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La leggenda dei guerrieri straordinari

Il nuovo spin-off della celebre serie Dynasty Warriors si ispira all'anime La Leggenda di Arslan

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   09/02/2016

Non capita spesso che da un romanzo vengano tratti prima un manga e poi due differenti anime, dato che di solito un trattamento del genere è riservato unicamente alle produzioni di grandissimo successo. La Leggenda di Arslan, pubblicato in forma di fumetto anche in Italia, ha però ricevuto due trasposizioni: la prima, del 1991, l'abbiamo vista anche da noi in formato VHS, mentre la seconda è iniziata da pochi mesi in Giappone ma sta già riscuotendo ampi consensi; tanto che Koei Tecmo ha pensato bene di approfittarne, dedicando alla storia del principe Arslan uno spin-off in stile musou, per l'appunto Arslan: The Warriors of Legend.

Arslan: The Warriors of Legend è un musou di stampo tradizionale, che non introduce particolari novità

Ti spacco il musou

Seguendo le vicende dell'anime, il gioco racconta le peripezie di Arslan, giovane principe di Pars, che si ritrova a dover fuggire dopo che il suo regno è stato invaso dalla Lusitania. Suo padre, re Andragoras, è stato fatto prigioniero dopo lo scontro con il misterioso Silver Mask, un guerriero il cui volto sfregiato è appunto celato da una maschera d'argento, e così l'erede al trono, accompagnato dal fedele e fortissimo Daryun, dovrà cercare nuovi alleati per riconquistare la sua terra. Lungo il viaggio farà la conoscenza di molti combattenti scaltri, di cui guadagnerà la fiducia e che lo aiuteranno nella sua missione: la procace sacerdotessa guerriera Farangis, l'abile stratega e artista Narsus, il suo servitore Elam, il bassista carismatico Giv, la "selvaggia" Alfreed e altri ancora. Fra tradimenti, colpi di scena e battaglie di grande portata, la campagna di Arslan: The Warriors of Legend seguirà questi eventi narrandoli attraverso lunghe cutscene perfettamente aderenti all'anime, grazie all'uso del cel shading. Il problema, ovviamente, è che chi non conosce la serie potrebbe non sopportare volentieri le lungaggini di tali sequenze (parlate in giapponese e sottotitolate solo in inglese), che possono essere saltate a patto, però, di attendere caricamenti piuttosto lunghi per le missioni successive.

Ritorno al classico

Nella forma e nella sostanza, Arslan: The Warriors of Legend è un Musou di stampo classico, dotato di una campagna in single player discretamente lunga ma priva di modalità di contorno, al di là del free mode, con cui è possibile cimentarsi con le singole missioni utilizzando uno qualunque fra i tanti personaggi disponibili.

