Ricky Carmichael strikes again
A dire il vero, la qualità media dei titoli in questione li poneva quasi sullo stesso piano, ciò nonostante la palma di vincitore, per un soffio, è andata al più divertente Mx2002. Un anno dopo, Pacific Coast Power And Light Co (PCPALC, da ora) consolidano la posizione faticosamente conquistata con questo Mx Superfly Featuring Ricky Carmichael (uscito già da qualche mese negli Stati Uniti), che andremo, tosto, ad analizzare.
Due ruote per aria
Il gameplay e il concept di Mx Superfly non si discostano moltissimo dal prequel, già di per sé più che valido: le venticinque piste a disposizione del videogiocatore (tre in più di Mx2002), la maggior parte delle quali all’aperto, sono ripartite tra alcune realmente esistenti e altre inventate ex novo; nel globale formano un binomio perfetto col sistema di controllo preposto dai coders americani, dando vita ad un gioco di guida dinamico e divertente, affiancato dai trick, ovvero acrobazie spettacolari che costituiscono uno dei piatti principali della pietanza distribuitaci da Thq.
Due ruote per aria
Il sistema di controllo si rivela essere immediato e molto intuitivo: con la leva analogica sinistra si sterza e si effettuano le tantissime acrobazie inserite nel pacchetto videoludico, con lo stick analogico destro si accelera e si frena, mentre con i tasti dorsali si caricano le sospensioni, per preparare il proprio mezzo ad un volo dal quale sfoggerete (già dopo qualche giro) capriole a 360 gradi, repentine rotazioni sul proprio asse nonché mini voli a testa in giù per qualche metro, cercando di fare un capitombolo che può far perdere secondi preziosi. E’ altresì vero che, soprattutto se vorrete mettervi alla prova nella modalità Carriera, sarà un obbligo vero e proprio quello di effettuare ripetute acrobazie, via via diverse (per evitare riduzioni di paga) e sempre più spettacolari, mentre si scalano i vertici delle classifiche e si sale di grado, o meglio di cilindrata della propria moto. Il già citato sistema di controllo, la cui immediatezza ed intuitività dovrebbe (perlomeno) essere lodata, ben si sposa con un intelligenza artificiale degli avversari ivi preposti sull’aggressivo andante ma, allo stesso tempo, permeata da un tocco di realismo (curve che vengono superate in malo modo, cadute in seguito a numeri molto difficili, scontri a mezz’aria e via dicendo) assente in molti racing game, anche quelli con poco velati bigliettini da visita recanti la dicitura “simulazione”.
Due ruote per aria
Una pecca, anzi, una limitazione, riesiede nel fatto che il nostro alter ego videoludico esca fuori strada e, dopo un paio di secondi, venga “magicamente” punito dai coders americani col disarcionamento (immediato, inflessibile e obbligatorio) dall’amato mezzo, penalizzando di ulteriori due/tre secondi l’utente, che, sicuramente, avrebbe preferito scorrazzare indisturbato per il tracciato, magari subendo una qualsiasi sorta di penalità a livello di regolamento. A parte questo piccolo neo, tutto fila che è un piacere: la varietà di tracciati, i tantissimi modi con i quali potrete esibirvi di fronte ad un astante folla e la (già citata) a.i. nemica, donano a Mx Superfly una giocabilità davvero rimarchevole ed una longevità sicuramente destinata a perdurare per intere settimane, grazie anche alla modalità split screen per 2 giocatori, che sicuramente aumenterà l’alta appetibilità che caratterizza con gran carattere questo Mx Superfly. Come se tutto questo non fosse già abbastanza, PCPALC ci regala (si fa per dire Nd Tanzen) un editor per costruire il tracciato dei nostri sogni, dotandolo di curve (più o meno infami), rampe, dislivelli, cunette, dossi e quant’altro la nostra fervida fantasia ci suggerirà.
Renderware again
Il motore grafico usato per dar vita a Mx Superfly è il noto Renderware di Criterion (sviluppatori di Trickstyle e, soprattutto, della bilogia di Burnout), un tool grafico che semplifica notevolmente il lavoro agli sviluppatori (Namco, Capcom, Konami, tra gli altri nomi illustri), senza però rinunciare ad una cosmesi quantomeno discreta (Renderware non è stato pensato con la sola piattaforma Playstation 2 in mente); l’aggiornamento dello schermo è fissato a 25 frame costanti, una scelta (di primo acchito) che può far storcere il naso ai maniaci della fluidità, ma una volta appurato che nessun rallentamento fa capolino (se non in rarissime situazioni e per qualche millesimo di secondo) anche con 12 moto su schermo o modalità split screen in utilizzo, non si può che rimanere quantomeno compiaciuti da questa scelta.
