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Il ritorno di una grande firma

L'avventura retrò di Paul Cuisset non riesce a scaldare i cuori nonostante l'impostazione retrò

RECENSIONE di Luca Olivato   —   10/06/2015

I giocatori non più giovanissimi forse non mostreranno un'espressione interlocutoria al nome di Paul Cuisset, autore tra l'altro del mitico Flashback (1992, di cui è recentemente stato riproposto un remake) e dell'incompreso seguito Fade to Black (1995), oltre che della trilogia di Moto Racer e innumerevoli titoli che hanno fatto la storia dei videogiochi.

Il ritorno di una grande firma

Dopo il catastrofico Amy, survival horror uscito per i mercati digitali di Microsoft e Sony tre anni fa, il nostro beniamino torna sulle scene con un'avventura grafica finanziata grazie ad una campagna su Kickstarter dove Subject 13 (forse un riferimento al soggetto 16 di Assassin's Creed, o più probabilmente all'omonimo episodio della serie televisiva Fringe) ha raccolto poco più di 40.000€ grazie al contributo di circa 650 finanziatori. Numeri che non fanno girare la testa (dei vari step di sviluppo è stato raggiunto solo il minimo), ma che hanno comunque permesso a Microids di arrivare in fondo a questa interessante produzione dallo stampo decisamente retrò. Il gioco si apre con una sequenza filmata interessante, che ci ha ricordato quella di Sanitarium: una macchina si inabissa e di lì a poco la segue un uomo, che si scoprirà essere il fisico Franklin Fargo. Lo scienziato ha deciso di farla finita ritenendosi colpevole della morte della fidanzata, assassinata mentre lo attendeva ad un appuntamento a cui era in ritardo. A risvegliarlo ci sarà la voce di uomo misterioso, all'interno di una sorta di batiscafo, che lo indicherà come Soggetto 13 e lo condurrà nei primi passi di una ricerca complessa e di cui non è ben chiaro l'obbiettivo. Inizialmente sappiamo soltanto di trovarci all'interno di un laboratorio in un'isola dove sono stati condotti degli strani esperimenti e che il nostro salvatore ci attende all'interno di un tempio azteco.

L'eco del passato

Sebbene nelle battute iniziali si giochi con una visuale in prima persona, Subject 13 è a conti fatti una classica avventura che scimmiotta i capolavori dei primi Novanta firmati da Ron Gilbert.

Il ritorno di una grande firma

Da Indiana Jones a Day Of The Tentacle, senza scomodare quel mostro sacro di Moneky Island, o forse anche sì, considerando l'ambientazione caraibica del secondo capitolo. Molto più umilmente durante le sessioni di gioco ci è venuto in mente un parallelo con il misconosciuto Thorgal: Odin's Curse, altro titolo transalpino di una dozzina d'anni fa, anch'esso incapace di rinverdire i fasti della progenie statunitense. Il protagonista si muove quindi su fondali prerenderizzati interagendo con alcuni punti sensibili, alcuni dei quali maliziosamente posizionati in zone che non risaltano subito all'attenzione. Come da tradizione c'è anche un inventario dove vengono raccolti solamente gli oggetti indispensabili per proseguire nell'avventura. Tra un intermezzo e l'altro prosegue la narrazione tramite dei dialoghi in cui il giocatore svolge una parte attiva, dovendo scegliere tra una serie di domande e risposte che si escludono vicendevolmente e che per tal motivo aggiungono un minimo di rigiocabilità ad un genere che tradizionalmente non si presta ad essere preso nuovamente in mano.

La firma di Paul Cuisset portava ad un livello di attesa più elevato

Completato in fretta e furia

I quattro capitoli in cui è suddiviso Subject 13 prevedono una manciata di schermate da esaminare per rintracciare gli indizi ed avere così accesso agli scenari successivi. Certi rompicapi sono davvero ingegnosi e in condizioni "normali" richiederebbero una buona dose di inventiva per essere risolti; tuttavia l'esiguità delle ambientazioni spingono quasi ad andare per tentativi piuttosto che utilizzare la materia grigia.

