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Miami Vice: The Game

Crockett e Tubbs sono tornati in città. Criminali, guardatevi le spalle.

RECENSIONE di La Redazione   —   11/10/2006
Miami Vice: The Game
Miami Vice: The Game

Le strade di Miami

Il contesto su cui si sviluppa Miami Vice: The Game, è abbastanza comune per un poliziesco: Sonny Crockett e Ricardo Tubbs sono una coppia di poliziotti impegnati nell'eterna lotta contro la criminalità, i signori della droga e del terrore di Miami, spaziando dalle classiche ambientazioni del genere come ville dalla portata imperiale, grossi magazzini e autorimesse nel cuore della notte. Il gioco si configura come il classico sparatutto in terza persona che sfrutta -l'ormai ampiamente sdoganata- telecamera a-la Resident Evil 4, ovvero di tre quarti appena sopra la spalla del protagonista. Mentre la scelta di uno o dell'altro dei due protagonisti non porterà alcun beneficio particolare, sarà il giocatore stesso a modificare le caratteristiche del proprio alter-ego virtuale andando ad alterare i parametri di reputazione e di difesa; provando a essere più chiari a riguardo, va detto che al termine di ogni missione il giocatore riceverà una valutazione in base ad alcuni dati quali ad esempio i colpi sprecati, quelli andati a segno e alle armi usate, in base a questi valori verrà assegnato al giocatore un certo quantitativo di "reputazione" utile poi nel corso del gioco per andare a prendere contatti con gli spacciatori della zona. Proseguendo nei vari livelli, i due poliziotti si ritroveranno a recuperare pacchi di droga da utilizzare poi successivamente al termine di ogni missione come materiale di scambio per informazioni riguardanti le missioni successive (la posizione dei nemici, la disattivazione delle telecamere, ...) o più semplicemente per guadagnare soldi utili a comprare nuove armi o nuovi vestiti. Il passaggio da una missione all'altra prende posto all'interno di una specie di mappa stilizzata della città di Miami, dove il giocatore avrà la possibilità di incontrarsi con gli spacciatori per vendere la droga trovata in missione, o per la compravendita di informazioni, armi e vestiti. E' in questa particolare fase di gioco che il videogiocatore potrà modificare i propri punti difesa o reputazione, andando ad acquistare particolare vestiti in grado di modificare le caratteristiche del proprio personaggio: più punti difesa si avranno più sarà facile portare a termine le missioni e meno punti reputazione si riceveranno alla fine di ogni livello, al crescere della reputazione invece aumenterà la facilità di trattativa con i baroni della droga (personaggi a cui vendere grossi quantitativi di droga) ma lascerà invariata la resistenza al fuoco nemico.

Miami Vice: The Game
Miami Vice: The Game

Inferno e mini-giochi a South Beach

Una delle più interessanti novità riguardanti Miami Vice: The Game è rappresentata dall'utilizzo di tutta una serie di mini-giochi (o piccole applicazioni) che entrano a far parte dell'azione stessa; oltre alla già citata gestione strategica del flusso di droga recuperato nelle missioni e della propria reputazione, nel corso dei livelli sarà possibile trovare alcuni speciali oggetti chiamati FlashRAM, che rappresentano vere e proprie schede di memoria da decriptare grazie ad uno strano gioco simile in parte ad asteroids, e che daranno accesso a tutta una serie di bonus per le armi. Per quanto le idee dietro al gioco sembrano poter mettere il prodotto finale in lista tra i "buoni giochi", tutta una serie di difetti, imprecisioni e leggerezze lo declassano inevitabilmente ad un prodotto -purtroppo- appena sufficente. Innanzittutto la longevità: l'avventura è dannatamente corta, è possibile finirlo (non portando a termine tutti gli obiettivi ma facendo il giusto necessario) in tre ore o poco meno; l'intelligenza artificiale dei nemici non brilla, portando i poveri gangster ad esporsi in continuazione al fuoco del proprio personaggio, e per di più il nemico risente solo a volte del colpo inferto in una zona vitale (in alcuni casi il singolo colpo alla testa è mortale, in altri -misteriosamente- no); il comparto grafico risente dei limiti tecnici del 3D di PSP (in parte ereditati da psx stessa) con muri invisibili, angoli traditori che incastrano mortalmente Crockett e Tubbs e tutta una serie di texture a volte decisamente poco ispirate.

Il gioco è afflitto da tutta una serie di problemi che vanno ad influire direttamente sull'esperienza di gioco, difetti quasi sicuramente conseguenti ad un ritardo nello sviluppo.

Inferno e mini-giochi a South Beach

A pesare maggiormente sul gioco sono però le telecamere, spesso e volentieri buggate in fase di copertura (quando il personaggio sta dietro ad un oggetto riparandosi) obbligando il giocatore a spostarsi e trovare un nuovo punto da dove sparare ai nemici. Completa il quadro dei difetti uno dei peggiori comparti audio degli ultimi anni: seppur a tratti le musiche possano ritenersi ispirate e "sul pezzo" (in riferimento alla serie di Miami Vice), i file audio dei nemici sono a dir poco scandalosi nella loro incessante, monotona e fastidiosa ripetitività.

Miami Vice: The Game
Miami Vice: The Game

Miami Vice: The Game è un buon tentativo e poco più. A parte alcune trovate interessanti ed un'azione a tratti divertente, il gioco è afflitto da tutta una serie di problemi che vanno ad influire direttamente sull'esperienza di gioco, difetti quasi sicuramente conseguenti ad un ritardo nello sviluppo (la fregatura di dover sviluppare un gioco basato su di un film in uscita al cinema è che non sono concessi ritardi o mesi extra per aggiustare i difetti). Il sistema di controllo si salva però senza eccezioni: il gioco è nato e cresciuto attorno ai comandi di PSP e ci si adatta alla perfezione.

    Pro:
  • Interessante gestione della reputazione
  • I mini-giochi si amalgamano alla perfezione con il resto del gioco
  • Ottimo sistema di controllo
    Contro:
  • L'AI dei nemici ha ampi margini di miglioramento
  • La telecamera è frustrante
  • Il doppiaggio è inascoltabile e fastidioso

La fortuna di poter sviluppare a partire da un concept già conosciuto, è sicuramente quello di potersi concentrare maggiormente su tutti quegli aspetti che spesso e volentieri nei videogiochi vengono ignorati o abbandonati per mancanza di tempo: le innovazioni sul genere. Ed è questa la possibilità concessa ai Rebellion, padri del sorprendente Rogue Troopers e di From Russia with Love, quando vennero contattati per sviluppare il videogioco ispirato al nuovissimo film di Miami Vice, versione riveduta, rinnovata e sul grande schermo del serial anni '80 ideato da Micheal Mann. Riusciranno gli sviluppatori nell'arduo compito di seguire fedelmente la traccia indicata dal film e al tempo stesso non ricadere nella trappola del gioco insipido clone di tanti altri cloni? La risposta è un po' più complessa di un semplice sì o no, per saperla non rimane che proseguire nella lettura.