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Nathan Drake tirato a lucido

La trilogia di Uncharted su PlayStation 4 si esprime al meglio delle sue possibilità

RECENSIONE di Antonio Fucito   —   30/09/2015
Uncharted: The Nathan Drake Collection
Uncharted: The Nathan Drake Collection
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Il DNA di uno sviluppatore di videogiochi di eccellenza, spesso e volentieri, riesce a definirlo sin dalle prime produzioni. E a partire da queste l'evoluzione non può che essere costante e migliorativa nel corso del tempo, adattandosi ai nuovi giocatori, alle direzioni videoludiche e sfruttando al massimo i mezzi tecnologici a disposizione. Proprio come nel caso di Naughty Dog, entrato nel cuore di tutti i possessori PlayStation praticamente da subito grazie a Crash Bandicoot e Jak and Daxter, per poi rafforzare costantemente questo legame all'interno del quale la qualità è raramente scesa sotto livelli di guardia.

Nathan Drake tirato a lucido

L'arrivo di PlayStation 3 ha imposto nuove mire e possibilità allo sviluppatore californiano, che si sono materializzate nel 2007 con la saga di Uncharted: il team era grande appassionato dei film di Indiana Jones, in particolare de I predatori dell'Arca Perduta, ed è stato naturale quindi pensare ad una produzione che ne riprendesse le corde, con tutte le differenze del caso dovute alla fruizione del mezzo videoludico. E così questa nuova saga, nei capitoli apparsi a distanza di due anni l'uno dall'altro, è partita esattamente da tali presupposti, scalando rapidamente posizioni e diventando una colonna portante del monolite Sony, oltre che una trilogia semplicemente eccellente condita da umorismo, azione, divertimento ed un comparto tecnico spesso in grado di primeggiare tra le produzioni presenti all'epoca. Il quarto episodio in arrivo su PlayStation 4 il prossimo anno promette faville e sarà (si spera) la degna conclusione della serie; in contemporanea Naughty Dog si è già creata spazio per un ulteriore tassello evolutivo con The Last of Us. Tali considerazioni, però, sono argomento per un approfondimento differente: il lavoro di rimasterizzazione compiuto per realizzare questa collection, operato da Bluepoint Games, è davvero eccellente, come potrete apprendere nei prossimi paragrafi.

Abbiamo provato Uncharted: the Nathan Drake Collection su PlayStation 4 ed ecco il nostro verdetto

Uncharted: Drake’s Fortune

"Ogni grande avventura ha un principio, ma è la strada da percorrere, quella che conduce al suo termine, che riserva la vera gloria": con questa citazione di Sir Francis Drake, datata 1587, comincia il titolo che ha inaugurato questa fortunata saga. Siamo nel 2007 su PlayStation 3, ben otto anni fa, col titolo di Naughty Dog che introduce il personaggio di Nathan Drake al grande pubblico ed un videogioco di azione e avventura che fa largo uso della telecamera per proporre lo scorcio migliore, di dialoghi brillanti tra i protagonisti principali e di uno stile scanzonato e divertente. A partire dalla scena iniziale sulla barca assieme ad Elena Fisher, reporter d'assalto in cerca di una storia per il suo network, fino al mitico Victor Sullivan, il cui incontro originale con Nate verrà mostrato nel terzo capitolo. Un'avventura che segue tutti i cliché del genere, nella quale la ricerca del tesoro viene interrotta da imprevisti, puzzle da risolvere sparatorie con qualche scazzottata.

