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Frank Herbert's Dune

Da romanzo venduto in milioni di copie a deludente pellicola cinematografica. Questa volta l'universo di Dune approda su PlayStation 2 e la speranza è che il risultato sia migliore.

RECENSIONE di La Redazione   —   28/01/2003
Frank Herbert's Dune
Frank Herbert's Dune

Metal Dune Solid

Effettivamente questo non è il primo titolo dedicato all'opera di Herbert, la ludoteca PC è stata già monopolizzata in campo RTS (Real Time Strategy) da vari giochi basati sull'universo di Dune; tuttavia, questo nuovo prodotto fa il verso all'Innominabile mega-produzione Konami, almeno nel gameplay... Di fatto, Dune è un action-game in terza persona che richiede da parte del giocatore notevoli capacità strategiche e parecchia discrezione: perlopiù, le fasi d'azione che caratterizzeranno le missioni in cui si divide il gioco, vedranno Paul impegnato a infiltrarsi in basi nemiche, eliminare soldati cogliendoli di sorpresa con il suo Krys (il pugnale da guerra Fremen) e risolvere qualche semplice puzzle per guadagnare l'accesso alla missione successiva. Ciononostante, Dune è ricco di tocchi di classe che ampliano la profondità del gameplay. Tanto per cominciare, va' detto che la classica energia vitale è rappresentata da un contenitore d'acqua: questo si andrà svuotando durante l'azione, e si potrà riempire solo distribuendo con attenzione delle "cariche" extra, oppure uccidendo con il Krys i nemici. Il Krys, a proposito, non è la sola arma a disposizione di Paul, in quanto progredendo nel gioco si recupereranno nuove e letali armi da fuoco, per non parlare del temibile potere Bene Gesserit della Voce, in grado di paralizzare i nemici (praticamente, una sorta di psicocinesi). Il controllo di Paul avviene in modo semplice e intuitivo, basta agire su un ridottissimo numero di tasti per mirare, spiare oltre gli angoli, puntare e sparare, scattare da un angolo all'altro and so on... Da notare che fra una missione e l'altra, Paul avrà libero accesso al Sietch Fremen (la base operativa, insomma) per poter dialogare con altri personaggi (tra cui l'Abominevole Alia, sua sorella, bambina di due anni posseduta dalle coscienze di innumerevoli antenati), acquisire nuovi oggetti e informazioni sulle missioni successive, come in un vero adventure-game. Insomma, un gioco d'azione ibrido, ma decisamente intrigante... affetto dalla sindrome del tie-in, ovvero la monotonia: Dune a lungo andare è noioso e frustrante, i pochi livelli di gioco sono accomunati da obbiettivi e situazioni del tutto simili che invogliano il giocatore a proseguire solo per godersi l'eccellente trama che fa da sfondo alle peripezie del giovane erede degli Atreides.

Tutta colpa della Spezia

Tecnicamente, Dune è un prodotto più che discreto, minato solo da una gestione delle telecamere decisamente approssimativa. Graficamente, la Cryo ha realizzato modelli poligonali estremamente dettagliati e verosimili, dalle texture pulite e curate, dotati di animazioni fluide e convincenti. Forse solo un po' troppo "plasticosi", ma sostanzialmente di ottima fattura. Lo stesso discorso andrebbe fatto per le ambientazioni, molto curate e ottimamente texturizzate (anche se si poteva fare qualcosa di più per la sabbia, vera protagonista di Dune); peccato però che cadano presto in una monotonia concettuale e stilistica piuttosto seccante: ci si ritrova ad affrontare stage che sanno tutti di già visto, strutturati allo stesso modo e ben poco originali. Come si diceva, comunque, il vero problema di Dune sono le telecamere: tralasciando che se la loro gestione viene lasciata alla discrezione dell'intelligenza artificiale l'algoritmo finisce presto con l'impazzire inquadrando l'azione in maniere improponibili (e si potrebbero citare bug da candid-camera, dove la telecamera si posiziona nella testa di Paul, con fastidiose scomparse di poligoni e texture), la gestione manuale potrebbe rivelarsi ancora peggiore, in quanto la risposta agli input inseriti tramite la pressione dei dorsali è lenta e imprecisa, con una certa resistenza, da parte della posizione di default dell'inquadratura, a compiere scatti inversi improvvisi e ingiustificati. Una vera spina nel fianco, per un gioco che si presentava, dal punto di vista estetico, davvero godibile.
Per quanto riguarda l'aspetto sonoro, musiche discrete ma alla lunga monotone ed effetti sonori un po' tutti uguali rendono l'esperienza uditiva decisamente banale; per fortuna, l'ottimo doppiaggio americano e, una volta tanto, un doppiaggio italiano più che buono, rendono giustizia all'aspetto più bistrattato di questo contradditorio prodotto...

