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La recensione di Gorky Zero - Beyond Honor

Metal Gear Solid 3? Splinter Cell 3?
Per il momento accontentatevi... di uno Zero...

RECENSIONE di Fabrizio Montebello   —   07/09/2004
La recensione di Gorky Zero - Beyond Honor

Passando al lato tecnico, la produzione Jowood on va oltre una mera funzionalità: vero che non va ad inficiare l’esperienza videoludica in senso stretto e che non manca qualche effetto luce brillante, ma la composizione poligonale di ambienti e personaggi è piuttosto modesta, ancora più evidente nelle cut scene realizzate con lo stesso motore del gioco. Gli attori virtuali poi non hanno un set di animazioni lontanamente paragonabili a quelli dei diretti concorrenti e questo è un elemento di primaria importanza in uno stealth game.

Gli attori virtuali non hanno un set di animazioni paragonabili a quelli dei diretti concorrenti e questo è un elemento di primaria importanza in uno stealth

Ma anche in questo caso il difetto maggiore è la ripetitività: se si esclude qualche variazione cromatica, gli 8 livelli di gioco sono praticamente del tutto identici fra loro e tale elemento non passerà inosservato neppure all’occhio meno esperto. La nota positiva viene dai requisiti hardware veramente minimi richiesti: pensate che i raccomandati si fermano a 800 mhz per il processore e a 32 mega di memoria per la scheda video: più o meno quanto richiesto da Doom 3 ed Half Life 2… Passando alla componente sonora, giudizio decisamente positivo per i dialoghi presenti (rimasti in inglese ma con i sottotitoli in italiano), ed anche le composizioni di sottofondo sono sempre puntuali rispetto all’azione e capaci di far aumentare il tasso di produzione adrenalinico soprattutto nelle situazioni di attesa. Il problema, anche in questo caso, è una poca varietà delle tracce presenti. Forse in casa Metropolis Software hanno interpretato male il noto detto latino “Repetita Iuvant”.

La recensione di Gorky Zero - Beyond Honor
La recensione di Gorky Zero - Beyond Honor
La recensione di Gorky Zero - Beyond Honor

Du visuals is megl che uan
Un elemento che contraddistingue Gorky Zero dai suoi diretti concorrenti, è la presenza di una doppia visuale che va ad incidere anche nell’esperienza interattiva. La prima inquadratura si avvicina molto a quella vista nella saga di Commandos ovvero a volo ad uccello con un ampio orizzonte visivo. In questo modo il nostro Sullivan avrà modo di percepire i vari ostacoli presenti nell’ambiente (aiutato anche dalla mappa che visualizza inoltre le presenze umane) e cercare quindi di agire al meglio. Premuta la barra spaziatrice, la telecamera si sposterà appena dietro le nostre spalle, rendendo la prospettiva molta simile a quella vista in Kill.Switch (titolo comunque con cui non ci sono molte altre corrispondenze).

Spostando la nostra attenzione all’interazione uomo-macchina (della doppia visuale di cui parliamo box specifico), Gorky Zero ha dalla sua un ottimo sistema di comando: oltre alla tastiera (settata di default in modo praticamente perfetto) con cui avremo il controllo dei movimenti del nostro alter ego, l’interattività dell’ambiente avverrà tramite mouse. Sarà sufficiente cliccare con il tasto destro su di un soldato ucciso o sopra un sistema di sicurezza da “crackare” per far apparire un menù a tendina in cui potremo scegliere l’azione da compiere. Il sistema di puntamento avviene tramite mouse con un mirino piuttosto vistoso da piazziare in mezzo alla fronte dei vari antagonisti e sarà importante essere il più precisi possibile per una eliminazione rapida e soprattutto silenziosa. Nonostante gli elementi che vi ho esposto non siano originali presi singolarmente, la loro combinazione si dimostra efficace e capace di tenere testa ai titoli blasonati già citati in precedenza.

Odio Ripetermi
Se in potenza quindi abbiamo un prodotto soddisfacente, anche sotto il profilo delle armi (fucile a canne mozze, pistola 9mm normale e con silenziatore, mitraglietta uzi e l’indispensabile coltello per uccidere di sorpresa i cattivoni) e dei molti gadget ultra tecnologici a disposizione, al momento di scendere in campo giungono molte perplessità, soprattutto legate al level design che soffre di uno dei peggiori difetti per uno stealth game: la ripetitività! Gli otto livelli,

