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Silence, recensione

Con Silence Daedalic ha realizzato un'avventura drammatica e affascinante, ma non priva di difetti

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   03/01/2017

Attenzione anticipazioni: Parlando di Silence faremo qualche riferimento alla trama del gioco e, soprattutto, parleremo esplicitamente di quella di The Whispered World, il capitolo precedente, finale compreso. Se non volete avere anticipazioni, non continuate a leggere.

Silence racconta la storia di Noah, il ragazzino che in The Whispered World si risveglia alla fine dell'avventura dopo aver distrutto il mondo di Silence nei panni del clown Sadwick, e di sua sorella Renie, vispa ragazzina affascinata dai racconti di quella terra da sogno, che esiste solo tra la vita e la morte, in cui era imprigionato il fratello. All'inizio dell'avventura i due vengono costretti a rintanarsi all'interno di un bunker per via dei bombardamenti causati da una guerra di cui non ci viene detto nulla.

I personaggi principali immortalati tutti insieme
I personaggi principali immortalati tutti insieme

Noah prova a rallegrare e distrarre in ogni modo la ragazzina, raccontandole le storie che ama, ma quando una bomba colpisce il bunker, i due si ritrovano dispersi e divisi nel mondo di Silence. Qui incontrano incontrano un vecchio amico: Spot, il bruco mutaforma compagno di Sadwick, capace di appiattarsi e gonfiarsi alla bisogna. Purtroppo sembra che su Silence qualcosa non vada per il verso giusto: una falsa regina ha sparpagliato per il regno delle oscure creature chiamate cercatori, che uccidono chiunque trovino sulla loro strada. Gli unici a contrastarla sono i membri della resistenza, che vogliono a tutti i costi mettere fine al suo regno di terrore. Riusciranno Noah e Renie a raggiungere la sala del trono e a distruggere lo specchio per tornare nella realtà, come fece Sadwick a suo tempo? Non fatevi ingannare dal fatto che stiamo parlando del seguito di The Whispered World, perché Silence è molto più vicino a un'avventura di Telltale che al suo predecessore. Non c'è quindi nessun inventario richiamabile, nonostante i personaggi possano raccogliere degli oggetti, e le soluzioni agli enigmi sono tutte abbastanza dirette. Di fatto basta trovare i punti interattivi e cliccare. Solo in alcuni frangenti viene richiesto di risolvere dei puzzle che prevedono un minimo di osservazione e di uso dell'intelligenza. Comunque non preoccupatevi, perché nel caso non riusciate a superarli li potrete saltare. Il sistema di gioco offre anche un tasto che, quando premuto, mostra tutti i punti interattivi di uno scenario e dà consigli su cosa fare. Insomma, rimanere bloccati è davvero impossibile, anche quando la risoluzione dei puzzle richiede l'uso di Spot e dei suoi poteri. Certo, ci sono sequenze più difficili di altre, ma parliamo di situazioni che un appassionato di avventure grafiche può superare in pochi istanti, così come un non appassionato.

Abbiamo finalmente recensito Silence, il seguito di The Whispered World: scoprite com'è

Ciò che Silence fa bene

Silence è un mondo affascinante. Lo era in The Whispered World e lo è ancora di più nel suo seguito, fatto com'è di antichi palazzi, di rovine senza tempo, di boschi oscuri e pieni d'insidie, di picchi inaccessibili su cui vivono creature mitologiche e di molti altri luoghi da sogno.

Spot ritorna
Spot ritorna
Alcuni scenari sono semplicemente meravigliosi
Alcuni scenari sono semplicemente meravigliosi

Vale la pena giocarlo anche solo per ammirare la bellezza delle ambientazioni, che sconvolgono per ricchezza dei dettagli. In particolare nella parte finale del gioco ci sono delle sequenze che offrono alcuni degli scenari tra i più belli visitati nei videogiochi recenti. Insomma, Renie e Noah vengono catapultati in un mondo meraviglioso, fatto di spazi ampi e di creature fantastiche, in contrasto con quella realtà brutale e mortifera che viene raccontata nell'introduzione. Non per niente il rapporto tra reale è fantastico è il tema centrale dell'intero gioco, quello che troverà la sua massima espressione in un finale tragico e ispirato, che rappresenta l'apice dell'intera esperienza. A livello di scrittura, gli autori si sono concentrati in particolare sul rapporto tra fratello e sorella, facendolo evolvere in relazione allo svelarsi della natura della nuova Silence. Narrativamente si tratta del fulcro dell'intera storia, cui vengono in buona parte sacrificati tutti gli altri temi. Fortunatamente funziona ed è gestito molto bene a livello di scrittura, nonostante sia presente qualche ingenuità nei testi che in alcuni casi smorza un po' l'atmosfera. Gli ambienti in cui si gioca sono piccoli, spesso contenuti in una sola schermata. Il mondo di gioco, comunque, è disegnato in un ottimo 3D, come dimostrano le numerose sequenze narrative. Ottimo soprattutto dal punto di vista stilistico, caratterizzato com'è da un gusto fantasy nordico che regala a Silence un aspetto peculiare. Se mescoliamo tutto, aggiungendoci anche una colonna sonora eccellente che accompagna le azioni dei personaggi senza mai scavalcarle, otteniamo un'avventura emozionante, in cui ci si affeziona moltissimo ai personaggi principali; avventura che non diventa mai sentimentale o, peggio, stucchevole. Questa capacità di mantenere la scrittura su toni naturali, nonostante la drammaticità di quanto viene raccontato, si nota soprattutto nel finale, dove sarebbe stato facilissimo perdere la rotta e affogare la trama in toni patetici. Invece, nonostante un colpo di scena conclusivo telefonato, la storia di Silence funziona e colpisce duro.

