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Kuon

Li abbiamo conosciuti con Armored Core, ora i tipi di From Software provano a stupirci con un genere per loro del tutto inedito: Kuon, un survival horror sulla falsariga di Project Zero e Silent Hill 4.

RECENSIONE di Massimo Reina   —   03/08/2005

Conosciuti e apprezzati dai più grazie ai loro strategici dedicati ai robottoni e agli sparatutto a scorrimento, i creatori dell’ottimo Armored Core si presentano al pubblico con questo titolo che sembra fare il verso ad altre produzioni del genere, dalle atmosfere di Project Zero alle creature e all’azione di Silent Hill 4. Siamo nel Giappone feudale del 1100, durante il periodo Heiankyo. Una notte come tante altre, nella villa appartenente ad un signorotto locale, qualcosa di terribile stà per verificarsi. L’uomo viene svegliato dalle sinistre litanie che alcuni bambini stanno cantando in giardino. Incuriosito, il padrone di casa si alza e decide di andare a dare un’occhiata, cadendo però vittima di una inquietante figura femminile (avete presente la classica donna pallida e dai lunghi capelli corvini della tradizione horror giapponese?) che da li a poco si rivelerà essere uno spettro. Massacrato lo sfortunato signorotto, la donna trascina il suo cadavere fino ad una stanza all’interno della quale l’aspettano due bimbe. Li lo spettro getta il corpo della vittima dentro ad un grosso cesto e vi si infila a sua volta richiudendo il coperchio dietro di se. Poi è il silenzio. Poco tempo dopo un noto esorcista locale giunge sul posto per indagare sui fatti avvenuti nella magione, ma anche lui sparisce nel nulla. Ed è a questo punto che entriamo in scena noi…

Utsuki e Sakuya

Nei panni di due giovani fanciulle, che controlleremo a turno in due distinte fasi di gioco, dovremo esplorare l’enorme edificio ed i suoi dintorni nel tentativo di scacciare le forze del male presenti in loco e liberare, se possibile, coloro che sono stati catturati dagli spettri. Il gioco si divide in tre capitoli principali differenti, il che significa che saremo “costretti” a ripercorrere lo stesso cammino più volte in modo da poter vivere appieno l’esperienza delle protagoniste e scoprire tutti i segreti che si celano nella magione. Utsuki è la protagonista della fase Ying (Capitolo della luce), ed è la figlia dell’esorcista scomparso, che giunge alla villa insieme alla sorella Kureha alla ricerca del padre, mentre Sakuya è quella della fase Yang (Capitolo dell'oscurità). La ragazza è una discepola proprio del prete scomparso e giungerà sul posto accompagnata da un gruppo di apprendisti per purificare la magione e i suoi abitanti. Una volta portati a termine questi due capitoli principali potremo sbloccare ed affrontare la terza fase, quella chiamata appunto Kuon, da cui il titolo del gioco, che servirà a concludere e raccordare l’intera vicenda. Questa “sezione” di gioco vedrà per protagonista Seimei, di cui però preferiamo non rivelarvi nessun particolare per non rovinarvi la sorpresa.

Kuon
Kuon
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Fantasmi

Kuon deve molto, per meccanica di gioco e ambientazioni, a Project Zero, più che a qualsiasi altro survival horror. Come nel titolo Tecmo dovremo esplorare grandi aree cupe ed angoscianti, illuminate a malapena dalla fioca luce della lanterna che abbiamo in dotazione, facendo attenzione a non perderci e alle sagome minacciose degli esseri che ci spiano nell’ombra. Scopo finale è, ovviamente, come accennato precedentemente quello di liberare la magione ed eventualmente qualcuno degli individui scomparsi al suo interno, dalle forze del male, risolvendo degli enigmi atti a proseguire nella nostra ricerca e affrontando numerosi spettri e creature della notte che ci sbarreranno la strada. Per far ciò le nostre due amiche non avranno in dotazione un armamentario alla “Jill Valentine” o una incredibile macchina fotografica dai poteri extraterreni, in fondo siamo in pieno Giappone feudale, bensì solo la forza dei loro incantesimi. Attraverso l’ausilio di particolari talismani, le due pulzelle possono invocare delle creature buone dall’aldilà in grado di aiutarci durante i combattimenti, oppure lanciare degli attacchi magici. Ad essere sinceri c’è da dire che qualche arma bianca in realtà la si può usare. Esplorando i giardini e la villa si possono trovare coltelli e affini, ma essendo questi troppo poco efficaci contro la maggior parte dei mostri, sono i poteri magici di cui sopra il miglior “rimedio” contro i nemici.

Kuon
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Un occhio a Project Zero, un altro a Clock Tower...

