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Highway to the danger zone

Ace Combat ritorna sulle console domestiche con Assault Horizon, rinfrescando la formula classica con una serie di aggiunte interessanti. Vediamo come risulta il tutto

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   11/10/2011

Versione testata: Xbox 360

Sedici anni (o diciannove, se si considera un primo capitolo uscito soltanto in sala giochi) per una serie videoludica sono tanti, specialmente per un genere come lo sparatutto aereo che non offre più di tanto possibilità di reinvenzione ed evoluzione strutturale. Ace Combat può contare su una buona base di appassionati ma quando si pensa al titolo, nella maggior parte dei casi, si associa ad esso la tipica esperienza di gioco da "caccia al puntino rosso" che spesso condanna questa tipologia di giochi ad un'esperienza non propriamente memorabile, un ibrido scarsamente definito di sparatutto e simulatore di volo. Eppure Namco non ha demorso dall'evoluzione della serie e dopo un sesto capitolo (secondo la numerazione dei titoli per console domestiche) che portava avanti il gioco soprattutto dal punto di vista tecnologico, Project Aces è riuscita a far compiere ad Ace Combat un progresso sostanziale anche per quanto riguarda il gameplay, offrendo un'interpretazione genuinamente next gen della storica serie.

Highway to the danger zone

Lungi dal voler essere un altro paradigma del noto immobilismo videoludico nipponico, Ace Combat: Assault Horizon introduce una serie di novità che spingono avanti la struttura ludica di pari passo con il comparto tecnico, variandone il gameplay e cercando di eliminare alcuni punti deboli storici che parevano ormai cronicamente legati allo stesso concept di base. Ne è emerso un gioco che illustra la guerra aerea in maniera corale, seguendo vari punti di vista all'interno di specializzazioni diverse del combattimento aereo, mantenendo il tipico stile romanzato della produzione Namco - in questo marcatamente diversa dalla serie HAWX di Tom Clancy, più legata ad un solido impianto fanta-politico - ma proponendo una trama che intreccia il destino di vari personaggi. Assault Horizon non riesce ancora a scrollarsi di dosso certi problemi intrinseci del genere, ma certamente fa di tutto per smarcarsi da una struttura pericolosamente stantia.

Esportatori di democrazia

Ace Combat: Assault Horizon è uno dei pochi titoli della serie ambientati nel mondo reale e non nella versione alternativa della Terra che caratterizza solitamente la produzione nipponica. Questo comporta un maggiore realismo di base per quanto riguarda la trama, che pur rimanendo saldamente ancorata al tipico stile romanzato, affronta in maniera più approfondita una storia di cospirazioni e rivolte internazionali con tanto di colpi di scena. Nulla di trascendentale in ogni caso: una squadriglia delle Nazioni Unite/NATO si ritrova a seguire lo svolgersi degli eventi bellici dal continente africano all'Europa fino all'Asia, con tanto di riesumazione della minaccia rossa con gli pseudo-russi ancora brutti e cattivi come un tempo.

Highway to the danger zone

Si tratta comunque di dettagli di secondaria importanza, perché c'è tanto gameplay in questo gioco e una volta che ci si trova a volare nel cuore della battaglia "non c'è tempo per pensare", come diceva il saggio Maverick, e il sostrato narrativo diventa rumore di fondo. Dunque la storia si snoda attraverso una buona quantità di missioni (una ventina circa, a seconda della suddivisione che vi si vuole dare) composite, scomposte in diverse sotto-sezioni, che generalmente offrono una buona varietà di situazioni tra caccia, attacchi a terra, missioni di scorta, incursioni e quant'altro ma risultano a volte un po' troppo allungate e tirate per i capelli. L'altra innovazione fondamentale al level design, connessa con la nuova narrazione corale, è la presenza di diverse specializzazioni per i piloti protagonisti della storia, che ci portano a bordo di diversi mezzi e impegnati in ruoli differenziati. Il Colonello William Bishop ci porta a bordo di vari aerei da caccia o attacco a terra, rappresentando la sezione tradizionale del gioco, mentre il Capitano Doug Robinson della squadriglia elicotteri ci farà guidare per la prima volta nella serie un Apache. Occasionalmente ci troveremo nel ruolo di mitragliere a bordo di un Black Hawk o a controllare diverse tipologie di armi in qualità di artigliere su un bombardiere d'alta quota, situazioni che determinano cambiamenti sostanziali nel gameplay di base.

