Carneval di Mezzanotte
Una caratteristica interessante della serie è una trama solida e ricca, che fa da sfondo a un picchiaduro apparentemente come tanti. I Gear sono macchine da guerra senzienti create geneticamente, libere di scorrazzare per la Terra e arrecare danni a destra e a manca. In un futuro remoto, esistono anche sicari che danno la caccia ai Gear, organizzazioni segrete che tramano per il loro possesso, culti demoniaci intenzionati a sfruttarli per loschi scopi. Guilty Gear XX non ha una vera e propria trama, prosegue piuttosto i plot individuali dei personaggi presentati fin dal primo Guilty Gear, partendo dal finale dell'episodio X, quando i vari "eroi" incontravano in un modo o nell'altro il Gear più inquietante esistente: una ragazza posseduta da un angelo e da un demone di nome Dizzy, sulla quale pesa una taglia esorbitante. Ognuno di loro ha fatto delle scelte, e ora un nuovo torneo si affaccia all'orizzonte, ed è chario che queste scelte influiranno sul corso degli eventi, sui risultati del torneo, sul fato dei Gear e, perchè no... sul destino del mondo.
Tali vicende sono narrate nello Story Mode disponibile per il single-play. Avete capito bene, finalmente dopo un'edizione praticamente spoglia di modalità per i giocatori solitari, ritorna uno Story Mode complesso ed avvincente, che tramite un geniale sistema di "bivi" consente di visionare fino a tre finali differenti per personaggio, per un totale di quasi sessanta ending. Come se non bastasse, oltre al canonico Survival Mode, Sammy ha aggiunto anche il M.O.M. Mode (Medal of Millionaire), una sorta di Survival basato sul punteggio; nonché il Mission Mode, che facendo il verso ai Soul Edge e Soul Calibur di Namco propone cinquanta sfide di difficoltà variabile che costringono il giocatore ad adottare diverse strategie per battere avversari di solito in netto vantaggio. Presente, ovviamente, anche la modalità per due giocatori... e sono botte da orbi.
Heaven or Hell
Guilty Gear XX propone, come nel caso dei predecessori, un gameplay incentrato principalmente sulla spettacolarità e sulla caotica frenesia dei combattimenti. I pochi tasti corrispondenti agli attacchi base permettono un immenso numero di concatenazioni di attacchi, che si traduce in una quantità spaventosa di combo, limitate solo dalla fantasia del giocatore. Presenti, ovviamente, le classiche mosse speciali diverse da lottatore a lottatore, nonché i cosiddetti Tension Attack, ovvero le classiche supermosse. Quest'ultima tipologia di attacco è solo una delle moltissime tecniche che sfruttano la Tension Gauge posta in fondo allo schermo, così come la Roman Cancel (che permettono di cancellare fisicamente i frame di recupero seguenti l'esecuzione di una mossa speciale, per aumentare la lunghezza di una combo), la Faultless Defense (che consente di parare degli attacchi senza ricevere il minimo danno), i Dust Attack (utili a lanciare il nemico in aria per proseguire una combo in volo) e il Dead Angle Attack (in pratica, il contrattacco). Alcune varianti di queste tecniche sono novità per GGXX, come per esempio il False Roman Cancel o lo Stagger Attack. Totalmente nuova alla serie invece è la Burst Gauge, una barra posta sotto l'energia che consente l'esecuzione di una tecnica denominata, appunto, Burst, che consente di bloccare o contrattaccare per un solo istante qualsiasi attacco, difficile da utilizzare quanto estremamente utile. E badate bene, questo elenco è solo la minima parte di quello ancora più esteso che caratterizza la varietà del gameplay di Guilty Gear XX, un gioco che sembra affidare la vittoria alla più totale casualità ma che in realtà costringe il giocatore ad apprendere ogni possibilità d'azione e ad attivarla con precisione, allo scopo di vincere gli scontri più ostici.
