Poca voglia di ballare
Ciò che ha contraddistinto Lumines, rendendolo secondo molti il miglior gioco attualmente disponibile per il portatile Sony, è stata la splendida commistione tra una meccanica di gioco semplice ma stimolante, e la musica. Giocare a Lumines significava entrare in una sorta di trance ipnotico, coi bassi che martellano le orecchie e gli occhi impazziti alla ricerca della soluzione migliore in cui incastrare i pezzi che scendono dall’alto. Un titolo eccezionale, senza giri di parole. Sulla base di una premessa del genere, era chiaro che la curiosità nei confronti di Meteos su Nintendo DS fosse particolarmente alta, non senza però qualche timore: davvero Mizuguchi sarebbe stato in grado di ideare, creare e sviluppare due puzzle game diversi, garantendo ad entrambi un livello qualitativo degno del suo nome? La risposta, ve lo anticipiamo fin da subito, è sì, anche se Meteos ha un impatto totalmente diverso rispetto al “fratello” disponibile per Psp. Quest’ultimo, è inutile negarlo, è stato fedele rappresentazione delle potenzialità tecniche della console Sony: immagine brillante, effetti grafici notevoli, sonoro eccezionale, schermo wide. Al contrario Meteos si presenta in maniera sicuramente più sobria, con una veste grafica piuttosto minimalista e senza fronzoli, pur dotata di uno stile molto intrigante. Non aspettatevi quindi di usare la produzione Bandai come gioco da mostrare agli amici per evidenziare le potenzialità tecniche di Nintendo DS... Di certo invece potrete mostrare loro Meteos per condividere tutta la brillantezza del gameplay infusogli dal maestro Mizuguchi, ma attenzione! Il rischio è di vederli incollati allo schermo per ore e ore.
Centro di gravità permanente
Il concetto alla base della meccanica proposta dal gioco è piuttosto semplice: in sintesi, come nella migliore tradizione del genere ci sono dei blocchi colorati che scendono dall’alto, per poi depositarsi sul fondo dello schermo uno sopra all’altro formando delle colonne. Utilizzando il pennino sul touch screen è possibile spostare i blocchi, ma solamente in verticale modificandone la posizione all’interno delle suddette colonne. Tramite questa operazione, allineando orizzontalmente tre blocchi dello stesso colore, questi diventeranno dei razzi, spostandosi verso la parte alta dello schermo e portando con sè tutti gli altri quadratini soprastanti. Superare il limite superiore del touch screen fa sparire i blocchi, i quali vanno a spostarsi nella griglia di gioco del proprio avversario. Sì perchè in Meteos si gioca sempre contro uno o più sfidanti, umani o controllati dalla Cpu, tutti impegnati in contemporanea e col fine di mandare quanti più blocchi possibili dall’altra parte, per costringere l’avversario a raggiungere il famoso game over. Ma inviare i propri quadratini oltre il limite superiore dello schermo non è facile come si potrebbe immaginare; il concetto fondamentale della fatica di Mizuguchi è infatti la gravità, che modifica lo schema di gioco ad ogni livello. Ogni stage è infatti un pianeta, con una spinta gravitazionale diversa che influisce sul peso dei blocchi stessi: e più questi pesano –o più blocchi hanno sopra di essi-, più razzi sono necessari per mandarli in orbita. E dal momento che il concetto base di Meteos sta nel creare razzi per spostare quanti più blocchi possibile, ecco che entra in gioco la necessità di realizzare delle combo, ovvero allineare altre file di blocchi sopra ai razzi stessi per dare così il potenziale propulsivo necessario e sufficiente al proprio scopo.
Un razzo per amico
La bontà del gameplay di Meteos si scopre mano a mano, procedendo nelle partite alla ricerca della coordinazione occhio-mano necessaria per uscire vincitori. Sì perchè l’opera di Q Entertainment richiede più di qualche sessione per iniziare a farsi padroneggiare, e anche una volta inquadrate le meccaniche non è raro perdere diverse partite, specialmente ai livelli di difficoltà più elevati. Il ritmo sincopato che Mizuguchi ha voluto instillare nella propria creatura è infatti tale da rendere Meteos un gioco non particolarmente user friendly, nonostante l’interfaccia via pennino sia molto intuitiva e non richieda praticamente la pressione di nessun tasto aggiuntivo. Proprio tale interfaccia ha però prestato il fianco ad un difetto non di poco conto, derivante da un utilizzo della stessa in maniera non appropriata ma capace di permettere risultati anche migliori di quelli derivanti da una condotta “corretta”. In sintesi, strisciare su e giù il pennino rapidamente in maniera “random” sullo schermo porta effettivamente alla realizzazione proprio di quelle combo che altrimenti richiederebbero un tempo maggiore per essere elaborate dal cervello e quindi eseguite. Malgrado non ci sentiamo di ritenere tale “difetto”, se così lo vogliamo chiamare, fondamentale per la valutazione complessiva del gioco, resta volenti o nolenti un aspetto realmente esistente e che compromette gli equilibri delle meccaniche di gioco previste. Per quanto riguarda la longevità, al di là del desiderio di migliorare i propri record la produzione Bandai offre una cospicua dose di extra, come musiche, oggetti speciali o interi pianeti da acquistare tramite un apposito menù, al costo di alcune centinaia di “elementi” raccolti durante le sessioni di gioco. Non manca ovviamente una corposa modalità multiplayer wireless, che beneficia anche della possibilità di sfide con una singola cartuccia scaricando il gioco nelle console ospiti. Il processo non è certo breve, circa 2 minuti, ma il risultato ripaga ampiamente dell’attesa.
Commento
Se cercavate in Meteos una specie di Lumines su DS, rimarrete delusi. Mizuguchi ha voluto infatti realizzare sulle console portatili di Nintendo e Sony due prodotti estremamente differenti, pur accomunati dalla appartenenza al genere dei puzzle game. Meteos in tutta onestà fa più fatica del “fratellastro” ad entrare nel cuore, a causa di un impatto grafico meno intrigante e di una meccanica leggermente più complessa e non totalmente brillante quanto quella di Lumines. Ma il risultato complessivo resta senza ombra di dubbio uno dei migliori puzzle game degli ultimi anni, nonchè un acquisto obbligato per ogni amante del genere che possieda il portatile a due schermi di Nintendo.
- Pro:
- Meccanica di gioco estremamente valida
- Grafica stilisticamente ottima
- Eccellente uso del touch screen
- Contro:
- Peccato per il “bug” del sistema di controllo
- Non brillante quanto Lumines
- Sonoro non ai livelli di Mizuguchi
Le nuove console portatili hanno risvegliato l’estro di Tetsuya Mizuguchi, questo è certo. Il geniale game designer nipponico, autore –tra i tanti- di quell’autentico capolavoro chiamato Rez, ha infatti voluto dire la sua sia su Psp che su Nintendo DS realizzando, guardacaso, due puzzle game. Ma le similitudini si fermano qui...