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Luci e ombre

L'ombra di un ragazzino deve raggiungere la sommità di una misteriosa torre per ricongiungersi con il proprio corpo in un'avventura dai toni cupi, permeata da una strana atmosfera.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   18/10/2010

Piuttosto atteso dai possessori di Wii, La Torre delle Ombre arriva finalmente nei negozi e non tradisce le aspettative, presentandosi effettivamente come un prodotto originale, ricco di spunti interessanti e carico di atmosfera. La sequenza introduttiva vede un ragazzo sospeso a mezz'aria, sulla cima di una torre altissima che si erge in mezzo a quello che sembra un deserto. A un certo punto un uomo mascherato gli si avvicina, fra le sue mani si materializza una sorta di alabarda e con essa di fatto "stacca" l'ombra dal giovane, per poi afferrarla e scagliarla nel vuoto. Il giocatore controlla appunto quest'ombra, che dopo essere stata risvegliata dal tocco di una minuscola fata di nome Spangle decide di affrontare la torre e le sue insidie, salendo di piano in piano fino a ricongiungersi con il suo corpo.

Luci e ombre

Non sarà un'impresa facile: il mondo delle ombre, come è facile immaginare, riflette la realtà in modo spesso distorto, e basta spostare una fonte di luce perché tutto cambi radicalmente. Si tratta di un concetto a cui il titolo sviluppato da Hudson Soft risulta particolarmente affezionato, e che alla fine dei conti costituisce l'unico elemento in grado di proporre delle variazioni all'interno di un gameplay altrimenti piuttosto classico e lineare. Nelle sue meccaniche di base, infatti, La Torre delle Ombre ricorda molto l'originale Prince of Persia (oppure l'indimenticabile Flashback di Delphine Software): il nostro personaggio salta da una piattaforma all'altra, si aggrappa alle sporgenze e si tira su, a un certo punto raccoglie una spada (o, meglio, l'ombra di una spada!) e la utilizza per combattere contro le numerose creature che infestano gli scenari. L'ostentazione di una certa semplicità nell'approccio agli scontri è anch'esso un riferimento palese al classico dei platform creato da Jordan Mechner: l'ombra esegue combo di tre colpi, ma è costretta a ritrarsi rapidamente quando il nemico contrattacca e ciò rende i duelli una sorta di "toccata e fuga" priva di particolare spessore.

Ogni piano è un enigma

Non sono comunque i combattimenti il piatto forte del gioco, anzi svolgono più che altro il ruolo di contorno rispetto alla risoluzione di enigmi basati appunto sul contrasto fra buio e luce. Per superare uno stage e passare al successivo, continuando la scalata verso la vetta, bisogna raccogliere tre oggetti speciali indispensabili per infrangere un muro oscuro alla fine di ogni livello.

Luci e ombre

La ricerca di tali oggetti all'inizio è chiaramente molto semplice, e implica lo spostamento da una piattaforma all'altra in una sorta di fase introduttiva che ha lo scopo di farci familiarizzare con ciò che vediamo sullo schermo, ovvero a interagire con le ombre delle piattaforme piuttosto che con le piattaforme stesse. Man mano che si sale, comunque, le cose diventano più complesse e vengono introdotti nuovi elementi. In primo luogo gli interruttori, che vanno individuati muovendo Spangle sullo schermo (la fatina si sposta seguendo il puntatore a infrarossi del Wii-mote) e tenendo premuto il grilletto B: una volta attivati, possono far muovere delle porzioni dello scenario, modificando di conseguenza le ombre proiettate sui muri e creando degli appigli o delle piattaforme che possiamo utilizzare per raggiungere zone altrimenti inaccessibili. In secondo luogo i selettori, verticali oppure orizzontali, che spostano le fonti di luce, distorcendo la realtà a cui il nostro personaggio deve fare riferimento con l'obiettivo di aprire varchi o diminuire la distanza fra un punto e l'altro. E infine i "portali", che ci trasportano in una dimensione parallela quasi completamente priva di la luce, un luogo da cui dobbiamo cercare di uscire utilizzando una serie di meccanismi che ruotano l'ambiente creando delle affascinanti illusioni ottiche. Non mancano comunque leve, meccanismi a tempo, trappole e ogni tanto qualche "frammento di memoria" che svela piccole schegge di trama rendendoci al contempo più resistenti agli attacchi. Per capire tutti i retroscena, comunque, non c'è altro modo che completare la scalata e affrontare il temibile mostro d'ombra che a un certo punto comincerà a inseguirci...

Luci e ombre

Soli nel buio

Luci e ombre

Dopo qualche ora di gioco appare chiaro che la vera protagonista de La Torre delle Ombre è la sua direzione artistica: il personaggio che controlliamo è una semplice ombra, e come tale è privo di una vera e propria caratterizzazione, ma trae la propria forza dall'insieme di elementi, interattivi o meno, che costituiscono lo scenario e che portano avanti la particolare narrazione del prodotto Hudson Soft. Il costante alternarsi di enigmi più o meno complessi rende inevitabilmente l'esperienza un po' pesante, specie se decidiamo di affrontarla attraverso lunghe sessioni, ma il gameplay rimane godibile e la presenza di pochi checkpoint in questo caso riesce a rendere l'avventura un po' più duratura, visto che talvolta in caso di morte bisognerà ricominciare lo stage daccapo. La grafica e il sonoro svolgono un ruolo estremamente importante all'interno del progetto, per via di una serie di scelte stilistiche che rendono l'una e l'altro molto essenziali e a loro modo "delicati". Ci si aspettava forse di più dal punto di vista della varietà e del dettaglio, considerando il fatto che non ci sono modelli poligonali complessi da gestire, ma alla fine il risultato è perfettamente funzionale all'azione e magari un approccio differente avrebbe cozzato con l'atmosfera.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.8
Lettori (14)
7.8
Il tuo voto

La Torre delle Ombre è senz'altro un titolo controverso, che alcuni riterranno eccellente nel suo minimalismo mentre altri inquadreranno come un'opera fondamentalmente incompiuta. A nostro avviso la verità, come spesso accade, sta nel mezzo: l'esperienza di gioco è piacevole e coinvolgente, e pur mostrando il fianco a qualche eccessiva semplificazione non perde mai la propria direzione di fondo, innestando diversi elementi originali ed efficaci nel gameplay. Il ruolo di Spangle nello scovare gli interruttori, la gestione delle luci, la rotazione dello scenario e altre intuizioni sopperiscono in qualche modo alla mancanza di spessore nei combattimenti, definendo il quadro di un prodotto magari non straordinario nelle sue meccaniche ma certo interessante e gradevole, ricco d'atmosfera e tecnicamente ben realizzato. Ideale per chi è alla ricerca di qualcosa di diverso dal solito.

PRO

  • Ottima direzione artistica
  • Una sequenza di enigmi stuzzicanti
  • Numerosi spunti interessanti e originali

CONTRO

  • Piacevole ma non trascendentale
  • Tecnicamente ci si aspettava qualcosa di più
  • Sistema di combattimento semplicistico