Un libro da giocare
Frodo Baggins è un Hobbit, un piccolo uomo che abita la Contea, una regione rurale della Terra di Mezzo. Su di lui pesa un grave fardello: a Frodo è stato tramandato da suo zio Bilbo un misterioso Anello magico, trovato dal vecchio avventuriero in un'oscura caverna durante una delle sue peripezie. L'Anello non è altro che il famigerato Unico Anello, appartenente a una minaccia che la Terra di Mezzo e i suoi abitanti ricordano ancora con orrore: Sauron, l'Oscuro Signore della terra di Mordor. Questo diabolico Nemico aveva forgiato migliaia di anni prima diciannove Anelli del Potere, e li aveva distribuiti fra i reggenti elfi, nani e umani che dominavano i popoli della Terra di Mezzo, perchè questi venissero sedotti e posseduti da oscure brame di potere. Sauron, infatti, aveva forgiato un ventesimo anello, l'Unico appunto, in grado di comandare tutti gli altri. In breve, aveva sottomesso i popoli liberi e si accingeva a sottomettere ogni essere vivente, ma alla fine fu sconfitto e l'Anello fu perduto. Ma Sauron non è mai sparito del tutto, per anni ha atteso la ricomparsa dell'Anello, per poter muovere di nuovo guerra ai popoli liberi e sopratutto agli Uomini, corrotti dal crescente desiderio di potere. L'unica soluzione è quindi quella di distruggere il gingillo, ma sarà necessario riportarlo a Mordor per rigettarlo nella bocca del vulcanico Monte Fato, ove fu forgiato. A Frodo spetta l'ardua missione, ma non sarà solo: con lui ci saranno gli hobbit Pipino, Merry e Sam; il potente mago Gandalf; i valorosi Aragorn e Boromir; l'esile elfo Legolas e lo scorbutico nano Gimli. Insieme, i nove viandanti saranno la Compagnia dell'Anello... La Compagnia dell'Anello può trarre comunque in inganno: a differenza de Le Due Torri, questo gioco non si ispira direttamente alla trasposizione cinematografica, quanto proprio al romanzo. E quindi, grandi assenti al cinema faranno la loro (inattesa o prevedibile, ovviamente) comparsa sui vostri teleschermi: il simpatico Tom Bombadil aiuterà Frodo e compagni nella pericolosa Tumulilande; Glorfindel porterà Frodo a Gran Burrone, fuggendo dai Cavalieri Neri di Sauron e così via... Insomma, un ottimo modo per rivivere la splendida, complessa e avvincente trama che ha reso Il Signore degli Anelli la Bibbia del fantasy moderno...
Un gioco da guardare
Tramite la presenza costante di cut-scene in real-time o full motion video, il giocatore assisterà al dipanarsi delle vicende citate un po' più sopra, ma La Compagnia dell'Anello è anche un videogioco, ed eccoci quindi a parlare di come si gioca. In sostanza, l'intera avventura è suddivisa in una serie di livelli che sarà possibile superare portando a compimento certi obbiettivi: ad esempio, nel primissimo stage dovremo recuperare l'atto di proprietà di casa Baggins e portarlo a Lobelia Sackville, l'avida parente del "povero" Bilbo (altra sequenza che sarà inedita ai conoscitori del film ma ben nota ai lettori). Spesso, quindi, ci troveremo ad esploare le varie ambientazioni alla ricerca di oggetti, ma talvolta il nostro unico obbiettivo sarà sopravvivere agli attacchi dei servi dell'Oscuro Signore fino alla fine dello schema che stiamo percorrendo: ecco, quindi, che la Vivendi ha ritenuto opportuno metterci nei panni di altri due personaggi ben più "avventurosi", e cioè Aragorn e Gandalf. Così, nonostante siano sprovvisti delle abilità salterine di Frodo, i due Uomini hanno dalla loro una grande esperienza bellica: Aragorn maneggia con destrezza e precisione l'arco e la spada, mentre Gandalf può fare affidamente sia sulla sua spada che su un intero set di arcani incantesimi di difesa e attacco. Inutile dire che le sequenze interattive più interessanti sono quelle che vedono protagonisti i due umani: le missioni di Frodo tendono infatti ad essere piuttosto ripetitive e particolarmente semplici, nonostante siano basate di più sull'esplorazione; mentre quelle in cui si impersona Gandalf e Aragorn hanno più mordente, nonostante siano contraddistinte da una certa monotonia: affettare nemici senza sosta alla lunga stanca... e certi problemi potrebbe renderlo oltremodo frustrante.
