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L'ultima speranza

Un tentativo di riportare in auge gli sparatutto spaziali ci ricorda quanto è difficile dire qualcosa in questo complesso genere

RECENSIONE di Mattia Armani   —   06/02/2012

Dal punto di vista dell'atmosfera SOL: Exodus si difende piuttosto bene nonostante l'evidente modestia del progetto. Musiche di buon livello e dialoghi doppiati in inglese con una discreta cura riescono a calarci rapidamente nei panni di un pilota impegnato in una difficile missione spaziale. L'umanità infatti è sull'orlo del disastro. Il sole sta morendo. Ma dall'altra parte del cosmo c'è un rimedio e deve essere riportato a casa. Purtroppo la via attraverso il sistema solare è irta di ostacoli e l'oscurità dello spazio non cela solo la speranza ma anche nemici estremamente potenti.

Uno spazio relativamente profondo

Dal punto di vista del sistema di guida SOL: Exodus è un titolo alla Wing Commander. Targeting istantaneo, afterburner quasi sempre carico, astronave estremamente maneggevole e anche qualche tocco di classe come la possibilità di entrare in modalità slide, ovvero roteare il muso dell'astronave senza modificare la spinta inerziale impressa al velivolo in precedenza, tenendo semplicemente premuto il tasto destro del mouse. Tra le altre facilitazioni troviamo poi la possibilità di agganciare i bersagli tenendo premuto il tasto di lancio dei missili. Estremamente intuitivo insomma, anche se il sistema di targeting è terribilmente spreciso sia dal punto di vista grafico che da quello pratico con cicli random e indicatori pessimi.

L'ultima speranza

Ma non è questo l'unico problema del titolo la cui struttura limitata è inconfrontabile con quella della maggiorparte degli esponenti del genere. Mancano infatti scelte, bivi, libertà e soprattutto manca la sensazione di crescita. Questo nonostante un timido sistema di avanzamento che consente di spendere punti per migliorare armi, scudi e afterburner. Il velivolo infatti è uno e uno solo, per tutto il titolo e alla seconda missione tutte le armi sono già disponibili e non hanno possibilità di evoluzione. Ovviamente alcune sono più efficaci in determinati momenti, ma si tratta di meccaniche fin troppo semplici e implementate non al meglio. Inoltre a complicare il tutto troviamo un sistema di collisioni a dir poco imbarazzante con impatti scadenti, navi che rimbalzano le une sulle altre e compenetrazioni che amplificano la già elevata confusione di un titolo approssimativo. Ovviamente si tratta di un gioco da 10 euro ma viste le poche missioni, che sono solo 8, ci sarebbe stato spazio per una cura maggiore.

Intrappolati in un universo limitato

Le missioni sono strutturate secondo i canoni del genere con orde di caccia da abbattere rapidamente, siluri da fermare e difese da neutralizzare. Un'impostazione classica dunque a cui SOL: Exodus aggiunge la possibilità di hackerare la tecnologia nemica attraverso alcuni nodi, generalmente posizionati in punti chiave delle ammiraglie. Questa feature permette di ottenere svariati vantaggi come utilizzare i cannoni della nave avversaria contro i suoi stessi alleati o la disabilitazione dei missili e dei motori del vascello ostile. Un'aggiunta interessante ma implementata in modo spartano, inficiata dalle collisioni pessime e limitata in termini ludici a un minigioco elementare che richiede di leggere il codice decripato mentre si combatte. In sostanza lo sbarco dei marines o il recupero di un corpo di Wing Commander 5 sono fuori discussione. Il motore grafico non prende minimamente in considerazione oggetti dettagliati e l'intera struttura del gameplay risulta oggi davvero troppo semplificata, nonostante le piccole variazioni sul tema, per potersi misurare con la maggior parte degli esponenti del genere.

L'ultima speranza

E questo senza considerare l'intelligenza artificiale spesso scarsa se non addirittura inesistente, con i caccia avversari che si limitano a manovre convulse effettuate in modo completamente randomico per poi concedersi alle nostre armi senza battere ciglio. Gran parte della difficoltà è infatti incentrata sul design forzato delle missioni, sul numero dei nemici e sul numero di missili sparati verso la nostra ammiraglia o verso qualche trasporto. Non aspettatevi dunque duelli degni di questa definizione né una reale soddisfazione nel portare a termine un obiettivo. Come già anticipato anche dal punto di vista estetico il titolo non spicca. Di fronte ad alcuni elementi di buona qualità c'è un cosmo popolato da vascelli poco ispirati, texture slavate, container abbozzati e asteroidi che sembrano arrivare da un paio di generazioni videoludiche fa. Persino le basi, che grazie alle dimensioni generose potrebbero essere caratterizzate da un design appena più complesso, sono al di sotto delle possibilità medie di qualsiasi progetto realizzato con l'Unreal Engine. Un quadro non certo incoraggiante insomma, soprattutto se consideriamo che a un prezzo inferiore esistono titoli con modelli di guida similmente intuitivi ma molto più ricchi, dettagliati e caratterizzati da una formula open space come Galaxy on Fire 2. Certo, in quest'ultimo la componente open è piuttosto limitata, ma in SOL manca del tutto. Ovviamente non si tratta di un elemento obbligatorio, ma è chiaro da anni che limitare il movimento nello spazio aperto è una contraddizione evidente. Una contraddizione che l'appassionato di questo genere avverte dolorosamente.

Conclusioni

Multiplayer.it
5.0
Lettori (5)
6.4
Il tuo voto

Il viaggio nello spazio di SOL: Exodus dura poco viste le sole 8 missioni e la trama che, pur essendo presentata in modo suggestivo, è piuttosto banale e tirata via. Come per le armi e per il velivolo manca infatti la sensazione di crescita o di evoluzione, ovvero manca l'unico elemento che avrebbe potuto bilanciare le evidenti lacune tecniche del titolo. In sostanza se siete in totale astinenza e 10 euro non rappresentano una spesa, potreste farci un pensiero tanto per togliervi lo sfizio di provarlo, consci dei limiti enormi dell'esperienza che vi troverete ad affrontare. Tutti gli altri farebbero bene a lasciar perdere.

PRO

  • Uno space combat spaziale intuitivo
  • Sonoro coinvolgente
  • Timidi tentativi di introdurre qualche novità...

CONTRO

  • ...ma sono fallimentari a causa dei troppi limiti del titolo
  • Esteticamente trascurato anche per un titolo low budget
  • Corto e poco coinvolgente dal punto di vista ludico

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • OS: Windows 7
  • Processore: Intel Core i7 920
  • RAM: 6 GB
  • Scheda video: GeForce GTX 570 GLH

Requisiti minimi

  • Processore 1.8Ghz Intel Core 2 Duo o AMD Athlon X2
  • 2 GB di ram
  • NVIDIA GeForce 7600 GS o ATI Radeon HD 2400 Pro 256 MB
  • 4 GB di spazio su disco fisso