“Alzi la mano chi vuol fare il coreano”... “Forza ragazzi, è la stessa cosa!”
Sfruttando l'integrato sistema di chat vocale quindi, i due team sono messi nella condizione di doversi organizzare per conquistare un vantaggio tattico e di equipaggiamento, piuttosto che lanciarsi a rotta di collo verso le linee nemiche, guardandosi contemporaneamente le spalle e massimizzando le potenzialità della suite che vestono. Strategica, profonda e infinita, power struggle dimostrerà solo con il tempo tutto il suo valore, diventando quasi certamente un'acqua di cultura perfetta per clan e tornei.
Dopo questa carrellata di buoni propositi trasposti digitalmente con successo, non è possibile non intravedere una piccola ombra, comunque non in grado di stroncare o anche solo intaccare il giudizio sino a questo momento espresso: si è scelto di dividere i server in base al sistema operativo utilizzato, XP o Vista, dando modo a coloro in possesso del secondo di avvantaggiarsi di una serie di migliorie nella gestione della fisica, che rendono possibili tutte le distruttive evoluzioni sperimentate nel corso delle missioni che compongono la campagna, e nell'alternanza del giorno e della notte. I possessori dell'ultimo nato di casa Microsoft potranno comunque partecipare alle partite su base DirectX 9, ma l'impossibilità per tutti gli altri, la maggioranza, di fare il contrario, resta una limitazione non di poco conto in termini di utenza raggiungibile.
Imporre un nuovo standard? No, meglio essere il futuro che tentare di raggiungerlo
Visivamente, il primo impatto con l'isola situata nel mare delle filippine che fa da sfondo alle vicende, lo è nel senso letterale del termine, vedendo il giocatore paracadutarsi con pochissimo successo nelle gelide acque oceaniche, a pochi metri di distanza dalla riva. Quei primi, pochi secondi tra apnea, un accenno di nuoto e poi la riva, bastano a lasciare senza parole: la notte stellata non impedisce infatti di notare i banchi di timidi pesci intenti a scansare il soldato scelto Dunn, mentre una tartaruga si appresta con passo felpato a guadagnare nuovamente il mare dal quale era poco prima giunta. Il tutto con un livello di dettaglio stupefacente.
Crysis è prodigioso e non manca di riservare scorci mozzafiato a profusione, attimi di qualità difficilmente sperimentabili altrove, tra fonti di luce complesse ed esplosioni mai così vicine alla realtà, passando per un fumo e una nebbia volumetrici in grado di spremere qualsiasi scheda grafica presente sul mercato.
Un discorso a parte lo meritano gli avversari. Coreani o legati al capitolo alieno che siano, i modelli sono curati sin nei minimi dettagli, con animazioni fluide e credibili oltre che dotate di un'ottima varietà e, nel primo caso, accompagnate da una mimica facciale perfetta nel rendere giustizia a emozioni di rabbia, determinazione o paura, in base al contesto. Molto curata anche l'intelligenza artificiale, che comanda coperture e strategie di battaglia ancora distanti da quelle che un giocatore esperto può escogitare, ma superiori di molte lunghezze agli algoritmi solitamente sfruttati.
Imporre un nuovo standard? No, meglio essere il futuro che tentare di raggiungerlo
Le ambientazioni si avvalgono di texture magnifiche per definizione e dettaglio, combinate in shader che regalano riflessi, rifrazioni e trasparenze letteralmente in grado di bucare lo schermo, all'interno della foresta, ghiacciata e non, quanto nei palazzi, in acqua e nelle strutture aliene. Impressionante, poi, come tutto quanto sia stato descritto fino ad ora si combini con una profondità di campo chilometrica, con – quasi – ogni elemento presente sul fondale effettivamente raggiungibile. Crysis va oltre la volontà di imporre un nuovo standard tecnico, e tutto il resto offerto dall'universo videoludico è molto distante, ora e credibilmente nei prossimi mesi.
