Alla fine del tempo la realtà si dissolverà definitivamente, portando con sé le ultime forme di vita rimaste: le Exoform, descritte ufficialmente come "forme di vita post-biologiche super avanzate", di fatto delle sfere di energia che possono trasformare la materia raccolta in massa corporea. Qual è il loro obiettivo? Divertirsi, letteralmente. In fondo siamo alla fine di tutto e non c'è molto altro da fare.
Crescita felice
Atomega è uno sparatutto online in cui fino a otto giocatori si scontrano su una singola arena a chi accumula più punti raccogliendo materia, prima dello scadere di un timer di dieci minuti. All'inizio di ogni partita i giocatori rotolano nella mappa e devono darsi alla raccolta di cubi di materia. Farlo non fa solo salire il punteggio, ma permette di far crescere il proprio avatar, rendendolo sempre più potente e resistente. In totale ci sono sei stadi di sviluppo (sette, se contiamo quello iniziale chiamato Atom), che modificano enormemente l'approccio all'azione e all'esplorazione della mappa: quando si è una creatura piccola e veloce, si possono attraversare a grande velocità anche i più stretti cunicoli sotterranei, ma combattere contro gli Exoform più grandi è un vero e proprio suicidio; crescendo però, la mobilità diminuisce, gli spazi si fanno più angusti, la mappa diventa improvvisamente più piccola (in relazione alle nuove dimensioni), ma i colpi iniziano a fare più male e sono gli altri a dover avere paura.
Diciamo che dei sette stadi, i primi quattro sono dedicati maggiormente alla raccolta della materia (e alla fuga in caso di necessità), mentre gli ultimi tre consentono di combattere con più efficacia. In particolare lo stadio finale, chiamato Omega, ci trasforma in un lentissimo ed etereo colosso che per rimanere in vita deve succhiare massa dagli altri giocatori o dai cubi nelle circostanze, utilizzando il suo micidiale raggio. Nonostante abbia moltissimi vincoli, la fase Omega è importantissima perché è quella in cui si accumulano più punti. Di solito i giocatori davvero bravi riescono a raggiungerla una o due volte a partita, mentre quelli più scarsi possono anche non arrivarci mai. Rimanendo sul tema, cerchiamo di capire a cosa serve combattere, visto che finora ci sembra di aver descritto una specie di Pac-Man evoluto. Uccidere un avversario gli fa perdere massa, riportandolo allo stadio iniziale dello sviluppo (quello di Atom). La massa perduta può essere raccolta dagli altri giocatori. Fortunatamente, se si capisce che si sta per essere uccisi, si può però utilizzare un comodo teletrasporto per una fuga rapida, al prezzo della perdita di uno stadio di sviluppo.
Di base gli scontri a fuoco non sono troppo eccitanti, perché si svolgono tra creature dalla potenza asimmetrica: per quanto si possa essere bravi è quasi impossibile battere un avversario di stadio superiore al nostro. I dieci potenziamenti raccoglibili sotto forma di cubi dorati non aiutano in tal senso, a parte lo scudo che rende invincibili per un breve periodo. Sono comunque comodissimi in molte situazioni. Ad esempio affrontare un nemico di pari livello attivando il potere curativo offre un indubbio vantaggio in termini di resistenza, così come il magnete consente di accumulare materia più velocemente, permettendoci di attirare i cubi non solo avvicinandoli, ma anche sparandogli.
Poco e niente
Come avrete ben capito dalla descrizione, Atomega è sì uno sparatutto in prima persona, ma le meccaniche da sparatutto sono meno centrali nel gameplay rispetto a quanto avviene in altri titoli. Purtroppo però, quanto di buono ha da offrire è limitato dalla mancanza di contenuti. Il titolo di Ubisoft Reflections è composto da una sola mappa, per una sola modalità non configurabile. Sostanzialmente in tre o quattro partite si riesce a sperimentare tutto lo sperimentabile e se non ci si lascia prendere, si abbandona il gioco senza rimpianti. Certo, qualche incentivo a continuare giocare c'è, come lo sblocco di nuove skin per il nostro Atom, legato alla crescita di livello, ma è davvero roba da poco.
Come se questo non bastasse, Atomega ha un altro grosso problema di cui è impossibile non parlare, nonostante non sia responsabilità diretta degli sviluppatori: la mancanza cronica di utenti. Sinceramente abbiamo faticato parecchio a giocare, visto che se non ci sono almeno quattro giocatori il matchmaking non avvia le partite e rimanda alla schermata dei titoli per ricominciare il processo di ricerca. Purtroppo non ci sono bot a compensare, quindi senza altri umani nei paraggi, Atomega è un software sostanzialmente morto. È un peccato, perché in fondo ha delle idee davvero intriganti, incorniciate da uno stile grafico minimalista quanto affascinante. Allo stato attuale però sembra più un prototipo di lusso che un gioco completo, per quanto ci dispiaccia dirlo.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore Intel Core i7-4770
- 16 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
- Sistema operativo Windows 10
Requisiti minimi
- Sistema operativo Windows 7 SP1, Windows 8.1, Windows 10 (solo versioni 64-bit)
- Processore Intel Core i3-550 @ 3.0 GHz o AMD FX 4100 @ 3.6 GHz o equivalente
- 4 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX660 (2GB VRAM) o AMD HD7750 (2GB VRAM) o più potente
- 175 MB di spazio su Hard Disk
Requisiti consigliati
- Processore Intel Core i5- 2400 @ 3.1 GHz o AMD FX-8350 @ 4.0 GHz
- 6 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX760 (4GB VRAM) o AMD R9 280X (3GB VRAM) o più potente
Conclusioni
Atomega è sostanza senza massa: contiene tante buone idee, alcune anche molto originali, ma gli evidenti limiti produttivi ne hanno frenato la crescita (paradossale, visto il concept), lasciandolo in uno stato tragicamente embrionale: manca di mappe, manca di modalità extra e attualmente manca anche di giocatori. Ci dispiace dirvi di evitarlo, perché non è brutto nel poco che ha da offrire, ma a oggi è più un rischio che una possibilità... rischio che non vi consigliamo di correre.
PRO
- Tante buone idee per un gameplay diverso da quello degli sparatutto standard
CONTRO
- Pochissimi contenuti
- Diventa ripetitivo dopo poche partite
- Prospettive per il futuro davvero ridotte