Renderware again
La palette di colori utilizzata è adeguata, senza mai cadere nella banalità, le texture si assestano su un buon livello qualitativo (le tute, ad esempio, si sporcano in maniera verosimile, dopo un ruzzolone per terra), mentre un numero di poligoni più che adeguato dà vita e forma ai professionisti del Motocross, dotati inoltre di ottime animazioni: queste ultime, fluide, realistiche e, soprattutto molto variegate, non fanno che aumentare il senso di realismo che permea Mx Superfly. Basti osservare, ad esempio, un corridore cadere rovinosamente al suolo, per poi vederlo in piedi e pronto per correre nuovamente, dopo una bella scrollata di polvere, per dar credito a queste righe.
La discreta cosmesi che permea il titolo programmato da PCPALC, la si ritrova anche nei bei fondali, sia in quelli all’aperto (sormontati da colline, fiancheggiati da montagne, ambientati in città), che in quelli al chiuso, il cui polygon count si assesta su valori adeguati.
Music, baby
Il comparto sonoro di Mx Superfly è sicuramente uno dei fiori all’occhiello del titolo prodotto da Thq: al di là dell’implementazione del Dolby Surround, i pezzi rock/hard rock/hip hop ad opera di band come Spineshank, The Vandals, Hotwire e Souls Of Mischief, sono decisamente godibili, molti dei quali addirittura galvanizzanti e ben fusi con la bagarre che, dall’altro versante, Renderware si occupa di gestire su schermo.
Music, baby
Pollice in su anche per i realistici ed azzeccatissimi effetti sonori, tra i migliori sentiti in un racing game, mentre rimane un po’ povero il campionario di frasi digitalizzate, volte a commentare le nostre gare e le acrobazie più pazze ed esaltanti.
Conclusioni
Mx Superfly Featuring Ricky Carmichael, senza fatica alcuna, si pone come l’eroe d’ammirare e superare per aspirare al trono dei racing game incentrati sul motocross, migliorando in ogni aspetto il prequel Mx2002 ed abbattendo sistematicamente, senza pietà alcuna, Mx Rider e Jeremy McGrath Supercross World (quest’ultimo, già di per sé, completamente immeritevole d’acquisto). Graficamente è convincente e senza troppi fronzoli (sebbene lontano dall’orgia grafica di Gran Turismo), acusticamente risulta brillante e sul rockettaro-hip hop andante ma, soprattutto, è caratterizzato da un divertimento immediato che non dovrebbe venir meno nel giro delle canoniche 2/3 settimane (grazie alle varie modalità di gioco, alle 25 piste disponibili ed al comodo editor di tracciati).
Conclusioni
Mx Superfly, in soldoni, è IL videogioco di Motocross, un acquisto obbligatorio per i fanatici di questo mondo e, allo stesso tempo, risulta essere divertente, godibile e vario anche per chi cerca “solo” un divertente racing game. Concludiamo questa recensione, ricordando che il qui presente Mx Superfly annovera i diritti di una ventina (ed oltre) di veri campioni di Motocross, nonché alcuni dei maggiori brand in fatto di costruttori di moto, oltre ad essere (già) disponibile anche per Nintendo Gamecube.
Conclusioni
Pro:
- divertimento alle stelle
- ottima longevità
- musiche roboanti
- editor di livelli
Contro:
- potrebbe non piacere agli amanti dei classici racing game
- graficamente nella media
Ricky Carmichael strikes again
Un annetto fa, di questi (umidi) tempi, due videogiochi dalla tipologia alquanto bistrattata su Playstation 2 (e non solo), facevano, quasi contemporaneamente, la loro comparsa sul monolite nero Sony: Mx Rider, creato da Paradigm Entertainment (sviluppatori di Pilotwing 64) per etichetta Atari/Infogrames e Mx2002 Featuring Ricky Carmichael (distribuito da Thq), entrambi decisi manifestanti del genere Motocross che colmarono, in un lampo, una lacuna che scontentava una discreta fetta di possessori del celeberrimo 128 bit della grande “S”.