Non tutti ricorderanno che Mario vs. Donkey Kong nasce nel 2004 su Game Boy Advance come sequel di Donkey Kong '94, a sua volta rifacimento "ipertrofico" del classicissimo da sala giochi. Ma con l'arrivo della serie su DS - Mario vs. Donkey Kong 2: La Marcia dei Minimario - la formula tradizionale fu completamente stravolta in favore di un gameplay che traeva vagamente ispirazione da Lemmings e che prevedeva l'utilizzo intensivo di touch screen e pennino. Il terzo episodio della serie abbandona il numeretto sequenziale ma non si propone di rivoluzionare alcunché: basterà per un nuovo successo?
Tutti alle giostre!
E andiamolo quindi a vedere, questo concept simil-Lemmings, non prima però di aver gettato un breve sguardo all'antefatto narrativo, particolarmente commovente. Siamo all'inaugurazione di Minilandia, un parco divertimenti ispirato alle gesta di Mario: per l'occasione, l'idraulico e Pauline, l'affascinante "amica" (così viene definita dal manuale, crediamo per non far insospettire la povera Peach, e noi non solleveremo dubbi al riguardo) coprotagonista di ogni Donkey Kong sono all'ingresso per premiare i primi 100 clienti con nientemeno che una Minipauline per ognuno, vale a dire una bambola che riproduce le
fattezze della leggiadra creatura. Accorrono a frotte numerosissimi, e forse un pochino pervertiti, Funghetti, e il caro gorillone, che più volte ha cercato di mettere le mani sull'originale, si presenta, guarda un po', solo 101esimo. E' proprio il filmato introduttivo che ci dipinge l'ingiustizia della quale è vittima DK, stavolta armato solo di buone intenzioni e di un sanissimo entusiasmo per la bambolina dell'amata, quando si trova di fronte allo sguardo cattivo di Mario il quale, facendo sfoggio di ottusa inflessibilità, gli nega il premio; tendiamo quindi un po' tutti a tifare per lo scimmione che decide, giustamente, di tornare alle vecchie abitudini e rapire la Pauline in carne e ossa. Ma i videogiochi, come la vita, sono crudeli, e da qui in poi siamo costretti a prendere le parti del perfido idraulico che cerca di liberare la bella, la quale, detto tra noi, con Donkey Kong potrebbe anche trovarsi meglio... Inizia così l'avventura, che si svolge lungo otto attrazioni ognuna ispirata ad un particolare gioco di Mario e/o Donkey Kong (c'è la serie storica così come, ad esempio, Donkey Kong Country) ed ognuna divisa, a sua volta, in otto livelli, più uno scontro col boss, più ancora, sbloccabile, un minigioco.
Non di sole piattaforme vive l'idraulico
Oltre a diventare cattivo oltre ogni misura, evidentemente Mario si è anche impigrito, visto che non vuole neanche più sporcarsi le mani personalmente: in sua vece, all'inseguimento del povero DK manda i Minimario, giocattolini a molla ispirati alle sue fattezze all'apparenza innocenti ma in realtà perfidi quasi quanto il loro creatore. A differenza del secondo episodio, il primo su DS (ma la novità era già apparsa in Minimario alla Riscossa!, l'expansion pack disponibile solo su DSiWare), il giocatore può agire sui Minimario solo ed esclusivamente per metterli in moto, e per guidarli alla porta obiettivo di ogni livello è possibile solo modificare lo scenario. Il movimento delle bamboline cambia infatti a seconda degli ostacoli e degli elementi di gioco che queste incontrano lungo il loro cammino: davanti ad un muro, i Minimario cambiano direzione; una trave disposta diagonalmente li porta sulle piattaforme più in alto; entrando in un tubo, escono dall'altra estremità e così via. Il concept di base si afferra in quattro e quattr'otto già
nel primissimo livello, ove ci viene spiegato che basta disegnare una trave di ferro tra due perni per far sì che i Minimario camminino agevolmente su un precipizio dove ad attenderli ci sarebbero i più classici degli spuntoni videoludici; ma le cose sono più complicate di quel che sembra, perché al giocatore non è dato di disegnare a piacimento elementi su elementi: questi sono infatti contati, e se quindi volete posizionare una trave in un determinato luogo, dovete prima cancellare quella che si trova da un'altra parte, o raccogliere gli eventuali "pezzi" a disposizione nello scenario. Oltre al normale aumento di complessità e difficoltà di livello in livello, a ogni nuova attrazione corrisponde un nuovo elemento da imparare a gestire: abbiamo così le molle che "sparano" le bambole in una determinata direzione nel secondo mondo, i nastri trasportatori a cui è possibile cambiare verso nel terzo, e così via, e a complicare ancora di più le cose troviamo elementi inamovibili, nemici da eliminare avendo prima raccolto il classico martello (che fa partire la musichetta presa direttamente da Donkey Kong!) e, in certi livelli, abitanti del Mushroom Kingdom imprigionati dallo scimmione, che vanno prima liberati e poi guidati verso la porta corrispondente al loro colore. Detta così, il gioco potrebbe sembrare di una difficoltà infernale, il che in effetti si riscontra negli ultimi livelli. In realtà però limitarsi allo stretto indispensabile, e cioè condurre tutti i Minimario alla porta finale entro un tempo limite, richiede solo un po' di pazienza e di "prova e sbaglia"; le cose cambiano se, e non vediamo perché non dovreste, volete raccogliere tutti i bonus presenti e completare così realmente ogni livello: in questo caso i pattern da seguire diventano molto più complicati, richiedendo dosi massime sia di pianificazione iniziale sia di destrezza mentale e manuale per modificare al volo e in pochissimo tempo gli elementi dello scenario. Ma quanta soddisfazione nel completare, magari al primo colpo, un livello già di media difficoltà!