Uno spettacolo da dimenticare
La Compagnia dell'Anello trae in inganno ben due volte: come già detto, si basa più sul libro che sul film, e poi sembra tecnicamente ottimo. Sembra. Graficamente, non c'è granché di che lamentarsi, a prima vista. Modelli poligonali solidi, ben animati e discretamente texturizzati; ambientazioni vaste e ricche di dettagli, splendidamente strutturate e molto varie; particolari sorprendenti come la cura riposta nella realizzazione degli specchi d'acqua e degli effetti luce... Insomma, sembrerebbe una vera orgia per gli occhi. Ma di fatto non è così. I difetti de La Compagnia dell'Anello, infatti, si colgono mentre si gioca, e sono davvero tanti. Tanto per cominciare, le collisioni sono implementate malissimo: l'impossibilità di uscire dai sentieri prefissi dai programmatori si mostra tramite assurdi scivoloni su pareti invisibili, e ciò può suscitare forti deja-vue di centinaia di prodotti simili, fino a lasciarsi perdonare; ma lo stesso errore nel codice incide in maniera determinante sull'aspetto più frequente del gameplay: il combattimento. Non esiste un sistema di lock-on, quindi è praticamente impossibile prendere la mira e mettere a segno colpi vincenti precisi durante mischie con due o più nemici, non prima di aver trasformato i barbari attacchi dei nostri eroi in gaffe degne di Mr.Bean: vedere Aragorn che cerca di calciare un nemico per gettarlo a terra, e lo manca, diventando il bersaglio degli altri avversari che non esitano a stenderlo e a massacrarlo di botte non è un bello spettacolo... E non solo: il gioco prevede la possibilità di uccidere un nemico atterrato con un colpo solo, infilzandolo tramite la semplice pressione di un tasto. Inutile dire che questo micidiale attacco diventa ben presto una tecnica suicida, visto che il codice non rivela subito e con precisione la collisione fra il nostro alter-ego e il nemico, lasciandoci scoperti ad eventuali agguati... E non solo. Si parlava di ottimi effetti luce di stupefacente realizzazione dell'acqua: ebbene, per quanto riguarda i primi, è incredibile notare come in un gioco del genere non sia stata implementato uno straccio di codice per le ombre dinamiche; mentre per quanto riguarda l'acqua... beh, non è che una texture ben curata, ma che non ha nessuna reazione fisica con tutto ciò che interagisce con essa: è semplicemente acqua fantasma.
Questi sono solo degli esempi, ma rendono piuttosto bene l'idea: La Compagnia dell'Anello sorprende a prima vista, si fa davvero ammirare, ma alla fine non è altro che un'illusione, dato che dietro c'è poco. Come se non bastasse, per qualche ignaro motivo si è deciso di non utilizzare le splendide musiche di Howard Shore, il che si tramuta in uno squallido remix dei suoi migliori componimenti; nè sono stati adattati i dialoghi del film, così come successo ne Le Due Torri, ergo ci troviamo di fronte a dialoghi doppiati appena discretamente e colmi di errori di pronuncia o intercalazione. Peccato.
Commento
Con amarezza, non si può che definire La Compagnia dell'Anello come uno specchietto per le allodole. I fan del romanzo non potranno rinunciare a un gioco che ripercorre fedelmente le tappe cartacee del viaggio della Compagnia (solo la presenza di Tom Bombadil è un incentivo all'acquisto per un vero appassionato della saga Tolkeniana), così come tutti coloro che hanno apprezzato i film troveranno ne La Compagnia dell'Anello un gioco più che discreto tramite il quale rivivere il fato di Frodo e compagni... Ma tuttavia, è innegabile che il prodotto stesso soffre di problemi di ordine sopratutto tecnico che ne minano la qualità complessiva, rendendolo superfluo per chi non ha voglia di innervosirsi per l'ennesimo "game over" provocato da un colpo andato a vuoto per colpa di un codice birichino, più che per la propria incapacità. Sono inoltre pochi gli extra presenti, tralasciando che il gioco, ovviamente, non ha una vera e propria conclusione... Un'occasione mancata, i fan potranno venire a patti con le pesanti lacune di programmazione, ma tutti gli altri farebbero bene a orientarsi verso Le Due Torri.
- Pro:
- La trama è quella del libro
- Buona varietà di livelli e situazioni
- Sembra un capolavoro tecnico...
- Contro:
- ... ma non lo è
- Impossibile combattere senza lock-on e collisioni decenti
- Troppo frustrante e sbilanciato
La Compagnia dell'Anello è la prima parte del celebre masterpiece letterario Il Signore degli Anelli, scritto dall'esimio J.R.R. Tolkien oltre mezzo secolo fa. E fin qua, nulla di nuovo: del resto, l'opera sta vivendo un periodo d'oro ultimamente, grazie al successo dell'imponente adattamento cinematografico curato da Peter Jackson, che insieme ad un cast di grandissimi attori è riuscito in quello che molti credevano impossibile, cioè dare vita a più di milletrecento pagine in "solo" una decina di ore.
Ovviamente, la pellicola è stata divisa in tre parti, tante quante, appunto, quelle del libro: La Compagnia dell'Anello, Le Due Torri, Il Ritorno del Re. E così, mentre ci accingiamo a visionare anche in Italia la seconda parte, come per ogni classico fenomeno commerciale anche la saga fantasy per eccellenza ha visto la produzione di una serie di videogiochi per quasi tutte le piattaforme. Originale, da questo punto di vista, quanto accaduto su PlayStation2: prima è stato lanciato Le Due Torri, slash'em-up di ottima qualità; poi è uscito il prequel, La Compagnia dell'Anello, che si pone su un piano ludico diverso, forse quello più appropriato all'opera Tolkeniana: l'adventure. Ma sarà in grado questo nuovo prodotto di soddisfare sia gli utenti casuali che i fan della saga? La risposta, purtroppo, non è nè un sì nè un no. Ma andiamo con ordine.