Annunciato ufficialmente al Tokyo Game Show 2020, EDENS ZERO Pocket Galaxy è il videogioco dedicato a uno dei manga di maggior successo fra le opere emergenti, creato da Hiro Mashima a partire dal 2018, composto al momento da diciannove volumetti (la pubblicazione è ancora in corso) ma già diventato una serie animata che è possibile guardare anche in Italia su Netflix.
La trasposizione nella forma di un mobile game potrebbe apparire forse riduttiva rispetto al mercato delle console, ma Konami la pensa evidentemente in maniera diversa e infatti è possibile percepire fin dalle prime battute il valore produttivo di un titolo dai risvolti tradizionali, ma decisamente ambizioso: ve ne parliamo nella recensione di EDENS ZERO Pocket Galaxy.
Storia
La storia di EDENS ZERO Pocket Galaxy riprende quella del manga e dell'anime, raccontandoci del misterioso pianeta Granbell e della popolazione di automi che lo abita: si tratta di un luogo nato come una sorta di parco tematico ma abbandonato nel corso del tempo. Un giorno la graziosa b-cuber (una sorta di variazione cosmica degli youtuber) Rebecca Bluegarden lo visita insieme al suo gatto robotico, Happy, ed è lì che comincia l'avventura.
Fra gli androidi del pianeta c'è infatti anche un misterioso ragazzo, Shiki Granbell: un incrocio fra Goku e Rufy che non ha mai incontrato altri esseri umani e che è stato allevato dal Grande Re Demone Ziggy, un potente robot che però ha smesso di funzionare da diversi anni, lasciandogli in dote il potere dell'Ether Gear della Gravità e spronandolo a visitare nuovi mondi per farsi degli amici.
Alla vista di Rebecca, gli androidi di Granbell fingono un'insurrezione per fare in modo che Shiki parta insieme alla b-cuber e compia così il proprio destino, visto che in realtà il ragazzo non è nato in quel luogo bensì molto lontano da lì. Registratosi nella gilda degli avventurieri e diventato il capitano della nave Edens Zero insieme ad alcuni nuovi compagni di viaggio, Shiki si pone l'obiettivo d'incontrare la Madre: un'entità cosmica che nessuno è mai riuscito a raggiungere.
Per quanto inevitabilmente derivativa in alcuni frangenti, la trama di EDENS ZERO Pocket Galaxy si lascia seguire in maniera molto piacevole grazie all'ormai collaudatissima caratterizzazione dei personaggi di stampo nipponico, che nel giro delle prime missioni vede la coppia iniziale confrontarsi con nuovi comprimari che si uniranno alla squadra, come ad esempio Weisz Steiner, la robottina Pino, la ginoide Witch Regret e la guerriera Homura Kogetsu.
Gameplay
Il gameplay di EDENS ZERO Pocket Galaxy si rifà alle meccaniche tradizionali degli action RPG di stampo mobile, con un approccio che risulta dunque semplificato rispetto alle produzioni per PC e console ma non al punto da assecondare ben note dinamiche freemium come l'innalzamento artificioso della difficoltà e, in generale, il concetto di paywall.
Il sistema di combattimento è infatti caratterizzato da controlli touch discretamente immediati e precisi, con agganci automatici per quanto concerne l'attacco di base e le special (ma la ultimate da questo punto di vista finisce spesso per andare a vuoto), nonché la possibilità di saltare e soprattutto di effettuare un'azione evasiva per evitare di subire danni, specie durante i numerosi boss fight presenti nel corso della campagna.
È vero, l'azione diventa spesso parecchio confusionaria quando lo schermo si riempie letteralmente di esplosioni e il controllo dei personaggi di tipo ranged (dunque Rebecca e Weisz) appare approssimativo per via del puntamento automatico, ma la resa degli impatti è buona e le manovre evasive consentono di gestire anche gli scontri più difficili senza affidarsi al caso o a un semplice confronto fra i livelli di potenza, meccanismo questo che fa spesso riferimento al grinding.
Strutturalmente l'esperienza è molto semplice, con scenari privi di qualsivoglia interazione e deputati unicamente allo scontro con bande di nemici per arrivare infine alla boss fight di turno, dunque la sensazione di un'eccessiva ripetitività è letteralmente dietro l'angolo, ma la possibilità di passare in qualsiasi momento da un personaggio all'altro, il looting, le personalizzazioni e tutto il resto contribuiscono a mantenere vivo l'interesse.
Grafica e sonoro
È senza dubbio sul piano tecnico che EDENS ZERO Pocket Galaxy rivela le sue grandi potenzialità e un investimento importante da parte di Konami. Il gioco utilizza una struttura modulare, con download separati e caricamenti mediamente lunghi che danno senz'altro noia (anche perché si tratta di un impianto che gli sviluppatori avrebbero potuto ottimizzare, e l'auspicio è che lo facciano tramite aggiornamenti), ma grafica e sonoro sono ottimi.
La prima, rigorosamente in cel shading, si rifà allo stile del manga e non dell'anime, senza eccedere nel fanservice come invece fa (e in abbondanza) l'opera originale di Mashima, ma la varietà di personaggi e asset disponibili risulta sostanzialmente al di sopra della media su mobile. Certo, le animazioni nelle cutscene e gli scenari possiedono un'evidente natura old-gen, ma ci sono alcuni acuti interessanti. Il sonoro conta invece su musiche abbastanza generiche ma al contempo su di un doppiaggio completo in giapponese, localizzato in italiano tramite sottotitoli.
Conclusioni
EDENS ZERO Pocket Galaxy è un tie-in davvero interessante: un progetto corposo e ambizioso che riprende le atmosfere e i personaggi del manga di Hiro Mashima, seguendo la medesima storia attraverso una campagna modulare, con download separati, che risulta coinvolgente e non mostra eccessive concessioni alla natura free-to-play dell'esperienza, quantomeno nelle prime ore. Il gameplay è semplice e spesso confusionario ma piacevole, e le tante personalizzazioni per abiti ed equipaggiamento, nonché le modalità secondarie, mantengono vivo l'interesse nei confronti di un gioco che va certamente provato se siete fan di EDENS ZERO.
PRO
- Storia e personaggi accattivanti
- Ottima presentazione
- Gameplay semplice e immediato
CONTRO
- Azione spesso confusionaria e ripetitiva
- I caricamenti e i download separati danno noia
- Scenari scialbi, qualche mancanza dell'interfaccia