La leggenda dei guerrieri straordinari
La leggenda dei guerrieri straordinari

A seconda di come si sviluppano gli eventi, dovremo vestire i panni di un guerriero differente e completare obiettivi che il più delle volte implicano l'eliminazione di comandanti nemici o il raggiungimento di determinate zone della mappa, eventualmente sfondando mura o barriere grazie a manovre di gruppo attivabili in determinati frangenti. L'uso del cavallo, richiamabile in qualsiasi momento tramite la pressione di un tasto dorsale, consente per fortuna di coprire le lunghissime distanze degli scenari in tempi brevi, ma il combattimento in sella lascia molto a desiderare; con l'unica eccezione di Daryun, che riesce a essere devastante anche in tale frangente, ingabbiando orde di nemici in una sorta di vortice per poi fargli assestare un potentissimo calcio dal suo destriero. Il combat system dà dunque il meglio di sé quando si lotta a piedi, richiamando il repertorio classico di questo genere di prodotti, nella fattispecie combo che si realizzano alternando i tasti Quadrato e Triangolo in varie declinazioni, nell'ottica di un gameplay intrinsecamente ripetitivo e lineare. C'è qualche tentativo di variazione fra cambi d'arma, carte bonus e mosse speciali (ogni guerriero ne ha due), nonché l'introduzione delle già citate manovre "corali", che richiamano le meccaniche strategiche di Bladestorm, ma alla fine dei conti non c'è nulla in questo prodotto che non si sia già visto decine e decine di volte nei titoli sviluppati da Omega Force. Non solo manca un'adeguata enfasi sugli impatti, la stessa che invece è possibile ritrovare nella serie "avversaria" Sengoku Basara, ma finanche i duelli che dovrebbero essere più impegnativi si risolvono nella solita sequenza di colpi, prima per distruggere la "barriera" dell'avversario e poi per infliggergli danni finché la sua barra dell'energia non si azzera. Inutile anche solo valutare strategie di difesa: l'intelligenza artificiale è di basso livello, il che significa che spostarsi semplicemente di lato oppure alzare la guardia ci metterà al sicuro dalla maggior parte delle manovre nemiche. Nel frattempo dovremo però fare i conti con una pessima gestione della telecamera, ritrovandoci spesso e volentieri a combattere alla cieca prima di ristabilire l'ordine utilizzando un tasto dorsale o lo stick analogico destro.

Trofei PlayStation 4

I quarantuno Trofei di Arslan: The Warriors of Legend possono essere ottenuti completando la campagna in single player del gioco e i singoli scenari con i vari personaggi, ma per sbloccare gli achievement più rognosi è necessario darsi da fare con l'esplorazione dei livelli, scovando tutti gli oggetti nascosti nelle casse ed eliminando un gran numero di nemici.

Come un cartone animato

La leggenda dei guerrieri straordinari
La leggenda dei guerrieri straordinari

Sul fronte tecnico, Arslan: The Warriors of Legend utilizza in modo efficace il cel shading per ottenere un design dei personaggi estremamente fedele a quanto visto nel nuovo anime. La caratterizzazione del principe e dei suoi molteplici alleati è dunque ottima, e anche dal punto di vista delle animazioni non ci si può lamentare, considerata la quantità di movimenti, attacchi e special disponibili per ognuno dei combattenti. Bene anche la limitazione del pop-up, quasi impercettibile: l'approdo sulle piattaforme di nuova generazione ha fatto bene al franchise. Il problema è naturalmente il contorno, nel senso che il dettaglio e l'interattività degli scenari vengono sacrificati sull'altare della quantità di avversari contemporaneamente su schermo, per la cronaca tantissimi e con rari svarioni del frame rate. Naturalmente parliamo di soldati quasi tutti uguali, comandanti inclusi, che però appunto si muovono all'interno di location tanto ampie quanto spoglie e desolate, decisamente brutte da vedere. Il comparto sonoro attinge a piene mani dall'anime, con dialoghi in giapponese molto ben interpretati, come al solito, e un accompagnamento musicale all'altezza della situazione.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Multiplayer.it
6.0
Lettori (4)
8.0
Il tuo voto

Sicuramente interessante per chi conosce l'opera di Yoshiki Tanaka, Arslan: The Warriors of Legend è un Musou di stampo tradizionale, che non introduce particolari innovazioni (al di là delle cariche di gruppo) e propone la classica campagna in cui bisogna alternarsi alla guida dei vari personaggi seguendo gli eventi dell'anime. Il combat system è quello che ben conosciamo, privo di particolare spessore e un po' troppo leggero negli impatti, mentre l'intelligenza artificiale dei nemici è ridotta all'osso e non riesce dunque a dar vita a scontri in grado di coinvolgere e impegnare chi ha un minimo di esperienza con il franchise.

PRO

  • Buon uso del cel shading
  • Bella storia, interessante per chi conosce la serie
  • Campagna discretamente lunga...

CONTRO

  • ...ma lineare, ripetitiva e priva di sfida
  • Contorno più povero del solito
  • Ambientazioni ampie ma vuote e prive di carattere