L'allegro cantiere
Dopo gli otto livelli di ogni mondo, c'è lo scontro con DK in peli e muscoli, che unisce le dinamiche del gioco alla struttura del primo Donkey Kong: i Minimario che avete salvato nei livelli precedenti devono essere guidati fino allo schermo superiore dove si trova lo scimmione, che li ostacolerà in ogni modo, e stavolta non è possibile la pianificazione iniziale in quanto si parte già in movimento ed ogni tanto vengono introdotte nuove bamboline. Chiude il quadro il minigioco da sbloccare raccogliendo in ogni livello le lettere che compongono la parola "Minimario", invero la parte meno riuscita del gioco: dallo schermo superiore cadono giù bamboline e Funghetti, da convogliare nel contenitore giusto posto alla base dello schermo inferiore tramite le stesse dinamiche dei livelli canonici. Il gioco è talmente appassionante e spinge così tanto alla sindrome dell'"ancora un tentativo e poi smetto" che, anche a ostinarsi a ottenere i punteggi massimi in ogni livello, l'avventura single player non dura
tantissimo, specie una volta lasciatisi coinvolgere dalle sue meccaniche. Ad aumentare, esponenzialmente, la longevità, giunge la modalità Cantiere, che permette, in buona sostanza, di creare nuovi livelli e condividerli con gli altri giocatori tramite la trasmissione diretta da DS a DS e la Nintendo Wi-Fi Connection; ciò significa che, oltre a mettervi alla prova come level designer, potete scaricare (e valutare) le centinaia di livelli creati dai giocatori già disponibili online, il cui numero aumenta notevolmente di giorno in giorno. Come se non bastasse, Nintendo organizza regolarmente dei concorsi a tema per valutare il miglior livello e il suo creatore.
Mentre lo stile grafico utilizzato per filmati ed intermezzi sembra un pochino "strano" per un gioco di Mario (tende molto vagamente al "realistico"), non così la grafica in-game, ricca, fluida, colorata e decisamente demenziale nella rappresentazione dei personaggi; ma il fiore all'occhiello del reparto tecnico è decisamente il sonoro, che fa sfoggio di meravigliosi rifacimenti di tante musiche storiche dei vari giochi da cui si è tratta ispirazione per le attrazioni. Menzione speciale per Pauline e le sue grida di aiuto: chi ha prestato la propria interpretazione per dar voce al personaggio, non deve aver perfettamente inteso che si trattava di un gioco consigliato dai 3 anni in su...
Conclusioni
La prima volta che vi domanderete "Come cavolo ho fatto?" dopo aver completato un livello, capirete di essere diventati irrimediabilmente vittime delle dinamiche di gioco di Mario vs. Donkey Kong: Parapiglia a Minilandia, un titolo incredibilmente coinvolgente e appassionante, capace di far entrare il giocatore in una sorta di "trance creativa" per tutta la durata di una partita. I pochi ma fondamentali cambiamenti apportati alla formula l'hanno resa forse un po' più semplice, ma allo stesso tempo più fluida e focalizzata, per un seguito anche migliore del già eccellente secondo episodio. Unico punto debole, una longevità non ai massimi livelli, ma anche questa non sarà più un problema per chi, una volta finita l'avventura principale, vorrà dedicarsi alla creazione di nuovi livelli. In definitiva, uno dei migliori giochi mai visti su DS, da consigliare a tutti senza limitazioni di sorta.
PRO
- Coinvolgente ai massimi livelli
- La modalità Cantiere
- Musiche eccezionali
CONTRO
- Non lunghissimo in single player
- Il vero cattivo è Mario!