E questo preambolo era necessario per presentare due caratteristiche del sistema di combattimento di GG ancora più particolari. La prima riguarda le imprevedibili mosse speciali stesse dei personaggi, che vanno dall'assurdo al completamente folle senza troppi problemi, in perfetta sintonia con la loro caratterizzazione visionaria (yoyo che si trasformano in orsi di pezza, ancore-boomerang e capigliature e ombre animate sono all'ordine del giorno) senza trascurare una ovvia complessità e profondità strategica. La seconda caratteristica è l'attacco denominato Instant Kill: presente fin dal primo Guilty Gear, questa potente mossa speciale è stata perfezionata e bilanciata ulteriormente in questo nuovo capitolo, e sostanzialmente si tratta di un attacco in grado di eliminare in un sol colpo la totale energia residua dell'avversario. Tuttavia, per attivarlo bisogna prima entrare in un particolare status d'azione, e se l'attacco va a vuoto, viene parato, contrattaccato o semplicemente non effettuato entro un tempo limite, il giocatore che ne ha tentato l'esecuzione si troverà sprovvisto della Tension Gauge (e di tutte le tecniche basate su di essa) per il resto del round. Rischiosa ma letale, è il chiaro esempio di come la strategia la faccia da padrone nei combattimenti dei giocatori davvero esperti, che saranno comunque costretti a trovare il tempo per attaccare il nemico fra una pianificazione e l'altra, visto che in agguato c'è sempre la Negative Penality: state fermi o in difesa troppo tempo (la famosa "tecnica della tartaruga", insomma) e la Tension comincerà a scaricarsi, la vostra potenza di attacco calerà et similia. Non ci sono pause in Guilty Gear XX.
Let's Rock
Se credevate che niente potesse essere visivamente migliore di Guilty Gear X, vi sbagliavate. Certo, Guilty Gear XX non aggiunge niente di eclatante al già ricco spettacolo grafico proposto dal predecessore, ma lo arricchisce con tocchi di classe davvero estasianti. Partiamo dalle ambientazioni: ancora più ispirate e caratteristiche, sono questa volta caratterizzate dalle ore notturne (The Midnight Carnival, d'altronde) e dalla presenza di conseguenti effetti scenografici. Sul ponte del templio buddhista (background di Chipp, Anji e Baiken) si tiene una processione di spettri traslucidi, che svaniscono con uno spettacolare effetto di distorsione all'estrema destra, mentre una pioggia di petali di ciliegio sfiora i duellanti. E ancora, l'aereo dei pirati Johnny e May (ai quali si è unita proprio Dizzy) sfreccia tra le nuvole, mentre il cielo stellato è fiocamente illuminato da una pallida luna. Sono solo due esempi, ma rendono l'idea. Peccato che siano davvero pochi gli stage selezionabili, dati la cura e il dettaglio con i quali sono stati realizzati.
Passando dagli stage agli sprite che si azzuffano, la situazione complessiva non cambia: meraviglia allo stato puro. Eccellente quindi il design complessivo e l'originalità che caratterizza questi lottatori: guerrieri più o meno classici (se tralasciamo le spade incendiarie o elettrizzanti), semidemoni, cyborg giganteschi e chi più ne ha più ne metta. In particolare, meritano una menzione d'onore i quattro nuovi, carismatici lottatori: Slayer, un vampiro della Transilvania; I-No, una demoniaca rockettara; Bridget, un ambiguo ragazzino armato di yoyo; Zappa, un ometto posseduto da un potente demone kudaku che lo usa come una marionetta.
Eccellenti le animazioni (in particolare, da applauso la stance-pose di Bridget, superlativa a dir poco), fluide e curate; peccato che di tanto in tanto si noti una mancanza totale di frame durante le animazioni di rilassamento successive alla performazione di un particolare attacco, volute comunque per "velocizzare" l'azione. Infine, la resa visiva complessiva è impreziosita da una quantità spaventosa di effetti luminosi, esplosioni, trasparenze e molto altro. Insomma, credeteci o no, ancor più di prima giocare a Guilty Gear è come guardare un cartone animato giapponese creato in un vero manicomio. A completare l'ottimo quadro tecnico, ci pensa anche il comparto sonoro, eccellente sotto ogni aspetto. Ancora una volta, la Arc System ci propone brani rockeggianti ed heavy metal di pregevole fattura, ben orchestrati, evocativi e coinvolgenti, adattissimi all'azione e all'atmosfera dei combattimenti. Va' comunque segnalato un certo calo di "tensione" nelle musiche, leggermente più "soft" rispetto a quelle violente ed esplosive del prequel, nonostante ne siano comunque i remix. Unite a tutto questo ben di Dio anche un doppiaggio con i controfiocchi, e avrete un vero gioiello di programmazione.
