The Sky Box
Già dall’introduzione si intuisce come la produzione Sega (affidata a Kush Games) abbia positivamente attinto dal vocabolario EA, elevando a potenza gli elementi di contorno. Ecco quindi una introduzione spettacolare preceduta da un telecronista sportivo, che introduce al gioco esattamente come in una trasmissione. Una volta approdati al menu principale possiamo constatare la generosità dell’offerta, con una miriade di modalità di gioco che integrano la canoniche possibilità di disputare l’intera stagione o il franchise mode, una customizzazione pressoché totale ed una serie di minigiochi per impratichirsi coi comandi. Su tutte però spicca l’originale opzione Sky Box, una stanza virtuale dove potremo dilettarci in diverse sfide funzionali allo sbloccaggio di squadre storiche, ma anche con una divertentissima trasposizione del vecchio hockey da tavolo! (lo avrete sicuramente visto in qualche polverosa sala giochi). Si tratta di un encomiabile sforzo aggiuntivo da parte dei programmatori, anche se avremmo preferito delle features maggiormente integrate al gioco stesso, come le innovative player cards di EA. Un altro significativo deficit è rappresentato dalla totale assenza di team nazionali, una scelta probabilmente dettata dalla licenza, ma che tradisce il target europeo, limitandolo esclusivamente al campionato americano. Certo se il vostro sogno è impersonare i Red Wings di Detroit questo non rappresenterà un grande problema, ma non possiamo dire lo stesso per chi volesse usare, giusto per fare un esempio, la Germania. Ma tant'è... Una volta in campo risulta palese l’opera di rinnovamento della saga, con un prestante engine grafico in grado di muovere il gioco a 60fps, senza incertezze che possano comprometterne la fluidità. Lo stesso environment degli stadi è maggiormente immersivo e credibile in virtù di un maggiore counting poligonale, un pubblico ben realizzato (ma ancora 2d) e texture decisamente gradevoli. Per contro lasciano l’amaro in bocca i giocatori, ancora troppo stilizzati e poco “fisici” rispetto a quelli plasmati da EA Sports nelle sue ultime incarnazioni. Il comparto sonoro sottolinea adeguatamente lo svolgimento del match, con gli immancabili stacchetti d’organo che si contrappongono a brani rock. Senz’altro un ottimo lavoro, ma anche qui manca tutta l’opera di selezione musicale aggressiva, carismatica e fortemente “up to date”, cui ci ha abituati EA Sports, come l’assenza totale di una regia dinamica che faccia salire oltre i livelli di guardia l’adrenalina (scordatevi quindi zoomate in 16:9, ralenty o quant’altro). Decisamente di alto livello il commento del telecronista.
Holiday on ice
In compenso è sul piano ludico che ESPN Hockey si prende la sua rivincita, con un sistema di gioco che antepone l’allestimento di complesse strategie collettive ai virtuosismi del singolo, conferendo così la gratificante sensazione di disputare una vera partita. Il titolo Sega è quindi espressamente pensato per i giocatori più esigenti, che ricercano una simulazione rigorosa ed imprescindibile da un’adeguata assimilazione dei comandi di gioco. Per naturale riflesso, la cpu contrappone un'abilità spiazzante, con azioni difensive straordinariamente convincenti nella loro efficacia. Raramente vengono lasciate porzioni del campo libere, i giocatori effettuano passaggi con rapidità, preoccupandosi di dare meno fiato possibile al player, laddove, puck alla mano (o meglio, alla mazza) tentano ogni possibilità di insaccare la rete. La risultante è una simulazione tesa, impegnativa ma mai frustrante, che raggiunge, come di norma in questo genere di produzioni, il nirvana ludico nelle sfide multiplayer. A questo punto la prospettiva di una vittoria schiacciante viene oscurata da un’incognita che non possiamo trascurare: se ESPN NHL Hockey fosse l’unico titolo del genere sulla piazza, non avremmo nessuno scrupolo a proclamarlo come un autentico capolavoro. Il fatto è che quest’anno l’hockey EA ha raggiunto, con un’ostinata opera di accumulo, lo stato di grazia definitivo, offrendo un impressionante equilibrio tra valore estetico, features e corposità simulativa. Paragonati a tutto questo, gli apprezzabili miglioramenti grafici del prodotto Sega rischiano di non essere sufficienti per convincere al suo acquisto, dirottando il criterio di scelta esclusivamente verso la sua poderosa componente ludica. Anche se è ben lungi da noi limitarci ad una recensione esclusivamente comparativa (anche se potrebbe sembrare il contrario) che non renderebbe affatto giustizia al lavoro codificato da Kush Games, non possiamo escludere a priori la non facile scelta che l'utenza dovrà affrontare in fase d'acquisto.
Commento
E’ sicuramente un periodo d’oro per l’hockey ed i suoi estimatori. Come non mai è possibile godersi nella comodità del proprio salotto il sudore, il freddo del ghiaccio, la velocità, e l’impeto agonistico di questo fantastico sport. L'ultima fatica Sega rappresenta senz’altro una delle migliori occasioni per provare tutte queste emozioni, fiera nella sua elgante veste di simulazione per puristi, impegnativa e gratificante, ma che risente inevitabilmente della controparte EA Sports. Dal canto nostro non possiamo che esortare ad una prova su strada per verificare quale dei due prodotti risulti più congeniale alle proprie esigenze. Qualunque sia la scelta dell’acquirente, nulla toglierà all’indiscutibile valore del prodotto in questione.
- Pro:
- Motore grafico sensibilmente migliorato
- Ottima fluidità
- Una grande simulazione di hockey
- Contro:
- Risente della controparte EA
- Mancano le squadre nazionali
- Poco indicato a chi ricerca immediatezza
L’hockey su ghiaccio è una disciplina sportiva che ha sempre dimostrato una naturale predisposizione alla trasposizione ludica. Merito delle sue intrinseche caratteristiche come l’elevata velocità, la durezza delle azioni e l’estrema spettacolarizzazione tipicamente yankee. Tutti elementi che hanno trovato pieno riscontro nella filosofia EA Sports, che non troppo stranamente rappresenta l’ambasciatore dell’interpretazione digitale di questo sport fin dai lontani tempi dei 16bit. L’unica serie in grado di contrapporsi allo strapotere della softhouse canadese è stata quella 2k di Sega, nata sul compianto Dreamcast e sempre apprezzata per la sua forte componente simulativa, in contrasto all’immediatezza arcade del suo concorrente. Forte della completa conversione alla licenza ESPN (da cui prende il nome), l’hockey Sega torna con un rinnovato motore grafico sui 128 bit Sony e Microsoft, riuscirà ad imporsi una volta per tutte come paradigma del genere?