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La recensione del DLC standalone Dishonored: La Morte dell’Esterno

A distanza di un anno dall'uscita di Dishonored 2, arriva una nuova avventura con protagonista Billie Lurk

RECENSIONE di Pierpaolo Greco   —   09/10/2017

È passato quasi un anno dall'uscita del secondo capitolo di Dishonored. Un episodio che, di fatto, migliorava ogni elemento possibile e immaginabile del titolo originale, perdendo però quella vena di innovazione e originalità che aveva contraddistinto l'esordio del franchise. I ragazzi di Arkane Studios però non sono rimasti con le mani in mano per tutto questo tempo: hanno lanciato prima sul mercato l'apprezzato Prey e ora è la volta de La Morte dell'Esterno, un DLC-espansione che ha la particolare natura di essere uno standalone. In altre parole non è necessario possedere o avere installato uno dei due titoli della serie per poterlo giocare. Anzi, stando alle parole dello sviluppatore, questo contenuto extra è rivolto in primis a chi non conosce minimamente la saga. In realtà su questa dichiarazione torneremo più avanti, dopo avervi raccontato qual è l'offerta di questo DLC.

La recensione del DLC standalone Dishonored: La Morte dell’Esterno

Protagonisti sono Billie Lurk, personaggio di rilievo già visto all'interno di un'espansione del primo Dishonored oltre che figura di spicco del sequel, e Daud, l'antagonista del titolo originale, colui che diede la spinta cruciale agli eventi del mondo creato da Arkane Studios, uccidendo l'imperatrice Kaldwin nell'incipit del capitolo d'esordio. In realtà ai giocatori verrà data soltanto l'opportunità di guidare Billie ma la ricerca del suo antico mentore rappresenta l'inizio dell'avventura, il cui focus ben presto si sposta verso il recupero di un antico pugnale in grado di creare, ma soprattutto uccidere, l'Esterno. L'obiettivo ultimo, come ben evidenziato anche dal titolo è infatti quelli di assassinare l'entità dagli occhi scuri per seguire un'affascinante teoria. Tutto quello che c'è di male nelle province di Karnaca, Dunwall e dell'intero impero è causato dai sotterfugi e dalle macchinazioni di questa divinità che proprio non riesce a fare a meno di intervenire nelle vite degli uomini donando i suoi poteri speciali e assegnando compiti capaci di destabilizzare i governi.

La recensione del DLC standalone Dishonored: La Morte dell’Esterno

Se l'incipit è quantomeno interessante specie per chi ha già confidenza con il mondo di gioco, il problema de La Morte dell'Esterno è in primis legato a un arco narrativo che rimane estremamente superficiale e appena accennato seguendo a livello cronologico quanto raccontato nel secondo Dishonored. È pieno di escamotage utili a non approfondire mai gli eventi, manca di personaggi memorabili, se escludiamo i tre citati (e anche su Daud ci sentiamo di esprimere qualche dubbio) ed è estramente lineare. Manca insomma di tutto quell'approfondimento visto nei due Dishonored che portavano il giocatore ad appassionarsi a un mare di figure secondarie con cui spesso ci si doveva confrontare moralmente anche nella complessa decisione sull'assassinarli o lasciarli in vita a espiare le proprie colpe. C'è poca storia durante le missioni e gli unici attimi di racconto sono relegati a delle brevissime cutscene che riempiono i secondi di caricamento tra una missione e la successiva.

Il solito, perfetto stealth

Se da un punto di vista della narrativa siamo quindi davanti a un risultato discreto ma senza picchi, sul fronte del gameplay non possiamo fare a meno di ricollegarci a quanto detto nelle recensioni dei due capitoli principali. Dishonored è un eccezionale shooter in prima persona dove l'elemento stealth è fortemente incentivato e il gusto e la soddisfazione provati nel rimanere nell'ombra, studiare l'ambiente e compiere assassinii senza farsi vedere o, meglio ancora, sfruttando gli elementi dello scenario, sono enormi. Se da un lato quindi anche La Morte dell'Esterno segue alla perfezione gli elementi cruciali della serie offrendo quel gameplay super rifinito e raffinato, dall'altro è indubbio che ci troviamo davanti a numerose semplificazioni.

