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Bowser visto da dentro

L'arcinemico di Mario finalmente protagonista di un RPG... o quasi.

RECENSIONE di Christian Colli   —   19/10/2009

C'è qualcosa di veramente magico nella serie Mario & Luigi: è incredibile come ogni nuovo episodio, pur riproponendo il concept del precedente, riesca a stupire e a tenere incollato il giocatore per ore e ore.

Bowser visto da dentro

E sicuramente non è la trama, praticamente pretestuosa, e di certo non sono i personaggi, di cui conosciamo vita, morte e miracoli. Il primo episodio per Game Boy Advance, Superstar Saga, fu acclamato dalla critica per la genialità delle situazioni proposte e per come avesse quasi reinventato un genere, mantenendosi fedele alla natura salterina e profondamente interattiva dei videogiochi marieschi ma anche a quella narrativa e rilassata degli RPG giapponesi. Il secondo episodio, Partners in Time, su Nintendo DS decretò chiaramente che il cambiamento di hardware non avrebbe sconvolto il franchise, semmai ne avrebbe espanso le possibilità. Ma produrre un terzo capitolo senza diventare banali e ridondanti era un'operazione delicata: siamo lieti di poterci ritenere stupiti e dannatamente soddisfatti.

Koopa's Anatomy

Anche in quest'occasione la storia è semplicissima, tuttavia assolutamente ben scritta, assurda e spassosa. Ritroviamo i nostri amati Bros. baffuti al cospetto della Principessa Peach durante un meeting davvero importante: il Regno dei Funghi è infatti devastato da una sorta di malattia che ingigantisce e gonfia i poveri abitanti. Perfino Dorastella, uno spirito stellare piuttosto loquace, è insicura sul da farsi e come se non bastasse ci si mette anche Bowser, solo che questa volta l'isterico Koopa ha ingerito un fungo che gli permette di aspirare in un attimo tutti quanti. Eliminati i suoi eterni rivali, sembrerebbe giunto finalmente il momento della vittoria... e invece, Bowser era soltanto una pedina del perfido Lord Sogghigno che si sbarazza del nostro sputafuoco preferito, lo esilia e ne conquista il castello. Fortunatamente però Mario e Luigi sono vivi e vegeti negli, ehm, intestini di Bowser: comincia così un viaggio parallelo a dir poco allucinante in cui i due fratelli aiuteranno segretamente Bowser dall'interno, cercando al contempo una via d'uscita e una soluzione a questo piccolo problema. I personaggi conversano tra loro attraverso balloon tipici dei fumetti, portando avanti la narrazione con dialoghi frizzanti e imprevedibili, tradotti in un ottimo italiano: la maggior parte degli scambi diventano spesso battibecchi esilaranti, le situazioni che li coinvolgono sono talmente surreali da strappare più di una risata, e in tutto questo non mancano le gag di cui sono protagonisti i due fratelli, specialmente Luigi. Da questo punto di vista, la sobrietà tecnica di Viaggio al Centro di Bowser passa completamente in secondo piano: graficamente il prodotto AlphaDream è senza infamia nè lode, propone un 2D onesto e pulitissimo che punta specialmente su sprite dettagliati, coloratissimi e animati ottimamente. Alcune location sono in effetti un po' spoglie, ma la varietà di ambientazioni proposte è notevolissima. Eccellente anche la colonna sonora, una compilation di brani orecchiabili e tipicamente "marieschi" che rendono l'esperienza ulteriormente piacevole.

Salto nel Buio

La piacevolissima trama innesca una serie di situazioni ludiche in perfetto equilibrio tra riflessione e azione. Gli enigmi e i combattimenti si bilanciano in entrambi i "mondi" di gioco:

Bowser visto da dentro

Bowser dovrà fare ricorso a fiammate e forza bruta per farsi largo tra foreste e rocce in visuale isometrica, per esempio, mentre al suo interno Mario e Luigi sfrutteranno le loro abilità salterine, i tradizionali martelloni e tutta una serie di tecniche che incrociano i loro poteri per procedere nel labirintico corpo a mo' di platform, risolvendo enigmi e puzzle vari. Spesso e volentieri servirà combinare le situazioni interne ed esterne, per esempio facendo bere Bowser per riempire d'acqua la zona in cui si trovano Mario e Luigi, consentendo loro di nuotare e raggiungere punti prima inaccessibili. In tutto questo, non manca la componente tradizionale degli RPG, i combattimenti, ma non ci si limita a impartire ordini e a osservarne lo svolgimento visto che in Viaggio al Centro di Bowser le battaglie sono interattive, costringendo il giocatore a tenere gli occhi ben fermi sullo schermo per agire e reagire; in più fortunatamente le zuffe non sono nè casuali nè troppo frequenti, rendendo l'esplorazione tutt'altro che frustrante.

Bowser visto da dentro

Gli attacchi dei nostri eroi implicano spesso un certo tempismo nel premere i pulsanti al momento giusto, allo scopo di infliggere più danni o prolungare l'assalto; i nemici d'altro canto dispongono di abilità che richiedono di pigiare i tasti al momento giusto per essere prevenute. A queste regole basilari si aggiungono le tecniche speciali peculiari dei tre protagonisti, realizzate quasi come mini-giochi che implicano l'utilizzo del touch-screen o pressioni ritmiche dei tasti, e l'ulteriore novità delle "spille" che combinate tra i due fratelli innescano svariati bonus durante le battaglie. Meritano infine menzione le straordinarie battaglie di Bowser gigante, che omaggiano i mitici film di Godzilla: in questi casi bisogna addirittura ruotare di 90 gradi il Nintendo DS per combattere in scontri a dir poco gargantueschi!

Viaggio al Centro di Bowser è una splendida aggiunta a un franchise amatissimo che continua a non deludere. E' originale e ricco di idee e situazioni geniali, senza contare che Bowser si ritaglia finalmente un ruolo da protagonista, cosa che non succedeva dai tempi di Legend of the Seven Stars per Super Nintendo, 1996. Il perfetto equilibrio nel gameplay impreziosisce un gioiello di game design, tanto che la durata modesta del gioco (circa venti ore, escludendo i contenuti opzionali) è l'unico difetto degno di nota. Un acquisto davvero obbligato. Game design eccellente Originale e ingegnoso Sistema di combattimento spassoso Dovrebbe durare di più