12

Londra capitale del minigioco

Nell'Antica Grecia in occasione delle Olimpiadi qualsiasi guerra eventualmente in corso veniva "sospesa" per la durata dell'evento: pare però che Bowser ed Eggman non la pensino allo stesso modo...

RECENSIONE di Michele Maria Lamberti   —   23/02/2012

Quando anni fa SEGA acquisì la licenza dal Comitato Olimpico Internazionale per adattare i Giochi Olimpici, quelli estivi così come quelli invernali, al formato videoludico, decise di adottare un "doppio binario" che poteva suscitare qualche perplessità, ma che all'atto pratico delle classifiche di vendita e dei relativi incassi, si è rivelato un successone. Mentre sulle macchine della concorrenza la casa giapponese pubblicava la classica simulazione sportiva multievento, sulle console Nintendo si dedicava a un più peculiare party game, sulla scia del successo di Mario Party et similia. Non solo: tale party game diventava sul piccolo DS niente di più (o niente di meno) che una minigame collection e, dulcis in fundo e probabilmente la caratteristica più di spicco del tutto, il gioco ufficiale delle Olimpiadi di Pechino in salsa Nintendo diventava (ufficialmente) il primo gioco in assoluto nel quale i mondi di Mario e di Sonic, un tempo arcirivali nelle classifiche di vendita e simboli di due vere e proprie filosofie opposte di intendere il videogioco, si univano, con i due eroi e relativi seguiti intenti a competere amichevolmente lungo tutta una serie di eventi vagamente ispirati agli sport realmente olimpici.

L'importante non è vincere...

Cominciamo subito da quella che è una peculiarità della versione 3DS rispetto alla controparte Wii uscita alla fine dell'anno scorso: nell'edizione portatile esiste una trama. C'è infatti tutta una Modalità Storia che, snodandosi attraverso vari episodi alcuni dei quali dedicati al porcospino blu e altri all'idraulico baffuto, racconta di come i due supercattivoni Bowser ed Eggman abbiano, in occasione delle Olimpiadi di Londra, unito le forze per fare quello che ai supercattivoni riesce meglio, che non si sa mai benissimo cosa sia ma che dev'essere per forza una cosa brutta.

Londra capitale del minigioco

Sfoggiando un senso dell'ironia non indifferente e molto inglese, i due alleati hanno così deciso di avvolgere la capitale in una nebbia dagli strani colori, ben diversa da quella solita della città, e talmente pesante da impedire il regolare svolgimento della Cerimonia di Apertura. Ovviamente la situazione non può stare bene a Mario, Sonic e rispettivi compagni d'avventura, giunti a Londra per l'evento, che cominciano ad indagare: per ostacolarli, i due geni del male creano dei loro alter ego "nebbiosi", che sfideranno nei vari sport gli eroi veri. Avrete capito che la trama non è esattamente un Capolavoro shakespeariano, così come le lunghe cut scenes che introducono le varie sfide difficilmente faranno concorrenza ai film della Pixar: in effetti, il vero valore della Modalità Storia, nonché il motivo per cui ne parliamo per prima, è quello di funzionare come una sorta di tutorial guidatissimo e molto accessibile ad almeno alcuni dei 57 eventi presenti nella scheda, giusto per avere un primo assaggio della sostanza ludica. E infatti, una volta capito l'andazzo, probabilmente lascerete andare la traballante storia per concentrarvi sui singoli minigiochi. Questi, come dicevamo, sono in tutto 57, ognuno dei quali ispirato ad una disciplina olimpica e come queste divisi per categoria: atletica leggera, atletica pesante, nuoto, discipline ginnico/artistiche e così via.

Londra capitale del minigioco

Usiamo il termine "ispirati" perché l'interpretazione di ogni sport è talmente libera, dovendo ridurre il tutto a un minigame della durata massima di una manciata di minuti, che di riproduzione realistica di questa o quella dinamica non vi è quasi mai la minima traccia. E così se discipline dal funzionamento molto semplice come i 100 metri piani o i 50 stile libero conservano un'attinenza con lo sport reale, con la prima che prevede una furiosa pressione del pulsante A al momento dello sprint finale e la seconda che chiede di picchiettare con ritmo e velocità sul touch screen per simulare le bracciate, una specialità più complessa come, tanto per fare un esempio, il beach volley, diventa una sorta di rhythm game dove conta solo schiacciare A al momento giusto. Il tutto, certo, al servizio della scelta fatta di sfornare una collezione di minigames, ma anche, sembra, in un'altra ottica, e cioè quella di servirsi di praticamente tutte le caratteristiche che il 3DS offre. Un vero e proprio sciorinare di tutti i sistemi di controllo possibili si snoda lungo le sintetiche descrizioni che precedono ogni prova: non solo pulsanti + pad scorrevole e touch screen, ma anche sensori di movimento e accelerometri vari, e addirittura il microfono nel quale urlare o soffiare. E all'interno di queste grandi "categorie" di sistemi di controllo, filosofie diverse: anche il judo si gioca coi pulsanti come i 100 metri piani, ma è una specie di quick time event nel quale premere la giusta combinazione di pulsanti prima dell'avversario, così come la sbarra sfrutta il touch screen, ma in maniera diversa dai citati 50m stile libero. E ancora, se la gara di tiro utilizza il movimento della console in maniera molto intuitiva, per mirare, potrebbe sorprendervi che anche nella scherma è previsto il movimento del 3DS, al quale corrisponde lo spostarsi avanti e indietro dello schermidore lungo la pedana.