Questione di dinamica

Buona parte della campagna è impostata secondo la struttura classica della serie: alla guida degli aerei la struttura rimane fedele a quella storica, uno sparatutto smaccatamente arcade con qualche influsso simulativo, sebbene alcune variazioni inserite in questo capitolo risultino fondamentali per movimentare la meccanica di gioco. È possibile scegliere tra due diversi modelli di "guida" dell'aereo, uno più simulativo dell'altro modificando l'esecuzione della virata, ma entrambi comunque portati prettamente ad un approccio arcade. Per scongiurare la sindrome da "fuoco a distanza contro un puntino rosso", gli sviluppatori hanno cercato di variare quanto più possibile il level design ed esaltato il dogfight attraverso l'utilizzo della "modalità dinamica", un'opzione che si può innescare avvicinandosi al bersaglio.

Highway to the danger zone

In MD il nemico è visualizzato in maniera ravvicinata dando la possibilità di tenerlo al centro dell'hud per una quantità di tempo sufficiente a garantire che il missile vada a segno, oppure mitragliarlo con maggiore precisione grazie allo zoom attivato, mentre nelle missioni di attacco a terra l'MD si concentra sui bersagli da colpire consentendo degli attacchi più precisi e sequenziali. In modalità dinamica il volo appare parzialmente assistito in modo da garantire inseguimenti prolungati e combattuti, poco realistici ma indubbiamente spettacolari. Il dogfight è arricchito inoltre dall'introduzione di manovre evasive da effettuare con il giusto tempismo per scrollarci i nemici dalla coda, cosa che crea la possibilità di ribaltare l'esito dei duelli aerei e rende più stimolante lo scontro uno contro uno, sia nella modalità storia che nel multiplayer. Prima di ogni missione è possibile scegliere il proprio aereo preferito tra una serie di proposte - che aumentano con il progredire nel gioco - adatte alla tipologia di missione (caccia o caccia-bombardieri), e l'arma secondaria speciale, cosa che personalizza in parte lo stile di volo del giocatore.

Mezzi di distrazione

Un buon lavoro è stato fatto da Project Aces per assicurare una certa varietà al gameplay in single player, con la struttura di gioco che cambia sostanzialmente da una missione all'altra, cambiando mezzo e ruolo. Con l'elicottero in particolare viene proposto un nuovo modello di volo alquanto convincente: alla guida dell'Apache dobbiamo imparare un'impostazione dei comandi completamente diversa e la stessa meccanica delle missioni subisce una variazione decisa, improntata maggiormente sull'attacco di obiettivi a terra e su missioni di supporto alla fanteria riuscendo a fornire una valida alternativa alla normale dinamica del volo con l'aereo, seppure meno strutturata e perfezionata rispetto alla normale routine a bordo dell'aereo.

Highway to the danger zone

Molto meno convincenti le sezioni in qualità di mitragliere e artigliere che sostanzialmente propongono un semplice tiro al bersaglio piuttosto caciarone, ma funzionano a dovere come semplici intermezzi di stacco tra una missione in volo e l'altra, oltre a contribuire a quella molteplicità di punti di vista sulla guerra che caratterizza la narrazione di questo capitolo. Altro supporto alla quantità di soluzione ludiche è dato dal multiplayer, che si presenta qui in 4 diverse modalità, ovvero Conquista la Capitale, Deathmatch, Dominazione e Co-Op. La prima, a squadre, richiede l'abbattimento di obiettivi nemici a terra, nella fattispecie il quartier generale della squadra avversaria, la seconda è il classico multiplayer tutti contro tutti, la terza ci vede conquistare e controllare per quanto più tempo possibile determinate zone di guerra e la quarta propone la possibilità di giocare missioni singole in multiplayer cooperativo. Sebbene la build distribuita non abbia consentito una prova molto approfondita del multiplayer, l'offerta variegata di modalità assicura comunque un buon apporto di ore di gioco aggiuntive, anche se il cuore dell'esperienza di gioco di Ace Combat: Assault Horizon resta sicuramente l'epica campagna in singolo.

