28

Mercenaries 2: Inferno di Fuoco - Recensione

Compagnie petrolifere, dittatori sudamericani e bombe nucleari: i mercenari tornano in azione!

RECENSIONE di Matteo Santicchia   —   10/09/2008
Mercenaries 2: Inferno di Fuoco - Recensione
Mercenaries 2: Inferno di Fuoco - Recensione
Mercenaries 2: Inferno di Fuoco - Recensione

Mercenaries 2: Inferno di Fuoco è disponibile per PC, PlayStation 2, PlayStation 3 e Xbox 360.
La versione testata è quella PlayStation 3.

Fuoco e fiamme

Anche il comparto tecnico non è esente da difetti, con molte luci ed ombre.
Se sono particolarmente apprezzabili le esplosioni, piene di effetti speciali con tanto di calore che fa girare il protagonista, e la modellazione e le textures applicate su questi, di minor impatto è invece la costruzione degli ambienti, città, colline o porti che siano. Il dettaglio cala drasticamente, tutto dà l'impressione di essere uguale, col risultato che sembra di stare combattendo sempre nello stesso posto. La distruttibilità degli ambienti è molto apprezzabile, visto il vasto arsenale a disposizione, di fatto però si notano alcune piccole imperfezioni, come le granate e le bombe che non lasciano crateri, ma piccoli mucchietti di terra che ci ricordano che qualcosa ha smosso il terreno di recente. La fisica applicata è piuttosto buona, con le vetture e i mezzi militari che reagiscono realisticamente alle asperità del terreno o agli ostacoli che gli si parano davanti tipo pedoni, casse o barricate, mentre diverse volte il motore Havoc è andato in crisi, come quando un RPG sparato nel muso di una jeep a non meno di 3 metri l'ha lanciata in aria, e dopo aver volteggiato e rimbalzato un paio di volte è ricaduta a terra, in perfetta forma, come se fosse appena uscita dal concessionario, con tanto di guidatore e passeggero vivi e vegeti e con le armi in mano. La sensazione generale è quella che al gioco sia mancata da un punto di vista tecnico un lavoro supplementare di pulizia, con alcune cose molto ben realizzate e altre che lo sono solo a metà.

Commento

Mercenaries 2: World in Flames è un titolo molto strano, perchè nonostante non si curi delle molte raffinatezze proposte in un titolo come GTA, riesce nel suo intento principale, ovvero quello di divertire, anche se per fare ciò abbassa molto le sue pretese, diventando di fatto uno sparatutto, più che un free roaming classico pieno di cose da fare. Molti potrebbero non apprezzare, anche in virtù di una veste grafica piena di alti e bassi e afflitta da bug, ma chi riuscirà a calarsi alla perfezione in questo contesto, nei panni di uno dei tre mercenari pronti a tutto e dalla bomba nucleare facile, potrà divertirsi molto, nonostante missioni (praticamente) tutte uguali e un'intelligenza artificiale deficitaria. In coppia online il divertimento è assicurato, un carnevale di esplosioni e bombardamenti senza fine, con sporadici problemi di lag.

Pro

  • Distruzione totale
  • Molte armi e mezzi
  • Modalità cooperativa molto divertente
Contro
  • Missioni tutte molto simili
  • Pessima I.A. e bug presenti
  • Comparto tecnico con alti e bassi

Tre mercenari in cerca di missione

Come scritto precedentemente in sede di anteprima si abbandona il freddo 38°parallelo coreano, per il caldo e assolato Venezuela. Tra colpi di stato e doppi giochi, la storia segue le vicissitudini del protagonista e la sua rincorsa verso il centro del potere, ovvero quel Solano che nel prologo ci ha tradito (e non pagato!), diventando l'oggetto della nostra vendetta. Dopo aver scelto tra uno dei tre personaggi selezionabili, ovvero lo svedese con capelli alla mohicana Mattias Nilson, graziato da più energia e un più alto tasso di rigenerazione della stessa; Chris Jacobs che rappresenta il personaggio più "pesante" del lotto, potendo subire più colpi e soprattutto potendo trasportare più munizioni e Jennifer Mui, la classica orientale a mano armata più rapida e veloce del mondo ci si immerge subito nella vita cittadina di Maracaibo, zona di guerra a tutti gli effetti, teatro degli scontri tra le fazioni in lotta.
Le fazioni, cinque in tutto, rappresentano una sorta di distributore automatico di missioni, con l'unica limitazione che lavorare per una ci negherà il supporto di un'altra, tagliando quindi le risorse a disposizione e le zone di trasporto veloce da una parte all'altra della mappa.
E' tutto molto semplice, uccidendo, anche casualmente, un soldato di una fazione, avremo contro tutti i suoi compagni. Basterà semplicemente allora freddare qualcuno della fazione avversaria per tornare ad essere amici come prima. Le missioni, non sono l'emblema della varietà, anche se le prime che si rendono disponibili possono piacevolmente stupire, come l'indimenticabile recupero del "Devastatore" e quella dei fucili vittima della nostra guida sportiva. Le altre, scorta, consegna o da sicario, possono essere per la maggior parte portate a termine sfruttando semplicemente l'arsenale che il gioco ci mette a disposizione. Non solo fucili e bombe a mano, ma più in generale tutto quello che ha un motore, dalle macchine ai camion, passando per blindati leggeri e motoscafi. Il massimo della devastazione si ottiene quando, dopo aver portato a termine dei discutibili quick time events, si può fare quel che si vuole a bordo dei carri armati e degli elicotteri. Se anche questo ci sembra poco, in Mercenaries 2 possiamo fare ricorso anche gli attacchi aerei, previo pagamento della benzina necessaria per far alzare in volo il bombardiere. Con missili Cruise, bombe intelligenti o cluster bomb possiamo cambiare la zona di guerra a nostro piacimento, vista la quasi totale distruttibilità degli ambienti, e soprattutto uccidere in un colpo solo tutti i nemici presenti in una base. Se poi tra i lettori è presente un Dottor Stranamore in erba, troverà decisamente interessante l'utilizzo delle bombe nucleari, che rendono ancora più caldo e assolato il Venezuela di Solano.
Il supporto aereo ci viene anche in soccorso per trasportare mezzi direttamente sul campo di battaglia, blindati o macchine che siano, aumentando di conseguenza, quando possibile, il già elevato tasso di distruzione del campo di battaglia. Chi mette in conto una certa scarsità di fondi nelle missioni avanzate, può dormire sonni tranquilli visto che in giro per il Venezuela è possibile raccogliere molte casse piene di munizioni, benzina, soldi o attacchi aerei gratuiti pronto uso.