La fisica è direttamente gestita dal CryEngine 2 alla pari di ogni altro aspetto tecnico – no, niente Havok questa volta – e permette di scagliare oggetti così come di abbattere intere baracche, case e piccole costruzioni a suon di proiettili ed esplosivi. Una situazione tipica, che si ripete più volte, è quella che vede l'uscita di strada del mezzo di turno, vuoi per la morte del conducente, vuoi per un danno arrecato a ruote e motore: questo potrà sbandare per poi schiantarsi e prendere fuoco, abbattere metri di flora o, terzo esempio di una serie infinita di possibilità, travolgere altri nemici rivelandosi più utile del previsto.
Anche il sonoro non delude, presentandosi in veste di cilliegina su una torta già incredibilmente gustosa. La natura, in particolare, è resa più viva da fruscii, versi di animali e passi differentemente resi in base alla superficie calpestata, con una colonna sonora di sottofondo davvero poco intrusiva e spesso relegata a filmati o situazioni di speciale interesse. Il doppiaggio, in italiano nella versione nostrana, è buono e quando presenta dei cali lo fa non tanto per la recitazione, quanto per dialoghi a tratti eccessivamente didascalici e solo apparentemente intensi.
Il momento tanto agognato è infine giunto: quando queste righe verranno lette, probabilmente il lettore di Multiplayer.it potrà già vedere le copie di Crysis esposte nella vetrina del negozio sotto casa; in tal caso, il consiglio è quello di vestirsi, uscire e ricordarsi il portafogli, la recensione può benissimo essere consultata durante la lunga installazione di tutti i 12 GB che compongono il nuovo capolavoro CryTek.
L'attesa è stata spasmodica per una quantità di differenti motivi, che non risiedono esclusivamente nella cornice meravigliosa esternata sin dal primo screenshot ufficiale. L'oramai vecchio di tre anni Far Cry, di cui l'oggetto della recensione è molto più che il successore spirituale, aveva convinto appieno, mancando per un pelo la nomea di capolavoro assoluto, probabilmente a causa di alcune scelte di design non brillanti e la presenza di un certo Half-Life 2 che nei mesi seguenti avrebbe rappresentato un miraggio di qualità e profondità.
Dopo molti premi vinti ad ogni evento e da parte di qualsiasi testata pensabile a memoria d'uomo, la softco tedesca è quindi pronta a mostrare il frutto di tanta fatica e liberare questo titolo dall'immensa responsabilità che oramai lo schiacciava.
Uomo giallo avrò il tuo scalpo. O ti ucciderò silenziosamente. Ma sì, anche aggirarti può andare bene!
La vita degli archeologi è sempre particolarmente emozionante nelle opere letterarie, cinematografiche e videoludiche. È questo anche il caso di un gruppo di ricercatori americani che nel 2020 fanno una misteriosa scoperta in un'isola posta nelle acque tra la Cina e le Filippine, facendo poi perdere le loro tracce. La conseguente invasione di quel lontano fazzoletto di terra da parte delle forze nord coreane, convince gli Stati uniti d'America a spedire sul luogo degli avvenimenti un piccolo contingente di quattro soldati Delta Force, tra i quali l'alter ego dell'utente, Jake Dunn.
Nei panni di questo nerboruto action hero, andranno ingaggiati gli avversari che di volta in volta ostacoleranno la strada, risolto il mistero e salvato il pianeta da una mostruosa razza aliena. Ovviamente per sbrogliare questa articolata matassa di avvenimenti, raccontati lungo i livelli di gioco, servono poteri al di fuori del comune: la Nano Muscle Suit vestita dal soldato Jake è infatti un prodigio tecnologico in grado di amplificare fino all'estremo le capacità fisiche del protagonista, aprendo un mondo di possibilità e scelte.