La recensione del DLC standalone Dishonored: La Morte dell’Esterno

Billie ha un set di poteri completamente inedito ma decisamente ristretto. Un teletrasporto che ricorda molto l'originale Blink di Corvo con l'unica differenza che lo spostamento non sarà istantaneo ma richiederà prima il posizionamento della sagoma della protagonista; un'abilità che permette a Billie di assumere le fattezze fisiche di un qualsiasi altro personaggio così da poter passare inosservata tra le pattuglie o farsi scambiare per qualcun altro; una skill che consente di trascendere dalla materialità per poter girovagare liberamente nell'ambiente e osservare nemici e oggetti speciali, così da pianificare le proprie tattiche di avvicinamento e fuga. In realtà ci sono ulteriori due poteri, diciamo passivi: Billie è in grado di comprendere il linguaggio dei topi e ricevere preziose indicazioni sulle vie d'accesso nascoste mentre nella seconda metà del gioco, ha accesso a un potenziamento dell'arma principale che le permette di scatenare un colpo speciale che fa letteralmente volare in aria i nemici colpiti in melee.

La recensione del DLC standalone Dishonored: La Morte dell’Esterno

Non esiste alcun tipo di progressione o potenziamento di queste abilità e a livello narrativo la cosa è giustificata dal fatto che Billie non sia stata effettivamente "benedetta" dall'Esterno, ma quest'ultimo le abbia "soltanto" donato alcuni artefatti che potenziano le sue capacità. Un'altra importante conseguenza di questa mancanza di connessione diretta con l'oblio riguarda la gestione del mana che non si consuma più in modo definitivo man mano che si utilizzano le abilità ma più semplicemente si ricarica in automatico dopo pochissimi attimi di inattività. Allo stesso tempo salta completamente la conseguenza diretta tra il caos generato con le proprie azioni e il degrado di Karnaca rendendo il passaggio di Billie quasi ininfluente ai fini dell'evoluzione del mondo di gioco. Se si esclude ovviamente una piccola scelta al momento dell'epilogo.

La recensione del DLC standalone Dishonored: La Morte dell’Esterno

Se quindi si percepisce una cronica mancanza di un senso di progressione in funzione di tutto quello che abbiamo già descritto, dobbiamo allo stesso modo evidenziare che il gameplay continua comunque a funzionare. Anche La Morte dell'Esterno si basa sul consueto assunto di offrire al giocatore livelli giganteschi estremamente affascinanti e zeppi di vie di accesso e di fuga, riempirli di guardie e punti di interazione per poi lasciargli la totale libertà di azione. Da questo punto di vista l'alleggerimento delle meccaniche funziona alla perfezione: aver eliminato il consumo di mana e qualsiasi ripercussione sullo scenario, fa sì che il giocatore sia molto più stimolato a modificare in corsa il suo approccio passando continuamente dall'azione più spietata allo stealth più silenzioso, in base alla situazione e alla sua voglia. Rimane chiaro quanto abbiamo già detto in occasione del nostro giudizio sui due Dishonored principali: il gioco tende a premiare soprattutto chi si muove con furtività e, da questo punto di vista, la presenza di tre poteri che non offrono alcun elemento di offesa - escludendo il teletrasporto che permette di uccidere chi si trova nel nostro punto di arrivo, causandoci però dei danni - non dovrebbe lasciare alcun dubbio sulle volontà dello sviluppatore anche per quello che riguarda questo DLC.

Un riciclo creativo

E arriviamo all'argomento longevità. Concretamente La Morte dell'Esterno è composto da cinque missioni che vi terranno occupati, al massimo, per una decina di ore se vi dedicherete a scovare ogni più piccolo segreto e a completare ogni elemento secondario offerto da questo contenuto aggiuntivo: più realisticamente impiegherete tra le sei e le otto ore per vedere l'epilogo. Anche se chi non ha mai giocato un Dishonored in vita sua, non sperimenterà la stessa sensazione di deja vu, è indubbio che con questo DLC lo sviluppatore abbia calcato un po' troppo la mano sull'attività di riciclo. Almeno un paio di queste missioni ci obbligheranno infatti a esplorare in lungo e in largo lo stesso scenario, Cyria Alta, mentre la penultima quest ci porterà addirittura ad affrontare nuovamente uno splendido livello del secondo capitolo, il Conservatorio Reale, pur con le dovute differenze legate alla trama. Se quindi rimane un obbligo sottolineare l'incredibile design architettonico dei livelli che compongono anche questo contenuto aggiuntivo, con il picco raggiunto con la missione ambientata nella banca di Karnaca, una certa tendenza al risparmio da parte di Arkane Studios traspare dagli scenari affrontati.

