40

Goat Simulator: Payday, recensione

Goat Simulator: Payday prova a trasformare gli animali in criminali, perdendosi un po'

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   31/01/2016

Deve essere divertentissimo lavorare ai DLC di Goat Simulator. Ti viene un'idea in mente? La prendi e la getti nel motore, senza starci troppo a pensare. In fondo il gioco tutto è nato da un momento di cazzeggio acuto, per usare un eufemismo, e gli sviluppatori non si aspettavano nulla mettendolo in commercio. Invece attualmente ha eclissato tutti gli altri loro progetti.

Capre e poliziotti
Capre e poliziotti

Così eccoci a parlare dell'ennesimo scherzo diventato realtà: Goat Simulator: Payday, nato da una collaborazione incrociata con Overkill, che a sua volta ha realizzato un DLC con capre per Payday 2. Come scrivevamo altrove, per quanto tempo si può tollerare lo stesso scherzo, per quanto divertente? Diciamo che se Goat Simulator aveva un senso come satira di un genere, quello dei simulatori seri, riproporlo oggi appare stucchevole, anche perché come al solito lo sforzo realizzativo è stato minimo e tutto appare terribilmente abbozzato. Il DLC Payday offre poco di più di quanto si è già visto in precedenza. In onore della fonte d'ispirazione, al giocatore viene affidato un gruppo di animali criminali da mandare in missione in un nuovo scenario cittadino. All'inizio bisogna farli evadere da delle gabbie, magari fargli indossare le maschere più iconiche di Payday 2, quindi fargli scegliere delle quest da uno dei terminali sparsi per la mappa. Il resto è caos. Il problema non è la solita sfilza di oggetti da far saltare in aria o di umani da usare come punchball, ma proprio le meccaniche teoricamente più serie, che proprio non funzionano. Prendiamo alcune quest, come la ricerca dei gattini in giro per la città da portare a un club di amanti dei gattini: sono semplicemente sciocche e non rifinite. Insomma, andarsene in giro a fare casino è Goat Simulator, prendere degli incarichi e cercare di concluderli no, soprattutto se sono appiccicate al gioco a forza, messe tanto per giustificare i soldi chiesti per acquistare il DLC.

Sarà riuscito Goat Simulator: Payday a tenere bassa la fama della serie?

Scherziamo? Ancora?

Qui non c'è più satira che tenga; anzi, sembra di trovarsi di fronte a un tormentone senza più presa sul pubblico. Abbiamo riso, ci siamo divertiti ma ora basta, andiamo avanti. Non è possibile continuare a giustificare il reiterarsi di un'operazione come questa, che più si riproduce, più mostra i suoi limiti.

Ogni animale ha una sua inutile abilità
Ogni animale ha una sua inutile abilità

Il gioco base funzionava perché era corto, assurdo e ogni stupidaggine che avveniva sullo schermo era comunque una sorpresa. I molti glitch che lo piagavano erano effettivamente da considerarsi parte del gameplay, perché a nessuno interessava che il gioco in sé funzionasse come tale. In fondo era un po' come ridere di noi stessi. Ma ora ci viene chiesto di svolgere quest articolate e altre attività più canoniche del genere partendo dalle stesse meccaniche; semplicemente non funziona, perché quelle meccaniche sono state pensate per altro. La capra che finisce a terra a ripetizione per colpa di certi urti va bene se non stiamo facendo niente e non puntiamo a nulla, ma se stiamo svolgendo una missione con degli obiettivi da svolgere allora diventa snervante. Non puoi chiedere concentrazione senza un sistema che la supporti. La lingua acchiappatutto con gli oggetti che si incastrano nello scenario va bene se di quegli oggetti non ci importa nulla e possiamo lasciarli quando vogliamo per passare a fare altro, ma se dobbiamo trascinarli in giro per la città per risolvere una missione e ci ritroviamo a perdere minuti interi per disincagliarli dallo scenario, allora qualcosa non va, e il promesso divertimento leggero si trasforma in frustrazione.

La lunga strada

Notare la finezza: in basso a destra si vede il contatore di Fraps
Notare la finezza: in basso a destra si vede il contatore di Fraps

Poco importano in un contesto simile i riferimenti a PayDay 2, lo scimmiottarne le rapine, i richiami ad altri giochi noti come Rocket League, i viaggi sulla Luna, le tempeste di sabbia e così via. Certo, uno o due sorrisi alcune situazioni li strappano, ad esempio la stupefacente determinazione dei poliziotti nell'arrestare gli animali criminali è divertente, ma allo stesso tempo ci si trova sempre di fronte al rischio di passare dallo stupore alla rabbia, magari proprio vedendo lo stesso poliziotto che ci ha inseguito praticamente ovunque, incastrarsi in un sasso o perdersi nello scenario. Anche novità più rilevanti come la possibilità di guidare veicoli lasciano il tempo che trovano, perché, come dicevamo sopra in riferimento ad altri aspetti del titolo, se aggiungi delle piste per farci gareggiare, devi aggiustare il sistema di guida in modo che non trasformi ogni tentativo in un calvario. Complessivamente insomma Goat Simulator: Payday non funziona. La magia si è spezzata e ci piacerebbe davvero tanto vedere un team talentuoso come Coffee Stain Studios tornare su progetti di più ampio respiro com'erano i Sanctum. Certo, con questo hanno guadagnato sicuramente di più e, conoscendo come funziona l'industria videoludica, è più probabile che prima o poi esca un Goat Simulator 2, oppure che si continui a produrre DLC per il primo capitolo, che costano poco da realizzare e fruttano parecchio. Ma in fondo hanno ragione loro, perché molti videogiocatori sembrano volere proprio questo: un gioco che gli consenta di fare qualche battuta per apparire brillante in qualche comunità. Cosa c'è di più contemporaneo?

Conclusioni

Multiplayer.it

Lettori (5)

6.2

Il tuo voto

PRO

  • Assurdo come al solito

CONTRO

  • Il sistema di gioco non è adatto a una struttura a quest
  • Gli scherzi divertono quando durano il giusto
  • Se durano di più diventano bullismo