L’inizio di Wrath of The Angels non si può dire proprio esaltante: il nostro alter ego si trova nel bel mezzo di un brutto incubo che scopriamo rivelarsi essere il rapidissimo tutorial in cui prenderemo pieno possesso dei comandi: classica combinazione tastiera + mouse, rotellina centrale che decide la velocità di movimento (che reminiscenza splintercelliana…), telecamera dietro alle spalle del protagonista (con la possibilità di spostarla tramite movimento del mouse) e subito ci è chiaro che le cose da fare sono sostanzialmente tre: uccidere i nemici a colpi di spada, pistola, balestra e similia, saltare sulle piattaforme evitando ostacoli naturali ed artificiali, trovare le classiche chiavi disperse in ogni dove… Insomma: si capisce sin da subito che di certo non è sull’elemento originalità che verte la produzione di Cenega….
Si capisce sin da subito che di certo non è sull’originalità che verte la produzione di Cenega...
Ma qual è il motivo che ci spingerà ad affrontare 30 locazioni diverse, passare ad altre dimensioni, affrontare le creature più infernali e demoniache esistenti? Tutto ha inizio da una lettera che il protagonista riceve da suo fratello: si parla di forze sovrannaturali capaci di sovvertire l’ordine costituito delle cose e di scatenare cataclismi incredibili ma soprattutto si richiede il suo aiuto! Il nostro baldo giovane (versione light dei classici truzzoni alla Duke Nukem e Painkiller) non ci pensa un istante e si ritrova in un paesino abbandonato dell’Europa Centrale, fin quando alla sua vista non compare un angelo che inizia a fare discorsi molto strani su guerre fra dei ed altre astruse affermazioni indecifrabili. Quel che c’è di certo però è che se vorremo salvare il fratello del nostro eroe dovremo affrontare un lungo viaggio (il gioco dura circa 30 ore…) fra terre malvagie ed inospitali in 4 universi distinti (Presente, il Medioevo, l´Antico Egitto ed il Misterioso Mondo delle Ombre… Ricordano anche a voi qualcosa o sbaglio?) per recuperare artefatti capaci di sprigionare alcune entità dall’incredibile energia. C’è qualcosa di strano comunque nelle parole di questo angelo che non ci ispira tutta questa fiducia ma solo con l’andare avanti nel nostro viaggio capiremo che non si tratta di una figura amica come Virgilio nella Commedia di Dante (e così ho fatto anche la citazione dotta…).
Come detto in precedenza, Shade – Wrath of The Angels si muove sulle più classiche coordinate degli action platform: uccidi il nemico (con semplici colpi o con qualche combo il più delle volte superflua), trova la chiave o risolvi qualche enigma decisamente elementare, salta le piattaforme prendendo le giuste misure. La qualità dei combattimenti è decisamente mediocre (neppure i “boss” di fine livello rappresentano chissà quale sfida…) e lo stesso si può dire per la componente appena accennata dell’adventure (difficile trovare un titolo così lineare). Eccellenti invece si rivelano le situazioni platform con alcuni highlights degni dei grandi masterpiece (il principe e il ninja chiaramente) che richiedono quella piacevole commistione decisamente riuscita di riflessi e manualità tanto da invitare i programmatori a pensare ad un platform puro per il loro prossimo lavoro…
Eccellenti invece si rivelano le situazioni platform con alcuni highlights decisamente degni dei grandi masterpiece
Anche sotto il profilo tecnico, il giudizio è piuttosto contrastato. Nel piatto della bilancia dei pregi vanno messi indubbiamente gli scenari piuttosto monumentali che rimangono d’impatto nonostante la tecnica de “una texture moltiplicata all’infinito” sia usata molto frequentemente ma d’altra parte il risultato visivo finale è indubbiamente piacevole all’occhio del videogiocatore.
Anche sotto il profilo tecnico, il giudizio è piuttosto contrastato
Buoni anche gli effetti luce e sufficienti le animazioni. Ad equilibrare i pesi, ci pensano una serie di bug grafici veramente fastidiosi visto che non solo esteticamente vedere i personaggi incastonarsi negli scenari o avere interazioni con il vuoto non è di certo piacevole ma a volte tali problemi si ripercuotono sulle nostre stesse azioni di gioco e vi assicuro che la mancanza di salvataggi liberi (si è optato per l’uso di checkpoint) in alcune situazioni vi farà facilmente imprecare nei confronti dei programmatori. Tra i punti non convincenti va annoverato anche un character design decisamente arido di innovazione e varietà con ragni, insetti, mummie e zombie che non brillano neppure per un dettaglio di qualsiasi genere. Sonoro nella norma senza picchi di eccellenza ma neppure con alcuna caduta di stile.
Commento
I Pcisti possono avere finalmente fra le mani una degna risposta al mai troppo idolatrato Ninja Gaiden? La risposta purtroppo è assolutamente no: Shade – Wrath of The Angels segue pedissequamente i canoni più tradizionali dell’action platform senza lasciare il segno con le componenti adventure e di combattimento decisamente mediocri mentre le situazioni platform brillano con alcuni highlights degni dei grandi masterpiece del genere. Anche sotto il profilo tecnico, il giudizio è piuttosto contrastato. Nel piatto della bilancia dei pregi vanno messi indubbiamente gli scenari piuttosto monumentali (che rimangono d’impatto nonostante la tecnica de “una texture moltiplicata all’infinito” sia usata molto frequentemente) a cui però vanno sommati negativamente i tantissimi, troppi, bug grafici che si ripercuotono anche sul gameplay. Nonostante tutto, giocare a Shade è una piacevole esperienza e se avete un certo grado di tolleranza ai vari difetti elencati, dalla sua ha pure una longevità decisamente elevata e richieste hardware tutt’altro che esose. La sufficienza, strappata ai limiti, è dovuta anche alla carenza cronica di giochi del genere su PC. Di certo un prezzo budget per una produzione comunque "minore" avrebbe reso Wrath of The Angels molto più invitante. Così è destinato a chi ancora rosica per non avere nella propria softeca Ninja Gaiden e potrà accontentarsi di un surrogato in fin dei conti accettabile.
- Pro:
- Ottima componente platform
- Ambientazioni suggestive e piacevoli
- Durata al di sopra della media
- Contro:
- Pieno di bug grafici
- Combattimenti ed enigmi mediocri
- Decisamente ripetitivo e lineare
Quando anni fa era in dirittura di arrivo XBOX, tanti nomi più o meno altisonanti dell’industria e della critica videoludica annunciarono, senza ombra di dubbio, un de profundis per il PC come macchina da gioco. Mai tali funeree previsioni si rivelarono errate, tanto che l’arrivo della console di Microsoft segnò invece un aumento delle produzioni destinate ai nostri personal computer anche in quei generi che sembravano fino a quel momento, dominio incontrastato delle macchine esclusivamente da gioco. Sarebbero tanti gli esempi da fare ma questo incipit mi serve per introdurre invece un'eccezione a questo trend ovvero il fatto che nel campo degli action/platform, produzioni destinate ai nostri hard disk, non sono state decisamente frequenti in questi ultimi anni e nella testa al momento, riesco a rimembrare esclusivamente gli eccellenti Prince of Persia – Sands of Time e Legacy of Kain: Defiance oltre al discusso ultimo episodio di Tomb Raider. Che Shade possa quindi essere una valida risposta al mai troppo idolatrato Ninja Gaiden? Vi preannuncio che purtroppo non è così (magari…) ma la produzione di Black Software non è da scartare a priori… Cosa ne dite quindi di conoscerla da più vicino?