Prima ancora dell'arrivo della nuova serie tv interattiva, girata da Fulvio Risuleo e prodotta da Artchivio - Cloud 9 Film, dove a decidere le mosse del protagonista - o quasi - è proprio lo spettatore, come nel recente caso di Black Mirror: Bandersnatch, la narrativa questa "grande" scoperta l'aveva già fatto con un genere: il giallo. Avete presente i romanzi di Agatha Christie? Quelli sono un ottimo esempio di interazione con il lettore. Sì, perché il più delle volte era proprio l'investigatore di turno, come l'iconico Hercule Poirot, a trascinare il lettore nel vivo, dandogli gli elementi essenziali e necessari per risolvere il caso del racconto, proprio come se fosse il suo assistente. E quanta soddisfazione si prova nello scoprire chi è l'assassino. Quante volte leggendo un libro di questo tipo, guardando un film o una serie abbiamo pensato: "Lo sapevo! Ah, se ci fossi stato io." oppure "Sono davvero un detective! Forse dovrei tentare questa strada". Su non siate timidi, ammettetelo che avreste davvero voluto puntare il dito contro l'assassino assieme all'investigatore vero, o magari ancora prima di lui; che avete preso appunti, fatto ipotesi, studiato le testimonianze per arrivare alla chiusura del caso. A quanto pare, un ragazzo italiano, Fulvio Risuleo, ha messo insieme proprio quelli che sono gli elementi tipici del giallo vecchio stile assieme ad una riflessione fatta proprio sulla base delle nuove tendenze di fruizione dettate dalla serie tv, a partire dai primi esempi del web fino ad arrivare alle forme più elaborate delle piattaforme on demand come Prime Video e Netflix, e ciò che ne ha tirato fuori è stato Il Caso Ziqqurat, di cui vi invitiamo a visitare anche il mini sito.
Cos’è Il Caso Ziqqurat?
Un programma per bambini, un omicidio, un caso da risolvere, sei sospettati. Alla base de Il Caso Ziqqurat c'è esattamente questo: un mix tra passato e futuro combinato in un particolare quadro che strizza l'occhio proprio alla nostra televisione italiana; e, infatti, Il Caso Ziqqurat creato da Fulvio Risuleo è proprio la primissima web serie interattiva prodotta in Italia dove lo spettatore è chiamato a risolvere lo strano omicidio avvenuto sul set di una trasmissione per bambini sull'orlo del fallimento.
Un'idea semplice e al tempo stesso geniale, che offre all'utente una schermata dove si parte con il filmato dell'omicidio durante la diretta del programma e, dopo, si sceglie di interrogare i sei sospettati, ad ognuno dei quali è dedicato un video di una manciata di minuti. Un vero e proprio interrogatorio dove poter prendere digitalmente degli appunti e scegliere se ascoltare la sola testimonianza o confrontarsi anche con il pensiero del detective incaricato di risolvere il caso. Alla fine è proprio l'utente a puntare il dito contro quello che per lui è l'omicida (o le persone coinvolte all'interno del fattaccio). Un esperimento in forma ancora un po' grezza, ma che nel complesso riesce proprio ad unire l'universo del giallo narrativo e quello dell'interazione seriale che stimola e interessa tanto lo spettatore. Soprattutto un prodotto italiano che comprende l'esigenza da parte dell'utente di essere reso più attivo e partecipe, specialmente all'interno di un contesto dove veniamo bombardati da mille prodotti sempre troppo uguali tra di loro, e che sfrutta alcune icone veramente atipiche per il tipo di progetto, ma che nel complesso risultano molto bene.
Chi è Ziqqurat?
