Swinga che ti passa
King of Swing si presenta come un curioso ibrido tra platform e puzzle game, potendo contare su una struttura ludica assolutamente non convenzionale: in sostanza, l’utente ha il compito di comandare il celebre gorilla Nintendo all’interno di una serie di livelli dall’estensione prevalentemente verticale, il tutto semplicemente contando sulle capacità di Donkey Kong di appendersi ed oscillare (lo “swing” che dà titolo al gioco, per l’appunto) su appositi sostegni visibili sullo schermo. Una sorta di free climbing estremo, insomma. Gli appigli necessari all’ascesa sono chiaramente identificabili come delle palline colorate, che possono presentarsi disposte in singole unità oppure schierate in serie, formando vere e proprie pareti da scalata. A livello pratico, comunque, l’azione dell’utente si esprime sfruttando quasi esclusivamente i tasti dorsali del Game Boy Advance: la pressione di L od R fa dunque in modo che Donkey Kong si sposti a sinistra o a destra sulla terraferma, mentre una sollecitazione simultanea di entrambi i pulsanti permette al gorilla di compiere un salto in verticale utile a raggiungere i primi appigli disponibili. Una volta in volo, è necessario nuovamente agire sui tasti dorsali per aggrapparsi ai sostegni a portata delle braccia (la sinistra o la destra, relativamente al pulsante premuto) del peloso protagonista: così facendo, il nostro gorilla opererà una rotazione attorno al punto d’appoggio, pronto per librarsi verso la direzione dettata dal rilascio del dorsale dedicato. Le scalate di King of Swing si compongono dunque di rapidi passaggi da un appiglio all’altro, con l’utente che deve avere buon gioco nell’indirizzare correttamente il gorilla verso la meta desiderata sempre facendo attenzione al tempismo necessario per afferrare un sostegno al momento giusto. Più semplice da assimilare che da descrivere, il gameplay di King of Swing non si riduce comunque alla mera ascesa verso la fine del livello, ma presenta anche diversi elementi atti ad ostacolare il giocatore nella sua impresa.
Calma e sangue freddo
I vari stage sono infatti costellati di nemici, barili ed impedimenti di vario genere, che vanno prontamente eliminati al fine di proseguire: ciò è reso possibile dall’attacco caricato in dotazione di Donkey Kong, effettuabile a seguito di una pressione simultanea di L ed R lunga un paio di secondi. Non potevano poi mancare le banane, che in King of Swing si trovano sparse all’interno degli scenari di gioco e che vanno meticolosamente raccolte dall’utente, al fine di poterle spendere durante l’azione per recuperare parte dell’energia persa (tasto B) oppure per acquisire invincibilità e maggiore potenza di slancio per un breve periodo di tempo (tasto A). Questo è sostanzialmente ciò che King of Swing ha da offrire: e sebbene sulle prime battute il prodotto Nintendo appaia discretamente divertente e vario (grazie a tutta una serie di variazioni sul tema presenti all’interno dei livelli, come leve da tirare o sassi da lanciare sfruttando sempre il moto oscillatorio di Donkey Kong), ben presto si cominciano ad intravederne i grossi limiti. King of Swing è infatti vittima di un level design spesso terribilmente irritante: un contatto di troppo con un nemico (frequentemente causati dalla scarsa efficacia dell’attacco in dotazione del gorilla), un salto mal calibrato o una frazione di secondo di ritardo nell’aggrapparsi ad un sostegno bastano per costringere l’utente a dover ripetere da capo un’intera scalata, coi deleteri risultati che è possibile immaginare. Oltretutto, il gioco tende a rendersi noioso prima del dovuto, a causa di un gameplay sì originale, ma che probabilmente manca di una sufficiente carica di dinamismo. King of Swing è inoltre un titolo decisamente breve nella sua modalità principale, affiancata esclusivamente da una serie di minigiochi certamente non straordinari. La generale piattezza di fondo del prodotto Nintendo si riflette anche sulla sua realizzazione tecnica: graficamente, King of Swing fa sfoggio di una cosmesi nella media, globalmente piuttosto povera di dettagli ma comunque funzionale alla tipologia di gioco. Fanno eccezione –in negativo- i menu e soprattutto la mappa degli stage, orribili sotto ogni punto di vista. Sul fronte sonoro, infine, da segnalare la classica serie di effetti “nintendosi” e un accompagnamento musicale piuttosto ripetitivo, che non aiuta di certo l’utente a liberarsi dell’irritazione causata dal design di diversi stage di gioco.
Commento
Donkey Kong: King of Swing è un titolo dalle discrete premesse, che però viene irrimediabilmente rovinato da un level design troppe volte sbilanciato ed irritante e da una generale piattezza di fondo dell'azione di gioco, che avrebbe necessitato di qualche elemento in più per risultare maggiormente stimolante. Tuttavia, il prodotto Nintendo non può considerarsi un fallimento su tutti i fronti, anzi: l'idea di base è originale, alcune trovate all'interno degli stage sono davvero intelligenti e il titolo in generale può costituire un piacevole passatempo per alcuni. Ma la scarsa longevità e la tendenza a rendersi noioso e ripetitivo non rendono di certo King of Swing uno dei migliori exploit del gorilla con la cravatta.
- Pro:
- Idea di base originale
- Inizialmente piacevole e divertente
- Contro:
- Level design mal calibrato
- Breve e poco intenso
- Generalmente piuttosto piatto
Recentemente protagonista di diversi titoli per Gamecube e Game Boy Advance, il buon vecchio Donkey Kong sembra aver preso gusto a prestare la propria ingombrante immagine quasi esclusivamente a prodotti dai concept decisamente atipici. Con Donkey Konga (ed il prossimo Jungle Beat) a sfruttare la pittoresca periferica Bonga, lo scimmione ha dato prova su Gamecube di essere in grado di coniugare l’originalità con la qualità: ora, una sfida del tutto simile gli viene presentata in ambito portatile, proprio con questo Donkey Kong: King of Swing.