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A Sangue Freddo - Spie si nasce

RECENSIONE di La Redazione   —   23/04/2001

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Pierce Brosnan ci piace una cifra

Ma veniamo al sodo... sta a vedere che Orion stronca 'sto titolo su due piedi. Prima di tutto io non voglio stroncare niente e nessuno, perché ognuno di noi sa quanta fatica e quante risorse umane vengono impiegate nella realizzazione di un gioco. Solo che mi preme far notare che qui di errori ce ne sono purtroppo, e piuttosto seccanti. La mezza delusione risiede infatti nel lato tecnico di ASF, non nel gioco puro.
Il sistema di controllo del personaggio è decisamente impreciso, e se durante la soluzione di qualche enigma poco ce ne importa, quando alla materia grigia lasciamo spazio alle "mani" sono dolori. Si finisce letteralmente impallinati ogni due per tre facendo il girotondo su se stessi, o si perdono gli attimi giusti riducendosi a riprovare i tentativi parecchie volte. (Per tacere di un enigma che è stato risolto pigiando per caso un tasto-azione in preda al nervosismo).
La grafica è inchiodata saldamente a 640x480, e se per i fondali nulla si può dire, dato che risultano comunque piacevoli, per i personaggi poligonali un po' di attenzione in più non avrebbe guastato, dato che i frame di animazione sono pochini, e solo aguzzando la vista scorgerete le fattezze di persone apparentemente appartenenti al popolo dei senzavolto.
Concentriamoci allora sull'atmosfera e su ciò che la arricchisce: il reparto sonoro. Gli effetti tutto sommato sono buoni e gli stacchi musicali, seppur molto sporadici, arrivano al momento giusto.

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Una missione non troppo impossibile...

Il vero cruccio è la localizzazione.
Molti amano i giochi in italiano perché si sentono più coinvolti e si capisce tutto, molti altri invece lamentano un lavoro grossolano e frettoloso incurante degli strafalcioni commessi. Diciamo che in questo caso gli appartenenti al secondo gruppo avranno un motivo in più per restare della loro idea. E' apprezzabile che ci siano parecchi dialoghi nel gioco, ma alcune voci non sono decisamente all'altezza. In una situazione dove il coinvolgimento è tutto non è possibile che Cord sia talmente freddo e incolore da parlare sotto tortura come se stesse recitando le preghierine della buona notte. Vero è che dopo un po' cercherete di non farci più caso presi come sarete a salvare la pellaccia (e a ricaricar salvataggi), ma così facendo si va avanti un po' meccanicamente tra un capitolo e l'altro del gioco, con sempre qualcuno che ci dice cosa fare e noi che eseguiamo, lasciando poco spazio alla deduzione personale. In una situazione ad esempio troverete un fusibile di un ascensore, e il personaggio lo identificherà come tale. L'idea è quella di rimuoverlo, ma non ci riuscite. Solo trovando un tecnico che vi dirà: "Esiste un tot fusibile di tot ascensore" tornerete sui vostri passi e lo rimuoverete come niente fosse. Non solo rogne comunque ma un'ancora di salvezza c'è, rappresentata dai filmati.

Chiudendo un occhio sulla "plasticosità" dei volti e dei movimenti (invero abbastanza comune a svariati titoli) ci aspettano un nutrito numero di sequenze animate, che sottolineano i punti chiave o esaltano le nostre azioni più "estreme" come l'attraversare burroni appesi a una corda o disperati arrembaggi a carri armati enormi.
Ogni tanto certe situazioni e dialoghi vi strapperanno un sorriso, e con una buona dose di tolleranza sopporterete anche il super agente segreto, accompagnandolo all'arrembaggio.
Questo sempre a condizione che vi appassioni lo spionaggio e che il fascino del recente Mission Impossible 2 al cinema si faccia ancora sentire.
Non escono molti titoli di questo genere, forse potreste provarlo anche per questo motivo. 
Ma se Tom Cruise vi sembra solo un piccoletto viziato che gioca a fare lo spaccone, allora evitate ASF: vi farebbe l'effetto di un whisky la mattina dopo una nottata trascorsa in un pub irlandese.

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Sean Connery è il nostro credo

A scanso di equivoci vi metto subito in chiaro una cosa: A Sangue Freddo è una mezza delusione. Oddio, perché mezza? E soprattutto perché delusione? Lo saprete fra qualche riga.
Prima mi sembra giusto introdurvi nell'ambientazione del gioco vera e propria. Innanzitutto il genere: un mix tra Resident Evil come modalità di visualizzazione delle scene e controllo del movimento, ovvero schermate statiche renderizzate con personaggi poligonali che vi si muovono all'interno; e una serie di enigmi e situazioni alla Broken Sword.
Non a caso il team di sviluppo di A.S.F (il cui titolo originale è In Cold Blood) è costituito dai Revolution, celebri appunto per gli episodi della Spada Spezzata.
Voi impersonate John Cord, agente segreto inglese sulle tracce di un collega misteriosamente scomparso in Volgia, ipotetica nazione russa retta da una dittatura crudele e oppressiva, nella persona del sanguinario Dimitri Nagarov.
Ben presto la trama si farà sempre più fitta e tutto ruoterà attorno ad una misteriosa sostanza energetica azzurra.
In realtà il background del gioco è strapieno di tutti i cliché tipici delle spystory degne di 007, e se questo da un lato può far sorridere i più "attempati" fra di noi, ormai avvezzi alla rappresentazione del cattivo come capo di un'organizzazione dal look filo-nazistico, dall'altro ci presenta davanti agli occhi elementi decisamente kitsch come i cannoncini rotanti piazzati come se niente fosse lungo la tromba delle scale di alcuni uffici.