Freekstyler… Rock the microphone!
Questo titolo è un incredibile concentrato di stereotipi marcatamente yankee, un inno all’esagerazione ed all’autolesionismo. Si viene catapultati in questa atmosfera fin dall’adrenalinica presentazione, con tanto di piloti esaltati dallo spiccato linguaggio slang e spezzoni video di funamboliche evoluzioni, e se ne capisce l’essenza ammirando la numerosa gamma di rovinose cadute di cui sono forniti i nostri coraggiosi eroi.
Dal menù principale (che vede come protagonisti fuoco e fiamme, elementi che contraddistinguono il gioco in ogni sua parte) si può accedere alle consuete modalità di gioco: Circuit (una sorta di carriera che rappresenta il fulcro del gioco), la classica Single Race (da disputare prevalentemente in multiplayer grazie allo split-screen), Freestyle (dove l’obiettivo è di accumulare più punti possibile mediante l’esecuzione di tricks) ed infine Freeride, dove esercitarsi ed imparare le scorciatoie più utili da utilizzare nelle altre modalità o dove migliorare i propri record.
Graficamente il titolo si presenta decisamente bene. La sensazione di velocità è resa ottimamente, grazie anche ai 60 frame al secondo che lo caratterizzano in qualsiasi tipo di situazione ed alla fluidità che ne consegue. Le texture, seppur non eccellenti, si mantengono su un livello di sufficienza, mentre colpisce il panorama che è possibile ammirare durante i salti più spericolati che rivela quanto sia stato ottimizzato il motore poligonale di SSX. L’unico difetto grafico riscontrabile è un leggero flickering che si manifesta come tremolio degli elementi del fondale.
Sottotono il comparto audio (scusate il gioco di parole), caratterizzato quasi esclusivamente da tracce rock che, seppur si adattino ottimamente al tipo di atmosfera che il gioco riproduce, alla lunga possono stancare. Nella media anche gli effetti sonori, tra cui spicca un rombo del motore non proprio azzeccato. A sottolineare le fasi più concitate della gara ci pensa il solito speaker, generoso nell’elargire commenti sulle prestazioni del giocatore.
Super Sick Trick!
Ottimamente implementato il sistema di controllo del nostro mezzo. Sebbene le prime partite possano sembrare una continua esibizione di cadute del pilota, con un po’ di pratica i controlli si rivelano puntuali, precisi e, in definitiva, rendono le motociclette decisamente governabili. Fortunatamente l’atterraggio su superfici rocciose o, più in generale, estranee al circuito vero e proprio non coincide a priori con un volo a terra e conseguente perdita di tempo, scelta probabilmente adottata dai programmatori per compensare l’elevata difficoltà del titolo. L’esecuzione di tricks non è puramente accessoria, ma è l’elemento chiave su cui si fonda il gameplay del prodotto EA Big: riuscendo ad completare una acrobazia si va infatti ad aumentare il “boost” mediante la quale incrementare considerevolmente la velocità della nostra moto e, di conseguenza, fargli compiere salti più alti ed acrobazie ancora più articolate, possibilmente collegate per formare una sorta di combo.
Le acrobazie sono fondamentali anche per il completamento del Freekout Meter grazie al quale si può effettuare un ulteriore trick speciale che manda il nostro pilota, appunto, in Freekout, un “superturbo” con tanto di effetto speciale simile al Bullet Time già visto in Matrix. Tramite la modalità Circuit, vero cuore del gioco, è possibile sbloccare nuovi circuiti e nuovi personaggi, ognuno dotato di differenti moto e divise. Con i punti bonus acquisiti si possono inoltre migliorare le caratteristiche del proprio pilota per poterlo adattare alle proprie capacità di guida e per poter affrontare anche le sfide più impegnative.
Ci sono però dei difetti che minano un titolo che, finora, sembrava avere prevalentemente aspetti positivi e che ne diminuiscono la godibilità finale. In primis, l’eccessiva durata delle gare. I circuiti infatti sono decisamente lunghi, esageratamente lunghi, tanto che il tempo necessario al completamento di una pista arriva fino ai sette minuti. Inoltre l’intelligenza artificiale dei piloti avversari è regolata in modo discutibile, tanto da impedire di distanziarli considerevolmente nonostante una guida pulita ed impeccabile.
Data la lunghezza dei tracciati e la difficoltà mal calibrata, si può facilmente dedurre che un solo errore al termine dell’ultimo giro può risultare fatale, vanificando anche gli sforzi del giocatore più smaliziato ed invitandolo ad impiegare a mò di freesbee il disco del gioco, specialmente nelle gare in cui arrivare primo è un imperativo.
Commento
L’idea di partenza era ottima. L’universo del motocross, infatti, si adatta perfettamente allo stile di gioco arcade adottato, ma alcune pecche di gamedesign come l’IA degli avversari, l’eccessiva durata di ogni singola gara e più in generale la difficoltà troppo elevata finirà per far desistere anche il giocatore più esperto. E ciò è decisamente un peccato vista la cura con cui il prodotto è stato confezionato, specialmente nel reparto grafico e di gameplay puro. A tutto ciò, va aggiunto che Freekstyle non rappresenta nulla di significativamente innovativo rispetto a SSX. In definitiva, questo gioco è consigliato agli amanti del genere ed a chi è munito di infinita pazienza.
Pro
+ Ottima realizzazione tecnica
+ Sistema di controllo ben studiato e calibrato
+ Esaltante in multiplayer
Contro
- Difficoltà mal calibrata
- Piste eccessivamente lunghe
- Accumulare un vantaggio considerevole sugli avversari è parecchio difficoltoso
Freekstyle si va ad inserire nella lista dei giochi "alla SSX", ovvero dei giochi di guida arcade basati sull'esecuzione di acrobazie col fine di aumentare il grado di "boost", permettendo al proprio veicolo di raggiungere velocità elevatissime; dopo le tavole da snowboard di SSX e le motoslitte di Sled Storm, questa volta siamo chiamati a manovrare delle roboanti moto da cross.