C'è qualcosa di sottilmente perverso in Torchlight. L'utenza PC lo aveva capito già due anni prima, quella console lo capirà oggi a proprie spese, nella fattispecie le tante ore investite in questo brillante codice. Qualcuno potrà risultare impermeabile all'opera di Runic (team nel quale militano molti programmatori di Diablo), ma sarà sufficiente essere quantomeno appassionati al genere RPG per finire inghiottiti nei suoi meandri. Dicevamo, in cosa consiste la magia di questo piccolo grande routinale action-RPG-slasher? Innanzitutto il contrasto di qualcosa che si presenta, appunto, incredibilmente piccolo, ma destinato ad espandersi in qualcosa di pericolosamente grande. Una volta avviato il gioco si viene immediatamente colpiti dal sua rigorosa essenzialità, nessuna presentazione roboante, nessuna schermata pomposa, si viene subito consegnati alla scelta del personaggio, anche qui limitati da un minimalismo estremo. Si passa tra tre classi decisamente stereotipate, il nerboruto guerriero, un mago dal design alquanto bizzarro e l'immancabile fanciulla. Nessuna personalizzazione estetica, ne' sessuale, tutto è già pronto, chiavi in mano e pronti a partire, ma non dimenticatevi di portarvi dietro il vostro fedele cucciolo. Che sia un lupo, felino o uno strambo dinosauro poco cambia, presto scoprirete che si tratta di molto più di una utile compagnia. Il passo successivo ci trasporta nella cittadina di, manco a dirlo, Torchlight, che rappresenta una vera e propria zona franca nell'economia dell'intero gioco.
Dov'è la mia torcia?
Lo scopo di Torchlight è quanto di più esile si possa immaginare; addentrarsi in una miriade di dungeon generati casualmente dal gioco, in una discesa che non sembra avere fine, popolata da nemici numerosi ed agguerriti, combattimenti a profusione,e tanti, tanti oggetti da raccogliere. Sì, non c'è altro davvero, e se per gli amanti di Diablo parliamo di una formula che colpisce diretta al cuore, per tutti gli altri può essere una soluzione spiazzante.
Ma non lasciatevi ingannare, Torchlight ha molto da offrire, possiede un magnetismo quasi surreale, difficile da razionalizzare con le parole. Il suo più grande fascino risiede nel collezionismo compulsivo nella sua forma più intima, ovvero finalizzata allo sviluppo di un solo personaggio. I dungeon sono ricolmi di oggetti da recuperare, scrigni ricchi di tesori, passaggi segreti, anfore, e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente le carcasse dei nemici non sono da meno, rilasciando anch'esse denaro e ulteriori oggetti. Quando l'inesorabile febbre della raccolta viene inevitabilmente frenata dall'esaurimento degli slot disponibili, arriva l'ora di rapportarsi con l'elaborato menu dell'inventario, e capire per davvero l'acuta funzione del nostro pet. Vogliamo approfondire particolarmente questa sezione, poiché rappresenta quasi un gioco nel gioco, e passerete nel suo interno larga parte del vostro tempo. Qui abbiamo una suddivisione tra le armi, le parti dell'armatura, le magie e gli oggetti di supporto, che spaziano tra pozioni curative, plichi dagli effetti disparati, anelli e speciali gemme da innestare su oggetti predisposti. Gli item adibiti al potenziamento del personaggio sono subordinati ai suo quattro valori principali, ovvero forza, destrezza, magia e difesa, questi a loro volta legati al livello conseguito, che mette a disposizione i punti esperienza necessari ad aumentarne i valori.
E' molto importante, a seconda del personaggio scelto, stabilire la sua indole combattiva trovando un equilibrio tra offesa e difesa. Conseguentemente a questa esigenza, dobbiamo tenere un occhio attento alle risorse richieste da ogni oggetto, e dispensare i punti di conseguenza per il loro utilizzo. La quantità spasmodica di oggetti recuperabili non facilita il compito, considerando che quelli più rari richiedono degli speciali plichi di riconoscimento, dei quali il gioco non è certo generoso, anche se attraverso uno speciale (e costoso) tipo di plico è possibile rimuovere tutti i punti esperienza investiti, per applicarli altrove.