Frank Herbert's Dune
Frank Herbert's Dune

Commento

Frank Herbert's Dune era un'ottima possibilità per la più bella saga fantascientifica mai concepita di accaparrarsi una fetta ben più grande dell'utenza videoludica, sopratutto quella per console (questo Dune è una conversione da PC), poco avvezza all'abusato genere degli RTS basati su questa rinomata licenza. Un miserabile fallimento o un insospettato successo? Nè l'una, nè l'altra cosa. Dune si rivela un titolo solo discreto, un action-game riuscito a metà, minato da una monotonia concettuale che colpisce sia l'aspetto tecnico quanto quello del gameplay, modellato sulla falsariga di produzioni illustri già clonate in passato con scarsi risultati. E' comunque apprezzabile lo sforzo infuso da Cryo nella realizzazione quantomento visiva di Dune, che nonostante i fastidiosi bug legati alle telecamere si rivela davvero molto gradevole. Un videogioco, comunque, non è fatto di sola grafica, e questo Frank Herbert's Dune ne è l'ennesima conferma.

    Pro:
  • E' Dune, ha la trama di Dune, i personaggi di Dune, la genialità di Dune. Tanto basta.
  • Grafica decisamente sopra la media.
  • Un gameplay con qualche idea particolarmente innovativa.
    Contro:
  • Obrobriosi bug d'inquadratura.
  • Monotono nell'aspetto e nel concept.
  • Pochi livelli, troppe somiglianze.

"Il futuro è un periodo di grandi cambiamenti". Con questa affermazione della Principessa Irulan, prendeva vita sul grande schermo, nel lontano 1984, il discusso adattamento cinematografico del primo capitolo di Dune, esalogia letteraria partorita dalla geniale mente dell'antropologo Frank Herbert quasi un trentennio prima. L'anno scorso, poi, per accontentare i fan rimasti delusi dalla geniale quanto particolare inventiva scenica di Lynch, è stata prodotta una miniserie televisiva basata ancora una volta sul primo episodio della saga, che grazie alle oltre sei ore di produzione è riuscita a narrare in modo ben più dettagliato le oltre quattrocento pagine del romanzo (in effetti, le due ore e mezza della produzione di Lynch gli stavano strette), gratificando lo spettatore con attuali e sofisticatissimi effetti speciali. Peccato che la recitazione degli attorucoli presenti venga calpestata dalla bravura dei vari McLachlan e Stuart del precedente adattamento, ma questo è un altro discorso...

Per chi si sta chiedendo il motivo della preposizione del nome "Frank Herbert" nel nuovo titolo, facciamo un doveroso chiarimento: questo signore non è esattamente uno scrittore qualsiasi, a Herbert si deve la creazione di un universo fantascientifico di una complessità, una ricchezza di particolari, un'originalità senza pari nella letteratura internazionale di ogni tempo, paragonabile solo al mondo fantastico concepito da Tolkien, l'autore del celeberrimo Il Signore degli Anelli. Pensate che George Lucas, per sua stessa ammissione, ha confermato che senza Dune, il suo ben più famoso Guerre Stellari non sarebbe mai esistito. Scrittori come Asimov e King si sono ispirati nella forma o nei temi alle opere di Herbert (che comunque non si è limitato solo alla creazione dell'universo di Dune), che con la sua morte, circa venti anni fa, ha prodotto un vuoto davvero incolmabile...

Ma torniamo a Dune, soprannome del pianeta deserto Arrakis, conteso nel 10191 dalle più importanti famiglie imperiali della galassia, come quella degli Atreides e quella degli Harkonnen, ignare pedine del progetto di conquista decisamente più ambizioso dell'Imperatore Padishà Shaddam IV e della Gilda dei Navigatori Spaziali, a loro volta meri burattini della Sorellanza Bene Gesserit, una congrega di sole donne dedite all'evoluzione forzata della specie per la procreazione di un essere perfetto sotto il loro controllo. Un piano dentro un piano, strategie e doppi giochi, ma alla fine i successivi millenni narrati nell'esalogia saranno devastati da un solo, umano errore: Jessica, la moglie Bene Gesserit del Duca Leto Atreides, per amore del marito genererà un figlio maschio (nonostante la proibizione della Sorellanza), Paul, il nostro protagonista (nonchè protagonista del primo romanzo, al quale questo gioco si ispira). Ma cosa rende Arrakis/Dune così speciale? Perché tanto potere e tanta ambizione gravitano attorno a questo inospitale pianeta? La risposta è il Melange, la Spezia che conferisce poteri mentali spropositati a chi ne abusa... e che trasformerà il giovane Paul nel Kwisatz'Haderach, l'essere supremo, che condurrà i Fremen, antica e misteriosa popolazione di Dune alla riconquista del pianeta. E questo è solo l'inizio...