Il ritorno di una grande firma

Per evitare quindi che l'esperienza di gioco si trasformi in un furioso e sterile cliccare sino ai titoli di coda sono stati aggiunti dei sottogiochi di carattere aritmetico/geometrico che spremono un po' di più le meningi del giocatore, pur non rappresentando mai degli ostacoli insormontabili, ma tuttalpiù tediosi, come l'esagerato campo minato finale. Si tratta di un espediente tipico per allungare il brodo quando le idee cominciano a scarseggiare: già con The 7th Guest (classe 1993) gli addetti ai lavori lamentavano le eccessive somiglianze con la Settimana Enigmistica; a più di vent'anni di distanza, a maggior ragione, le medesime critiche possono essere rivolte a Subject 13 che non può nemmeno vantare la fantascientifica grafica in FMV che sfoggiava il titolone Trilobyte (uno dei pionieri dell'avvento del CD-Rom). Sul fronte stilistico infatti si delineano i medesimi alti e bassi che contraddistinguono il gameplay: gradevole la maggior parte degli scenari, ma con alcuni dettagli grossolani che potevano essere realizzati con più cura; anche il modello poligonale del protagonista, ben caratterizzato, non è adeguatamente inserito nel contesto, visto che non proietta alcuna ombra e che in certe inquadrature non è ben proporzionato al paesaggio.

Il ritorno di una grande firma

Non mancano purtroppo anche dei bug tecnici, con il personaggio che a volte rimane bloccato come un baccalà nelle pareti o tra gli alberi, o degli indizi che non vengono rimossi dallo scenario pur essendo stati raccolti. La colonna sonora è stata curata da Olivier Deriviere, già all'opera su Alone In The Dark e Remember Me, e svolge il suo lavoro senza particolari colpi al cuore, risultando in ogni caso adatta all'ambientazione. Come detto non si può nemmeno parlare di grande longevità del titolo: un lasso di tempo compreso tra le cinque e le sei ore è quanto richiesto al giocatore medio per risolvere gli enigmi del dottor Fargo, mentre i più scafati riusciranno probabilmente a cavarsela ancor più rapidamente. A non molto serve poi la sopraccitata possibilità di ripetere il titolo per scegliere delle risposte diverse da quelle fornite inizialmente, proprio a causa della pesantezza di certi passaggi. Di fronte a queste constatazioni i circa 20 euro necessari all'acquisto di Subject 13 diventano esagerati: meglio attendere tempi migliori.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore: Intel Core i7 860 a 2.8 GHz
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 670
  • Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP, Vista, Windows 7, Windows 8
  • CPU: Intel Core 2 Duo 2.2 GHz
  • Memoria: 2 GByte RAM
  • Scheda video: Nvidia GeForce 8800 GT
  • Scheda audio: compatibile con DirectX 9.0c

Requisiti consigliati

  • CPU: Intel Core i7 3 GHz
  • Memoria: 4 GByte RAM
  • Scheda video: Nvidia GeForce GTX 560

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, GoG, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
5.2
Lettori (1)
5.0
Il tuo voto

Subject 13 è un'avventura godibile che si indirizza perlopiù a giocatori casuali, risultando nondimeno gradevole anche per l'utenza più navigata; tuttavia la firma di Paul Cuisset portava ad un livello di attesa più elevato. L'impressione ricavata è quella che Microids abbia deciso comunque di onorare i finanziatori e di portare a casa alla meno peggio un progetto che poteva e doveva essere molto più interessante.

PRO

  • Alcuni enigmi ben studiati
  • Storia interessante
  • Buona ambientazione

CONTRO

  • Troppi sottogiochi di logica
  • Eccessivamente corto
  • Diversi bug grafici