Commento
Guilty Gear XX è uno spettacolo. Punto. Basterebbe quest'affermazione per abbracciare la quantità di pregi che lo caratterizzano, ma un commento serio e preciso è d'uopo, perciò possiamo parlare dell'incredibile qualità tecnica (casomai non fosse chiaro, non c'è bisogno di poligoni per programmare un buon gioco) o del frenetico, avvincente ed estremamente vario gameplay, o magari potremmo parlare delle tantissime modalità di gioco o dei molteplici extra nascosti da sbloccare (come le versioni EX e Gold di ogni personaggio, dotate di mosse speciali diverse o aggiuntive, o i tre personaggi segreti Kliff, Justice e Robo-Ky)... fattostà che il risultato non cambierebbe, perché Guilty Gear XX rimarrebbe sempre e comunque uno spettacolo ludico e visivo. Un paio di constatazioni vanno comunque fatte. Innanzitutto, per quanto migliorato, Guilty Gear XX è fin troppo simile al suo predecessore. Ma questa passi. Il problema è che Guilty Gear XX non è in grado di piacere a tutti, per sua natura. E' un picchiaduro che fa della confusione e del caos i suoi punti di forza, e tale caratteristica non è sicuramente apprezzabile dai giocatori più navigati e riflessivi, che gli preferiranno di sicuro prodotti come Capcom Vs. SNK 2. La produzione recente, comunque, offre giochi non del tutto diversi nel ritmo, e che Guilty Gear XX macina senz'altro... mi riferisco ovviamente a Marvel Vs Capcom 2, e in quel caso l'utente potrebbe preferire agli stravaganti combattenti di GGXX i supereroi americani o i classici eroi della Capcom. Come avrete dunque capito, GGXX è un titolo che basa il proprio apprezzamento sui gusti personali, non tanto sull'eccellente qualità della produzione che, comunque, gli concede come minimo il beneficio di una prova pre-acquisto. Sarà difficile, a quel punto, guardare la concorrenza con gli stessi occhi di prima...
- Pro:
- Graficamente eccelso (alta risoluzione, impara Capcom!)
- Musiche splendide
- Grande varietà di modalità di gioco
- Frenetico e caotico
- Contro:
- Forse TROPPO frenetico e caotico
- Difficoltà talvolta ai limiti della frustrazione
- Non troppo innovativo
Quando nel 1997 fece capolino sugli scaffali giapponesi l'ennesimo picchiaduro bidimensionale per PSX, nessuno si sarebbe mai aspettato che diventasse una vera e propria icona del genere.
Guilty Gear si distingueva già allora per una serie di caratteristiche che lo rendevano parecchio "diverso" dagli acerrimi rivali proposti al ritmo di due all'anno (le versioni Zero di Street Fighter e i vari The King of Fighters su tutti): innanzitutto, una cura incredibile per l'aspetto grafico; poi, un design di ambientazioni e sopratutto personaggi a dir poco fuori di testa, decisamente giapponese nello stile generale; ancora, una colonna sonora heavy metal di altissima qualità; infine, un sistema di gioco atipico, a prima vista semplicistico ma al contrario molto profondo.
Il titolo fu tuttavia oscurato da prodotti ben più conosciuti, sia su console che in versione coin-op, e ben presto solo una ristretta cerchia di appassionati si ricordò della fatica Sammy.
Poi, venne Guilty Gear X. Distribuito inizialmente come coin-op, Guilty Gear X prese posto nella ludoteca del Dreamcast, e sconvolse un mercato alla ricerca spasmodica di trovate geniali e accorgimenti per la resa della grafica tridimensionale: laddove anche il classico Street Fighter diventava poligonale, Guilty Gear X seguiva la propria strada, e presentava per la prima volta una resa visiva in alta risoluzione strabiliante e spettacolare. Fu questo che lo rese così popolare, e presto venne convertito per PlayStation2. Ma ora veniamo al presente: Guilty Gear XX, prima coin-op, ora PlayStation2. Sarà riuscita Sammy, ancora una volta, a stupirci senza cadere nella banalità implicita nella sequelizzazione delle produzioni?