La tuta si presenta composta da un serie di fasci di fibre argentee e garantisce, come prima funzione, la rigenerazione progressiva della salute, permettendo di evitare la raccolta di medikit. Nulla di particolarmente nuovo sino a questo momento, se non fosse per l'ulteriore peculiarità di rilasciare sostanze speciali o mutare la propria struttura, così da garantire quattro abilità speciali: forza, velocità e resistenza ai proiettili a dir poco disumane, in aggiunta all'occultamento ottico.
Uomo giallo avrò il tuo scalpo. O ti ucciderò silenziosamente. Ma sì, anche aggirarti può andare bene!
Non servirebbe nemmeno specificare quali risvolti bellico-tattici una simile strumentazione porta con sé. In qualsiasi momento e tramite il menù consultabile premendo la rotella del mouse, è possibile scattare a velocità mostruose per aggirare un gruppo troppo nutrito di avversari oppure, qualora si venisse colti di sorpresa, irrobustirsi così da subire meno danni e quindi utilizzare la super forza per compiere uno spettacolare balzo verso il nemico, sollevarlo da terra a mani nude e scagliarlo lontano. D'altro canto, interi livelli, specialmente i primi ambientati in una lussureggiante natura di una foresta ancora intonsa, non chiedono altro che essere percorsi in silenzio e mimetizzati nella propria invisibilità, ricordandosi che questa è limitata a un certo numero di secondi e si consuma istantaneamente quando viene sparato anche un singolo colpo.
L'arsenale a disposizione consta di fucili, pistole, granate, lanciamissili e, in generale, della strumentazione che è possibile immaginarsi in dotazione ai super soldati della Delta Force del futuro prossimo venturo e all'esercito coreano di quegli stessi anni. A rendere profondo, ma per nulla complesso, il sistema di gestione delle armi sono le modifiche che possono essere apportate a esse: mirini di precisione, d'assalto, faretti e lanciagranate, ma anche proiettili stordenti o incendiari e silenziatori. Ci sono insomma tutte le risorse per crearsi degli strumenti cuciti sul modo di giocare che ciascuno ha.
Come ti comando Crysis
I ragazzi di CryTek sono riusciti a racchiudere le molte informazioni e opzioni necessarie al giocatore in un'interfaccia piuttosto snella e uno schema dei comandi anch'esso non eccessivamente laborioso. Buono a sapersi, visto che l'uscita del titolo sotto l'etichetta Games for Windows ha imposto la compatibilità con l'ottimo pad di Xbox 360. Ovviamente le sessioni in prima persona si avvantaggiano dell'accoppiata mouse e tastiera, ma anche l'ergonomica periferica nata su console riesce a garantire una buona reattività, dimostrandosi addirittura alla pari quando si tratta di guidare i veicoli.
Qualora si fosse quindi in possesso di entrambi i sistemi di comando, una prova è consigliata.
Scende il gelo sulla jungla
La campagna single player di Crysis è, come oramai noto dalle molte anteprime pubblicate, divisa in parti distinguibili per l'ambientazione che di volta in volta ci si troverà a percorrere. A proposito è subito possibile fugare un dubbio piuttosto pressante: per quanto la struttura del gameplay, aperta e accostabile al genere sandbox, ricordi non poco quanto provato in Far Cry, la sensazione di ripetitività che questo tendeva a manifestare sulla lunga distanza è del tutto assente, facendo delle circa 10-11 ore di durata di Crysis una compatta quanto mai noiosa esperienza.
Tutta la prima parte, con gli scontri senza quartiere contro le forze coreane, è chiaramente votata all'esaltazione del lavoro svolto in sede di sviluppo della tecnologia alla base del titolo. Gli obbiettivi, primari o secondari che siano, portano l'utente a sfruttare ogni singola risorsa messa a disposizione dalla nano tuta e dal motore grafico-fisico, facendo alternare scontri tra le spiagge e gli alberi – regolarmente rasi al suolo dai colpi, con le conseguenti e spettacolari cadute al suolo – ad altri dentro o appena fuori strutture umane, siano esse piccoli accampamenti o enormi edifici di cemento. Nonostante questa libertà concessa, la storia progredisce in modo credibile e molti giocatori avranno certamente voglia di rigiocare ancora e ancora queste prime ore per scoprire ogni singola via alternativa percorribile, ogni risvolto del gameplay e tutte le chicche inserite.