Nathan Drake tirato a lucido

E poi inseguimenti in jeep, città sommerse, fughe in motoscafo, una serie di ambientazioni evocative e graficamente ispirate, supportate da un ottimo livello artistico; la foresta Colombiana in El Dorado, col suo verde lussureggiante e la possibilità di muovere le piante al passaggio del protagonista principale. Le dinamiche shooter sono quelle classiche dei titoli in terza persona, con la possibilità di agganciarsi alle coperture (mediante cerchio), sparare dalle sporgenze, utilizzare due tipologie di armi in contemporanea da una rosa più ampia, lanciare le immancabili granate. Esibirsi nel corpo a corpo, con un paio di combo legate all'utilizzo ripetuto del tasto quadrato alternato all'occorrenza dal triangolo. I loschi figuri Navarro e Roman provano più volte ad anticipare Drake e creargli non pochi grattacapi, ma in pieno stile da blockbuster americano sarà quest'ultimo ad avere la meglio, da un certo punto di vista, seguendo una progressione che nell'ultima parte del gioco finisce invero un po' in "caciara" con l'introduzione di accadimenti paranormali poco credibili, soprattutto il gioco non approfondisce alcune meccaniche e sarebbe potuto durare qualche ora in più. Al netto di questi difetti il gioco di Naughty Dog è stato largamente apprezzato dalla critica e dal pubblico, rivelandosi uno sparatutto in terza persona fresco e divertente, base fondamentale per costruire quel gran gioiello che si è rivelato essere il secondo capitolo. Drake's Fortune, ad ogni modo, è il titolo della trilogia che ha beneficiato maggiormente del lavoro di rimasterizzazione, non fosse altro perché è quello più indietro dal punto di vista tecnologico. Al di là della risoluzione accresciuta a 1080p e di una fluidità la stragrande maggioranza del tempo ancorata ai sessanta fotogrammi al secondo, abbiamo modelli dei personaggi migliorati, l'eliminazione completa dello screen tearing (il classico effetto che spezza in due lo schermo, che tediava l'originale), l'assenza di aliasing importante, l'introduzione di diversi effetti particellari, migliore dettaglio per quanto riguarda gli oggetti in lontananza.

Nathan Drake tirato a lucido

È presente anche la profondità di campo, effetto tipicamente fotografico introdotto con enormi benefici nei capitoli successivi, con la possibilità di bloccare il focus sugli oggetti oppure in congiunzione con gli scenari. Tutte queste modifiche si traducono in un'avventura piacevole e anche a distanza di otto anni, che si sposa con alcune modifiche al sistema di controllo tese a rendere il gioco godibile. Mira e sparo adesso sono associate ai trigger posteriori del DualShock 4, che non soffre dei problemi di grip e corsa del suo predecessore; la risposta ai comandi è immediata grazie ai sessanta fotogrammi al secondo, ed è stata rivista l'animazione di lancio delle granate, il cui rilascio è demandato al bumper L1. Sono stati eliminati inoltre elementi superflui, a nostro modo di vedere, come il supporto al sensore di movimento che serviva per mantenere Nate in equilibrio al suo passaggio ad esempio su un tronco scivoloso. Ovviamente Drake's Fortune è il titolo che mostra maggiormente il peso degli anni con texture meno particolareggiate o esplosioni sempre uguali a mo' di fumetto, ma il lavoro a tutto tondo realizzato su questo episodio riesce a mettere perfettamente a proprio agio nel giocare in sequenza questa trilogia, familiarizzando con le meccaniche della serie poi esplose letteralmente nel seguito.

Uncharted 2: Il Covo dei Ladri

"Non ho raccontato neanche la metà di quello che ho fatto e veduto nei miei viaggi, perché sapevo che non sarei stato creduto": questa volta è una citazione da Marco Polo ad aprire le danze del titolo Naughty Dog; laddove il primo capitolo è stato un gustoso antipasto che ha introdotto la serie al grande pubblico, Il Covo dei Ladri è stata la consacrazione immediata e definitiva. Un titolo eccezionale che ha spostato verso l'alto l'asticella tecnologica delle produzioni su console, che ha preso e potenziato gli elementi di spettacolarità e gameplay del primo capitolo per elevarli ad un nuovo livello.

