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Lotus Challenge

Amanti della velocità che avete sempre sognato di guidare una Lotus, è il momento di realizzare, anche se in parte, un sogno: guidarne una. Dopo il successone della saga di videogames della Gremlin di una decade fa, Kuju Entertainment fa sfrecciare su Playstation 2 questi bolidi, nuovi o vecchi che siano. Ne varrà davvero la pena?

RECENSIONE di La Redazione   —   23/11/2001

Il gioco in sè

Chi ha provato la saga di Lotus su computer, all’epoca in cui i 16 bit rappresentavano il massimo disponibile sul mercato (Amiga, Atari ST, Snes e Megadrive), ricorderà come ad una realizzazione audiovisiva da urlo, si affiancava una giocabilità elevatissima ed una longevità invidiabile grazie a quella voglia di giocare e rigiocare fino allo sfinimento un racing game che ancora è ricordato dai fan dell’epoca. Kuju Entertainment, lo sviluppatore scelto da Virgin Interactive (distributore del gioco), ha però preferito la strada della simulazione (sempre parlando dell’ambito console, non si parla certo di Gp3 o GP Legends per Pc), avvicinando il titolo in questione soprattutto a Ferrari 355 Challenge, il capolavoro ideato da Yu Susuki di Am2 (team interno di Sega), in arrivo l’anno prossimo anche sulla Playstation 2.
Effettivamente il sistema di controllo assomiglia moltissimo al racing game concepito dal papà di Virtua Fighter e Shen Mue, uno dei capolavori più incompresi dell’industria videoludica (forse per la presenza della sola Ferrari ed un’unica visuale?), anche per limplementazione di aiuti alla stabilità dell’auto prescelta, nel accellerazione, freno e via di seguito.
Un novellino cresciuto soltanto con arcade racing game come Daytona, Ridge Racer ed Out Run anche con tutti gli aiuti abilitati può avere non poche difficoltà a governare il proprio mezzo, non solo per l’estrema difficoltà del sistema di gioco programmato da Kuju Entertainment ma anche per la tendenza a sbandare molto spesso alle alte velocità, anche se si abilitano tutti gli aiuti, cosa che con F355 non succedeva. Gli appassionati delle simulazioni troveranno di sicuro pane per i loro denti, soprattutto se giocheranno senza nessuna facilitazione, ma un test più rigoroso sotto il profilo della guidabilità, avrebbe aiutato molto Lotus Challenge: a che serve abilitare una o più semplificazioni di guida se comunque a 215 km all’ora, rallento per entrare in curva, la macchina sbanda e non è possibile agire di controsterzo? Peccato, sarebbe stato un gioco di quelli con una grande longevità, idolatrato dai fan più sfegatati del genere, soprattutto se lo sono anche del costruttore, visto che sono presenti anche auto storiche degli anni sessanta, settanta ed ottanta (nonché una sorta di “history” della Lotus).

Lotus Challenge
Lotus Challenge

Il gioco in sè

Oltre al solito quick race, un time attack leggermente diverso, split screen per due giocatori e alla modalità campionato, i programmatori della Kuju hanno inserito una modalità molto “Granturismiana” dove bisogna superare determinate prove (comunque non patenti) per proseguire, partecipare a gare su gare (alcune lunghissime mentre altre in circuiti densi di traffico) ed avere la possibilità di guidare macchine via via sempre migliori.
Una curiosità: oltre a giocare Lotus Challenge con il pad analogico o digitale come siamo stati sempre abituati, è possibile settare lo stick analogico come se fosse un vero volante, ruotandolo a sinistra e destra, invece che soltanto imprimere queste direzioni. Inutile dire che rimpiangiamo il buon vecchio Jogcon di Namco……

Grafica!

