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Alchimisti in cel shading

L'ultimo capitolo della serie di jRPG di Gust arriva in occidente

RECENSIONE di Massimo Reina   —   06/04/2015

La serie di giochi di ruolo Atelier dei giapponesi Gust è una delle più longeve nel panorama ludico mondiale. A partire infatti dal 1997 i titoli che compongono la saga hanno visto la luce praticamente su tutte le più importanti console casalinghe e portatili fino ai giorni nostri, guadagnandosi le simpatie di una buona fetta del pubblico di appassionati. Atelier Shallie: Alchemists of the Dusk Sea è in tal senso il sedicesimo prodotto del franchise principale, e l'episodio conclusivo della trilogia della storyline di Dusk, a vedere la luce nei negozi.

Alchimisti in cel shading

La storia del gioco prende il via dieci anni dopo l'inizio di Atelier Ayesha: The Alchemist of Dusk e sei dopo quello di Atelier Escha & Logy: Alchemists of the Dusk Sky. A causa dell'improvvisa carenza di acqua, piante, animali e esseri umani sono sull'orlo della disperazione. Questo costringe Shallistera, la figlia del capotribù di Lugion, a recarsi nella cittadina di Stellard per cercare di capire cosa stia accadendo e magari un modo per salvare il suo villaggio. Lì vive pure Shallotte Elminus, giovane ambiziosa che fa di tutto per diventare una vera e propria alchimista di successo mediante la sua bottega/laboratorio, ma in attesa è costretta a raccogliere l'immondizia. Almeno fino a quando le vite delle due giovani non si incroceranno e coinvolgeranno anche altri personaggi di supporto, fra i quali alcuni provenienti dai giochi precedenti, come Wilbell voll Erslied. Da queste premesse, dopo un primo capitolo introduttivo in cui viene chiesto all'utente chi vuole interpretare, prende infatti il via un'avventura lunga e variegata, dove sostanzialmente si hanno due vicende separate (a parte un paio di incontri sporadici) fino a un certo punto della storia, e un buon numero di cose da fare.

Atelier Shallie: Alchemists of the Dusk Sea chiude positivamente la trilogia della serie Dusk

Alchimie e fanciulle

Rispetto ai precedenti titoli della serie ci sono dei cambiamenti sensibili, compresa la possibilità di raccogliere una più ampia varietà di prodotti e materie prime da utilizzare per le sintesi, ma di base la struttura di gioco prevede uno schema classico formato da esplorazioni, combattimenti non causali e a turni, ed esperimenti. Due sono forse le novità più eclatanti di questo episodio: la prima è legata alla possibilità di poter completare un incarico o raccogliere materiali senza più limiti di tempo, mentre la seconda ha a che fare con la nuova telecamera che consente all'utente di ruotare a piacimento l'inquadratura negli ambienti esplorabili, offrendogli una totale libertà di "manovra". L'avventura di per se si svolge invece in maniera non dissimile da altri titoli di genere, anche se è regolata da un sistema chiamato Life Tasks.

Alchimisti in cel shading
Alchimisti in cel shading

Questi prevede tutta una serie di attività secondarie, anche un po' strane, che possono essere svolte nel corso del gioco dalla protagonista scelta, come esplorare una determinata area, raccogliere particolari ingredienti per qualche esperimento alchemico, eseguire un determinato numero di salti, e così via. Il completamento dei Life Tasks migliora tra le altre cose la motivazione dell'eroina di turno, e i compiti si possono svolgere a piacimento. Solo dopo aver ultimato un certo numero di incarichi primari e legati alla trama, infatti, il videogiocatore può decidere di passare al capitolo successivo e progredire quindi nella storia. Esplorando le varie aree che compongono il mondo del gioco non mancano chiaramente dei nemici da affrontare. Questi sono visibili sullo schermo e solo dopo averli toccati si può entrare in lotta con loro in una apposita schermata. Il sistema di combattimento, caratterizzato dai turni e dalla gestione dei personaggi attraverso un apposito "menu", prevede a quel punto che l'utente affronti la battaglia con un party di sei elementi, tre primari e tre a supporto. Ognuno di loro, come da tradizione per il genere, vanta statistiche, abilità e mosse differenti, che vanno a determinare poi la loro reattività ed efficacia sul campo. Molto interessante diventa pertanto la questione "panchinari", cioè a dire l'impiego dei tre personaggi di riserva. A seguito di un attacco, per esempio, è possibile richiamare un alleato dalla retrovie per scatenare con lui una combo, oppure per effettuare una pronta difesa facendogli incassare un colpo in arrivo. La sostituzione di un personaggio ha una sua utilità anche per consentire a quello appena uscito di tirare il fiato e ricaricarsi, ragion per cui, per un nuovo impiego, bisogna attendere alcuni turni. Infliggendo molti danni a un nemico lo si può mandare in Break, status nel quale rimane praticamente stordito e inerme alla mercé degli avversari. Questi ultimi riempiendo un'apposita barra possono poi scatenare una sequela di attacchi concatenati e dare più forza a eventuali mosse finali. Molto dipende comunque dal livello di difficoltà iniziale scelto fra i tre disponibili, con quello più avanzato che offre un tipo di sfida più avvincente rispetto ai due minori, e dunque avversari più resistenti pure a questa tipologia di mosse. Badate bene, non che il titolo sia particolarmente complesso anche in questo caso, ma perlomeno i fan di genere avranno un po' di più pane per i loro denti.