Un programma per bambini. Si, tutto parte proprio da qui: da un programma per bambini che ricorda molto alcuni degli show tipici della mattina o del weekend anni novanta/inizi duemila come Bim Bum Bam, L'Albero Azzurro, Solletico e La Melevisione. Uno show basato sull'epica figura dell'elefante - oracolo Ziguro, manovrato dal marionettista Bruno, il quale ad ogni puntata lancia un indovinello da risolvere per i telespettatori più piccoli a casa. Un programma che sa di stantio, che si illude di poter godere ancora dei fasti di quindici anni prima che suscita un'infinita tristezza, come se i personaggi si muovessero su un palcoscenico colmo di fantasmi. A far parte dello show una serie di personaggi, uno più ambiguo dell'altro, tutti con i loro segreti e scheletri nell'armadio. Generazioni a confronto, adulti con la sindrome di Peter Pan e "bambini" troppo ambiziosi.
Durante la diretta dell'episodio, Bruno subirà uno strano incidente. Una coincidenza fatale che causa la morte dell'uomo, attirando subito l'attenzione dell'Agenzia Assicurativa che non crede troppo alla storia dell'incidente, dando vita a Il Caso Ziqqurat con un detective speciale incaricato di seguire il caso. Un contrasto molto forte quello che viene fin da subito a crearsi: da una parte il mondo dell'innocenza, quello dell'infanzia, creato proprio dagli adulti in questa sorta di bolla dove tutto si è fermato; dall'altra la brutalità della vita e le sfumature dell'essere umano, delle maschere che può indossare e del rancore che può covare.
E tra i personaggi di questo universo un po' anni novanta, troviamo proprio due icone "dimenticate e cercate nei risvolti di cronaca nera" che in quel mondo hanno proprio esordito, ovvero Danilo Bertazzi, volto di Tonio Cartonio ne La Melevisione (vittima dei primi esempi di Fake News che lo hanno dato più morto che vivo per molto tempo), nei panni dell'acido e pettegolo truccatore Franco, e Sonia Ceriola che in questa serie conosciamo con la presentatrice Sofia, ma che è stata la storica conduttrice de "La Posta di Sonia", trasmissione per bambini andata in onda sull'emittente romana Super 3.
Contraddizione e sperimentazione
Sicuramente la particolarità de Il Caso Ziqqurat sta nel suo essere un progetto interattivo, il primo in Italia, che coinvolge il pubblico in quella che è una vera e propria caccia all'assassino, ma forse ancora più interessante è il contrasto tra l'universo dei bambini, questo occhiolino nostalgico proprio alla nostra infanzia, e l'omicidio alla base della serie stessa. Un atto efferato che di certo non ci si aspetta all'interno di un programma per piccoli; anzi, a inizio dell'esperienza si inarca anche non poco il sopracciglio nel trovarsi di fronte ad una specie di parodia anni novanta di quei cult che facevano parte dei nostri pomeriggi, per poi venire sorpresi con una svolta inaspettata. Il tutto viene fatto attraverso l'uso di quegli attori ed elementi che hanno davvero fatto la televisione dell'infanzia di venti e trent'anni fa.
La messa in scena di un vero e proprio cortocircuito in bilico tra realtà e finzione, dove sembra di assistere ad una vera e propria indagine a cui siamo chiamati ad intervenire in prima persona. Una specie di documentario, di vecchio ritrovamento da qualche archivio televisivo, che ci permette di esplorare all'interno di sei personalità differenti, di essere davvero un detective, di poter ascoltare e ri-ascoltare le deposizione, di studiare, confutarle, prendere appunti, confrontarsi con il vero detective e, in fine, prendere una decisione, per poi scoprire se il nostro ragionamento si è rivelato fondato sensato oppure no.
Conclusioni
Multiplayer.it
7.5
Il Caso Ziqqurat è esperimento ancora un po' grezzo, ma che inizia a segnare la volontà di creare qualcosa di altrettanto innovativo, interessante e al passo con i tempi anche in Italia, e che sa giocare proprio con gli stessi "stereotipi" della televisione e pubblico italiano.
PRO
- L'idea generale è molto coraggiosa e interessante
- L'uso di icone tipiche dei programmi per bambini anni '90
- Il cambio di registro filmico tra finzione e realtà
CONTRO
- Esperimento ancora un po' grezzo
- Struttura forse troppo semplicistica