Che Kuon sia un purpurrì di titoli analoghi lo dimostra anche la presenza di un elemento tipico di un altro gioco: la “Panic meter” di Clock Tower 3 (e del suo gemello Haunting Ground). Utsuki e Sakuya, infatti, non sono certo due “Rambo” (e meno male diciamo noi!) per cui ogni qual volta si troveranno di fronte troppi nemici e di conseguenza non riusciranno a tenervi testa, cadranno in uno stato di panico totale. Una apposita barra indicatrice si riempirà velocemente e solo la fuga o la meditazione riusciranno a calmare le cose. Durante questa fase, però, sarete purtroppo facili bersagli delle entità maligne per cui è opportuno cercare, se possibile, un rifugio sicuro prima, anche se è dura in certi frangenti anche solo provare a scappare. Per questo motivo, oltre che per incrementare la tensione nel videogiocatore, il ritmo di gioco di Kuon è principalmente lento, pensato per offrire un’approccio soft alla fase esplorativa. Per evitare di attirare l’attenzione di spettri e affini che infestano le stanze, e sfuggire quindi alle situazioni sopra descritte di panico, oltre che per non lasciarsi alle spalle indizi o oggetti preziosi visto che le aree da controllare sono molto buie ed è facile perdersi se si procede correndo, magari non scorgendo un sentiero o un' entrata secondaria.

Kuon
Kuon
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Atmosfera da incubo

Il comparto grafico è senz’altro una delle cose meglio riuscite del gioco. Le ambientazioni sono molto curate e dettagliate, nonostante l’oscurità permanente in alcune aree agevoli certamente il lavoro dell’engine. Ogni locazione presenta delle texture di discreta fattura, a tratti di livello eccelso, e dei modelli poligonali ben strutturati. Peccato siano un tantino ripetitivi. Anche i personaggi sono esteticamente molto curati e caratterizzati, coi loro vestiti d’epoca parecchio studiati e i loro volti ben modellati. Unico neo forse il fatto che quando i Pg parlano nelle scene di intermezzo, realizzate con lo stesso motore grafico del gioco, non muovono le labbra!! Forse per via di poteri telepatici? In fondo sono o non sono delle ragazze “speciali”? Diverso il discorso per quanto riguarda i mostri. Mentre alcuni spettri sono piuttosto dettagliati e possono vantare un character design notevole, quasi interamente ispirato alle creature della tradizione giapponese (fantasmi e mostri), altri "esseri" appaiono fuori luogo, realizzati con pochi poligoni, poco curati quasi fossero stati inseriti a forza nel gioco all’ultimo istante per far numero. La colonna sonora invece, fa appieno il proprio dovere: le musiche sono d’atmosfera e sottolineano degnamente le varie fasi di gioco, con degli alti quando avviene un’improvvisa apparizione tali da farvi sobbalzare sulla sedia ancor prima di vedere chi o cosa vi si è parata davanti.

Kuon
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Conclusioni

Ricapitolando: Project Zero, Silent Hill, Clock Tower, Resident Evil, Haunting Ground ed una spruzzatina di Obscure (a sua volte "semi-clone" della "collina silente" di Konami). Il cocktail offertoci da From Software per il suo primo survival horror trae spunto, chi più chi meno, da tutti questi titoli appena citati, dai quali la sofcto nipponica ha cercato di estrapolare le caratteristiche migliori. Non sempre un simile tentativo, quello cioè di creare un miscuglio "del meglio del meglio" tratto da altri giochi, ha prodotto dei buoni risultati, e anche Kuon non fa eccezione. Tuttavia, nonostante qualche difettuccio e una sensazione continua di "già visto" durante alcune fasi di gioco, ci sentiamo di promuovere questo ennesimo titolo horror: l'ambientazione feudale giapponese, le creature, gli spettri tipici della cultura e tradizione del Paese del Sol Levante, la capacità del gioco di "far paura" unite alla nostra perpetua fame di avventure con demoni e affini, a conti fatti fanno si che Kuon possa comunque ritagliarsi un piccolo spazio nella nostra/vostra ludoteca personale.

    Pro:
  • Bella atmosfera, cupa e coinvolgente.
  • Comparto grafico di buon livello.
  • In alcuni punti davvero spaventoso.
    Contro:
  • Caratterizzazione di alcune creature da rivedere.
  • Gameplay e controllo dei Pg non eccelso.
  • Mancata localizzazione in italiano.

Sulla Ps2 le avventure a sfondo horror comunemente conosciute col termine “survival horror” abbondano come le rondini a primavera. Dalla serie di Resident Evil (Outbreak e presto il 4) a Silent Hill a Project Zero, passando per i “single” Cold Fear e Obscure, praticamente tutte le software house più famose hanno proposto al pubblico la loro personalissima “visione” di questo genere, con risultati non sempre esaltanti. Tuttavia è innegabile il fatto che il survival susciti un fascino talmente enorme fra gli sviluppatori, e non solo dal punto di vista economico visti i potenziali guadagni derivanti dalle vendite, al punto da spingere anche i più “insospettabili” team a produrne almeno uno. Come nel caso di From Software, pronta a cimentarsi nell’impresa con questo Kuon.