La recensione del DLC standalone Dishonored: La Morte dell’Esterno

Più in generale è strisciante questa sensazione di non trovarci mai davanti a qualcosa di realmente nuovo o memorabile, che sia uno scenario o un personaggio da pedinare e magari assassinare. E se da una parte può anche essere scontato trattandosi di un DLC, allo stesso tempo bisogna sempre tenere bene in mente i proclami dello sviluppatore che in più di un'occasione ha sottolineato come La Morte dell'Esterno fosse il gioco ideale per i neofiti della saga. Ecco, noi proprio non ce la sentiamo di confermare questa affermazione. In primis perché a nostro parere non si tratta del migliore esponente della saga e, in seconda battuta, perché soltanto chi conosce fino in fondo l'arco narrativo di Dishonored può notare e apprezzare i tantissimi riferimenti disseminati lungo le missioni di questo DLC e le numerose strizzate d'occhio alle situazioni in cui ci siamo ritrovati coinvolti in passato.

La recensione del DLC standalone Dishonored: La Morte dell’Esterno

Prima di passare all'aspetto tecnico è doveroso spendere qualche parola in merito ai contratti, l'unico, vero elemento inedito introdotto in questa espansione. Si tratta di piccole missioni secondarie che vanno svolte all'interno del livello e che possono essere raccolte al mercato nero, lì dove Billie può acquistare munizioni, gadget e i numerosi amuleti d'osso essenziali per offrire bonus aggiuntivi e variazioni ai poteri posseduti. In alcuni, rari casi ci siamo trovati davanti a quest che obbligavano ad approcci alternativi alla missione principale, più spesso si trattava invece di semplicissime missioni di assassinio o liberazione che ci obbligavano a esplorare in lungo e in largo la mappa. Anche in questo caso non ci troviamo davanti a nulla di rivoluzionario ma si tratta indubbiamente di una piacevole aggiunta. Dove La Morte dell'Esterno va perfettamente a segno è nell'aspetto tecnico. Tutti ricordiamo il caos generato dall'uscita traballante, per usare un eufemismo, di Dishonored 2 su PC, e questo ha obbligato lo sviluppatore a lavorare pesantemente sull'ottimizzazione dell'engine. Il risultato è che sia il gioco originale che questo DLC sono oggi perfettamente giocabili anche con PC non particolarmente prestanti permettendoci di godere dell'elevato valore artistico degli scenari creati con incredibile maestria da Arkane Studios. Il contenuto aggiuntivo è infine completamente doppiato nella nostra lingua.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 4690k a 4.0 GHz
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 980 Ti
  • Sistema operativo: Windows 10 a 64 bit

Requisiti minimi

  • Processore: AMD FX-4350 a 4.2 GHz o Intel Core i5-2300 a 2.8 GHz
  • Memoria: 6 GB di RAM
  • Scheda video: AMD HD 7870 con 2 GB di memoria o NVIDIA GTX 660 con 2 GB di memoria
  • Sistema operativo: Windows 7 SP1
  • DirectX versione 11
  • 70 GB di spazio su disco disponibile

Requisiti consigliati

  • Processore: AMD FX-8350 a 4.0 GHz o Intel Core i7-3770 a 3.4 GHz
  • Memoria: 12 GB di RAM
  • Scheda video: AMD RX 480 con 4 GB di memoria o RX 580 con 4 GB di memoria o NVIDIA GTX 970 con 4 GB di memoria o GTX 1060 con 6 GB di memoria
  • Sistema operativo: Windows 10 Creators Update

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (29)
8.1
Il tuo voto

La Morte dell'Esterno è un contenuto aggiuntivo piacevole, perfettamente ottimizzato e che riesce a offrire un'adeguata manciata di ore di gioco. È altresì vero che in diversi frangenti sembra come se lo sviluppatore abbia voluto procedere con un filo di gas, quasi con il folle, facendo il minimo sindacale per confezionare un DLC rotondo e completo ma senza elementi memorabili. E anche se la sua natura di costoso stand alone lo rende perfettamente giocabile anche da chi è completamente a digiuno di Dishonored, noi ci sentiamo di consigliarlo soprattutto a chi conosce perfettamente il mondo creato da Arkane Studios e si è innamorato delle vicende di Corvo ed Emily.

PRO

  • L'assenza del mana e del caos rende il gameplay più leggero e meno schematico
  • Ottimizzato al massimo e perfettamente giocabile anche con sistemi poco performanti
  • Il level design è assolutamente eccezionale...

CONTRO

  • ...anche se si nota una certa tendenza al riciclo
  • Chi non conosce Dishonored probabilmente non se lo godrà fino in fondo