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oltre ad essere quasi identici nella strutturazione (enormi piani composti da magazzini, ambulatori, dormitori e stanze adibite alla sicurezza) ci faranno perennemente vagare alla ricerca del computer giusto che sblocchi quella porta indispensabile a fini della missione con l’unica variazione dei passaggi obbligati nell’enorme condotto di areazione. Un errore piuttosto grossolano compiuto dai programmatori è stato quello di non contrassegnare gli elementi interattivi da quelli esclusivamente d’arredo, costringendo il giocatore ad avvicinarsi a tutti i computer e macchinari che incontrerà (in alcune stanze sono anche decine!) per scopirlo: oltre a rendere il gioco più difficile, tale operazione si rivelerà facilmente fastidiosa soprattutto quando l’avremo ripetuta per centinaia di volte. La mia non vuole essere una stroncatura totale perché è da apprezzare la tensione che tante situazioni creano nel giocatore ma di certo Metropolis Software dovrà operare in futuro un lavoro migliore soprattutto nel beta testing: GZ è veramente troppo difficile e si cade nella frustrazione molto, anzi, troppo facilmente. Le guardie sono troppo mostruosamente pronte a reagire ad ogni nostro piccolo errore e la mancanza di un indicatore della nostra visibilità/rumorosità rende il compito di noi poveri players un’impresa veramente ardua. Forse i “videointruders” di professione ameranno il livello di sfida proposto ma tutti gli altri probabilmente andranno alla ricerca di qualche cheat all’ennesimo tentativo andato a male… [CC]Gli otto livelli, oltre ad essere quasi identici nella strutturazione ci faranno perennemente vagare alla ricerca del computer giusto che sblocchi quella porta indispensabile a fini della missione con l’unica variazione dei passaggi obbligati nell’enorme condotto di areazione[/CD]

Probabilmente pochi di voi ricorderanno Gorky 17, un titolo uscito tempo fa piuttosto in sordina che cercava di unire al meglio elementi RPG e degli strategici a turni. I ragazzi di Metropolis Software (autori nel frattempo del non troppo apprezzato Archangel) hanno deciso comunque di proporre un sequel, nuovamente prodotto da Jowood e distribuito in Italia da Koch Media. Il tempo di uscita è tendenzialmente perfetto: a fine settembre l’hype per i terzi episodi di Splinter Cell e Metal Gear Solid sarà arrivato quasi all’apice e GZ, appartenendo allo stesso genere dei già predestinati campioni di vendita, può mettersi in scia e sfruttare il trend positivo…

Orgoglio Europeo

La recensione di Gorky Zero - Beyond Honor

Finalmente anche noi europei ci possiamo fregiare di un super agente segreto fra le nostre fila! Cole Sullivan, il protagonista di Gorky Zero è infatti in servizio presso l’intelligence della NATO e ne è la punta di diamante in fatto di infiltrazioni e furtività. Come capita di solito in questo genere di giochi, i problemi arrivano ancora una volta dall’ex Unione Sovietica dove un ex maggiore dell’esercito russo, tal Trafimov è a capo di un’ organizzazione terroristica dal famigerato nome di “Fratellanza della Redenzione”, una setta capace di trasformare i propri adepti in robot umani, silenziosi e soprattutto ubbidienti.

Finalmente anche noi europei ci possiamo fregiare di un super agente segreto fra le nostre fila!

La misteriosa morte del militare, ucciso con due colpi d'arma da fuoco alla testa, non cancella il pericolo e così Sullivan viene spedito in Ucraina a far piazza pulita dei laboratori capaci di piegare a proprio piacimento la volontà delle persone. Quando la missione sembra oramai conclusa, il nostro alter ego digitale scopre che la verità è molto lontana da quella che i suoi superiori gli hanno esposto e la sua vita sarà appesa ad un filo. La trama, se pur prenda in prestito qualcosa da Metal Gear Solid, è di certo l’elemento di maggior valore in Gorky Zero e scoprire ciò che si cela veramente dietro la nostra missione sarà la motivazione più grande per completare gli 8 livelli previsti.

La recensione di Gorky Zero - Beyond Honor
La recensione di Gorky Zero - Beyond Honor
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C'è ancora posto nel mondo degli stealth per un altro super agente segreto oltre Sam Fisher e Solid Snake? E’ questo il quesito che mi ero posto al momento dell’anteprima di Gorky Zero e dopo averlo visionato in toto, possiamo dire che l’europeo Cole Sullivan è un fratellino molto minore e che deve crescere ancora molto per divenire un personaggio in grado di rivaleggiare con le due superstar appena menzionate. I ragazzi di Metropolis Software hanno anche avuto delle ottime intuizioni a cominciare dalla doppia visuale che potrebbe fare scuola nel genere. GZ non manca neppure di presentare un’ottima interfaccia di comando ed una trama intrigante (se pur da qualcuno possa essere interpretata come una versione ridotta della saga di Kojima) che sarà senza ombra di dubbio la motivazione principale per concludere gli 8 livelli previsti. Purtroppo però la ripetitività eccessiva dello schema di gioco e del level design, oltre ad un livello grafico meramente funzionale ed una difficoltà che lo rende troppe volte frustrante, lo rendono un prodotto indicato solo ai “videointruders” di professione e che vogliono ingannare l’attesa per i terzi episodi di Splinter Cell e Metal Gear Solid. La sufficienza (stentata) è in virtù delle buone intuizioni avute dai programmatori polacchi che ci auguriamo vorranno riprovare nel campo degli stealth, valutando però con attenzione pregi e difetti riscontrati da critica e pubblico in questo Gorky Zero.

    Pro:
  • Trama intrigante
  • Doppia visuale e buon sistema di controllo
  • Durata al di sopra della media
    Contro:
  • Ripetitivo in tutto
  • Tecnicamente modesto
  • Frustrante in molti momenti