Dopo un full motion introduttivo che definire storico equivale ad adoperare un eufemismo, selezionata la modalità di gioco e l’auto dei nostri sogni (in tutti i sensi!), siamo pronti per scendere in pista (dozzina di secondi di caricamento permettendo).
La primissima impressione avuta è quella di trovarsi di fronte all’aberrazione che prende il nome di Driving Emotion Type S di Squaresoft o il discreto XG3 di Acclaim: per nascondere il più possibile la mancanza di Anti Aliasing (e quando mai!), Kuju Entertainment ha ben pensato di ammantare la grafica del gioco con l’effetto sfocatura proprio del Motion Blur, cercando di mascherare la non ottima esperienza sull’hardware a 128 bit di Sony.
Tralasciando il primo impatto, di sicuro non ottimo, andiamo ad analizzare le auto a nostra disposizione: il polygon count varia dal più che adeguato alle circostanze all’ottimo (soprattutto per le auto più recenti). Parlando degli effetti speciali implementati, l’Environmental Bump Mapping ivi immesso non è in tempo reale come succede col bellissimo Gran Turismo 3 A Spec, è fittizio proprio come (un titolo a caso tra i tanti) il buon Le Mans 24 ore di Melbourne House. Il riverbero del sole però è sicuramente d’impatto, davvero ben realizzato, anche se per i motivi che abbiamo illutrato un paio di righe più su, non va ad alterare la palette di colori del vostro mezzo mentre a condire il tutto c’è qualche effetto speciale di discreta fattura come fuochi d’artificio. A differenza del capolavoro summenzionato di Kazunori Yamauchi però, qui le auto si danneggiano (perdita delle ruote ad esempio), tanto esteticamente quanto nella guidabilità del vostro bolide. Le visuali a disposizione, infine, sono quattro: due esterne (ravvicinata e lontana) e due interne mentre ci duole segnalare l’assenza di uno specchietto retrovisore, importantissimo in un videogioco come questo.

Lotus Challenge
Lotus Challenge

Grafica!

Nel complesso, se Lotus Challenge fosse uscito un anno fa in concomitanza con la release Pal di Playstation 2, avremmo parlato di un comparto grafico di buon livello che dà la birra a Ridge Racer V di Namco ma a 2001 inoltrato, possiamo parlare di sufficienza e basta, un po’ poco con Gt3 in giro.

Sonoro

Chi conosce il sottoscritto, di sicuro conosce la passione che nutro per la musica da discoteca e sono sempre molto contento quando ci sono videogames (meglio se racing games) con soundtrack House o Dance (per intenderci, se la saga di Wipeout fosse un aborto videoludico, figurerebbe nella mia collezione lo stesso), però qualcosa è andato storto!
Se sugli effetti sonori non c’è assolutamente nulla da dire ed il doppiaggio italiano di livello mediocre non stupisce più nessuno (nonostante ci sia anche il buon Stefano Albertini) ma le musiche ivi presenti non sono assolutamente galvanizzanti e trascinanti, anche se realizzate con cura più che discreta.

Lotus Challenge
Lotus Challenge

Conclusioni

Lotus Challenge, nonostante non sia totalmente un gioco da buttare, si rivela infine un gioco di fattura appena sufficiente: la realizzazione grafica, nel complesso è appena discreta, le musiche semplicemente non fanno presa, l’adattamento italiano poteva essere migliore, il controllo dei vari mezzi varia dall’adeguato allo scabroso e a nulla, alle volte, gli aiuti semplificano la vita dei novellini dei racing game un miccino più complessi. I fan delle simulazioni lo gradiranno un po’ di più ma alcune pecche nel sistema di controllo dei vostri mezzi farà subentrare anche in loro quell’inopportuno senso di frustrazione. Non un disastro, quindi, ma niente che valga la pena di spenderci su un centone!
Dedicato quindi ai fan più irriducibili della Lotus, a chi colleziona tutti i racing game, soprattutto se armati di tanta pazienza!

    Pro:
  • alcuni effetti speciali carini
  • varie modalità di gioco
    Contro:
  • graficamente non eccelle
  • giocabilità mediocre