Scende il gelo sulla jungla
Le righe che seguono sono frutto di una certa indecisione sul da farsi: l'intenzione di non spoilerare nulla è salda, ma la necessità di puntualizzare come la svolta presa dal titolo sia non solo estetica, è seminale. Senza quindi rivelare dettagli troppo succulenti, basti sapere che la trama subisce una svolta, l'isola viene inglobata da una sfera al cui interno tutto è congelato e che voi ci sarete dentro.
La jungla prima rigogliosa è ora completamente asettica e, aiutati dai nemici di un tempo, verrà chiesto di muoversi per questa spettacolare neo-Lapponia, sconfiggendo le terribili macchine mandate dagli alieni. L'azione diventa quindi meno libera, spesso surrogata alla difesa della propria persona dai continui attacchi: i mezzi dall'uso prima opzionale saranno ora necessari e buona parte dell'approccio riflessivo consentito in precedenza, va a farsi benedire a favore di adrenalina e corse a rotta di collo.
Due anime distinte, che poi sarebbero tre, considerando le sessioni a gravità zero all'interno dell'astronave: senza indugiare in dettagli indesiderati, basti sapere che viene mantenuta la progressione verso un sempre più guidato level design, per quanto non mancheranno scelte e vie secondarie.
Il livello di sfida offerto è generalmente piuttosto alto e delle tre possibilità standard, quella intermedia è certamente consigliabile a coloro affrontassero per la prima volta il gioco. All'estremo opposto della scala dei valori si pone invece il così detto Delta mode, un incubo di proiettili e caricamenti continui delle partite salvate, che metterà a dura prova la pazienza di chiunque.
DirectX 9 o 10? Quale hardware?
Il capitolo dedicato alla disquisizione del comparto tecnico di Crysis è valido per la resa garantita – con un quantitativo di frame per secondo leggermente sotto i 30 - su un sistema dotato di processore multi core di ultima generazione, una scheda video similmente recente e un minimo di 2 GB di RAM. Ovviamente in base ai modelli ci saranno differenze e certe impostazioni dovranno essere alzate oppure abbassate, ma lo splendore resta. Per tutti gli altri è necessario scendere a compromessi: il singolo GB di memoria, che diventa 1,5 GB sotto Vista, richiesto come minima di sistema è veramente un collo di bottiglia notevole e non permette di spingersi a risoluzioni oramai acquisite come standard, figurarsi quelle native dei sempre più presenti 22” e 24”.
Le differenze tra l'uso delle DirectX 9 e 10 sono marcate specialmente quando sul monitor vengono visualizzati gli effetti più complessi di illuminazione e particellari, anche se modificando i valori di alcuni file di sistema, è possibile garantirsi anche su XP una resa simile a quella ottenibile su Vista.
Ponendo tutti i valori al minimo invece, viene purtroppo a mancare una parte dell'esperienza, essendo specialmente il campo visivo penalizzato a tal punto da non poter più mettere in pratica parte delle tattiche che altrimenti rivestono un ruolo fondamentale nell'approccio ai livelli. In ogni caso, la scalabilità è garantita, una demo è stata rilasciata e poche prove basteranno per capire a quali limiti è consentito spingersi; indicativamente, munirsi di un Intel Core Duo 6400 o equivalente, un paio di GB di DDR2 e una scheda video paragonabile come prestazioni alla ATI 1650 XT, dovrebbe concedere di giocare tutto con dettagli medio-bassi a 1280x720.
Commento
Quando sul piatto della bilancia sono posti molti anni di attesa e promesse apparentemente spropositate, spesso il risultato è discutibile e non riesce a soddisfare la aspettative dei giocatori. Crysis supera questo spauracchio con un prodigioso balzo – complice la nano tuta protagonista del gioco - di tecnica e giocabilità, proponendosi come uno dei migliori sparatutto in prima persona usciti negli ultimi tempi.