Alchimisti in cel shading

Trofei PlayStation 3

Atelier Shallie: Alchemists of the Dusk Sea offre 39 Trofei, dei quali 24 di bronzo, 10 d'argento, 4 d'oro e 1 di platino. Mentre i più semplici si ottengono completando i singoli capitoli dell'avventura, o le storie delle due protagoniste, quelli più complessi si conquistano elaborando un certo numero di oggetti complessi, sconfiggendo un particolare nemico o racimolando un certo numero di materiale e ricette per i propri esperimenti.

Ricette a go-go

Per il resto grande importanza nell'economia del gioco la riveste ovviamente l'alchimia, con un sistema di crafting piuttosto interessante che prevede l'uso di ricette e materiali vari per gli esperimenti, anche con varianti dello stesso elemento per creare item sempre più potenti e differenti, con le abilità delle protagoniste che aumentano sintetizzando oggetti e pozioni. Crescere di livello come alchimista significa apprendere nuove tecniche speciali che andranno poi a influire sulla qualità ed efficacia dei prodotti finali al pari della qualità dei materiali stessi di origine. È un sistema incredibilmente coinvolgente, e una volta che l'utente si abitua a certi meccanismi viene quasi sospinto a sperimentare, tentare nuove combinazioni di materiali e a dedicare molto tempo a queste attività. Passando ad altro, e nello specifico ad analizzare la parte tecnica, Atelier Shallie: Alchemists of the Dusk Sea presenta una gradevole grafica in cel shading, con personaggi in stile anime ben modellati e ambientazioni molto colorate, anche se un po' ripetitive e anonime in termini di dettaglio. Solo discrete invece le animazioni e il bestiario in generale, dove spicca qualche mostro fra quelli di grosse dimensioni. A piacere di più nella produzione è invece il sonoro, che può vantare il doppiaggio sia in inglese che giapponese (il migliore dei due), con i sottotitoli disponibili solo nella lingua di Albione che mostrano ogni tanto qualche errore di traduzione, visto che alcune linee di dialogo scritte non corrispondono al testo parlato in quel preciso frangente. Bella la colonna sonora, tra l'altro personalizzabile, con una menzione particolare per i temi da battaglia, specie quelli relativi agli scontri coi boss.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.3
Lettori (5)
7.2
Il tuo voto

Atelier Shallie: Alchemists of the Dusk Sea è un jRPG che punta sulla tradizione della serie incentrando il suo gameplay su elementi quali l'alchimia, la varietà delle missioni da svolgere e un crafting divertente, nonché sull'espediente delle due diverse protagoniste, per intrattenere i fan per ore e ore. A Gust, insomma, è bastato eliminare i limiti di tempo nelle fasi di esplorazione e semplificare qua e là qualche altro elemento di gioco per confezionare un bel titolo che nonostante la poca originalità farà la gioia di tutti i fan di Atelier e in generale dei classici RPG alla giapponese.

PRO

  • Finalmente liberi di esplorare senza limiti di tempo
  • Sistema di crafting piuttosto piacevole
  • Il battle system sfrutta in maniera interessante i membri del party di riserva

CONTRO

  • Alcuni scenari sono graficamente poveri di dettagli
  • L'assenza della lingua italiana potrebbe costituire un problema per alcuni utenti