Nathan Drake tirato a lucido

Il cliffhanger iniziale sulla neve non solo è spettacolare e divertente da giocare, ma restituisce finalmente dignità ad un elemento atmosferico spesso odiato nei videogiochi perché realizzato male e con meno cura; in Uncharted 2 i particellari, le ombre soffici lasciate sulla neve, le esplosioni, l'impatto generale fanno guardare questi fiochi bianchi sotto una nuova luce. Tale inizio, inoltre, fa solo da preludio ad una formula estremamente perfezionata da parte dello sviluppatore, con momenti memorabili come quelli dell'elicottero, che insegue Nathan Drake per lungo e per largo, la sequenza a bordo di un treno in movimento, semplicemente incredibile, una transizione tra sequenze di intermezzo e gameplay quasi impercettibile, la quale ha definito gli standard per le produzioni successive allo scopo di rendere i videogiochi sempre più dei film estremamente interattivi, godibili e spettacolari. Piccole modifiche sono state introdotte anche per quanto riguarda il gameplay, come una capienza maggiore per le armi, nuove possibilità per le granate (compresa mira e rilascio veloce con L2+L1) e un corpo a corpo evoluto, che adesso col tasto triangolo permette di evitare i contrattacchi avversari. Un crescendo di emozioni fino alla città perduta di Shambala - memorabile nella sequenza in acqua durante un temporale - con l'unico piccolo neo rappresentato dal nostro punto di vista dal cattivone di turno, Lazarevic, carismatico fino ad un certo punto e non certo ispirato nei combattimenti che lo vedono come antagonista. Altre piccole migliorie risiedevano nella raccolta dei tesori che non interrompono l'azione ed una progressione ancora più arrembante e fluida tra le varie componenti.

Nathan Drake tirato a lucido

Il Covo dei Ladri ha visto anche l'introduzione di un multiplayer competitivo interessante, dal ritmo non troppo frenetico e in grado di sfruttare anche l'estensione verticale delle mappe, e di una versione cooperativa online con alcune sezioni della storia o la classica modalità orda. Multiplayer che però non è presente in questa remaster, ma ci ritorneremo tra un paio di paragrafi. Uncharted 2 è stato osannato da critica e pubblico, ha vinto il gioco dell'anno anche su queste pagine ed è a nostro modo di vedere il titolo più rappresentativo della trilogia, un esponente imprescindibile degli shooter in terza persona in grado di divertire, sorprendere, coinvolgere per tutta la sua durata. Come detto graficamente al tempo era clamoroso, non solo per le soluzioni tecniche adottate, ma anche per la varietà enorme e ispirata in termini artistici, con ogni ambientazione particolareggiata e texture sparate a mille per esaltare gli oggetti da vicino e quelli in lontananza. La foresta protagonista questa volta era quello del Borneo, più cupa di quella del primo capitolo, ma ancora più impressionante. Per questa versione il lavoro operato da Bluepoint è stato più facile: la sola risoluzione accresciuta e la fluidità raddoppiata permettono di avere una definizione dell'immagine migliore e più pulita assieme ad una risposta ai comandi perfetta, ma in realtà anche qui abbiamo effetti particellari ed esplosioni migliorate, texture di qualità superiore, modelli in lontananza di oggetti e nemici con più poligoni. Al netto di nemici poco ispirati come realizzazione artistica e poligonale, Uncharted 2 rimane un signor titolo anche nel 2015: come gameplay è invecchiato abbastanza bene e se prendiamo in esame unicamente la varietà visiva e la cura per il dettaglio, è in grado di dare le piste ancora a parecchie produzioni contemporanee.

Uncharted 3: L’inganno di Drake

"Tutti gli uomini sognano: ma non allo stesso modo. Coloro che sognano di notte, nei recessi polverosi delle loro menti, si svegliano di giorno per scoprire la vanità di quelle immagini: ma coloro i quali sognano di giorno sono uomini pericolosi, perché possono mettere in pratica i loro sogni a occhi aperti, per renderli possibili": la citazione da Thomas Edward Lawrence, conosciuto anche come Lawrence d'Arabia, inaugura il terzo capitolo della serie di Uncharted, che nel suo inizio alla James Bond maniera comincia in un pub londinese nel quale Nathan Drake e Victor Sullivan prendono a cazzotti un po' di persone.