Obiettivi Xbox 360

50 obiettivi per un totale di 1000 punti è il bottino in palio all'interno di Ace Combat: Assault Horizon. Gli achievement sono distribuiti per la maggior parte all'interno della Campagna, legati ad eventi particolari che contraddistinguono le varie missioni ma in molti casi si raggiungono attraverso performance particolari. Un certo numero è dedicato alle modalità multiplayer, ma sono una minoranza. Percorrere interamente la Campagna sblocca un buon numero di punti ma in linea di massima è necessaria una certa dedizione per completare la collezione.

Tra cielo e terra

Il colpo d'occhio in Ace Combat: Assault Horizon è spettacolare, così come il genere ci ha ormai abituato tra il capitolo precedente e i due HAWX di Ubisoft. Il cielo, con tutti i suoi effetti di illuminazione e particelle, è realizzato in maniera ottima così come lo sfondo a terra da una certa distanza, anche in questo caso l'utilizzo di mappe satellitari garantisce un ottimo livello di realismo. Il problema cronico dei simulatori di volo persiste anche in questo caso: all'avvicinarsi verso il suolo compaiono le magagne tra texture slavate e poco definite stese sullo sfondo che contrastano con gli elementi in rilievo su cui si è concentrata l'attenzione dei grafici, come i grattacieli delle missioni metropolitane. Sono piccolezze, intendiamoci, ma nelle missioni di attacco a terra è facile notare lo stacco tra i fasti del punto di vista a migliaia di metri d'altezza e l'arrancare dei poligoni a pochi centimetri dal suolo. Si distinguono un po' le sezioni in elicottero, che essendo studiate per essere vissute a bassa quota presentano scenari a terra più solidi, non dovendo presentare un'estensione enorme.

Highway to the danger zone

Decisamente elementari, anche da questo punto di vista, le sezioni di "tiro a segno" in qualità di mitragliere e artigliere, che si confermano un po' i momenti di flessione qualitativa dell'intera produzione, stacchi poco convincenti tra le missioni "serie". Notevoli in generale i modelli degli aerei e degli elicotteri sui quali si confermano piuttosto ferrati i grafici di Project Aces, così come notevole è la sensazione generale di spettacolarità che sprigiona dalle missioni aeree, grazie ad una sapiente armonia di regia epica, situazioni estreme, movimento della telecamera e colonna sonora incalzante. Per quanto riguarda l'accompagnamento audio, peraltro, bisogna menzionare l'ottimo lavoro di localizzazione in italiano svolto da Namco Bandai, con un buon livello di doppiaggio sia durante le scene d'intermezzo che - soprattutto - nelle concitate fasi di battaglia nel vivo delle missioni.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.3
Lettori (91)
8.0
Il tuo voto

Per la sua natura stessa di ibrido mal definito tra sparatutto e simulatore, Ace Combat stenta a raggiungere l'eccellenza, piegato alle contingenze della fredda battaglia aerea moderna e dell'intrinseca mancanza di varietà nelle missioni. È un problema strutturale, legato al concept stesso di un gioco che prende elementi da due generi diversi e difficilmente compatibili, che tra loro tendono piuttosto ad influenzarsi negativamente che a formare un connubio convincente. Tuttavia la serie Namco Bandai riesce spesso ad eccellere in quello che è poi il senso più genuino del genere: l'epica spettacolarizzazione dello scontro aereo, rafforzato da elementi realistici nell'ambientazione e nei riferimenti bellici ma slegato dal fardello simulativo per librarsi in situazioni estreme e in tal modo appaganti. Per la prima volta poi, l'evidente volontà di variare la limitata struttura di gioco riesce effettivamente a ravvivare l'esperienza e a rendere questo Assault Horizon uno degli Ace Combat più divertenti dell'intera serie.

PRO

  • Nuovi mezzi e situazioni variano l'azione
  • La modalità dinamica aumenta il fattore spettacolare
  • Ottima offerta di modalità multiplayer

CONTRO

  • Qualche elemento di discontinuità nella realizzazione tecnica
  • Le sezioni di "tiro a segno" comunicano ben poco
  • Le missioni sono spesso un po' troppo allungate