Che stile!
La fatica di Taito è un prodotto minimale, a cominciare dalla trama. Il protagonista è infatti Mister ESC, un professionista della fuga che presta i suoi servizi, a pagamento, a chiunque abbia bisogno suo malgrado di scappare da edifici o luoghi pericolosi. Il gioco, in sintesi, è una specie di platform/puzzle che mischia abilmente le caratteristiche dei due generi producendo un risultato finale interessante, non totalmente innovativo ma comunque piuttosto diverso dalla maggior parte dei giochi attualmente sul mercato. Per averne una vaga idea, si provi a pensare ad un incrocio tra Prince of Persia, quello in 2 dimensioni che ha dato origine alla serie, e Lemmings. Dal primo prende la gestione del protagonista e la strutturazione dei livelli, dal secondo la necessità di coordinare non solo i propri sforzi, ma anche quelli di uno o più personaggi comandati dalla cpu. La visuale è laterale, come nei classici giochi a side-scrolling. Scopo del gioco, in buona sostanza, è destreggiarsi all’interno di livelli ricchi di insidie e pericoli, interagire con oggetti e –soprattutto- con le vittime da salvare. Sì perchè Exit, a differenza della maggior parte dei videgames, è permeato da un sentimento particolarmente altruista, che impone di indirizzare gli sforzi del giocatore proprio nel tentativo di accompagnare verso l’uscita donne, uomini e bamini rimasti intrappolati all’interno degli edifici. Ci sono 10 ambientazioni diverse, da un palazzo in fiamme a un centro commerciale allagato passando da un ospedale durante un terremoto, a un hotel colpito da una valanga e via dicendo. Tutte situazioni assolutamente disastrose, quindi. Ognuna di queste ambientazioni è composta di 10 livelli, per un totale quindi di 100 complessivi a cui si sommano altri 100 scaricabili dalla rete. Le abilità di Mister ESC sono quelle classiche dei platform, ovvero saltare, correre, raccogliere oggetti, accovacciarsi e via dicendo; tutte fondamentali per riuscire a muoversi all’interno di stage che presentano al loro interno incendi da spegnere, casse da spostare, piastrelle elettrificate da evitare e voragini da superare. Tutte cose di questo genere, e altre ancora. Purtroppo però, proprio nella gestione del personaggio principale compare quello che di fatto è il principale difetto di Exit, vale a dire il sistema di controllo. Legnoso, poco accondiscendente, lento e a volte macchinoso, tanto da decretare spesso e volentieri le famose e quantomai odiose morti accidentali. E dal momento che la produzione Taito è un gioco niente affatto semplice, specialmente nelle fasi avanzate, e che richiede precisione e rapidità, tali limiti risultano ancor più fastidiosi ed irritanti.
Bello e buono
Dicevamo dei personaggi controllati dalla cpu. All’interno dei livelli sono presenti infatti varie “vittime”, che possono essere uomini, donne o bambini da salvare portandoli con successo verso l’uscita. Sfortunatamente, nessuno dei personaggi secondari ha le caratteristiche atletiche di Mister ESC, ma anzi ognuno di essi presenta vantaggi e svantaggi da usare a proprio favore o da aggirare. Per esempio gli uomini grassi possono spostare grandi oggetti ma non riescono ad arrampicarsi, se non con l’aiuto di due adulti. I bambini d’altro canto, devono essere supportati sia per salire che per scendere dalle varie piattaforme, ma la loro piccola taglia gli permette di infilarsi in cunicoli altrimenti irraggiungibili e passare corridoi pericolanti. Ai compagni di sventura è possibile assegnare inoltre brevi e semplici compiti, slegandoli così dalla classica fila indiana dietro all’eroe a cui sono altrimenti costretti. Ma ci sono anche persone ferite, che non possono per forza di cose aiutare in nessun modo il protagonista non essendo neppure in grado di camminare; in tali casi, Mister ESC è obbligato a portarli in spalla limitando enormemente i propri movimenti, fino a raggiungere una barella su cui poterli posare. La componente puzzle di Exit è quindi decisamente marcata, e spesso l’unico modo per capire come risolvere le situazioni è a tentativi, o come piace dire agli anglofoni tramite “trial and error”. Anche perchè Exit è un gioco che perdona poco o nulla: un errore e il protagonista è morto, una cassa spostata troppo e il livello va rifatto da capo. Un sistema spesso frustrante, ancor di più a causa del citato sistema di controllo, ma anche assolutamente gratificante una volta raggiunta la soluzione. Dal punto di vista grafico, il gioco è davvero una gioia per gli occhi; lo stile utilizzato, fumettoso e avvantaggiato da una direzione artistica di primo livello e un uso del colore ottimo, rende l’esperienza complessiva davvero piacevole. I personaggi, realizzati in maniera stilizzata tramite silhouette nere, risultano inoltre animati splendidamente. Non altrettanto buono il sonoro, sì valido per quanto riguarda le musiche ma reso leggermente irritante dalle frasi campionate degli npc, davvero difficili da digerire soprattutto dal momento che vengono ripetute in continuazione.
Commento
Exit è un buon gioco, ma che non tutti potrebbero apprezzare. Sì perchè dietro ad un aspetto attraente determinato da una veste grafica artisticamente ottima, si nasconde un prodotto tutt’altro che immediatamente accessibile. La struttura di gioco, un misto tra platform e puzzle con una marcata propensione verso quest’ultimo genere, richiede un impegno e una attenzione, ma soprattutto una pazienza, che potrebbe non appartenere a molti potenziali acquirenti. E’ soprattutto un peccato che accanto ad una difficoltà “sana” e stimolante determinata da un ottimo level design, se ne debba segnalare un’altra molto meno apprezzabile e legata ad un sistema di controllo non all’altezza. Chiunque sia in grado di accettare un quadro di questo tipo, si potrà però trovare di fronte ad uno dei giochi più gratificanti e sinceramente intriganti degli ultimi mesi.
Pro
- Stimolante ed appagante.
- Veste grafica ottima.
- Decisamente longevo.
- Controllo del personaggio inadatto.
- Frustrante in alcune occasioni.
- Voci campionate irritanti.
All’interno di un periodo particolarmente florido per PSP, caratterizzato da un discreto numero di titoli di qualità destinati a saziare la fame dei suoi utenti, Exit di Taito merita certamente un posto di rilievo. Portato in occidente dalla attivissima Ubisoft, il prodotto in questione non è certamente destinato a sorprendere o lasciare a bocca aperta; piuttosto, Exit cresce lentamente nell’interesse del giocatore, livello dopo livello, diventando infine una vera piccola ossessione da cui è difficile staccarsi.