Ciò che Silence non fa bene

La sceneggiatura di Silence non regge la presenza di più personaggi. Alcuni di essi da un certo momento della storia si perdono per strada uscendo completamente dall'orbita di Renie, Noah e del giocatore. Gli autori hanno voluto e dovuto giocare a carte scoperte, ossia senza la sorpresa di dover svelare cosa sia Silence: anche perché lo sappiamo già dalla fine di The Whispered World, e alcuni personaggi, Noah/Sadwick in particolare, non fanno che ripeterlo per tutta l'avventura, chiarendo anche il ruolo di Renie.

I puzzle migliori arrivano alla fine del gioco; peccato che siano pochi
I puzzle migliori arrivano alla fine del gioco; peccato che siano pochi
Alcuni personaggi dovevano essere sviluppati meglio
Alcuni personaggi dovevano essere sviluppati meglio

Il risultato è che la storia della falsa regina che si trova nell'inaccessibile sala del trono è abbastanza chiara sin dalle prime sequenze in cui viene citata, mentre tutta la parte più "politica" della trama, ossia la presenza della ribellione che vuole fermarla, finisce per essere campata in aria e mai approfondita, con tre personaggi che vengono di fatto relegati al ruolo di comparse di secondo piano, quando inizialmente sembravano poter avere ruoli più centrali. Va anche detto che in alcuni frangenti si percepisce distintamente la fretta avuta nel chiudere il gioco, probabilmente per motivi economici. Realizzarlo deve essere stato uno sforzo notevole per un publisher/sviluppatore non certo gigantesco come Daedalic, e forse il tentativo di abbracciare per la prima volta lo stile alla Telltale, con il seguito del titolo che lo ha reso famoso tra gli amanti delle avventure grafiche, ha creato più di qualche problema e rallentamento. Queste incertezze sono evidenti anche nel sistema di gioco, che da un lato offre dei puzzle molto facili e guidati, con tanto di minigiochi, e dall'altro cerca di dissimulare una certa complessità distribuendo le soluzioni su più scenari. Da questo punto di vista la sequenza migliore si trova in mezzo al terzo capitolo e chiede di incrociare più volte le azioni di Noah e Renie. Peccato che sia un momento isolato che non si ripeterà più, visto che conduce direttamente alla conclusione. Quest'ultima evidenzia un altro problema di Silence: l'inutilità delle scelte che si compiono durante l'avventura. Giocando, di tanto in tanto ci sarà chiesto di scegliere tra due possibili azioni. Ad esempio in un frangente potremo sgridare Renie per aver afferrato un oggetto pericoloso, oppure potremo difenderla. Situazioni del genere capitano più volte e, nella testa del giocatore, dovrebbero comportare delle variazioni tali nella trama da influenzare il finale. Purtroppo non è così. Silence ha due diverse conclusioni, accessibili a prescindere dalle scelte fatte. Semplicemente nell'ultima sequenza ci viene chiesto di selezionarne una, con la possibilità, dopo i titoli di coda, di ricaricare l'ultimo salvataggio e provare anche l'altra. Qualcuno apprezzerà, ma di fatto una semplificazione simile sterilizza ogni possibile senso nell'aver introdotto un sistema di scelte, che risulta fine a se stesso. Peccato, perché finisce per indebolire una costruzione narrativa che, come già sottolineato nel paragrafo precedente, è per molti versi ottima e ispirata.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7-4770
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
  • Sistema operativo Windows 10

Requisiti minimi

  • Sistema operativo Windows 7
  • Processore 2 GHz Dual Core CPU
  • 4 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 280 / ATI Radeon HD 5800 / Intel HD 5000
  • 20 GB di spazio su Hard Disk

Requisiti consigliati

  • Sistema operativo Win 7, Win 8.1, Win 10
  • 6 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 670 / ATI Radeon HD 7900

Conclusioni

Digital Delivery Steam, GoG, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (7)
8.3
Il tuo voto

Silence è il tentativo di Daedalic Entertainment di entrare nel mondo delle avventure narrative alla Telltale. Definirlo riuscito è difficile, nonostante non manchi di ottime qualità. Da un lato ci sono l'ottimo stile complessivo e una storia emozionante, dall'altro ci sono personaggi sacrificati, puzzle molto semplici che faranno storcere il naso a più di qualche avventuriero (soprattutto a chi si aspettava un seguito di The Whispered World anche da questo punto di vista) e un sistema di scelte che non serve a molto, se non a definire idealmente i rapporti tra i personaggi. Insomma, a nostro giudizio si tratta di un titolo comunque valido, a tratti meraviglioso se ci si lascia trasportare dalla sua visione, di cui non si rimpiange un minuto delle circa 6-7 ore che dura. Valutatelo però attentamente, perché se cercate qualcosa di specifico, come ad esempio un'avventura grafica classica, potreste rimanere delusi.

PRO

  • Storia emozionante
  • Stile eccellente
  • Ci si affeziona ai protagonisti

CONTRO

  • Alcuni personaggi si perdono per strada
  • Puzzle molto semplici
  • Sistema di scelte inutile