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Auditorium, recensione

Flussi di energia si muovono su di uno sfondo nero, con l'obiettivo di riempire contenitori da cui scaturiscono arpeggi di pianoforte: ecco Auditorium.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   25/01/2010

Per quanto riguarda il genere dei rhythm game, finora abbiamo visto praticamente di tutto: giochi in cui bisogna tenere il ritmo, altri in cui si deve comporre una melodia, altri ancora in cui l'obiettivo è quello di identificare e "disegnare" un giro di batteria. I dispositivi Apple si prestano in modo naturale a questo genere di applicazioni, forti di un sistema operativo che fa funzionare grafica e sonoro in sinergia e senza alcun problema riconducibile a una qualche incompatibilità con il software.

Auditorium, recensione

Ebbene, quando un filone diventa "inflazionato" possono accadere due cose: si continua imperterriti a offrire lo stesso prodotto, magari vestendolo ogni volta di un vestito nuovo, oppure si cerca di andare oltre. Auditorium, che in realtà strizza più l'occhio al genere dei puzzle game che non a quello dei rhythm game, varca appunto i confini del mobile gaming alla ricerca di un'esperienza più intensa e, in qualche modo, "elevata". Con i suoi cinque atti, divisi in trenta stage totali, il titolo pubblicato da Electronic Arts non si pone certo come il più longevo e duraturo dei videogame disponibili su App Store, eppure colpisce fin dalle prime battute per il connubio di stile, eleganza e soluzioni tanto essenziali quanto efficaci, in grado di accarezzare vista e udito con un solo, delicato gesto.

Tutto scorre

La meccanica di gioco alla base di Auditorium è molto semplice: abbiamo uno sfondo nero, un certo numero di "contenitori" e di "deviatori", quindi un flusso bianco o colorato che segue una propria traiettoria, indisturbato. Il nostro obiettivo in ogni stage è quello di deviare il flusso trascinando nella giusta posizione i dispositivi presenti sullo schermo, quindi far sì che le "gocce" di questa sorta di torrente luminoso passino attraverso i contenitori. Una volta riempiti, questi emetteranno dei suoni di diverso tipo, fondamentalmente note suonate da un pianoforte. Ciò che dobbiamo fare è riempire contemporaneamente tutti i contenitori: quando ci saremo riusciti, anche per un solo istante, il gioco ci ricompenserà con un arpeggio carico di atmosfera e un lasciapassare per il livello successivo.

Auditorium, recensione

Gli sviluppatori hanno inserito una serie di meccanismi utili a rendere l'azione di gioco più varia e ricca di spessore. Ad esempio è possibile che i dispositivi atti a deviare il flusso siano meno di quanti crediamo occorrano per completare lo stage, oppure che i contenitori siano situati in posizioni ardue da raggiungere. Oppure è possibile che i contenitori siano contraddistinti da un colore particolare, per cui bisognerà deviare il flusso in modo da farlo prima "colorare" attraverso una specifica zona dello schermo, quindi guidarne il movimento fino al contenitore. Il tutto funziona grazie a un sistema di controllo basato esclusivamente sul touch screen (niente accelerometro, quindi, anche se forse ci sarebbe stato bene), che prevede addirittura delle funzioni multitouch per l'organizzazione dei dispositivi di deviazione, che possono essere "allargati" o "ristretti" per modificare di conseguenza la loro efficacia e l'angolo di deviazione dell'energia. Come accennato in precedenza, Auditorium basa il proprio fascino su di una serie di soluzioni tecniche tanto essenziali quanto eleganti. L'impatto visivo non è caratterizzato dalla quantità né da effetti particolari, dunque, eppure il risultato riesce ugualmente a essere spettacolare nella sua fluidità. Il comparto sonoro accompagna alternando silenzi e arpeggi, facendosi letteralmente desiderare per poi restituire una grande atmosfera.

La versione testata è la 1.2.75
Link App Store

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (12)
6.3
Il tuo voto

Auditorium è un titolo affascinante, di rara bellezza, che unisce con sapienza stile, eleganza e atmosfera per donare al giocatore un'esperienza unica pur nella sua semplicità. I trenta stage disponibili non costituiscono una sfida insuperabile e anzi possono essere risolti in un tempo relativamente breve, ma alla fine dei conti stiamo parlando di un prodotto che per soli 2,39 euro regala davvero grandi emozioni e si rivolge alla parte più delicata della nostra anima di videogiocatori. Il comparto tecnico, volutamente essenziale, ha il suo punto di forza nel connubio fra colori, suoni e fluidità; i controlli via touch screen si rivelano immediati e precisi quanto basta. Un acquisto obbligato, in definitiva, quali che siano i vostri gusti e i vostri trascorsi.

PRO

  • Originale e affascinante
  • Grande atmosfera
  • Un buon numero di stage...

CONTRO

  • ...che però si completano in fretta