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Medievil: Resurrection

Ci sono voluti cinque anni per rivederlo all’opera su una console, ma alla fine il momento è arrivato e il cavaliere più maldestro della storia, Sir Daniel Fortesque, è tornato.

RECENSIONE di Massimo Reina   —   06/10/2005

Lo abbiamo aspettato per cinque lunghi anni, come accennato nel cappello introduttivo. Uno dei platform più belli della scorsa generazione di console a 32bit, il “ghost & goblins” per Psx sembrava davvero uno dei titoli più indicati per rivedere la luce anche sulla Ps2 in una versione più “evoluta” e migliorata. Purtroppo però, per una serie di motivi a noi sconosciuti, tale prospettiva non si è mai avverata e solo in parte il carino Maxino ha colmato i nostalgici appassionati delle avventure di Sir Dan. Oggi, però, fortunatamente il team interno alla Sony che ha realizzato i due titoli precedenti, ha deciso di rompere gli indugi e di riportare, finalmente aggiungiamo noi, alla luce uno dei migliori titoli dello scorso millennio. Dicamolo subito però: Medievil: Resurrection è un remake “upgradato” del primo capitolo della serie, non un vero e proprio episodio inedito. Questo comporta ovviamente tutti i pro e i contro di questi casi. Se per chi ha amato la giocabilità, l’immediatezza e l’inconfondibile ironia che permeava l’intera avventura originale, la cosa può solo costituire una gradevole variante ai nuovi titoli del genere, con un ritorno al passato recente della storia dei videogames, per gli altri un game design palesemente “ispirato” (tratto) alla vecchia generazione di console potrebbe far storcere il naso.

Medievil: Resurrection
Medievil: Resurrection
Medievil: Resurrection

Sir Daniel Fortesque...

Gli abitanti del Regno di Gallowmere sono stati trasformati in creature senz’anima dal malvagio mago Zarok, tornato dall’aldilà con propositi assai poco buoni. In ogni contea, in ogni angolo di strada, spiriti inquieti e mostri di ignota provenienza hanno invaso le terre da nord a sud, facendosi beffa di ogni resistenza e rendendo schiavi o folli i pochi umani che si erano salvati dalla mutazione. Orde di non morti escono dalla tombe e per la gente del posto sembra essere davvero finita. A meno che… A meno che un eroe senza macchia e senza paura, un cavaliere di altri tempi, prode e coraggioso, possa apparire dal nulla e lottare per il bene affinché il regno sia liberato dalla maledizione. Peccato, però, che ci si trova i un Era buia ed un eroe simile non esista! Ed allora non resta altro da fare che farne tornare qualcuno dal mondo dei trapassati, e magari accontentarsi di un cavaliere dai discutibili principi, colpito a morte da una freccia scoccata durante la celebre battaglia di Gallowmere 100 anni prima proprio dai soldati dell’ esercito del redivivo Zarok, e che riposa in pace nelle umide e fredde cripte di una fortezza diroccata. Il suo nome? Sir Daniel Fortesque. Tra le lapidi avvolte da erbacce, il “prode” condottiero riposa il sonno dei giusti, quando un genio che vive nel suo cranio da qualche anno, Al Zalam, lo riporta in vita. Pronto ad affrontare ancora una volta il potente mago Zarok ed il suo esercito di non morti per riacquistare l'onore perso in battaglia, il cavaliere si lancia da solo, tremando, contro i nemici... La struttura di Medievil: Resurrection ripropone, e come detto prima, non poteva essere altrimenti essendo una sorta di remake, quanto visto nell'episodio datato 1999. E’ quindi un platform basato sull'esplorazione di vaste ambientazioni tridimensionali dal look goticheggiante, anche se rivisto in chiave umoristico, e sugli scontri a colpi di armi più o meno convenzionali (all’inizio il nostro eroe utilizza un suo braccio staccato a mo’ di mazza…) con i nemici sullo schermo, sia per proseguire nell’avventura che per accumulare Power-Up ed affini atti a far incrementare la potenza “distruttiva” del nostro Dan, nonché fargli acquisire nuove tecniche di combattimento, nuove armi e nuove abilità, queste ultime poi fondamentali per il superamento di determinate aree di gioco.