Nathan Drake tirato a lucido

Il corpo a corpo vede l'introduzione del cerchio per scaraventare in lontananza gli avversari e magari usare oggetti per stordirli, oppure ancora per contendere uno scontro alla pari; è possibile inoltre colpire i nemici dall'alto in volo col quadrato e le animazioni sono ulteriormente migliorate, soprattutto quando Nathan Drake tocca oggetti o muri, frapponendo la mano per dare un tocco maggiore di credibilità. Dal punto di vista tecnologico L'inganno di Drake restituisce dignità al deserto, invece, con un impatto semplicemente eccezionale e ancora più rifinito rispetto al titolo precedente, seppure con uno stacco non paragonabile a quello che c'era stato tra i primi due. Condivide con gli altri capitoli un piccolo difetto tecnico quando Drake utilizza la torcia, col fascio di luce che invece di seguire il posizionamento di quest'ultima, si proietta sempre davanti alla telecamera: una licenza poetica operata da Naughty Dog forse per rendere più facile l'esplorazione al buio. La foresta protagonista è quella della Francia Orientale, rigogliosa, lussureggiante e dettagliata, i cattivoni di turno appartengono al passato di Nate e Sully, con una parentesi che scava nel passato dei due protagonisti poco dopo l'inizio del gioco.

Nathan Drake tirato a lucido

Il comparto musicale, infine, propone brani riarrangiati e alcuni inediti, per una colonna sonora perfettamente adeguata alla parte visiva, molto orecchiabile e sicuramente di qualità, grazie alle note create da Greg Edmonson. Uncharted 3 mantiene alti gli standard della serie, migliorando ancora di più dal punto di vista tecnico, ma probabilmente non è paragonabile al secondo episodio, soprattutto per una progressione dell'avventura meno memorabile e per una parte shooter forse troppo sbilanciata. Rimane un signor gioco, sia chiaro, e anche il multiplayer ha avuto buon successo con l'aggiunta di nuove mappe e il potenziamento della parte cooperativa, comprensiva di una mini avventura da affrontare in più persone e composta da cinque livelli. Il lavoro di potenziamento è simile a quello operato sul secondo capitolo, in quanto la base è molto valida e datata 2011: maggiore definizione, fluidità vicina alla perfezione, assenza quasi completa di aliasing, miglior qualità degli oggetti in lontananza e degli effetti particellari, per un impatto ottimo nel 2015 che mette in risalto quanto di buono realizzato da Naughty Dog col titolo originale.

Trofei PlayStation 4

Uncharted: the Nathan Drake Collection mette a disposizione tre set di trofei e tre set di platini, un po' più complessi da ottenere rispetto ai titoli originali perché legati anche alla modalità Speedrun e al nuovo livello di difficoltà. Tra vecchi e nuovi ci sono quelli legati all'uccisione dei nemici con ciascun arma, all'eliminazione in contemporanea con la granata, ad una sequenza di colpi alla testa assestati. Buon divertimento!

La Collection in toto

Nei precedenti paragrafi abbiamo parlato di ciascun titolo di questa Collection nel dettaglio, e delle novità apportate dalla versione su PlayStation 4; il pacchetto completo dispone di ulteriori aggiunte e grazie ad una grande opera di ottimizzazione certosina riesce ad essere "contenuto" su un unico disco Blu-ray. Partiamo dall'unico difetto, più o meno importante a seconda dell'attitudine delle persone: The Nathan Drake Collection non dispone del multiplayer all'interno del secondo e terzo capitolo, per scelta precisa e aggiungiamo noi per difficoltà tecniche nel separarlo o unirlo a quello ancora attivo all'interno dei corrispettivi titoli originali. Sia chiaro che tale trilogia è divenuta famosa non certo per questa modalità ma per la campagna principale e il comparto tecnologico; è giusto però segnalare questa mancanza che avrebbe restituito un pacchetto ancora più completo.

