensibilmente per far spazio alle Mega Evoluzioni e a una serie di perfezionamenti che rendono ogni Gara Live un po' più coinvolgente, anche se si tratta di un passatempo che, oggi come allora, non ci ha intrigato particolarmente. Diverso il discorso per le Super Basi Segrete, sparse in giro per Hoenn e personalizzabili un po' come fossero le case di Animal Crossing o Fantasy Life. Il giocatore può acquistare o trovare numerosi elementi di arredamento con cui modificare l'interno di ogni Super Base Segreta, tra mobili, bambole e altri gadget, tramite una semplicissima interfaccia. Ovviamente è anche possibile invitare i nostri amici collegati a Internet, ma si tratta di una funzione che, di nuovo, non ci è stato permesso di provare in prima persona. Peccato.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (179)
9.0
Il tuo voto

Pokémon Zaffiro Alpha e Rubino Omega è un buon remake, ma non ci ha lasciato a bocca aperta: la sensazione perenne di deja vu non si estende soltanto al solito gameplay, ma anche all'esplorazione di Hoenn, che è la stessa del 2003 su cui è stata spalmata la cosmesi di X e Y con tutti i suoi pro e, a questo punto ingiustificabili, contro. Il problema fondamentale, però, è un altro, e cioè che l'assenza di nuovi mostri da catturare incide pesantemente sulla curiosità e sul senso di avventura che dovrebbero essere il cuore dell'esperienza. Per farla breve, se avete già giocato X e Y ma anche Rubino e Zaffiro, questo remake è praticamente trascurabile a meno che non abbiate una fame vorace di pokémon. Se invece non avete mai giocato la terza generazione, è un'ottima occasione per rimediare, ma non aspettatevi grosse sorprese. Se non avete giocato né Rubino e Zaffiro né X e Y, ma vi piace Pokémon, al netto dei difetti segnalati l'acquisto è imprescindibile. Un po' troppi "se" per un Pokémon, vero?

PRO

  • Hoenn ha sempre un grande fascino
  • Postgame decisamente più nutrito
  • Alcune novità molto interessanti...

CONTRO

  • ...ma sono veramente pochissime
  • Nessun nuovo pokémon, a parte le Mega Evoluzioni
  • I problemi tecnici di X e Y non sono stati risolti