Medievil: Resurrection
Medievil: Resurrection
Medievil: Resurrection

Restyling a go-go

Per quanto riguarda invece le novità proposte da questo titolo, vanno segnalate alcune interessanti aggiunte sparse qua e là dai programmatori, impegnati ad offrire all’utente finale un prodotto non troppo vetusto. A partire da una migliorata gestione delle telecamere del gioco da parte della Cpu, vero e proprio “tallone d’Achille” dell’originale su Psx. Questo cambiamento consente finalmente al videogamer di godersi appieno talune fasi in puro stile platfom (leggi “salti e affini”) senza doversi preoccupare di infauste inquadrature che limitano la visione corretta e la susseguente azione da compiere alla “cieca”, maledendo ogni caduta i “genialoidi” che hanno ideato un simile sistema di camere. Il titolo SCEE offre anche altre interessanti varianti rispetto al precedente episodio a cui fa riferimento, come una articolazione dei livelli di gioco più logica e meno dispersiva ed una maggiore varietà dei nemici, questi ultimi, però, dotati di una IA non certo eccelsa. Il che fa si che la longevità di M:R non sia elevata, aggirandosi di fatto su meno di dieci ore di gioco. Per ovviare a tale lacuna, i programmatori si sono inventati quindi alcuni simpatici mini-game “a parte”, cioè avulsi dalla modalità principale, giocabili in singolo oppure in multiplayer tramite la condivisione via WI-FI. In questo caso i due videogiocatori dovranno possedere due copie separate del gioco. Per quanto concerne l’aspetto tecnico in se, i programmatori hanno compiuto un ottimo lavoro sfruttando piuttosto bene le potenzialità della piccola console di casa Sony. Medievil: Resurrection può ad esempio vantare un comparto grafico di tutto rispetto, certamente migliore dei suoi predecessori, con vaste ambientazioni tridimensionali rivestite di texture curatissime in ogni minimo dettaglio, effetti di luce dinamici e meglio utilizzati, ed un design generale di sicuro impatto visivo, tutte cose che aiutano il giocatore a calarsi ancora di più nelle surreali atmosfere del mondo di Sir Dan e Co senza influire di fatto sul gameplay visto che non si registrano rallentamenti di rilievo nonostante la mole di “roba” mossa su schermo. Belli infine i filmati di intermezzo (spesso realizzati con lo stesso engine del gioco) e il comparto audio, con musichette divertenti che si alternano ad altre “composizioni” decisamente più evocative, gotiche, e dei dialoghi senza infamia e senza lode, intermante doppiate in italiano.

Medievil: Resurrection
Medievil: Resurrection
Medievil: Resurrection

Conclusioni

Nonostante un comparto tecnico di tutto rispetto che pare sfruttare quasi appieno le potenzialità della PsP e un personaggio simpaticissimo e carismatico, a suo modo, Medievil: Resurrection è uno di quei titoli che, a causa di un sistema di gioco troppo datato e di un longevità ridotta ai minimi termini, vedono drasticamente ridotte le proprie potenzialità e il proprio appeal nei confronti del videogiocatore medio. Il titolo SCEE non è male, intendiamoci, specie con le aggiunte di cui parlavamo in sede di review, e non dimentichiamo che è il primo gioco a piattaforme disponibile in Europa per la neonata portatile Sony, tuttavia sa di superato, di già visto. Con un po’ più di attenzione e qualche ritocco al gameplay sarebbe potuto risultare più interessante e consono alle attese dei fans. A questo punto non ci resta che incrociare le dita e sperare in un sequel che colmi queste lacune. Per il resto, nell’attesa, lo consigliamo a tutti coloro che hanno amato il personaggio di Dan e il suo mondo.

    Pro:
  • Ottima grafica.
  • Personaggi accattivanti, Dan su tutti.
  • Divertente anche se stilisticamente datato.
    Contro:
  • Gameplay da aggiornare.
  • Scarsa longevità.