Nathan Drake tirato a lucido

Detto questo, dal menu di selezione principale è possibile scegliere uno dei tre capitoli a disposizione, mentre si può tornare indietro semplicemente premendo R1 senza dover uscire sulla dashboard. La difficoltà "Distruttivo" è disponibile fin da subito per la selezione, mentre è stata aggiunto un nuovo livello denominato "Brutale", nel quale bastano un paio di colpi per morire, se non uno, e i nemici sono molto più coriacei e aggressivi. Proprio in relazione alla sfida, invero storicamente mai troppo alta, è possibile affrontare la storia in modalità Esploratore, ovvero fronteggiando nemici davvero semplici da eliminare e concentrandosi sulla progressione della trama. Per tutti i "Pelé" è invece possibile selezionare la modalità Speedrun in luogo della classica Campagna: in alto a destra sarà visibile sempre un contatore che indica il tempo di completamento del capitolo in atto e quello complessivo, in maniera tale da mettersi alla prova e confrontare il proprio punteggio con quello degli amici. A tal proposito, inoltre, è possibile egualmente mettere a confronto ogni singola voce delle statistiche presenti, dal numero di uccisioni a quante volte si è utilizzata una determinata arma, passando per il numero di colpi alla testa a tanto altro: tale aggiunta risulta piuttosto interessante in chiave rigiocabilità e per provare a migliorarsi . Non mancano altri extra come tesori nascosti da raccogliere, bozzetti, skin dei personaggi, filtri da applicare mentre si gioca; all'interno dei menu è possibile inoltre selezionare l'audio e i sottotitoli in maniera indipendente, compreso l'italiano in entrambi i casi. Molto buone anche le opzioni relative anche al comparto audio, con la possibilità di selezionare l'uscita in 7.1 e voci per la selezione granulare della banda sonora. Dulcis in fundo la modalità fotografica, attivabile con la croce digitale verso il basso: prima di scattare una foto è possibile applicare alcuni filtri, la grana secondo diversa intensità, la profondità di campo ed operare sulla telecamera, in una maniera simile a quanto visto in God of War III e The Last of Us in versione Remastered. Dobbiamo dire che il risultato con i filtri attivi non ci è piaciuto particolarmente; spesso abbiamo preferito catturare istantanee direttamente mentre giocavamo, per un risultato visivamente più piacevole.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.0
Lettori (460)
9.0
Il tuo voto

Uncharted: The Nathan Drake Collection è una riedizione su PlayStation 4 della trilogia di Naughty Dog semplicemente eccellente, che ha beneficiato di un ottimo lavoro di restauro soprattutto per quanto riguarda il primo capitolo, e che propone sull'attuale console di Sony un serie di avventure/shooter in terza persona ancora godibili e divertenti, capitanate dal fantastico secondo capitolo. L'assenza del multiplayer rappresenta l'unica pecca di un pacchetto ad ogni modo imprescindibile per chi non ha provato i titoli originali, da prendere in considerazione anche per quelli che hanno adorato la serie, e vogliono scaldare nuovamente i motori in attesa dell'inedito e potenzialmente clamoroso quarto capitolo.

PRO

  • Grande lavoro di potenziamento tecnologico, soprattutto per quanto riguarda il primo capitolo
  • Tre titoli al prezzo di uno, col secondo eccezionale, invecchiati tra l'altro molto bene
  • Nuove modalità che spingono a rigiocarli anche se si è provato gli originali...

CONTRO

  • ...ma non sufficienti per riacquistarli in questo caso, a meno di non essere grandi fan della serie
  • Manca il multiplayer all'interno del secondo e terzo capitolo