L'effetto 3D

Un po' come tutte le componenti tecniche del gioco, la stereoscopia fa il suo dovere senza esaltare: l'effetto 3D non cambia di certo in alcun senso l'esperienza, rivelandosi una piacevole aggiunta che peraltro, cosa sempre gradita, non influisce sul framerate. Occhio però a quelle discipline che prevedono l'utilizzo di tilt sensor e giroscopi vari: in questi casi è chiaro che l'effetto 3D va disattivato, in quanto la console non resterà sempre perfettamente davanti ai vostri occhi.

...ma saltare in testa ai Goomba.

Se la scelta di avvalersi di tutte le caratteristiche del 3DS è da un lato certamente vincente, dall'altro è la causa prima di una sensibile disparità di valore tra alcuni giochi ed altri meno riusciti, quasi come se proprio per coprire tutte le possibilità disponibili i programmatori abbiano dovuto ricorrere talvolta a soluzioni poco efficaci. Certo, nella preferenza verso una disciplina piuttosto che un'altra entrano molto in gioco i gusti personali, ma urlare con tempismo per sollevare un bilanciere (è così che funziona il sollevamento pesi) può essere divertente non più di un paio di volte.

Londra capitale del minigioco

E' comunque, quello di una certa incostanza tra i vari eventi, un difetto comune a tutti i giochi del genere, tanto maggiore peraltro quanti più sono i minigiochi disponibili; il team di sviluppo mostra anche una certa propensione alla sfida, rappresentata da tre livelli di difficoltà l'ultimo dei quali in genere parecchio ostico. Troverete quasi sicuramente anche solo una manciata di sport che vi appassioneranno talmente tanto che vorrete per forza completarli anche alla difficoltà più alta, a tutto vantaggio della longevità. Inoltre, una volta perso interesse per il singolo minigioco, vi potrete dedicare al medley degli stessi, una sorta di campionato composto da diverse discipline (vi sono molte combinazioni precostituite ma siete liberi di creare le vostre) che ancora aumenta la difficoltà e risulta più appassionante dell'evento unico. Ovviamente non può mancare il multiplayer, che è anzi la vera anima di una collezione di minigame, fino a quattro giocatori, sia competitivo che cooperativo e anche in Download Play; ma qui ci troviamo di fronte all'altro punto debole del prodotto, ossia la mancanza del multiplayer via internet. Un gran peccato, visto che ormai l'online play è una caratteristica (quasi) comune su console Nintendo e, anche se è vero che un party game si utilizza al meglio con gli amici vicini piuttosto che lontani, sarebbe stata una graditissima opportunità in più: l'online c'è, ma solo per tenere conto delle classifiche mondiali di 23 delle 57 discipline. Seppur privo di una feature che altri giochi hanno, Mario & Sonic ai Giochi Olimpici di Londra 2012 è comunque sufficientemente longevo, specie se troverete di vostro gradimento una buona parte dei minigiochi. Uno sguardo rapido al reparto tecnico prima di passare al commento: rapido perché non è che ci sia molto da dire. La grafica è colorata, ricca, dettagliata, fluida, niente di particolarmente impressionante ma non si può, effettivamente, chiedere di più ad un gioco del genere; il sonoro resta invece anonimo laddove non vada ad usare qualche famoso brano di musica classica, ma è impossibile non citare le odiose, odiosissime "voci" dei personaggi che, ripetendosi ogni due secondi con le stesse due o tre espressioni, diventeranno il vostro incubo durante i lunghi intermezzi narrati della Modalità Storia.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.0
Lettori (22)
7.7
Il tuo voto

Mario & Sonic ai Giochi Olimpici di Londra 2012 è quanto di più lontano ci possa essere da una simulazione sportiva: è un party game declinato come collezione di minigiochi. Una volta chiarito questo è ovvio che stiamo parlando di un genere particolare, che dà il meglio di sé, come il nome stesso indica, se giocato con gli amici in divertenti sessioni spensierate, e nell'ambito di questo genere particolare il titolo qui presente risulta essere certamente il migliore su 3DS dove, al momento, non ha particolari rivali. E' molto curato in ogni sua parte, molto vario, discretamente longevo e, anche se esiste una certa discrepanza tra minigiochi congegnati molto bene ed altri il cui sistema di controllo sembra inutilmente cervellotico, e nonostante la mancanza di multiplayer online, chi cerca un titolo 3DS per ravvivare le proprie serate in compagnia, può smettere di cercare.

PRO

  • Un gran numero di discipline
  • Ben strutturato
  • Ci sono Sonic e Mario!

CONTRO

  • Alcuni dei minigame sembrano troppo cervellotici
  • Niente multiplayer online