La funzionalità del pet assume un'importanza cruciale nella sua possibilità di trasportare gli oggetti, diventando di fatto un archivio ambulante per il giocatore. Tutti gli oggetti non indossati o superflui possono essere trasferiti alla nostra fida bestiola, per poter essere poi comodamente rivenduti a Torchlight, dove il personaggio puo' tranquillamente teletrasportarsi attraverso speciali pergamene o portali. Una pratica tra l'altro fondamentale nell'economia dell'intero gioco, la cittadina è il principale fulcro per il commercio, l'acquisizione di nuove quest e il potenziamento degli oggetti, se non la possibilità di crearne di nuovi. Rappresenta anche una zona ideale come riferimento rispetto ai numerosi dungeon bonus, slegati dalla campagna principale, e raggiungibili sempre attraverso speciali pergamene. Assicuratevi però prima di aver raggiunto un adeguato livello e attrezzatura prima di lanciarvi! Tecnicamente Torchlight è una vera delizia per gli occhi. Nonostante l'inquadratura isometrica focalizzi maggiormente su una resa funzionale dell'azione, piuttosto che l'analisi dei particolari, questo non impedisce di apprezzare lo stile vivace e vagamente fumettoso che caratterizza il tutto. Niente di sconvolgente beninteso, ma fa piacere zoomando l'inquadratura scoprire dettagli sulle armature o un qualcosa che riesce sempre a catturare l'interesse, palesando un'encomiabile cura.
Obiettivi Xbox 360
Torchlight propone 12 obiettivi per un totale di 200 punti giocatore, ovvero lo standard per i Live Arcade. La maggior parte di essi è legata al completamento della campagna principale, che si assesta sulle 8 ore, terminate le quali avrete ottenuto la quasi totalità degli ambiti punti. Buona fortuna.
Le affinità elettive
Meno piacevole risulta la resa del framerate, soggetto a diversi cali nelle fasi più concitate e quando lo schermo si riempe di nemici, eventualità tutt'altro che remota. Fastidiosa risulta anche l'impossibilità di ruotare l'inquadratura a piacimento, una limitazione che si fa sentire proprio nei combattimenti, che li rende spesso caotici, specie quando entrano in ballo mostri dalle dimensioni ragguardevoli (il carnet è bello ampio). Niente che vada a inficiare la giocabilità fortunatamente, ma in un prodotto di questo tipo risulta importante capire esattamente cosa sta succedendo a schermo. L'interfaccia di gioco è stata adattata alle esigenze dell'utenza console con un buon risultato, ma la sua natura pc oriented non rende questo passaggio totalmente indolore. La suddivisione a categorie navigabili con i tasti dorsali porta a qualche momento di confusione e non risulta intuitiva come altri prodotti, vedi Oblivion. La complessità di mosse speciali e magie disponibili si scontra con la naturale limitatezza del pad, costringendo a mapparle sui tasti attraverso dei set intercambiabili con la croce direzionale, rendendo a volte confusionario capire quale stiamo effettivamente utilizzando. I combattimenti non si contraddistinguono certo per uno smodato livello strategico, ma d'altronde questa è una prerogativa strettamente legata alla tipologia di gioco, e i Runic si dimostrano decisamente abili nel scongiurarne la noia spingendo sul principale motore propulsivo di Torchlight: la raccolta di oggetti. Assente qualsiasi modalità multiplayer, un peccato considerate le potenzialità di condivisione del prodotto. L'unica possibilità è quella di regalare qualche item agli amici in lista, e porre fine alla loro vita sociale! Torchlight è privo di localizzazione italiana, è quindi richiesta una buona conoscenza dell'inglese per comprenderne a fondo le meccaniche. Utente avvisato...
Conclusioni
Torchlight rappresenta un'aggiunta decisamente gradita nel parco Xbox Live Arcade, un action RPG in grado di provocare elevata dipendenza grazie al suo sistema di gioco semplice, anche se mai approssimativo. Il desiderio di esplorarne ogni angolo per raccogliere la miriade di oggetti disponibili è fortissimo per tutte le ore necessarie a completarlo, che non sono poche considerando i numerosi segreti disponibili, le quest secondarie e i dungeon nascosti. I combattimenti sono sempre divertenti, anche se non certo tecnici, e la varietà di scenari e bestiario non fa mai scemare la curiosità di andare avanti. Il passaggio da PC a console non è stato del tutto indolore, a partire da un'interfaccia non impeccabile e una realizzazione tecnica che mostra il fianco a qualche rallentamento di troppo. E l'assenza del multiplayer è un vero peccato. Per tutto il resto, Torchlight può rappresentare un'autentica droga virtuale e il peggior nemico della vostra vita sociale.
PRO
- Graficamente squisito
- Provoca dipendenza
- Ottima l'idea del pet
CONTRO
- Qualche rallentamento di troppo
- Interfaccia di gioco non sempre inappuntabile
- Niente multiplayer