Quello di salvare il pianeta Terra è un obiettivo che ormai non spaventa più i videogiocatori, abituati a lottare contro ogni razza aliena possibile e immaginabile, e tiranni di ogni sorta pronti a ridurre il mondo in poltiglia. Ma è quando bisogna salvare la razza umana da essa stessa che le cose si fanno complicate: invece di un fucile da cecchino bisogna usare le giuste politiche per salvare le foreste, anziché sparare granate è necessario darsi da fare con l'istruzione nei Paesi sottosviluppati e così via.
Con più di un semplice pizzico di voglia di portare l'attenzione dei giocatori sui problemi reali del nostro pianeta, i ragazzi del team di sviluppo indipendente Red Redemption hanno dato vita a Fate Of The World, gioco che ci chiama per l'appunto a ricoprire il ruolo di guida di un'organizzazione internazionale, la GEO, impegnata a condurre il mondo verso la salvezza da inquinamento, riscaldamento globale, fame e tutte le problematiche che da qui a cento anni i grandi della Terra si troveranno inesorabilmente ad affrontare. Per farlo, la scelta è stata di indirizzare le meccaniche di gioco verso quelle di un classico strategico a turni, dove ponderare a dovere le nostre decisioni andando poi a scoprire i loro effetti sul mondo intero.
Good old days
Appena avviato Fate Of The World, il suo stile si dimostra immediatamente un po' retrò, quasi a omaggiare i tempi di Amiga: la presentazione filmata ne è di sicuro l'esempio più lampante, contemporaneamente in grado di chiarire quello che è il nostro ruolo all'interno del gioco prima di lanciarci nello scenario iniziale scelto come mini-tutorial dagli degli sviluppatori. Il nostro primo impegno è infatti quello di salvare l'Africa dalla povertà, dando alla sua popolazione un tenore di vita decente: sin dalle sue prime fasi, il gioco si occupa solo di fornire le informazioni essenziali per andare avanti, lasciando che sia poi l'esperienza diretta a far crescere il giocatore, al punto che anche questo primo scenario si dimostra tutt'altro che facile da digerire immediatamente. Come detto poco sopra, le meccaniche sono pienamente riconducibili a quelle di uno strategico a turni: in ognuna delle nazioni (o delle zone territoriali) giocabili possiamo spedire uno o più agenti GEO, in modo che il loro numero diventi anche quello delle possibili azioni da intraprendere in un turno: se per esempio negli Stati Uniti abbiamo due agenti è possibile prendere due diversi provvedimenti, e così via.
Le azioni da svolgere vengono identificate attraverso delle carte, o meglio dei mazzi sbloccabili separatamente creando l'apposito ufficio GEO nella nazione prescelta: la loro classificazione si divide in ambiente (verde), tecnologia (blu), energia (giallo), welfare (rosso) e politica (nero), più un "multicolore" che identifica provvedimenti a lungo termine di vario tipo. Volete che si avvii un programma d'istruzione in Sudafrica? Bene, allora sarà necessario costruire prima di tutto l'apposito ufficio del welfare per sbloccare il relativo mazzo, scegliendo poi al turno successivo la carta rossa che identifica l'azione che abbiamo in mente. Parlando di turni, a ogni avanzamento il motore di gioco ci porta avanti di cinque anni a partire dal 2020, per arrivare, al massimo, fino al 2200 a seconda degli scenari proposti dagli sviluppatori. Tra questi ultimi troviamo anche un "Dottor Apocalisse", con il quale dimenticare tutti i buoni propositi e fare in modo che la temperatura globale salga al punto da far estinguere tutte le razze viventi. Ma torniamo alle modalità di gioco normali, dove l'obiettivo è per l'appunto quello di evitare il peggio: salvare il mondo non è per niente facile e Red Redemption ce lo fa capire ampiamente grazie a tutta una serie di parametri da prendere in considerazione per arrivare al successo, tenendo presente anche il contesto del territorio specifico, andando così a ponderare con estrema attenzione i provvedimenti da prendere. Spingere troppo sull'industria può per esempio risolvere il problema del lavoro, ma causare l'innalzamento delle temperature e problemi nel reperire le materie prime. Il gioco del resto ci mette costantemente del suo per far sì che il giocatore debba studiare le proprie mosse con attenzione prima di passare al turno successivo, fornendo tutta una serie di informazioni importanti (è presente anche un'enciclopedia dei termini) che esaltano la volontà di Red Redemption di farci non solo giocare a quello che è un videogioco a tutti gli effetti, ma anche di far imparare qualcosa su delle tematiche che allo stato attuale dovrebbero interessare a tutti quanti noi.
Guardo il mondo da un oblò
Dal punto di vista tecnico c'è sicuramente poco da dire su Fate Of The World: lasciando completamente da parte ogni pretesa di effetti speciali, possiamo dire che le poche animazioni presenti assolvono perfettamente il loro compito, mentre l'interfaccia di gioco si presenta intuitiva soprattutto nel momento di giocare le carte, mentre viceversa la fase di consultazione dei dati si dimostra un po' più complicata del dovuto, complice anche la grande mole di parametri presenti. Il sonoro è composto da una serie di musiche che variano a seconda della nazione alla quale si stanno rivolgendo le proprie attenzioni, e poco più.
Conclusioni
Come sempre più spesso accade, sono proprio gli sviluppatori indie quelli ad avere la facoltà di potersi concedere il livello di libertà che ad altri è ormai precluso, tra esasperazioni da cifre di mercato e obblighi di vendita. Fate Of The World è un esperimento interessante, che va a toccare tematiche importanti offrendo allo stesso tempo al giocatore la possibilità di apprendere qualcosa di utile, senza per questo sfociare nell'essere una semplice enciclopedia interattiva. Anzi, il suo livello di sfida è in grado di mettere a dura prova anche il più abile degli strateghi, a patto di volersi lasciare coinvolgere nella sfida per salvare il mondo da sé stesso e non dai soliti alieni truzzoidi. Qualche scenario aggiuntivo sarebbe stato sicuramente cosa gradita, aggiungendo anche un pizzico di varietà agli obiettivi, ma venduto a 9.99 euro sui siti di digital delivery è sicuramente un modo interessante per vivere qualche "pausa impegnata" tra un titolone e l'altro sul proprio PC.
PRO
- Buon trattamento di problematiche reali
- Solido all'interno del suo genere
- Gran livello di sfida...
CONTRO
- ...che potrebbe portare alla frustrazione
- Presto ripetitivo
- Per completare uno scenario ci vuole anche fortuna
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 7
- CPU: Intel Core i7 920 2,66GHz
- RAM: 4GB
- Scheda video: GeForce GTX 470
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows XP, Vista, 7
- CPU: 2,33Ghz
- RAM: 2GB
- Spazio su disco: 1GB
- Scheda video 512MB
- Scheda audio
- Sistema compatibile DirectX 9