La struttura che rese famoso Far Cry è stata a tratti ampliata ai suoi massimi estremi, con una libertà di movimento impressionante, periodicamente modificata nel corso dell'avventura single player per evitare che monotonia e frustrazione possano venire a galla. A ciò deve essere aggiunto un multiplayer che cola grasso da ogni dove, non tanto per quantità ma certamente per qualità e capacità di trasportare l'esperienza in singolo nell'insidioso campo dell'online.
Le richieste esose, soprattutto sotto Vista, non lo renderanno visivamente godibile appieno a molti utenti, che però resteranno in possesso di un titolo da sfruttare come cartina tornasole dei futuri aggiornamenti hardware portati alla propria macchina.
Pro
- Enorme e divertente
- Campagna dalle infinite possibilità, multiplayer dal potenziale stellare
- Tecnicamente galattico...
- ...a patto di poterselo permettere, altrimenti resta comunque godibile
- I server divisi per sistema operativo rischiano di creare confusione per clan e leghe
Requisiti di Sistema
Requisiti Minimi Windows XP
- Processore: Intel Pentium IV 2.8 GHz o Intel Core 2.0 GHz o AMD Athlon 2800
- RAM: 1 GB
- Scheda Video: NVIDIA GeForce 6800 GT, ATI Radeon 9800 Pro
- Spazio su disco: 12 GB
- Processore: Pentium 4 3.2 GHz o Intel Core 2.2 GHz o AMD Athlon 3200
- RAM: 1.5 GB
- Scheda Video: NVidia GeForce 6800 GT, ATI Radeon X800 Pro
- Processore: Intel Core QX6700
- RAM: 2 GB
- Scheda Video: NVIDIA 8800 GTS 320MB
“Alzi la mano chi vuol fare il coreano”... “Forza ragazzi, è la stessa cosa!”
Per quanto grande, spettacolare e stupefacente sia la campagna, come ogni cosa bella, prima o poi finirà per stancare, magari dopo aver sudato sangue nel tentativo di portarla a termine anche alla laboriosa difficoltà Delta.
Quando arriverà quel momento non sarà però ancora il caso di serrare il DVD di Crysis tra le fila della propria collezione, essendo disponibile un ottimo comparto multiplayer in grado di intrattenere per mesi, anni se la comunità risponderà in modo adeguato.
Una prima modalità, dal non troppo originale nome di instant action, mette sul piatto il classico deathmatch, durante il quale prodigarsi per darsele di santa ragione fino allo scadere del tempo o al raggiungimento del punteggio limite. Le nano tute sono presenti e funzionanti nel medesimo modo sperimentato nell'esperienza di gioco in singolo, rappresentando già di per sé una certa dose di novità nel panorama delle sfide offerte dai moderni sparatutto online.
Crytek si è però riservata un colpo di innovazione, introducendo una seconda tipologia di partita: power struggle, di cui è comunque presente un esaustivo tutorial. Ci si troverà divisi in due squadre da massimo 16 utenti – Delta Force contro coreani, la differenza è solo estetica - all'interno di cinque mappe, nella quali verranno a trovarsi tutta una serie di strutture adibite, ora al potenziamento del proprio arsenale e alla creazione di mezzi ancora più devastanti, ora all'attivazione di punti di rinascita, utili se non fondamentali viste e considerate le dimensioni mastodontiche delle ambientazioni. A corredo c'è inoltre un sistema di punti, spendibili per acquistare nuove armi, e la possibilità di accrescere il proprio grado; le modifiche non sono però persistenti e si esauriscono finita la partita. L'obbiettivo finale è quello di nuclearizzare la base nemica, dopo essere riusciti a sviluppare uno tra gli appositi strumenti in grado di portare a termine questo compito.