Il gioco si avvia presentandoci una sequenza presa dai fotogrammi originali della serie animata, amalgamati in maniera casuale e senza utilità alcuna per comprendere l'incipit della storia che verrà narrata nel gioco. Apprendiamo quindi dal manuale allegato che Son Goku è in visita al Maestro Muten per presentare ai suoi amici di sempre (Crilin, Bulma, Olong, ecc.) Il suo figlioletto Son Gohan. Ovviamente, tutti coloro che conoscono la trama principale dell'epopea di Dragon Ball, sanno bene quali sciagure si stanno per abbattere sulla vita di questi personaggi e quale virata seriosa prenderà da questo momento in poi la serie. Inaspettatamente, irrompe nel felice quadretto un personaggio malvagio e chiave, che spingerà la storia verso nuovi territori narrativi scelti dall'autore, rivelando il misterioso passato di Son Goku. Da questo situazione in poi prenderemo davvero in mano le redini del gioco, guidando il nostro alter ego attraverso terre inospitali alla ricerca del figlioletto rapito, spingendoci pure oltre (qualcuno ha detto Namecc?).
Immediatamente, il sistema di controllo mette in luce alcuni limiti che seppure fastidiosi, possono essere superati con l'allenamento. I movimenti sono legnosi e pare di dover spingere a forza il povero Son Goku che improvvisamente sembra aver perso tutta la sua agilità; sono completamente assenti gli spostamenti diagonali, costringendoci ad anacronistici quanto esasperanti spostamenti combinati alternati sulle quattro direttrici (destra, su, sinistra, giù). Per quanto riguarda gli attacchi, l'eroe è dotato di una discreta varietà degli stessi, benché all'inizio solo pugni e Onda Kamehameha siano disponibili. Progredendo, i punti esperienza ci permetteranno di ampliare il nostro armamentario nonché la nostra capacità di volare (inizialmente molto limitata, utile per evitare alcuni ostacoli). In quest'ultimo periodo è racchiusa l'anima RPG del titolo (ovvero l'"evoluzione" del personaggio, prerogativa del genere), che per il resto rimane soltanto Action. Purtroppo le magagne del sistema di controllo disturbano non poco l'esplorazione, ma soprattutto gli scontri, che specialmente agli inizi si risolvono sempre a nostro sfavore: i "semplici" lupi che numerosi popolano le foreste provocheranno più di una manciata di sgradite dipartite. Per giunta è richiesta una precisione millimetrica negli attacchi, che altrimenti rischieranno di andare sempre a vuoto e vista l'impossibilità del movimento diagonale è facile immaginare la semplicità con la quale si può soccombere ai nemici. Con il tempo la situazione migliorerà e sarà allora che potrete godere con maggiore serenità dell'esperienza di gioco.BR> Fortunatamente, dal punto di vista grafico il lavoro svolto dal team di sviluppo è gradevole e mai sotto tono. Certo, spesso gli ambienti sono realizzati con motivi ripetitivi, ma la palette dei colori si mantiene varia ed è efficace nel ricreare le varietà cromatiche dei luoghi caratteristici della serie. Inoltre, in linea di massima la caratterizzazione dei personaggi è efficace, così pure come le animazioni (funzionali ma niente di più). Il comparto sonoro invece è davvero deludente: pochi, anonimi effetti e un accompagnamento musicale ripetitivo faranno storcere il naso a chi si aspettava la trasposizione perfetta nel gioco del sonoro del cartone animato.
Per quanto riguarda la trama abbiamo già detto che essa ricalca a grandi linee quella narrata da Toriyama, con l'aggiunta di qualche episodio inedito. Purtroppo il nostro compito sarà soltanto quello di assistere impotenti agli eventi, senza che questi riescano mai a catturare davvero l'interesse del giocatore (specialmente se cultore della serie). Cercare l'oggetto X per consegnarlo al personaggio Y è la prassi più comune. I rari intermezzi animati, assemblati con i fotogrammi del cartone animato rendono soltanto più amaro il boccone e fanno rimpiangere la visione di un qualsiasi episodio della serie.
Un ulteriore commento finale si impone comunque. Certamente non siamo di fronte ad un capolavoro, ma sicuramente ad un gioco che, nel bene e nel male, riesce a portare sugli schermi dei nostri GBA, buona parte degli elementi presenti nei cartone e nei fumetti. Dragon Ball ha un forte richiamo su una fascia d'età molto ampia (chi nell'ottantaquattro ha iniziato a leggerne il manga ha oggi almeno 24-25 anni), pur tuttavia gli adulti che ne rimangono tuttora attratti saranno rimasti pochi, perciò naturalmente il target ideale è quello di bambini e adolescenti che hanno conosciuto questi personaggi in tempi più recenti. Da ciò si evince come gli sforzi profusi nel realizzare questo The Legacy of Goku siano condivisibili se si voleva tenere accessibile il titolo a chi di soli videogiochi non vive e comunque ai giocatori più giovani, che per quanto si dica facciano prodigi, un genere come quello degli RPG possono non digerirlo proprio agevolmente. Ciò non toglie comunque la nota di demerito che mi sento di conferire ai WebFoot Technologies.
- Pro:
- Personaggi ricreati in maniera chiara e riconoscibile
- Può piacere ai vostri figli maniaci di Dragon Ball
- Contro:
- Aspetto sonoro non valutabile
- Giocabilità minata da controlli limitanti
- Elementi RPG illusori
La saga infinita
Quest'ultima (cronologicamente parlando) produzione di Infogrames per GBA fa parte di un gruppo di tre (le altre due sono una per GBC e una per PS2) che hanno l'intento di riproporci nuovamente l'universo di Dragon Ball in forma ludica. Nel corso degli anni infatti sono state innumerevoli le trasposizioni videoludiche delle storie di Son Goku e soci, tra Super NES e PSX soprattutto, incarnatesi generalmente in picchiaduro bi e tridimensionali (sempre di dubbio valore). Questa volta, invece, il genere scelto dai WebFoot Technologies è quello degli Action/RPG, attualmente traboccante e logoro, salvo rari, illustri, esponenti (chi ha detto Zelda?!). Quindi, come per le inesauribili e pedanti serie cartacea e animata, un'ulteriore titolo loro dedicato pretende di occupare prezioso spazio nella nostra personale ludoteca. Avrà tutti i requisiti per meritarsi un tale posto di prestigio?