Mercenaries 2: Inferno di Fuoco - Recensione
Mercenaries 2: Inferno di Fuoco - Recensione
Mercenaries 2: Inferno di Fuoco - Recensione

Una doccia di piombo

Proprio il supporto aereo, anzi il modo in cui è possibile chiamarlo, ci fa conoscere una delle prime criticità del gioco. In pratica, bisogna fermarsi e scegliere con la croce direzionale quale tipo di aiuto si vuole attivare. Facile a dirsi, assolutamente scomodo a farsi visto che nel bel mezzo di uno scontro a fuoco rimanere impalati, anche solo per qualche secondo, per lanciare il segnalatore nella zona dello sgancio rappresenta un bel modo per iniziare da capo la missione. Questo problema, dovuto ad una pessima scelta a livello di gameplay, viene compensata da un altrettanto discutibile intelligenza artificiale degli avversari. Visto che il nostro mercenario non può andare in copertura, ma solamente abbassarsi quando prende la mira, anche i soldati nemici hanno scelto di metterla sul fair play, decidendo di farsi impallinare sparando allo scoperto, armi in pugno, come nei vecchi fps. Come se non bastasse, si perdono dietro, o dentro, i muri, oppure non fanno nulla per concertare un assalto degno di nota, magari non accorgendosi del mercenario svedese con la cresta che li sta freddando alle spalle da mezzo metro scarso. O come non citare i pedoni che si lanciano in piena fregola autolesionista sotto le vetture, causando un danno collaterale di 5000 dollari? Un altro paio di cose poco piacevoli, che si notano giocando, sono il cattivo bilanciamento delle armi da fuoco, rispetto alla potenza dei propri pugni. Più in generale i fucili, non quelli a pompa, ma quelli da assalto veri e propri, sono poco precisi, essendo quindi utili solo dalla breve distanza. Se si spara da più di dieci metri si vedono i proiettili circondare magicamente il bersaglio, con una percentuale di colpi a segno veramente scarsa. Ovviamente, anche i soldati avversari sono dotati degli stessi fucili, tutti caricati con traccianti poi, di conseguenza si possono vedere e evitare i proiettili manco fossimo nel bullet time di Matrix.

Una coppia esplosiva

Se il piombo del nostro AK 47 Kalashnikov non è sufficiente e non si ha voglia di aspettare il nostro amico bombardiere, si può fare affidamento sulle nostre nocche d'acciaio, che di fatto con un colpo stendono l'avversario. Alla luce di questo, una tattica vincente, ma soprattutto rapida per portare a termine le missioni di assalto ai fortini nemici è quella di forzare l'ingresso entrando a tutto gas con un auto, fermarsi di fronte all'obiettivo e stenderlo con un preciso montante. Mission Accomplished, zero proiettili sparati, un bel gruzzolo incassato, subito di corsa alla base a riposarci e a bere margaritas! Nonostante questi difetti e le missioni molto simili, ci si può divertire molto, a patto che si scelga di giocare all'insegna della devastazione massima, facendoci beffe del sistema di alleanze e divertendoci a bordo dei molti mezzi a disposizione. Il Venezuela diventa quindi un immenso parco giochi, dove fare e disfare tutto a nostro piacimento, in cui scorrazzare senza meta per le città, dove senza rimorsi radere al suolo interi quartieri, rubare elicotteri e più in generale fare tutto quello che si vorrebbe fare in GTA senza l'assillo della polizia delle calcagna.
La modalità cooperativa, in cui si può entrare uscire liberamente dalla partita, se giocata in quest'ottica è sicuramente un ulteriore plus al gioco Pandemic.
La morte dall'alto, sotto forma di un carro armato che scende docilmente appeso ad un elicottero, o di un missile Cruise che distrugge un intero isolato, semplicemente raddoppia, e a facilitare ancora di più le cose, in caso di morte prematura di uno dei mercenari, quello ancora in piedi lo può riportare in vita, pronto a scatenare, previo pagamento di moneta sonante o benzina, un bell'olocausto nucleare punitivo. Questa possibilità di cura istantanea sul campo è particolarmente gradita visto che, se non si hanno basi avanzate vicino alla zona delle operazioni da utilizzare per "teletrasportarsi" velocemente via elicottero, bisogna sorbirsi delle lunghe peregrinazioni in giro per la mappa, cosa questa decisamente lunga e tediosa nelle partite in solitaria.